Stiamo passeggiando senza meta, la direzione la sceglie Sax, il cane della mia amica Sarita che ho appena incontrato, per caso. Parliamo di lavoro, delle difficoltà che, in particolare io, cosiddetta libera professionista, sto incontrando da due anni a questa parte. I dialoghi fra me e lei sono sempre disanime lucide, e impietose, ma che non dimenticano mai di lasciare socchiuse le porte alle soluzioni. Mi piace parlare con lei, si comincia al buio, ma poi la luce inizia a filtrare da sotto la porta, e ci si lascia con una bella luce negli occhi, e nei pensieri. Questa volta, più che l’aprirsi di uno spiraglio, ho avuto la sensazione di una finestra spalancata dal vento. E’ stato quando Sarita mi ha detto “sai, ora quello che è importante non è più 'il cosa' ma 'il come'. Sax aveva virato per l’Università Statale e si era fermato a sbirciare verso il grande chiostro. Mi sono fermata a guardare il chiostro anche io, e mi sono definitivamente convinta che mio figlio abbia fatto bene ad iscriversi lì, a Storia (cosa farà? non lo sappiamo. come lo farà? lo farà bene). E lo stesso ho pensato per me, qualsiasi cosa farò, qualsiasi, la farò bene. Invito chi è smarrito e spaventato da questo tempo ad uscire letteralmente per strada a incontrare la propria Sarita (per fortuna alberga in tante persone) che suggerisca un punto di forza da cui ripartire. Senza pensare solo più a che cosa si è, a che cosa si è stati, ma concentrandosi su come si è fatto, su come si è in grado di fare.