Archivio dell'autore: Silvestro Serra

SILVESTRO SERRA – Siracusa d’inverno

 Sono capitato in Sicilia a metà dicembre per la tradizionale festa di Santa Lucia (siracusana doc) che con sant’Agata di Catania e Santa Rosalia di Palermo, completa  il trio delle sante più venerate dell’isola. E ho rivisto l’Ortigia, la parte antica e affascinante di Siracusa.Sarà per l’esplosione dei limoni doc, per i 20 gradi e più, o per il sole e il cielo blu ma mi sono sentito proiettato nella primavera. Così ho potuto riscoprire in giacchetta questa zona della Sicilia che vi consiglio soprattutto fuori stagione (il che vuol dire praticamente tutto l’anno, escluso agosto).Nel giro di tre giorni mi sono goduto Caravaggio (il Seppellimento di Santa Lucia) nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, in piazza Duomo, una delle piazze più belle e armoniche del mondo. Poi ho scoperto l’Annunciazione di Antonello da Messina nella galleria di Palazzo Bellomo, nell’antico ghetto ebraico.Ho mangiato benissimo pesce e piatti tipici siciliani andando a caso (Dioniso, La Foglia, Regina Lucia, il Sedano Allegro, e fuori paese, lungo il fiume Anapo, sul tracciato della vecchia ferrovia Siracusa -Ragusa, tra i cavalli dell’accogliente agriturismo Anapama).Ho fatto colazioni trionfali ai tavoli all’aperto del caffè Duomo, vista sul Duomo, un perfetto mix di tutti gli stili, tempio greco dorico e chiesa barocca.E ancora, ho visitato gli splendidi palazzi nobiliari settecenteschi Borgia e Beneventani, il giardino pensile e la secolare biblioteca Alagoniana all’arcivescovado (mi sembrava di essere nel collegio di Harry Potter).Ho passeggiato lungo le mura fino alla mitica fonte Arethusa e al porto che fu il più grande del Mediterraneo (quello delle navi romande bruciate dagli specchi di Archimede). Sono entrato nel castello Maniace (legato a Federico II).Ho sostato nei bar (Tinkitè, Buzz, San Rocco). Ho passato la notte in piacevoli e curati b&b (Gutkowski, il Palazzo del Sale). Senza trascurare il teatro greco, l’anfiteatro romano, le Latomie e l’Orecchio di Dioniso, visitati in totale solitudine (introvabile persino la biglietteria).E non è finita. Nel raggio di pochi chilometri grazie alla gentilezza spontanea di chiunque, ho potuto visitare luoghi -gioiello, protetti dall’Unesco: Palazzolo Acreide (con un teatrino greco incastonato tra le colline e i prati); Buscemi, (mille persone e sette meravigliose chiese barocche) e Ferla attraversata dal Cammino di San Paolo, un sentiero appena sistemato per i fans del turismo a piedi, che arriva al parco di Pantalica.In mezz’ora di auto ho fatto in tempo a rivedere Noto e ad ammirarne il Duomo e i palazzi sul corso Vittorio Emanuele ma soprattutto ad assaggiare i trionfi della pasticceria più buona del mondo (al Caffè Sicilia cannoli, cassatine e caffè con panna alla nocciola o alla mandorla e pepe nero, firmati da Corrado Assenza). Mentre dalla panoramica terrazza della chiesa di San Carlo lo sguardo arrivava a Ragusa Ibla, a Modica, al mare di Capo Passero e ai tetti di Pachino e Marzamemi…

SILVESTRO SERRA – Il ballo di Napoli

 

Napoli com’era e come potrebbe o meglio dovrebbe ritornare ad essere. La scommessa è di Francesco Serra di Cassano, erede della nobile famiglia per secoli proprietaria dell’omonimo palazzo affacciato su piazza Plebiscito a Napoli.
Un palazzo che è stato testimone e protagonista in numerose occasioni della storia della città e che nelle intenzioni di Serra potrebbe tornare ad esserlo. Per questo ha lanciato la mostra e il libro dedicato a un evento storico come il ballo del 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma. Un evento che fu ovviamente un enorme appuntamento mondano del tempo ricco tdi teste coronate , e grandi capitani d’industria e star dello spettacolo del tempo (da re Juan Carlos , non ancora re,a Onassis a Maria callas) ma che dimostra come anche Napoli allora fosse una grande capitale, un centro cosmopolita e internazionale e che potrebbe tornare a giocare questo ruolo se ci fosse uno scatto d’orgoglio dei suoi stessi abitanti.
Dal 2 dicembre fino al 6 gennaio 2011 nel piano nobile del palazzo affacciato su palazzo Reale, al confine con i quartieri Spagnoli, ora statale e sede dell’Istituto filosofico, si terrà una mostra di 120 foto in grande formato e di documenti che ricorderanno quella irripetibile serata e quello spezzone partenopeo della Dolce vita
Esattamente 50 anni fa, il 3 settembre a Napoli, fu una serata calda e leggermente umida. Per celebrare le regate olimpiche di vela che si tenevano nel Golfo, si tenne quello che fu definita la festa del secolo nel settecentesco palazzo Serra di Cassano.
Quella di Francesco Serra di Cassano, non vuole essere un’operazione nostalgia ma un ardito tentativo di rilanciare l’immagine internazionale di Napoli offuscata dalla camorra dalla corruzione e dalla spazzatura, proprio nel cinquantenario delle Olimpiadi e alla vigilia dei150 anni dell’Unità di’Italia
Ma che cosa ebbe di così speciale quel ballo?
Bisogna partire proprio dal palazzo in cui si tenne la festa. Quello dei Serra di Cassano in via di Monte di Dio a Pizzo Falcone, è sempre stato un luogo simbolico nella storia della città. Durante la rivoluzione dei “giacobini ” del 1799 contro i Borboni fu la sede dei patrioti, intellettuali, scrittori, intellettuali, come Eleonora de Fonseca Pimentel, Luisa Sanfelice e residenza di Gennaro Serra di Cassano,
 Con la restaurazione e il ritorno del re, grazie all’ammiraglio inglese Orazio Nelson, i ribelli finirono tutti sulla forca nella piazza del Mercato. In segno di lutto e di disprezzo per il tradimento della Corona don Luigi Serra di Cassano il 20 agosto del 1799, fece chiudere per sempre il portone che si affacciava sulla reggia da cui uscì Gennaro per l’ultimo viaggio per il patibolo. E quel portone non è mai stato più riaperto. Una sola eccezione, due secoli dopo, e per un solo giorno, il 25 aprile del 1994, festa della liberazione e per celebrare le speranze nate con la prima elezione del sindaco Bassolino.
«Se Napoli mostrasse finalmente segni di ripresa e di riscatto», è l’idea del Serra di Cassano di oggi, «potrebbe essere l’occasione di riaprire definitivamente il fatale portone e fare del palazzo il centro ideale della riscossa e della speranza per il futuro».
Col portone chiuso anche i titolati mille invitati alla festa di quel sabato 3 settembre 1960, giorno di Santa Clelia, entrarono dal portone secondario che dà su via Monte di Dio. Ma l’evento non passò inosservato.
Nella festa fu coinvolto tutto il quartiere. Il duca fece distribuiire soldi alle parrocchie ma chiese di non stendere i panni ad asciugare alle finestre del popolare rione .Verso le 22 puntualissimi come di dovere, il re e la regina di Grecia con i tre figli tra cui Costantino, futuro re e medaglia d’oro della vela olimpica, il conte di Barcellona in esilio a Roma con Juan Carlos, aspirante al trono di Spagna, , la regina Giuliana di Olanda, il re di Norvegia, il granduca del Lussemburgo, le famiglie reali di Svezia e di Danimarca, i duchi di Aosta Orleans e il giovane Aga Khan Karim già interessato alla Costa Smeralda. Dall’india con turbante il Maraja e la Maharani di Djaipur,
Depennati i giovani principi di Monaco Ranieri e Grace per l’opposizione della regina Federica di Grecia «non desidero incontrarmi con un’attrice che gioca a fare la regina». Ma i due giovani principi innamorati si consolarono subito passando una allegra serata alla trattoria La Cisterna di Trastevere a Roma a mangiare “fettuccine alla papalina” e “pollo alla fiamma olimpica” accompagnati dagli stornelli romaneschi cantati da un’orchestrina in costume ciociaro dell’800)
Anche lo Scia di Persia Reza Pahlavi era atteso ma dovette declinare l’invito perché finalmente la sua terza moglie, Farah Dhiba stava per avere il sospirato erede. Il parterre andava dagli industriali italiani, Umberto Agnelli con la moglie Antonella Piaggio, i Parodi Delfino l’armatore greco Aristotile Onassis appena divorziato dalla moglie Tina e già in compagnia della divina della lirica Maria Callas.
In mezzo, tutta la nobiltà italiana, i Borbone, gli Orsini, i Pallavicini, gli Sforza Ruspoli, i di Robilant, i Boncompagni Ludovisi, i Chigi Albani e secondo alcuni anche Maria Gabriella di Savoia, figlia di re Umberto II. Sicuramente parteciparono Edda Ciano la figlia di Mussolini, e i principi Bismark.
Gli uomini erano tutti in smoking nero tranne qualche smoking bianco (Juan Carlos che proprio quella sera conobbe e scelse la futura sposa Sofia, la figlia di re Paolo di Grecia).
Le signore in abiti sartoriali delle maison più blasonate dell’epoca, Roberto Capucci, le sorelle Fontana,la romana Zecca di via Ludovisi e Concettina Buonanno, sarta della Napoli bene. Ben tre orchestine al ritmo di rock and roll e di cha cha cha ma la star musicale fu il giovane Peppino di Capri. All’alba Costantino, Juan Carlos e gli altri giovani fusti blasonati lasciarono tranquillamente il palazzo e andarono a vedere l’alba sul lungomare raggiungendo via Caracciolo. A piedi, senza guardie del corpo, senza paparazzi, tra strade sgombre da auto e dalla spazzatura.
Il 9 dicembre il libro e l’iniziativa verranno presentati a Milano allo spazio Krizia Presentati da Lina Sotis poi, il 17 dicembre sarà la volta di Roma (alla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli. L’evento dovrebbe ripetersi anche a New York dove ha già avuto il plauso del sindaco Bloomberg.
 
 

SILVESTRO SERRA – Il Taj Mahal

 

Fuori il solito caos, tricicli-ape piaggio, vecchie Millecento Fiat-taxi gialle e nere, mega carrozzelle argentate come il santo in processione, trainate da cavalli, venditori di occasioni, bambini di strada, questuanti, macchine strombazzanti, moto con quattro persone a cavalcioni.

Dentro l’ovattata oasi che da più di cento anni assiste ai riti mondani della classe dirigente indiana, ospita i suoi ospiti più illustri, star dello spettacolo e della politica di tutto il mondo.

In mezzo tra i due universi però ora c’è un dispositivo di sicurezza degno di Fort Knox.

Il Taj Mahal  Palace & Tower nel quartiere di Colaba a Mumbai (ex Bombay), in India fu infatti preso di mira (insieme all’Oberoi hotel e alla stazione dei treni) come simbolo da abbattere da parte di terroristi fondamentalisti esattamente due anni fa, la sera del 26 novembre del 2008.

Due mesi fa è stato riaperto in pompa magna, completamente rinnovato, ma nello stesso stile un po’ moresco, un po’ fiorentino, un po’ orieentale).

A tagliare il nastro è stato personalmente il proprietario Ratan Tata, l’Agnelli indiano (93 società, in 7 settori, dalle auto al tessile all’energia, 220 mila dipendenti) nipote di quel Jamshedji Tata che nel 1903, decise di costruirsi da solo il salotto buono dell’India, piccato per non essere stato ammesso, in quanto non bianco, negli esclusivi circoli imperiali britannici che all’epoca occupavano il p&ælig;se.

Un giro nei saloni, nei ristoranti, alla Jiva Spa, al giardino con piscina e sulla cupola a duomo e nelle 450 stanze (il prezzo parte dai 180 euro) che caratterizza questo palazzo-casa per Maraja, famiglie reali, attori e industriali di ogni p&ælig;se, vale un trattato di sociologia sull’India.

La sicurezza è invisibil ma ferrea anche all’interno. Tutte le aree comuni sono sotto l’occhio di discrete telecamere e ogni piano è presidiato da guardie. Nel guardaroba di ogni stanza c’è una scatola con dentro la maniglia della finestra in caso di necessità di aprire i vetri e un pulsante per dare lìallarme).

Ma il tempo, il design e 50 milioni di euro di restauri hanno cancellato completamente i segni di quella terribile giornata (295 morti, 300 feriti)
E per dare un tocco di modernità e di made in Italy è stato chiamato il noto designer italiano, Piero Lissoni, per realizzare mobili e interior decor per una categoria di stanze, molto diverse dalle altre.

La suite presidenziale e la suite Tata, che ha appena ospitato il presidente Barack Obama è invece di impianto più tradizionale. Come la suite Raj Put che a suo tempo vide ospite John Lennon con Joko Ono: bow window affacciata sul porto, sul mare Arabico e sulla grande Porta, The Gateway of India, (costruita per accogliere re Giorgio V e la regina Mary in visita nel 1911), grandi pavoni con la ruota dipinti alle pareti, persino l’interno dei lavandini smaltati a mano con disegni floreali.

La cucina di alto livello sia nei ristoranti indiani, occidentali, giapponesi (dall’Harbour bar al Golden Dragoon, al Wasabi)). Saranno i cuochi del Taj ad allestire i pranzi per la nuova coppia presidenziale che si prepara a scendere nell’edificio simbolo di Mumbai, il francese Nicolas Sarkozy con la moglie Carla Bruni, il prossimo 7 dicembre. E gli italiani? L’ultima visita di un governante italiano di alto livello, ricordano al consolato, risale al governo Prodi. Tanto tempo fa.  Forse il Taj non è abbastanza comodo per i nostri politici e l’India in fondo un mercato troppo piccolo per le nostre imprese?

SILVESTRO SERRA – Florens

Se sono fiori, fioriranno. A Firenze ne sono convinti e hanno deciso di sposare l’idea di Giovanni Gentile presidente di Confindustria Firenze: rilanciare in grande stile la cultura italiana attraverso Florens 2010, Settimana Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali (dal 12 al 20 novembre).

Una intera settimana in cui si alterneranno eventi pubblici, convegni, workshop, incontri e confronti, concerti e mostre.
Il tema comune, il filo rosso di tutte le manifestazioni sarà il ruolo del patrimonio artistico, culturale e ambientale nello sviluppo economico e sociale.
Può cioè la cultura generare business, i nostri patrimoni unici al mondo creare ricchezza, sviluppare movimenti, innestare flussi turistici, alimentare un circolo virtuoso ed economicamente più redditizio di quanto non sia attualmente?
La domanda è retorica ma per trovare il modo più efficace il 18 novembre verrà presentato lo Studio Strategico realizzato per Florens 2010, che analizza il potenziale del settore culturale e creativo su base nazionale ed internazionale e i risultati di un’indagine sul consumo culturale in Italia ed in cinque p&ælig;si stranieri.

Negli stessi giorni a Palazzo Vecchio, si terrà il Forum Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali a cura di The European House – Ambrosetti.
Tra giovedì 18 e sabato 20 davanti a 300 partecipanti selezionati, provenienti da 27 p&ælig;si, si alterneranno 70 relatori provenienti da 20 p&ælig;si, esperti, rappresentanti dei più importanti musei del mondo, organizzazioni e istituzioni internazionali.

Tra i momenti spettacolari più attesi, la sera di giovedì 18 alle ore 20.30 al Teatro Comunale si terrà il concerto dell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretto da Zubin Mehta.

Gli appuntamenti si snoderanno in 30 convegni, 10 mostre e 150 eventi

Numerosi i luoghi coinvolti: luoghi sacri (Cattedrale, Battistero) e quelli delle istituzioni civiche (Palazzo Vecchio, Palazzo Medici Riccardi, Palazzo Sacrati Strozzi), palazzi privati, piazze, musei, università, ‘spedali’, biblioteche, teatri, librerie.
Interessati anche i comuni limitrofi di Scandicci, Fiesole, Campi Bisenzio e Bagno a Ripoli (con interventi tra gli altri dell’archistar svizzero Mario Botta, del critico d’arte Andrea Carandini, dell’architetto e artista Alessandro Mendini).

Piazza del Duomo sarà protagonista di un’installazione d’arte urbana di grande impatto visivo: la pavimentazione sarà trasformata in un immenso prato fiorito come avvenne nel famoso Miracolo di San Zanobi.
E ancora, un omaggio al David di Michelangelo, con una riproduzione a grandezza naturale della statua che verrà alloggiata sugli sproni della Cattedrale, sul sagrato di S. Maria del Fiore e nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio

Innumerevoli le personalità ed le esperienze di rilevanza mondiale e le
eccellenze culturali, artistiche ed economiche del territorio.
Tra queste ricordiamo: Matteo Renzi, Giovanni Gentile, Mechtild Rössler, Sandro Bondi, Jean-Paul Fitoussi, Vittorio Sgarbi, Toni Servillo, Marc Olivier Wahler,
Laurent Fabius, HRH Prince Sultan F. N. Bin Abdulaziz, Glenn Adamson, Franco Cologni, Simon Murray, Dimitrios Pandermalis, Mikhail Borisovich Piotrovsky,
Philippe de Montebello, Wafaa el Saddik, Mich&ælig;l Govan, Thomas Grenon, Peter Reed, Zahi Hawass, Lulama Xingwana, Corrado Passera, Giuseppe Vegas.

Lectio magistralis dell’architetto Rem Koolhaas, del designer Chris Bangle, del
critico Achille Bonito Oliva.

Dialoghi fra Mons. Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze e l’artista Mimmo Paladino; fra il filosofo Sergio Givone e l’architetto Richard Rogers

Tra i convegni: “Sopravvivere al digitale”; “Le riviste italiane di cultura e il loro ruolo nel XXI secolo”; “Parole e immagini dei mestieri e delle arti. Dalle parole di Crusca al Novecento”; “Le pagine dell’arte: Vasari e le vite dei più eccellenti architetti, pittori e scultori italiani”.

Tra le mostre: “Le stanze della meraviglia. Mirabilia, curiosità e rarità” cinquanta capolavori dell’artigianato fiorentino;
“Oltre il corpo, l’uomo”, la collezione di cere del museo di Anatomia Patologica dell’Università di Firenze;
“Pasolini: dal laboratorio” con materiali inediti del Fondo Pasolini, esposti per la prima volta al pubblico;
“A regola d’arte”, storia dell’azienda Salvatore Ferragamo.

Programmi degli eventi (gratuiti) orari, informazioni e prenotazioni (consigliate) www.florens2010.com
Ufficio stampa: Delos 02.8052151 – delosmi@tin.it
 

SILVESTRO SERRA – Souvenir de voyage

Un posto, un panorama, un libro, una p&œlig;sia, una canzone, un piatto, un ristorante, un hotel ma anche una gita, una passeggiata, un angolo…
Le cose, le esperienze, i momenti, gli acquisti e gli incontri che hanno dato un gusto particolare alle vacanze 2010 e da consigliare ad amici e navigatori.

Dolores, l’efficiente manager italiana che parla anche il cinese e lavora con intelligenza mediterranea sullo splendido atollo di Diva, eco resort di qualità nel South Ari Atoll dell’arcipelago delle Maldive (www.naiade.com)

L’hotel diffuso Sextantio nel borgo antico di Santo Stefano di Sessanio. Un tuffo nel passato dei nonni, comodità moderne, sonni indisturbati nella quiete della montagna e la mattina indimenticabili colazioni (torte alla ricotta, spremute di prugna e mele, prosciutto al coltello, pane e focaccia croccante) preparate al momento dalla signora Emanuela con abilità e amore (www.sextantio.it)

Il bagno e il pranzo di pesce cucinato da una copia di galluresi, in riva all’Adriatico, sotto le bianche tende del beach club Cala Sveva sul lungomare accanto al borgo marinaro di Termoli, nel Molise (www.calasveva.it)

Una sosta rilassante alla Masseria dei Gelsi, accogliente fattoria familiare
sotto secolari ulivi (e gelsi) e accanto all’orto generoso, sulle colline abruzzesi, in contrada Colle Sant’Angelo di Moscufo a Pianella con vista sul mare di Pescara (info@masseriadeigelsi.it)

L’incontro con Manfredi Rizzuto, giovane proprietario della masseria Susafa (in dialetto “si può fare”) a Polizzi Generosa, che ha lasciato il lavoro di manager a Milano per riprendere in mano una delle più belle e panoramiche aziende agricole del parco delle Madonie, con vista all’infinito sulle colline siciliane. Belle semplci stanze, bar ricavato dalla cantina e ristorante dallo storico granaio a cattedrale, piscina nascosta da giganteschi cespugli di fichi d’India e di rosmarino, in mezzo ai campi di grano, da attraversare in bici o a cavallo nella vicina Castellana Sicula (www.masseriasusafa.it)

L’alberghetto e bed and breakfast Malù, appena inaugurato sulla costa a picco di Polignano a mare, nella Puglia barese, accanto alla grande statua bronzea dedicata al concittadino Domenico Modugno, con una terrazza per colazioni panoramiche sul p&ælig;setto fortificato, e la profonda cala tra le rocce e il mare (www.bebmalu.it)

La sosta a sorpresa tra cipressi e filari di viti, sul poggio di Col Sereno, nelle campagne senesi di Montalcino alla solitaria e gustosa Locanda Pane e Vino, (0577/847063, www.colsereno.it)

Il cd di cori gregoriani cantati e registratri dai monaci agostiniani, acquistato nella sagrestia della romanica abbazia millenaria di Sant’Antimo a Castelnuovo dell’Abate dove esiste anche due foresterie ( www.antimo.it)

Le brocche, i piatti e le teste di moro, di stile barocco siciliano acquistati alla Giara, antica fabbrica di ceramiche gestita dalla famiglia Patti, nella titolata Santo Stefano di Camastra, città di fondazione affacciata sul mar Tirreno di fronte alle isole Eolie a metà strada tra Palermo e Messina (www.ceramichelagiara.it)

Il viaggio a 50 all’ora sulle carrozze, due, del trenino elettrico delle private Ferrovie del Gargano che dal 1931, da Foggia, attraverso infinite piantagioni di ulivi, in un paio d’ore raggiunge il Gargano e segue la spettacolare costa tra i laghi di Varano e Rodi quasi fino a Peschici, tra i più bei panorami del parco nazionale pugliese (www.ferroviedelgargano.com)

La terrazza dell’hotel Villa Vittoria sulle colline di fronte al nuovo porto turistico di Rodi Garganico, gestito, insieme al contiguo ristorante Senza Civico, da una giovane vulcanica coppia, Angela, avvocato, Enzo, commercialista (www.albergovillavitttoria.it)

La colazione- brunch-pranzo senza sosta nel cortile del più fornito e gustoso ristorante-bar- pasticceria sul lungomare di Trapani, via Ammiraglio Staiti: è il goloso indirizzo di Angelino, settantenne palermitano che da anni ha importato a Trapani i sapori e la cultura gastronomica degli aristocratici Monsù isolani (www.angelino.it)

Il sorbetto più buono (ma anche crepes, e budini) di Taranto Vecchia? Consumato a notte fonda ai tavoli all’aperto della Gelateria del Ponte nella animata zona pedonale nel salotto all’aperto di via Tommaso d’Aquino.

La visita allo storico museo del tonno: barche, cordami, galeggianti, ramponi, nella antica tonnara di Scopello, ora anche piccolo hotel di charme in un’ansa esclusiva della baia di Castellammare del Golfo, nel trapanese, protetta da faraglioni e due torri saracene
(www.tonnaradiscopello.com)

Il museo del sale nella salina Culcasi a Nubia Paceco sulla costa trapanese. Mulino, macine, strumenti, tecniche e vasche risalgono al 1400. A pranzo pesce fresco nella trattoria e all’aperto, sotto ampi ombrelloni e giganteschi coni di sale
(www.trattoriadelsale.com)

Gli indimenticabili assaggini caldi e freddi di pesce fresco serviti nel dehors della Vecchia Sicilia, di via Roccaforte, tra gli storici vicoli del cuore della Catania barocca, dietro l’Università a un passo da via Etnea (095.71510759)

La residenza storica e aristocratica nel cuore della granitica Aggius, (bandiera arancione del Touring Club) nella Valle della Luna, nel centro della Gallura, affacciata su uno dei più bei p&ælig;saggi della Sardegna del Nord e non lontana dalle terme naturali di Valledoria sul fiume Coghinas. Facciate esterne di granito, e all’interno, arredi d’epoca ottocentesca, artigianato tradizionale sardo, accoglienti stanze una diversa dall’altra (www.lavignaredda.com)
 

SILVESTRO SERRA Tornare per ripartire

Possibili fughe per il weekend come antidoto al rientro. Weekend omeopatici per sopravvivere alla fine delle vacanze e non perdere l'abitudine al viaggio. Ovviamente tutte abbordabili. Dove andarsene a lenir la pena della fine delle vacanze, dove combattere lo spleen del ritorno, come ri-evadere, come e dove prepararsi psicologicamente alla nuova stagione, come e dove evitare la malinconia del ricordo o il rimpianto per l’estate perduta.

Da Roma
Anticoli Corrado, minuscolo borgo arroccato sui monti Simbruini. Fu meta di artisti (da Camille Corot ad Arturo Martini, a Fausto Pirandello) e fucina di splendide ragazze utilizzate come modelle, dal 700 al 1940. Molti di loro hanno lasciato in eredità al gli studi e delle opere. Si trova a 56 km da Roma e a 20 da Tivoli nella valle dell’Aniene.

Calcata, p&ælig;sino medievale circondato da alte mura, appollaiato su una rocca di tufo tra i boschi del parco regionale della valle del fiume Treja, tra Roma (40 km) e Viterbo, lungo la via Flaminia. Rifugio ideale un po’ bohemien, amato dai calcatesi ma anche da artisti, scrittori, artigiani, alternativi, e da comuni cittadini in fuga dalla metropoli. Al centro del p&ælig;sello, una raccolta silenziosa piazza con il palazzo baronale degli Anguillara e innumerevoli vicoli con botteghe artigianali e un piccolo museo degli strumenti contadini.

Santo Stefano di Sessanio, a 20 km dall’Aquila, sotto Campo Imperatore. Un p&ælig;se abbandonato causa emigrazione, da qualche tempo è tornato a vivere grazie alla trasformazione delle piccole case contadine del borgo mediceo (veniva utilizzato dalla signoria di Firenze per la raccolta della lana) in un albergo diffuso (camini, suppellettili, mobili, coperte della tradizione abruzzese, ma dotato di tutti i servizi moderni nascosti e riscaldamento sotto il pavimento). Su una vicina ventosa altura panoramica, si staglia Rocca Calascio spettacolare maniero semi diroccato utilizzato spesso dal cinema come set (Lady Hawk).

Termoli. Da Roma ci vogliono un paio di ore di autostrada in direzione Pescara ma è una sorpresa piacevole scoprire che il Molise nasconde un antico e intatto borgo marinaro, quello di Termoli, davvero interessante e vivace. Circondato da robusti contrafforti anti saraceni si affaccia sull’Adriatico selvaggio e sui trabocchi dei pescatori, ma al suo interno sfoggia bei palazzetti nobiliari ora residenze e bed and breakfast, tra caffè all’aperto, ristorantini e piazzette dove la vita scorre placida e riparata.

Da Milano
Breno, capitale bresciana della Valcamonica, a poco più di 100 km da Milano, lungo il fiume Oglio e il laghetto di Endine (ancora nella bergamasca val Cavallina). Graziose botteghe, spaziose piazze e una bella pieve con degli affreschi del Romanino, realizzati dal pittore sulla strada del ritorno dal concilio di Trento. Siamo all’interno del parco nazionale dell’Adamello che svetta all’orizzonte. Così come una spettacolare gigantesca statua del Cristo Re, che ricorda quella di Rio de Janeiro, tutta ricoperta d’oro, domina la vicina Bienno (nella lista dei borghi più belli d’Italia) realizzata dai grandi artigiani locali, m&ælig;stri riconosciuti nell’arte del ferro battuto. Alla base della mega statua un piacevole ristorante, Cristo Re, ricavato nell’antico affrescato convento e nei suoi chiostri).

Da Firenze
Sant’Antimo. Nella periferia di Montalcino, nel Senese tra vigne doc e ulivi vecchi di 800 anni, svetta la solitaria abbazia eretta nel 700 d.C. su una villa romana e utilizzata dai pellegrini che lungo la via Francigena si recavano a piedi a Roma per penitenza. Luogo magico e spirituale, tra tante tentazioni dei sensi, vale da solo un week end con deviazione nelle terme di bagni Vignone nella vicina Val d’Orcia. Restaurata nel 1989 da allora è gestita dai monaci agostiniani francesi che nelle funzioni hanno ripistinato il melodioso canto gregoriano e l’uso della musicale lingua latina.

Da Genova
Lerici in autunno svela il meglio del promontorio del Levante ligure sia per l’ultimo sole sulle spiagge e nelle calate a mare, che nelle visite all’imponente castello appartenuto alla Repubblica di Genova, (ora museo dei fossili) che infine per saporiti trekking nell’entroterra collinare verso Fiascherino, Monte Marcello, Tellaro.
A pochi km nell’interno, la splendida cittadina lunigiana di Sarzana ora trasformata in una piccola Atene della cultura grazie a tante manifestazioni (dopo il Festival della Mente e la fiera dell’antiquariato, ora tocca alla festa e il mercatino napoleonico a fine settembre)

Da Torino
Gita al Lago Sirio nel Canavese dalle parti di Ivrea. E’ un laghetto balneabile dall’acqua cristallina e pulitissima (è alimentato da una sorgente) sovrastato da un ex convento poi trasformato in fortino militare napoleonico e da un secolo nell’omonimo albergo-dimora storica, rifugio segreto di Eleonora Duse e Arrigo Boito al tempo del loro amore clandestino (esiste ancora la suite dell’attrice con tanto di letto a baldacchino) e in tempi più recenti ma non troippo, da insospettabili star di Hollywood come Fred Astaire e Ginger Rogers trascinati fin quassù dal vecchio proprietario, un produttore italo -americano di origini piemontesi.

Da Napoli
Ischia. Fuga autunnale ideale nell’isola più grande dell’arcipelago partenopeo con destinazione la spiaggia più bella dell’isola, quella dei Maronti, esposta a sud, vicino al promontorio di Sant’Angelo. Alle spalle della lunga striscia di sabbia, ristorantini, alberghetti a gestione familiari come la Gondola ( il proprietario aveva fatto il militare a Venezia), tutti forniti di spazi e strutture termali, giardini, piazzette, botteghe artigiane. Si è al tempo stesso romanticamente isolati ma volendo anche ben serviti grazie al vicino villaggio dei pescatori e molto glamour di Sant’Angelo.

Da Bari
Gargano. Dopo la sbornia estiva nell’affollato Salento è il tempo di riscoprire il vasto e variegato promontorio nell’omonimo parco nazionale. Laghetti salmastri di Varano e Lesina, belle spiagge come quella di Zaiana, conservate intatte grazie alle battaglie della famiglia austriaca, i Pelikan, che la possiede dal 1957. E poi p&ælig;setti-gioiello come Rodi Garganico, (ora sede di un marina per barche, “a misura di marinaio”) altri non ancora vinti dall’abusivismo dalla come Peschici; luoghi ad alta religiosità come il santuario di Monte Sant’Angelo (legato direttamente a quello di Mont St. Michel in Normandia); ristorantini in mare sulle palafitte dei trabucchi dei pescatori (il top da Mimì a Peschici); moderni alberghi panoramici (Villa Vittoria sulla collina di Rodi) e nell’interno lo splendore della Foresta Umbra e magnifici bed and breakfast in antiche dimore patrizie (il Casale dei Lauri ) tra gli ulivi secolari di Vico Garganico.

Da Palermo
Scopello. Presa letteralmente d’assalto in agosto, la Tonnara di Scopello ora diventa più abbordabile. L’antica dimora storica privata conserva intatti i depositi di cordame e ri ipari con le barche utilizzate per secoli dai tonnaroti e dal rais nel rito della pesca al tonno o mattanza. È aperta dall’alba al tramonto al pubblico ma è dotata di alcune discrete stanze per il soggiorno bed and breakfast con cortiletti privati e terrazze sui faraglioni. È uno dei posti più romantici e rilassanti della Sicilia nord occidentale. E si trova al confine dello splendido parco dell’Oasi dello Zingaro e del promontorio di San vito Lo Capo, a ovest di Palermo: Tutto abbastanza vicinao per diventare meta di weekend o di gita domenicale.

Da Cagliari
Il fiume Coghinas per i sardi è solo il terzo fiume dell’isola ma è il più originale. Nasce dai Monti di Alà e sfocia nel golfo dell’Asinara nell’area dell’Anglona, e in mezzo scorre placidamente tra gole, canyon e nuraghi. Si chiama così, “cucina” in logudorese, perché è letteralmente un fiume termale e sulle acque calde del fiume (fino a 78 gradi) ci si cuocevano i cibi. O si prendevano i bagni caldi, come sapevano già i romani che costruirono l’impianto a Castel Doria ora ovviamente modernizzato. Il fiume si può facilmente discendere in canoa ed è il posto ideale per rimettersi in forma e rilassarsi dopo gli stress dell’estate in spiaggia.
 

Avete altri consigli da dare? Posti indimenticabili a cifre accessibili?

SILVESTRO SERRA Stavolta cambio tutto: i buoni propositi all’inizio della nuova stagione

Qual è il voto o i buoni propositi che avete fatto e che giurate di mantenere per cambiare in meglio la vostra vita dal ritorno dalle vacanze: una dieta, stop al fumo, corsi di cucina o di yoga, una visita, una lettura, ginnnastica, un pellegrinaggio…

Banalmente, tornato carico di (10) buone intenzioni, ho deciso che voglio:

– dimagrire di almeno cinque chili, ma senza impormi delle diete, riducendo solo le porzioni e limitando i peccati di gola più smaccati.
– riprendere a praticare lo studio della lingua tedesca.
– tornare, possibilmente entro la fine dell’anno, a Istanbul, New York e andare in Siria.
– comprare o affittare una casetta-rifugio in un minuscolo intatto borgo siciliano scoperto sui monti Nebrodi.
– tagliare inutili discussioni e sterili liti con persone aride, egoiste, capricciose e auto-riferite (insomma di tagliare i ponti con un’ex fidanzata)
– coltivare con più costanza la curiosità per l’arte e certi artisti contemporanei
– rileggermi “La versione di Barney” di Mordecai Richler e leggere “I soldati di Salamina” di Xavier Cercas conosciuto al festival della Mente di Sarzana.
– sostenere laicamente Niki Vendola. Era una vita che non vedevo un politico c&œlig;rente tra quello che dice e come si comporta.
– provare a convincere Michela Vittoria Brambilla che quello di ministro del turismo non è davvero il suo mestiere.
– sfatare l’idea che noi nati con la lettera 22 non siamo in grado di stare al passo con la new technology. Mi comprerò un I-pad!

Anche voi avete dei buoni propositi? Quali sono? Normalmente riuscite ad attuarli? O a ottobre avete già dimenticato tutto?

 

SILVESTRO SERRA Com’è bella Vicenza

Ua scritta in francese antico Il NEST ROSE SANS ESPINE incisa nel marmo tenero sui due lati del bel portone di una casetta in stile veneziano proprio a un passo dal centrale corso Palladio segnala l’abitazione del concittadino Antonio Pigaffetta, che circumnavigò il mondo insieme a Magellano. È solo una delle mille sorprese che si scoprono passeggiando nel curato e luminoso centro storico di Vicenza. La città veneta, dichiarata Patrimonio Universale dell’Umanità dall’Unesco, si gode al meglio proprio andando a piedi. In poche centinaia di metri si racchiudono tesori architettonici firmati dall’illustre vicentino architetto Andrea Palladio ma si intuisce la qualità della vita non solo dalle chiese e dai monumentali palazzi e ville (una per tutti il museo civico di palazzo Chiericati) ma anche daigli storici caffè e dai ristoranti all’aperto, dalle arrmoniche piazze, dalle strade pedonalizzate e dal placido passeggio dei cittadini.
L’occasione di oggi è l’apertura della splendida mostra «La Pietra e il Leone», (San Pietro e San Marco nell’Oriente Cristiano) di icone russe di palazzo Leoni Montanari (quella di Intesa San Paolo è la più vasta e importante collezione al mondo fuori dalla Russia) aperta fino al 10 ottobre.
Lo stesso palazzo è un capolavoro seicentesco stupefacente per affreschi a mo’ di arazzi, stucchi, lampadari veneziani e quadri di Longhi e nasconde nei depositi una impressionante collezione di vasi attici e della Magna Grecia. Ma questa è solo lo spunto per ammirare anche il mitico Teatro Olimpico disegnato dal paladio su modello greco, tutto di legno, che risale anch’esso al la metà del ‘500 e insieme al teatro Farnese di Parma è forse il più bel teatro in Italia.
Un consiglio utile per ammirare la città è affittare una bicicletta e perdersi tra vicoli (contrà), piazza dei Signori e piazza delle Erbe, corso Fogazzaro e lungo il verde corso del fiume Bacchiglione, senza tralasciare il bel ponte medievale di San Michele, la basilica palladiana e le ville firmate dal solito genio di Palladio.
Per accompagnare la visita con appropriate soste gastronomiche. Per la calazione niente di meglio della pasticcceria Sorarù alll’ombra della Basilica, una vera bomboniera dorata dell’800. Per cena, consiglio di assaggiare il baccalà e le altre specialità vicentine nello storico Al Pestello in contrà S. Stefano 3 (tel. 0444 323721) e di dormire nel piccolo hotel Palladio, 22 camere, centralissimo e grazioso appena restaurato e ricavato dall’antica torre del dazio (contrà Oratorio dei Servi 25, tel. 0444 325347)
 

SILVESTRO SERRA Calabria da scoprire

Il Sud che non ti aspetti: Voli a Lamezia e in mezz’ora ti trovi a Catanzaro: quartieri arrocati su picchi rocciosi uniti da californiani cavalcavia, svincoli e ponti, (anche il secondo più lungo d’Europa a una sola campata). Nel centro storico brilla il museo Marca. Nel bel palazzo panoramico va in scena una vasta mostra dedicata al grande designer e architetto Alessandro Mendini. L’occasione (fino al 25 luglio) per scoprire anche una città, sottovalutata dagli stessi abitanti, che ora la vulcanica presidente della provincia Wanda Ferro ha scommesso di riportare ai vertici dei centri più vivaci e turisticamente interessanti del Sud, puntando sulla cultura e sull’arte contemporanea. Oltre al Marca sono nati anche il parco di Scolacium (archeologia e arte contemporanea) e il Giardino delle biodiversità (sculture di grandi artisti internazionali in mezzo al verde pubblico).
 

SILVESTRO SERRA Progettare Copenhagen

Lungo weekend verde? Copenhagen. Tutto ma proprio tutto è eco-compatibile ed eco-sostenibile. Dai materiali dell’&ælig;roporto agli arredi dell’albergo, dal sistema energetico, ai mezzi di trasporto, dalla palestra dell’hotel (pedalando con la cyclette si dà energia elettrica all’impianto) agli abiti dei camerieri nei ristoranti (tra l’altro come il Noma, al top delle classifiche tra i migliori del mondo).
Verde e divertente: tuffi nel porto, tanto l’acqua è pulita, birra locale (senza emissione di CO2), locali accoglienti di stile minimal Jacobsen, sirenettta in trasferta a Shanghai ma in compenso gita in tre tappe: al Louisiana il più bel museo del Nord Europa, al castello di Amleto di Elsingore e fattoria stile Kenya con parco santuario per uccelli, di Karen Blixen (“La mia Africa”) sepolta sotto un enorme faggio.
 

SILVESTRO SERRA L’estate dei festival

Una delle sorprese più interessanti dell’estate è il risveglio del turismo culturale, dei weekend spesi per mostre, escursioni per musei ed eventi, sulla carta difficili se non ostici, come inaugurazioni ed eventi d’arte anche in località fuori mano (basti pensare al flusso di gente che si reca a Brescia le mostre di Santa Giulia, a Vicenza per le icone russe, a Trento al castello del Buonconsiglio e al Castel Thun per i vetri veneziani). L’altro sorprendente filone è quello degli appassionati dei festival. Ogni spunto è buono: p&œlig;sia, letteratura, teatro, danza, cinema, ma anche scienza, filosofia, persino economia, sono occasioni per mettersi in macchina o in treno per seguire i lavori o gli spettacoli e contemporaneamente per scoprire il territorio, assaggiare la cucina locale e godersi anche la natura.

Un appuntamento da non perdere quest’estate, (2-12 settembre), è il mitico festival di danza «Oriente-Occidente», nato giusto 30 anni fa sulle rive dell’Adige nel borgo di Rovereto. Per festeggiare l’anniversario il programma sarà particolarmente ricco grazie alla presenza dei migliori danzatori del mondo: Alwin Nikolais, Leonardo Cuello, Anne Teresa De Keersm&ælig;ker, Sankai Juku, Abou Lagraa e Germaine Acogny.

Dall’altro capo del P&ælig;se si prepara il Cous Cous Fest, con spettacoli e concerti e gare culinarie con grandi chef di otto P&ælig;si dell’area Euro Mediterranea (dalla Costa d’Avorio a Isr&ælig;le, dal Marocco al Senegal) . Il tutto si svolgerà tra il 21 e il 26 settembre nella cornice magnifica di San Vito Lo Capo, Sicilia occidentale, nel mezzo della Riserva dello Zingaro, parco tra Palermo e Trapani, dominato dalla rocca di Erice.

In mezzo l’Italia con tanti altri festival. Nelle piazzette e nei vicoli del bel borgo marinaro di Polignano a mare, Bari, dal 14 al 17 luglio, si terrà il festival del Libro Possibile con tavole rotonde e incontri e spetttacoli con scrittori e giornalisti, comici, musicisti, videomaker e cantanti.

A Firenze (Anfiteatro e Parco delle Cascine) si tiene fino al 10 luglio il «Festival au desert», Presenze d’Africa: tre giorni di musica, culture e tradizioni.
Grandi musicisti africani (da Mali, Senegal, Costa d’Avorio, Burkina) e tanti altri ospiti,dalle 18 fino a tarda notte, si produrranno in danze, ritmi, melodie itineranti.

Sempre a Firenze, ma sulla collina di Fiesole e fino alla fine di luglio resta attivo il festival di Fiesole con musicisti del calibro di Paolo Fresu e Ludovico Einaudi.

Ancora Jazz a Perugia, fino al 19 luglio, nel mitico «Umbria Jazz» nei teatri e gli oratori e le sale del capoluogo umbro ( da Cedar Walton, ai Mahattan Transfer, a Sonny Rolling a Herbie Hancock).

Teatro e danza invece fanno la parte del leone nel festival di Verona ( fino al 28 agosto) nell’antico teatro romano. In cartellone, Shakespeare e Goldoni, «La tempesta» e «Il Bugiardo».

Come naturale sarà Gioacchino Rossini, il protagonista del Rossini Opera Festival di Pesaro (9-29 agosto). Ma non ci sarà solo lui. In scena Il «Sigismondo», la «Cenerentola», lo «Stabat Mater»…

Chi sarà in Sicilia non trascuri tra le tante proposte in cartellone il teatro di Taormina dove (tra il 22 luglio e il 22 agosto) si avvicenderanno balletti e opere teatrali. Ospiti il Royal Ballet di Londra, il Bolshoi, la compagnia di tango di Astor Piazzolla, un omaggio a Chopin per i 200 anni della nascita con una maratona di Igo Pogorelich e di Morricone a Bernstein.

In contemporanea, come al solito purtoppo, due occasione da non perdere. Il festival del cinema di Venezia (1-11 Settembre) e la settima edizione del fenomenale festival della Mente di Sarzana diretto da Giulia Cogoli (3 4 e 5 settembre) . E la scelta non sarà per niente facile.

Ma i festival non finiscono qui né solo in Italia. Chi va all’estero tenga a mente che:
-tra il 13 agosto e il 3 settembre si tiene l’annuale appuntamento con il monumentale festival di Edinburgo.
-Claudio Abbado dirigerà il festival musicale di Lucerna in Svizzera (12 agosto-18 settembre).
-a Salisburgo, Austria, dal 25 luglio fino al 30 agosto c’è la FestSpiele, tappa obbligata per melomani. In programma l’«Orfeo e Euridice» di Gluck diretta da Muti e l’«Elektra» di Strauss diretta da Gatti. Mentre Peter Stein dirigerà Klaus Maria Brandauer in «Edipo a Colono».
-a Montreaux si potrà ascoltare il miglior jazz d’Europa(2-17 luglio)
-ad Avignone il meglio del teatro e della danza (7-27 luglio)

 

SILVESTRO SERRA Bello e fresco, il Trentino

Il Trentino unico: la Val di Non, più citata dalle parole crociate, dove si nasconde l’affascinante canyon Rio Sass, gorghi e cascate come nel Colorado; dove si adottano a distanza i meli che forniscono le uniche mele dop italiane; dove apicultori itineranti portano al pascolo gli sciami di api come i pastori le greggi, per ottenere il miele di un singolo fiore (corbezzolo, erica, girasole, rododendro, rosmarino…), e dove ora ora riapre restaurato al pubblico lo storico castel Thun degli omonimi principi vescovi artefici del Concilio di Trento: triplice corona di fortificazioni, 30 carrozze, armi, cucine, logge, studi, arredi e quadri originali: nel buono e cattivo gusto, i costumi e la vita quotidiana di una famiglia dal Medi&œlig;vo al ‘900. Da non perdere la stanza del vescovo tutta rivestita di cirmolo e abete intagliati.
 

SILVESTRO SERRA Dodici donne con cui non andare in vacanza

Da una rapida consultazione tra i miei più assidui compagni di viaggio, rigorosamente maschi, ecco il dodecalogo delle ragazze, simpatiche, divertenti e affascinanti ma del tutto inadatte alla riuscita di un viaggio, una vacanza, una gita in coppia.

1- La procace. Quella che approfitta di ogni occasione per mettere in mostra con aria da dominatrice le sue grazie anche in luoghi e aree del mondo dove è consigliabile mimetizzarsi e rendersi invisibili.

2- La claustrofobica: da evitare soprattutto in barca, in camper e nei viaggi in luoghi e con mezzi ristretti. Ci vorrebbero ettolitri di xanax che comunque ha fastidiosi effetti collaterali.

3- La patella. Si offende e te lo fa notare platealmente e rumorosamente se la lasci cinque minuti, se ti allontani per una foto e si fa prendere dal panico se si ritrova sola circondata da indigeni e si sente abbandonata a una banda di schiavisti.

4- La disadattata. Non si ritrova più se è appena fuori dal suo giro e dai suoi riti di aperitivi, happy hour, ristorantino e hotel de charme.

5- La isolazionista. Fuori dal suo ambiente diventa improvvisamente incapace di trovare qualcosa da fare, non entra in contatto con l’ambiente e la gente circostante ed entra invece nel panico da noia e, scarsa di fantasia, non sa impiegare bene il tempo di un’attesa, di un ritardo, di una sosta. E te lo fa pesare. O si attacca al telefonino che diventa il suo filo di Arianna (e la sua copertina di Linus).

6- La schifiltosa. Ogni pietanza nuova, piatto sconosciuto, sapore insolito, è un’occasione per farle rimpiangere fragorosamente il suo tofu bio e la pasta integrale con i germogli di soia.

7- La lumaca. Porta appresso tutti gli accessori, i complementi d’arredo, i cambi di abito per tutte le possibili occasioni, barattoli formato famiglia di creme, e trucchi.
Il tutto in numerose e ingombranti valigione che rallentano il cammino, creano file al cheek-in e costringono i cavalieri a trasformarsi malgrado loro in sudati facchini.

8- La muta. Non parla una lingua straniera ma anziché sforzarsi di consultare il frasario e provare a cavarsela, ti costringe a diventare un traduttore simultaneo. E insiste con petulanza e pignoleria nell’avviare complicate trattative di acquisto nei souk, mettendo a dura prova e a verifica impietosa la tua conoscenza della lingua. “Si fa portare” e pretende che tu le faccia continuamente da guida personale e premurosa per tutti i capricci del momento.

8- La programmista. Non si discosta mai dalla tabella di marcia che ha imparato a memoria non transige sulle variazioni e si infastidisce al minimo contrattempo anche piacevole ma non scheduled.

9- La farmacista. Ipocondriaca, imbottita di medicinali, farmaci, pillole e pastiglie contro tutti i mali del mondo, i rischi di infezione e di possibile contagio. Per lei l’amuchina è più familiare dell’acqua di rose.

10- La Fregoli. Si cambia di abito con la velocità del grande trasformista. Ogni occasione diventa motivo per sfoggiare il look giusto. E una merenda nella savana ha per lei lo stesso valore di un the a Buckingham Palace. E dal sacco Vuitton sbuca sempre un inconsulto tacco 12.

11- La precisetti. Si incista e si dilunga sulle sciocchezze; precisa, sottolinea, ribadisce, ribatte e conclude senza mai mediare, sfumare, lasciar correre. Un pericolo alla stessa continuazione del viaggio.

12- La pigra. Non rispetta gli orari, ritarda gli appuntamenti, fa perdere le coincidenze, dimentica il passaporto, il bagaglio, il biglietto. E ti fa aspettare. Sempre. Per principio. Per il semplice piacere di farsi desiderare.

«Forse è meglio fare le vacanze senza donne: troppo impegnative» concludono quasi all’unanimità gli amici consultati.

E voi che ne pensate?

 

SILVESTRO SERRA L’Elba, l’isola che non ti aspetti

È stata davvero una sorpresa piacevole. Ci è voluta meno di un’ora di comodo traghetto Moby, 30 minuti di curve e poi nove km di sterrato per ritrovarci dalla popolata costa maremmana di Piombino nel cuore selvaggio e silenzioso dell’isola d’Elba, in particolare nell’estremità sud orientale di Capoliveri. Abbiamo scoperto così la Costa dei Gabbiani che parte da sud dalla spiaggia del Remaiolo, gira intorno a capo Turco e a punta Galera, risale verso nord per Punta Bianca, Capo Calvo e finisce a Cala Nova con un ristorantino per cene al tramonto sulla spiaggia.
Sostengono in molti che l’isola di Napoleone sia da evitare nel pieno dell’estate, presa d’assalto com’è da turisti tedeschi e da villeggianti locali. Ma per ora la grande isola dell’arcipelago toscano ci è sembrata una meta ideale per un ricco e variegato weekend: bagni e immersioni in mare, natura da godersi a piedi, in bicicletta o in sella a 18 curati cavalli quarter horse e purosangue arabi, sui battuti sentieri, ottima cucina e la riscoperta di grandi vini dimenticati.
All’interno della Costa dei Gabbiani (all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano) si scopre la tenuta delle Ripalte, oltre 450 ettari di macchia, boschi e sentieri a mare. Si tratta di un’ex riserva di caccia di antiche famiglie nobili e frequentata anche dall’attuale re di Spagna, ora trasformata in resort, con una grande villa che fa da albergo e villette, appartamenti e cottage sparsi sotto i pini centenari, piccole vigne e panorami impressionanti sul mare e sull’isola di Capraia. Una azienda vinicola (Meletti Cavallari) permette di assaggiare, nella nuova cantina disegnata dall’architetto Tobia Scarpa, un ottimo aleatico, un rosso di Toscana e un bianco Vermentino, biologici.
Informazioni, immagini, prezzi e pacchetti speciali (bambini fino a sette anni gratis) per un weekend sorprendente, si trovano sul sito o telefonando al 0565 94211.

 

SILVESTRO SERRA – Dove vai in vacanza?

L’ora delle decisioni irrevocabili, dove andiamo in vacanza, si avvicina a grandi passi. Una recentissima ricerca della Doxa e della Bocconi per Europcar ci aiuta a capire dove vanno le famiglie italiane (con bambini), quali sono le direzioni e le mete preferite. Così ci facciamo un’idea dove andare o dove non andare per non essere in troppi.
La prima cosa che viene fuori dalla ricerca è che è aumentata la voglia di andare in vacanza e che quindi almeno nelle intenzioni siamo fuori dalla crisi dei viaggi dell’anno scorso. È il 56 per cento contro il 48 dell’anno precedente. Tre su quattro famiglie puntano sulle vacanze al mare. Solo il 10 per cento andrà all’estero (era il 21) L’80 per cento resterà in Italia. E qui vengono le sorprese: tra le regioni più amate, oltre alle prevedibili Sardegna e Sicilia, seguono subito dopo Trentino, Alto Adige, Toscana e Puglia mentre più indietro rimangono Emilia Romagna, Campania, Calabria e Marche. E si che anche qui ce ne sarebbero di cose da vedere.

E voi dove andrete? Ce lo raccontate?
 

Spoleto a basso costo con invito a teatro da Lina

Chi vuol venire a Spoleto è invitato a teatro da Lina. Dovete però SUBITO dare il vostro nome perché il teatro è piccolo e bisogna prenotare subito.

Il tranquilla.it fans club in trasferta a Spoleto con Lina e Valeria Magli oltre che godersi la Soiree Sotis (gentilmente sponsorizzata dalla Conad) che aprirà il festival di Spoleto il 19 giugno al teatro San Niccolò e gli spettacoli in un magnifico scenario teatrale, ne approfitti perché si trova in una delle più belle cittadine medievali umbre, non a caso scelta tanti anni fa da Giancarlo Menotti per ambientare il suo iper famoso Festival dei Due Mondi.
Tanto famoso che visti i tempi stretti è difficile trovare un alloggio un hotel e un b&b ancora libero.
La prima cosa da fare è chiamare lo 0743 238 920. L’efficiente servizio turistico in piazza della Libertà 7 vi potrà indicare le disponibilità.  
Tra gli alberghi consigliati provate al Clitunno, in piazza Sordini 6 (economico). tel.0743 223 340
Vicino ai resti romani, in via degli Eremiti c’è il Palazzo Leti (di buon gusto, prezzi medi), tel.0743 224 930
Sempre nel centro storico il Charleston, Piazza Collicola, 10. Tel. 0743 220052.
In centro città, in posizione panoramica, per giovani e studenti e famiglie, si trova il bellissimo Ostello Villa Redenta, nella via omonima, a prezzi ultraconvenienti., tel 0743 224936, mobile. 347 8924187. Infine c’è il mitico Gattapone, sotto la Rocca, chic con vista sulla valle e sul ponte. tel 0743 223 447
In caso fossero esauriti i posti in città bastano pochi km, nella vicina Valnerina c’è la Locanda di Cacio Re, via San Giovanni Battista a Casali, tel. 0743 617043.
Oppure la casa Vacanza Piantamori, l’antico palazzo Argentieri in piazza Pantano a Cerreto di Spoleto, trasformato in grazioso albergo e ristorante. tel. 0743 922 250
Ancora più vicino, a soli 8 km sulla collina boscosa e panoramica di Monteluco accanto all’eremo dei Benedettini si trova l’agriturismo Il Poggiolo, tel 0743 252112, mobile 338 8820007. Per mangiare, in città l’economica Osteria del Matto in vicolo del Mercato 3. Tel. 0743 225 506 oppure il ristorante Tric Trac in piazza Duomo 10 (prezzi medi) , tel 0743 44592 e infine Il tartufo, piazza Garibaldi 24, (chic) tel 0743 40236.


Da non perdere a Spoleto: il teatro romano; l’arco di Druso; la piazza del mercato (l’ex foro romano) con le bancarelle dal lunedì al sabato; la Rocca-fortezza, fino al 1982 usata come carcere, e lo spettacolare ponte delle Torri, medievale, a 10 archi, costruito su un acquedotto romano. In direzione di Montefalco e Spello, una breve fuga alle romantiche e p&œlig;tiche fonti del Clitunnio a campello. Da assaggiare, oltre ai salumi norcini e formaggi, il piatto doc locale: gli strangozzi con tartufo nero (meno pregiato del bianco ma molto saporito).
 

Se vi va di fare un week end insolito, per venire a teatro sabato sera o domenica pomeriggio scrivete qua sotto la vostra adesione in modo che Lina possa prenotare i biglietti. Non fate bidoni!

SILVESTRO SERRA L’ora della Grecia

Ci vuole uno spirito non cinico ma solidale per passare le vacanze in Grecia quest’estate. Dopo la grande crisi è conveniente puntare sulle Cicladi o Dodecanneso, scegliersi un’isoletta isolata e godersi il relax di un’estate low cost.
Tre suggerimenti doc per mete ad alto valore: 1) Fourni, minuscola, tra Ikaria e Samos, panorama sulla costa turca. Un p&ælig;setto sul porto e sotto centenari eucaliptus, calette solitarie con trattorie pied dans l’eau. 2) Folegandros, vicina alla rumorosa Santorini: la Capalbio delle Cicladi, case aperte, intellettuali e artisti ateniesi, piazzetta da presepe sotto gli alberi. 3) Patmos, l’isola dell’Apocalisse di San Giovanni, molto british e gay friendly, senza gli schiamazzi di Mikonos. Spiaggia di Meloi, antico monastero sulla kora, incontri internazionali a bassa voce, yacht del made in Italya alla fonda in rada.
 

Fuga da Roma… ma quant’è bella Ninfa

Stanchi della solito triangolo capalbiese: Ultima spiaggia -“striscia di Gaza”- happy hour al Frantoio? Scontate le dune e le piazze di Sabaudia e le mangiate da Saporetti? Ecco un itinerario alternativo: l’Agro Pontino: alle spalle della spiaggia quella vasta pianura tra Anzio e il parco-promontorio del Circeo, tagliata come da una spada dall’Appia e dalla “fettuccia ” di Terracina. Si può andare a zonzo, seguendo le tracce di «Canale Mussolini», il bel libro di Antonio Pennacchi ambientato nelle ex paludi trasformate nel Ventennio in una fertile piana con borghi contadini dai nomi legati alla Grande Guerra e alla regione dei nuovi abitanti, il Veneto: Borgo Sabotino, Borgo Isonzo, Borgo San Michele, Borgo Grappa. Poi conviene spingersi sulle colline, al castello di Sermoneta con tanto di ghetto ebraico e al vicino parco delle meraviglie, cioè l’oasi di Ninfa a Doganella.