Nella storica sede di Via Venezian (zona 3) l’Istituto Nazionale dei Tumori, fondato nel 1925, opera con successo da quasi 100 anni. Tantissime storie passano da questo civico ogni giorno e il quartiere conosce meglio di ogni altro il significato di “viaggi della speranza”. Tante famiglie da decenni si rivolgono alla struttura sanitaria di eccellenza milanese per curarsi, arrivando da tutta Italia, spesso dalle zone più povere del Sud. Tante associazioni sono nate negli anni per aiutare le famiglie più bisognose e con meno risorse economiche e culturali. Tra queste, nel 1994, nasce una associazione che prende a cuore i bisogni delle donne ammalate e nell’occasione del ventennale dalla fondazione un grande progetto nasce da Via Venezian e arriva in tutta Italia, passando per Montecitorio.
Una manifesto per i diritti dei pazienti oncologici che i cittadini possono firmare on line (www.salutebenedadifendere.it) definisce alcune linee guida che servono proprio per migliorare la qualità della vita di chi si ammala (una persona su tre in Italia si ammala di tumore nel corso della propria vita) e ridurre le differenze tra Regione e Regione. Di seguito un estratto del comunicato stampa:
Nel corso del 2012 sono stati oltre 770 mila gli italiani ricoverati in una Regione diversa da quella di appartenenza. Circa 2 miliardi di Euro nel 2012 il saldo dei “viaggi della speranza” che continuano a convogliare risorse dal Sud verso il Nord, depauperando la Sanità delle Regioni meridionali, con un impatto drammatico, umano ed economico, per i pazienti oncologici e le loro famiglie.
Mentre al Senato è in corso l’esame della riforma del Titolo V della Costituzione, presentato a Roma il Manifesto per i diritti dei pazienti oncologici, promosso da Salute Donna onlus insieme ad altre nove Associazioni per accendere i riflettori sulle difformità tra le Regioni nell’assistenza ai pazienti oncologici che alimentano la migrazione sanitaria.
Lo Stato garante dell’uniformità sul territorio nazionale delle prestazioni sanitarie; un’Authority nazionale di controllo della qualità e dell’omogeneità delle prestazioni e l’istituzione di un Centro oncologico specialistico di riferimento per ogni Regione: queste le principali richieste delle Associazioni.
Questa è solo una delle storie che partono da Salute Donna e da tante altre realtà associative che operano in zona 3 in ambito sanitario. Rimanete in contatto con il Quartiere per conoscerle e, magari, iniziare a partecipare attivamente!