Cara Lina, sono rimasta particolarmente colpita dalla creatività e soprattutto dal linguaggio usato dai ragazzi del movimento degli indignati, che si sono sentiti intervenire in questi giorni nei molti programmi televisivi a loro dedicati. Questi ragazzi si esprimono in un perfetto italiano, fluente, non intervallato dai numerosi e fastidiosi “cioè” giovanilistici, e i loro concetti sono espressi in maniera incisiva, attraverso il linguaggio di una cultura ben digerita. Al confronto quanto appare rozzo, sgrammaticato, semplicistico e incolto il linguaggio dei nostri politici! C’è da vergognarsi a essere rappresentati in Parlamento da personaggi che pubblicamente, nei talk show televisivi, si lasciano andare a invettive sgrammaticate (per non parlare delle oscenità e delle volgarità registrate dalle intercettazioni). Questi ragazzi sognano un mondo migliore, fanno proposte sensate, provano a inventarsi un nuovo modello di sviluppo volto al bene comune, usano la rete per costruire un nuovo tipo di democrazia che tenga veramente conto delle esigenze di tutta la popolazione (mentre i nostri politici si riempiono la bocca con la parola “popolo”a loro uso e consumo). La loro “narrazione”, come direbbe Niki Vendola (che è sempre affascinante ma talvolta oscuro) , è espressa con un linguaggio chiaro, articolato e colto che vorremmo sentire da coloro che ci governano, ma anche da alcuni rappresentanti dell’opposizione.
Sempre a proposito di linguaggio, questi ragazzi ne hanno inventato anche uno corporeo. Per esempio, l’altra sera da Gad Lerner al “L’Infedele” si sono visti scuotere le mani come ali di farfalla per esprimere il loro assenso, invece di un rumoroso applauso, che, come hanno spiegato può disturbare e interrompere chi sta parlando.