Archivio dell'autore: Silvestro Serra

Praga magica

La capitale dell’Est Europa più amata dagli italiani, Praga, offre in autunno uno dei suoi migliori volti. Il clima è ancora accettabile per noi mediteranei,  la città è frizzante di eventi, locali, musei, piazze, concerti e tanti gli hotel e I b&b case in affitto (www.airbnb.com ) a prezzi  più che ragionevoli. Per non parlare dei voli che , se presi in tempo,  possono essere acquistati a tariffe convenienti ( es: EasyJet da Orio al Serio, da 18 euro)

Appunti di viaggio del direttore di Qui Touring: Berlino

Sarà perché già migliaia di giovani italiani ci si sono trasferiti e non perdono occasione per ricordarci quanto vi si viva bene, sarà che è la capitale europea dove il costo della vita è più basso, le case in affitto si trovino facilmente, sarà perché la qualità della vita sociale e culturale sia quanto mai vivace e cosmopolita, le piste ciclabili diffuse, il verde pubblico immenso, le mostre e i musei di prima qualità. Sarà per molti altri motivi ( non ultimo i tanti voli low cot che vi atterrano) ma certo è che Berlino, la città meno tedesca della Germania sta ritornando per la terza volta nel giro di un secolo il grande polo di attrazione per un superweeekend di inizio estate. Il quartiere più interessante Prenzlauerber, ex quartiere operaio dell’Est berlino, ora zona riqalificata architettonicamente e scelta da una variegata fauna internazionale che alterna il lavoro creativo a rilassanti pause in ex fabbriche di birra trasformate in locali o nei vecchi caffè all’aperto e nelle piazzette lontane dal flusso del traffico automobilistico punteggiate di ristoranti multietnici. «Qui se vuoi cela puoi fare», è il ritornello che ti ripetono tutti quelli che l’hanno scelta come base per una second life di qualità.

Appunti di viaggio del direttore di Qui Touing: borghi

I magnifici 191. Così noi del Touring chiamiamo quei borghi sparsi in tutte le regioni d’italia che si sono meritati la bandiera arancione. Un piccolo ideale segnale da innalzare sul pennone del comune riservato a quei piccoli p&ælig;si che hanno capito che dell’eccellenza ambientale bisognasse fare un punto di forza.
Il riconoscimento nel campo del turismo sostenibile è l’unico certificato dall’Organizzazione mondiale del turismo per la serietà con cui viene assegnato.
Ci vogliono oltre 250 rigorosi criteri di valutazione perché si superino tutte le prove e si raggiungano tutti gli standard qualitativi previsti. L’elenco dei borghi virtuosi su Touringclub.it

 

Appunti di viaggio del direttore di Qui Touring: laghi

Pochi ancora gli italiani che apprezzano il turismo lacustre che fu invece ila prima forma di turismo soprattutto per i tutisti del nord Europa a caccia di tranquillità a temperatura moderata lungo le rive del Garda, del lago di Como e del lago Maggiore. Ci voleva una star di Hollywood come george Clooney ( e i suoi numerosi amici) per rilanciare questo modo di fare vacanze e weekend sulle acque lombarde. Ma chi dovesse poi annoiarsi ha sempre la via di fuga in una delle valli che circondano i grandi specchi d’acqua. Una meta imperdibile ad esempio per chi villeggiasse dalle parti di Stresa è la val Grande. Bastano pochi chilometri e dal vicino laghetto di mergozzo ci si trova inmezzo a un canyon himalaiano. La strada si restringe a una sola corsia e percorre il bordo di ripidi canaloni, si infila in elementari tunnel scavati nella roccia e risale dentro il parco nazionale, che lungo la quale passava la linea cadorna. Le uniche forme di presenza umane sono trincee bunker, polveriere, casermette e camminamenti scavati durante la Prima Guerra Mondiale. Per il resto siamo in piena wilderness, regno incontrastato della natura e degli animali. Si può salire a piedi per sentirsi lontanissimi dalla civiltà. Per tovare infine nel piccolo borgo di Cicogla, 16 residenti, una campana instancabile e formaggi e salumi saporiti a farci finalmente compagnia.

Appunti di viaggio del direttore di Qui Touring: Vicenza

Weekend colto e saporito. La Bella addormentata del Veneto sembra essersi svegliata. Vicenza, la casa madre del Palladio, delle ville e delle residenze di campagna dei nobili veneziani lungo il fiume Brenta ma anche del prode Pigafetta, compagno di viaggio di Magellano, non sembra più accontentarsi del suo glorioso passato, e del suo noto artigianato di oro e gioielli,
Così quest’anno apre il suo mitico Teatro Olimpico cinquecentesco a una stagione di spettacoli classici (da Fedra a Medea al Caligola) ma firmati da grandi registi contemporanei, dal lituano Eimuntas Nekrosius alla siciliana Emma Dante.
Inoltre ha puntato sul grande aggregatore del pubblico dell’arte come Marco Goldin deciso a trasformare la città nella nuova meta del turismo culturale.
Nella basilica palladiana quest’autunno saranno in mostra un centinaio di capolavori che dal 400 arrivano al 900 . Opere che raccontanno la storia del ritratto. Il titolo? “Da Raff&ælig;llo a Picasso”, passando per Botticelli, e Mantegna, Tiziano, Rubens e Carvaggio, fino al Tiepolo e Goya, Van Gogh e Modigliani, Matisse e Bacon…
 

Appunti di viaggio del direttore di Qui Touring: Azerbaijan

Altra meta apparsa improvvisamente al nostro orizzonte di viaggiatori incalliti l’Azerbaijan. Uno di quei p&ælig;si che finiscono con l’inquietante desinenza “an” ma che riservano infinite bellezze naturali e tracce storiche insospettabili. Eppure nel passato ci sono passati tutti, trovandosi sulla via della seta e godendo di un clima e di una natura favorevole. Da Alessandro Magno ai Romani, dai Persiani ai Russi ai Persiani, ai Mongoli… Agli americani che qui scoprirono il petrolio già a metà ‘800!
Bakù, la capitale, uno sperone turrito infilato nel mare (lago) Caspio, oggi è una città fantasmagorica con 22 km di lungomare pedonabile con alberi provenienti da tutto il mondo, di palazzi di un creativo stile gotico veneziano e da futuribili edifici firmati da archistar come Zaha Hadid illuminati a giorno con led di tutte le tonalità degni di una Las Vegas caucasica. Il resto del p&ælig;se, gestito con guanto di velluto da una popolarissima e paternalistica e ubiqua coppia presidenziale, è un susseguirsi di rigogliose colline , p&ælig;si e borghi rimasti indietro nel tempo, un popolo in gran parte di religione islamica che 70 anni di occupazione sovietica hanno reso totalmente privo di fondamentlismi religiosi e di una cordialità trascinante nei confronti dei primi visitatori che si inerpicano tra gole spettacolari, siti archeologici, le prime stazioni sciistiche e panorami infiniti sul Caucaso.
 

Appunti di viaggio del direttore di Qui Touring: Mongolia

Quest’estate prima che sia troppo caldo potrebbe essere l’occasione per scoprire un p&ælig;se assolutamente strepitoso quanto ingnoto come la Mongolia. Ci sia arriva via Mosca ma poi una volta a Ulan Bator ci si trova in un altro mondo e in grande trasformazione.
Sarebbe opportuno visitare questa antica semplice civiltà nomade prima che le scoperte dei grandi giacimenti di minerali e gli appetiti di tycoon cinesi e americani ricoprano il p&ælig;se di nuovi agglomerati urbani, mega suv e capannoni industriali, e scompaiano le jurte, i cammelli, e il placido ospitale sorriso di un popolo che comunque ricorda nei tratti e negli occhi orgoglio e geni di un grande visionario, a capo del più vasto impero terrestre della storia umana come Gengis Khan.


 

New York a febbraio da SILVESTRO

Oltre a Manhattan, il quartiere da non mancare Brooklyn, terza città d’America dopo Chicago e la stessa New York. Base di artisti, teatranti, studenti e giovani famiglie, squattrinati e creativi, offre un’atmosfera meno stressante di Manhattan ma una vita culturale e una scelta di spettacoli altrettanto interessante, ma a prezzi più convenienti.
Una serata speciale è quella in battello intorno a Manhattan con tanto di orchestra dal vivo e il panorama dello skyline. Anche se in questo periodo il clima non facilita le soste sul ponte.
Immancabile una serata a Broadway per assistere a un musical. Qualche titolo in cartellone: Bonnie & Clyde, Private lives, Sister Act, Billy Elliott, Chicago, Mamma Mia, Il fantasma dell’opera, Evita e la Famiglia Addams.

Tra i più quotati posti per le migliori colazioni della città di quest’inverno, Untitled nel Whitney Museum, la Locanda Verde a Tribeca, il Maialino e Baltahazar a Soho e Peels sulla Bowery.
Per mangiare provare un diner, una delle più antiche istituzioni gastronomiche americane a buon mercato, aperti 24 ore su 24. Come il:
Diner 24 sulla 102 8th Ave e sulla 15th Street. Oppure il Jerry's Diner, al 101 di Prince Street; o ancora Big Daddy's Diner al 239 Park Ave o infine al Corner Shop Diner al 643 della Broadway.
Per mangiare newyorkese doc, da non perdere le bistecche più famose d’America: Peter Luger, sotto il ponte di Williamsburg (preesistente al ponte) aperta dal 1887 (al 178 Broadway)
La stazione centrale, Grand Central, sulla 42th street da dove il primo treno partì per Harlem nel 1831 è diventata punto di ritrovo per appuntamenti, un posto scenografico dove mangiare di tutto dalle ostriche (Oyster bar) alle bistecche (Mich&ælig;l Jordan) e gli hamburger (Shake Shake) dalla colazione (Magnolia Bakery) allo shopping in boutique o negli immancabili Apple store

Musei: oltre agli immancabili Guggenheim, Whitney, Metropolitan, Frick Collection, Neue Galerie, Moma e new Museum, c’è la più alta concentrazione di gallerie d’arte al mondo. Le più accreditate sono nella zona di Chelsea. Le più recenti nel Lower East Side, una volta zona degradata e quindi dai prezzi più abbordabili. Tra le più interessanti: Volta, Salon 94, Edward Tyler Nahem e ovviamente Gagosian, la londinese Lisson Gallery e Gladsone.

Mercatini delle pulci
A Brooklyn ce ne sono tre, a Fort Green, il sabato, a Williamsburg la domenica, e anche al Dekalb market. A Manhattan oltre al famoso Hell’s Kitchen Flea Market (ogni seconda domenica), ci sono l’Antique Garage e il West 25th Street Market a Chelsea. Nel Lower East Side, all’ombra del Seward Park c’è l’Hester Street Fair e sulla Columbus av. il Green Flea.

New entry: la High line, la vecchia linea della metro soprelevata trasformata in pista pedonale a 10 metri da terra nel Meatpacking district, affacciata sull’Hudson,

Altri posti imperdibili: il rinnovato Lincoln Centre nell’Upper West, e due parchi, l’Empire Fulton Ferry Park e il Brooklyn Bridge Park, oltre che l’ex famigerata Bowery ora complet
 

Fughe di fine anno, idee per iniziare il nuovo anno nel posto giusto e nel modo giusto

Venezia Chiusa la Biennale, sparite le navi da crociera, perché non godersi Venezia riscoprendo la laguna. Quella di Chioggia, popolare, autentica, frizzante. Animata dal grande mercato del pesce quando tornano i pescherecci e scaricano le reti; saporita nelle osterie senza turisti né scritte in giapponese (ma serviti da cameriere cinesi come nel recente piccolo gioiello cinematografico Io sono Li di Andrea Segre); ospitale nei lindi bed and breakfast affaciati su campi e campielli senza boutique globali ma con piccoli empori dove si vende di tutto; silenziosa nei tranquilli specchi d’acqua salmastra e segnati dalle file di bricole (i tre pali di legno) a indicare la strada d’acqua come le briciole di Pollicino. E per un posto romantico di sicura conquista, la Venissa, ostello di classe e autentica trattoria, sull’isola di Mazzorbo

Ponza segreta, L’isola ideale anche d’inverno. Il p&ælig;se non rovinato dalla speculazione, porto ottocentesco rimasto così dal tempo dei Borboni, niente grandi alberghi solo piccoli resort eleganti e discreti, niente turismo mordi e fuggi, accoglienza semplice, ponzesi, famosi marinai bruschi ma gentili, cucina di pesce ponzese-partenopea-puteolana saporita, arcipelago ricco di altre isole-gioielli naturali, da Zannone a Palmarola, storia millenaria, leggende e tracce romane, papaline e napoleoniche, la mattina bomboloni caldi e la sera locali con musica dal vivo di nuova generazione eco friendly: Il Cantiere, (cantiereponza@gmail.com ) dell’Associazione Velica Marineria Ponzese. A un passo dalla trafficata Roma e dalla martoriata costa laziale e campana

Londra
A pochi mesi dalle Olimpiadi la città è in grande spolvero. Meglio andarci ora. Prima del grande evento. Molti i nuovi alberghi che spuntano per l’occasione. Comeil Corinthia nella centrale Whitehall (ex quartier generale del ministero della Difesa durante la Guerra) con una spettacolare spa su quattro piani con piscina, hammam e cenro gym e tre alberghi storici completamente rifatti: ilSavoy con l’annesso glorioso ristorante Simpson on the Strand; il Brown ideale per il tea time; e il Four Seasons in Park Lane.

Parigi. Nuovi quartieri di tendenza 1) Batignolles. Tra il Park Monceau e l’Opera il 17° arrondissement, ex villaggio indipendente, piazza della chiesa, parchi, tranquillità ma anche numerosi negozi e ristoranti, bar ed empori di prodotti bio. Inglobato in Parigi alla fine dell’800, scelto come residenza dai pittori impressionisti tra cui Manet. Ora l’ultimo grido per le tribù urbane dei bo-bo, bohemien e borghesi e per italiani che aspirano ad acquistare una casa a Parigi (ci sono ancora prezzi accessibili). 2) Barbés: boulevard cosmopoliti, qui si incontra e si mescola tutto il mondo. Un laboratorio di pluralismo, nel 18° il primo quartiere cosmopolita di Parigi.
Da non perdere al Grand Palais, la ricca collezione di Matisse e Picasso di Leo e Gertrud Stein (rilanciati dall’ultimo film di Woody Allen Midnight in Paris)

Maastricht
Cuore olandese dell’Europa, all’incrocio geografico e culturale tra Olanda, Belgio, Francia e Germania e culla dell’Euro, 20 anni dopo il varo della contestata moneta. Gioiello medievale perfettamente conservato con coraggiose operazioni di restyling ( una chiesa gotica trasformata in un ristorante con i tavoli sospesi tra le guglie) e incursioni dell’arte e design contemporaneo. Circondata da una natura ben protetta e con un resort e una spa camuffata in mezzo ai boschi innevati.

Ritorno a Tunisi.
Quest’estate ci sono andati in pochi. Ma non ci sono più rischi di quelli che si incontrano in via Caracciolo a Napoli. E c’è la corsa di tanti italiani ad accaparrarsi le case e i riad nella medina di Tunisi, la più bella e ben conservata di tutto il nord Africa, a Biserta, Cartagine, Sidi Bou Said, La Marsa per vacanze d’inverno rilassate e tranquille, a un passo da un mare vicino, a un’ora di &ælig;reo low cost, sicuro, al caldo, o a mollo nelle terme ( il top:La Resindence) con una spesa abbordabile anche in tempo di crisi.

Oman.
Golfo e archeologia. Il p&ælig;se più giovane del golfo sulla scena del turismo internazionale punta sul mare, sulle grandi spiagge, ma anche sulla sua storia (e le leggende) e su una ricca rete di siti archeologici e un nuovo futuribile museo che racconta l’estesa antica rete commerciale e culturale tra India, Egitto e Mesopotamia. Sulla costa e nella capitale, Muscat, manca lo skyline di mega grattacieli che fanno brillare le notti di Dhabi e di Dubai. Qui a brillare luminose sono le stelle del cielo. E di giorno riposanti e invitanti spiagge sul mare, moschee e souk delle spezie, lanuova Opera House. I più temprati possono affrontare, il mitico Rub Al Khali, il deserto di dune più vasto del mondo o avventurarsi nelle oasi tra montagne fino a 3 mila metri, risalire gli wadi, i canyon verdi di palme, bagnati da torrenti cristallini.

Manhattan di nuovo sotto i riflettori
La città muta continuamente pelle, tendenze, abitudini, quartieri.
Oltre alla High line, la vecchia metro soprelevata trasformata in parco sospeso e in pista per pedoni a 10 metri da terra nel Meatpacking district, c’è ora la riscoperta del l’Lower East Side, la rinascita del nuovo Lincoln Centre nell’Upper West, l’Empire Fulton Ferry Park e il nuovo Brooklyn Bridge Park, il restyling della Bowery. Inoltre, Grand central la mitica stazione dei treni di New York sta per compiere cento anni (1913). Completamente restaurata è diventata una boutique e un tempio della ristorazione e del lusso di Manhattan. 3 Nuovi hotel di design per amanti dello stile
The Nolitan ( nell’omonima area a nord di Little Italy),, The standard (nel meatpacking district), Hotel Americano ( Chelsea W 27th).Tre ideali osservatori per alta assistere al rinascimento di Manhattan

Marrakech Ha riaperto in grande spolvero il più glamour e storico hotel dell'Africa del Nord. Dopo tre anni di restaouro ha riaperto in Marocco a Marrakech La Mamounia l’ex palazzo ( e giardino) reale, amato da Churchill e dal jet set tra le due Guerre, vanta ora ristoranti di alta gastronomia made in Francia e Italia (Don Alfonso Jaccarino come chef) e benessere grazie a una nuova spa davvero miracolosa.

 

Breve geografia del cioccolato / 3

Dopo Napoli, Modica, Torino, Roma, Pontedera e Milano, il nostro viaggio nella dolce geografia del cioccolato si fa internazionale.
 

Parigi
Al 19 di rue de Vaugirard, nel sesto e in rue de Rivoli accanto all’hotel Meurice (ma anche nel Louvre e a Versailles). Sono gli storici indirizzi di Angelina, dal 1903 la cioccolataia e cioccolateria più famosa di Parigi

Parigi/2
Debauve et Gallais al 30 Rue Saints Pères, nel 7, è da 200 anni il tempio dei m&ælig;stri farmacisti-cioccolatieri dell’ultimo re di Francia prima della Rivoluzione ma anche di Napoleone.

Londra
Artisan du chocolat, all’89 di Sloane street, a Chelsea (ma anche a Notting Hill e all’81 di Westbourne Grove a Bayswater). Qui la cioccolata si fa British ma non perde nulla nel cambio. E’ solo un po’ più cara.
 

Breve geografia del cioccolato / 2

Dopo la prima puntata a Napoli, Modica e Torino, continua il nostro tour nei luoghi del cioccolato.

Roma
Ora è anche ristorante ma Said, Antica fabbrica del cioccolato, al 135 di via Tiburtina,all’altezza del popolare e trendy quartiere di San Lorenzo dal 1923 è e rimane un vero laboratorio di pasticceria specializzato in cioccolata (tra i dessert, granita di cioccolato servita con tazza, piattino e cucchiaino anch'essi di cioccolato, o tagliata di frutta con fonduta di cioccolato)

Pontedera
La degustazione di cioccolatini, operazione che stimola ricordi, moltiplica emozioni, travolge sensi, è il clou di una visita alla Amedei, nota fabbrica toscana che si è assicurata molti oscar di qualità anche internazionali, per la sua cioccolata. Via san Gervaso, La Rotta, Pontedera, Pisa.

Milano
L'Antica Arte del Dolce di Ernst Knam di via Anfossi 10 a Milano è nel taccuino di tutti i milanesi più “sweet” ma anche di quelli “salty” perché in molti dei suoi cioccolatini il pasticcere svizzero, già nella brigata di Gualtiero Marchesi, mette anche il sale.
 

Breve geografia del cioccolato / 1

Fondente o al latte, mandorlato, alla nocciola, al gianduja o al peperoncino, al caffè, al liquore, al rhum, alle praline… Tante sono le combinazioni con cui la generosa cioccolata si unisce o si accompagna. Altrettante le famiglie di supporter e di fedeli molto meno disposti a tradire un pasticcino con un altro.
E così gli indirizzi, le classifiche, i consigli su quale sia il posto migliore, la più buona cioccolateria, in Italia e nel mondo si inseguono da qualche secolo, da quando nel 1528 il cacao arrivò in Europa dal Nuovo Mondo col nome atzeco di kakaw e da quando fu impiantata la prima fabbrica di cioccolata italiana a Firenze.
Ma di sicuro oggi nessuno mette in dubbio che nella hit parade delle migliori cioccolaterie ci siano:

Napoli
L'antica cioccolateria Gay Odin, via Vetriera 12 , ora anche a Milano (via san Giovanni sul muro) e a Roma (via Stoppani), nota fin dal 1922, produce cioccolato di tutti i tipi, con antiche ricette artigianali e con materie prime di qualità.

Modica
Antica dolceria Bonajuto, corso Umberto a Modica (Ragusa). La più antica fabbrica di cioccolato della Sicilia, risale al 1880. Specialità il Xocoatl, cioccolato al peperoncino, secondo l’antica ricetta atzeca.

Torino
Al Bicerin, piazza della Consolata, nel cuore di Torino, dal 1763 servono in un minuscolo locale rimasto intatto da 200 anni, un bicchierino paradisiaco di cioccolato, caffè e crema di latte.
 

Il più romantico e panoramico weekend d’Italia

Il più romantico e panoramico weekend d’Italia: il borgo medievale di Greppolischieto minuscola frazione turrita del comune umbro di Piegaro, alle spalle di Città della Pieve, su un cocuzzolo che si raggiunge dopo 8 km di curve tra boschi di quercia e lecci.
Ma ne vale la pena: il piccolo belvedere tra vicoli, mura e l’ovile dove tra gli agnelli spunta un geloso maialino, si affaccia su un orizzonte infinito che spazia dal lago Trasimeno al Monte Cetona, dalla val d’Orcia a Perugia.
Conviene arrivarci al tramonto per gustarsi uno spettacolare cielo che alterna il viola all’arancio al turchino, magari dopo una giornata a mollo nelle terme San Casciano o a Bagni Vignone o dopo un aperitivo sulla piazzetta di Monte Leone d’Orvieto.
Ma perché la giornata sia indimenticabile non bisogna perdere uno stop alla vicina Scarzuola (www.lascarzuola.com, tel . 0763.837463 ) nelle colline intorno a Monte Gabbione: un ex convento francescano del 1200, trasformato in una surreale città ideale, con mura, torri, statue, biblioteche di Babele, percorsi iniziatici, cupole, giardini e teatri all’aperto, firmata negli anni ‘50 dall’archistar del tempo, il milanese Tomaso Buzzi.

VIAGGI A RISPARMIO e TRADIMENTI

Ho appena letto che una silenziosa rivoluzione dei costumi si sta consumando lontano dai riflettori. Gli italiani non amano più l’automobile. Quella che è stata per 50 anni la compagna fedele e insostituibile, la complice di tutti i momenti più importanti, la compagna, la testimone silenziosa di mille imprese, sta diventando una odiosa moglie/marito ingombrante, costosa, scomoda, inquinante e insopportabile presenza. Si è rotto l’incantesimo. Secondo un recentissimo e autorevole sondaggio, quasi la metà degli automobilisti (il 43 per cento) sta pensando di rinunciare alla propria auto quando viaggia e il 47 per cento quando ne ha bisogno in città.
Come ogni fine di un amore ognuno cercherà di sostituire la vecchia passione in altro modo: affittandone una all’autonoleggio (rapporto occasionale non impegnativo) o sostituendola brutalmente con treni, moto, bici, o altri mezzi (tradimento doc). Insomma, la crisi economica tra i suoi diversi effetti sta provocando anche la rottura tra il maschio alfa e la sua inseparabile appendice amorosa a quattro ruote.
Ci mancherà? La rimpiangeremo? O dobbiamo accettare il taglio netto sperando in nuovi amori e passioni più adeguate ai tempi?
 

Ponza non è cambiata

Per chi è tanto che non ci mette piede, una piacevole sorpresa. Per chi è un habituée, una sperimentata conferma. L’isola di Ponza non è cambiata, il suo skyline non si è modificato, non appaiono all’orizzonte ecomostri e il porto è ancora quello costruito da Francesco Carpi e Antonio Winspeare agli inizi dell’800, con le calate e le casette multicolori (ma non casuali) zeppo di pescherecci, uno diverso dall’altro e pochi yachts (i marinai della domenica con i loro mega “ferri da stiro”non si fidano del vento Levante che a volte lo investe e e lo evitano per non dare soddisfazione e materiale all’ironia dei ponzesi).
Tutta l’isola è di proprietà dei locali e nessuno vende, tanto meno ai grandi costruttori che da tempo l’hanno messa nel mirino come ideale prateria da edificarre magari sul modello della vicina costa del Circeo.
E Ponza, anche in questa stagione è una meta ideale per un turismo non modaiolo né sguaiato, per un week end di mare, romantico o di meditazione eno- gastronomica.
Ogni momento ha il suo indirizzo giusto. Al mattino la colazione più allettante si fa da Gildo, su corso Umberto, bomboloni e cornette irresistibili, o alla Pasticceria Napoletana, sullproseguimento di via Nuova. Il pane si trova al forno di via Dante, dopo la galleria sul lungomare scavata nel tufo dai romani. Per l’aperitivo, sulla passeggiata c’è l’Orestia (spriz e pizzettine napoletane calde). Per la cena, affacciato sul porto, Orestorante, pesce fresco anche se con cucina troppo creativa. Per trovare il gelataio , sempre in passeggiata, basta vedere la fila. Da non mancare il cono al gusto “Scrocchiarone”.
Durante il giorno oltre alle note spiagge e calette (da Chiaia di Luna a Frontone, a Cala Inferno), una gita imperdibile è quella a Palmarola, forse l’isola più affascinante. Una sola villa (tra palme fuori misura rispetto alle originali palme nane che si trovano solo qui) sulla baia del porto. Un guardiano dell’isola, Leone, e un solo ristorante: O’ Francese, che resiste impavido alle tentazioni di chi vorrebbe comprarlo per chiuderlo e restare unico proprietario dell’isola: tavoli all’aperto, tramonto technicolor, e una cucina semplice e saporita, pasta, pesci, di origine di Pozzuoli, che si sposa bene con la splendida baia dalla sabbia ondulata, lo sperone di roccia in cima al quale finì i suoi giorni san Silverio, papa e patrono dell’arcipelago, e le grandi pareti di roccia a canne d’organo della “cattedrale”.
E se a Ponza volete fare un’indimenticabile crociera in barca a vela con un marinaio vero, giovane quanto bravo, lupo di mare appassionato di Ponza e rispettoso del suo ambiente, chiedete in porto di Silverio Scotti (nome fin troppo comune) ma lui lo conoscono tutti . La sera lo trovate al Cantiere, (cantiereponza@gmail.com ) dell’Associazione Velica Marineria Ponzese, locale con musica dal vivo, officina di mostre, incontri, performance ed installazioni, in uno spazio realizzato con materiali riciclati) o meglio della barca Il Grande Zot, una Sciarrelli d’acciaio di 11 metri color vinaccia, con una bella storia alle spalle, completamente rimessa a nuovo da Silverio con allegra passione.

 

Un’altra Venezia

Mentre tutti si affollano sulla terrazza dell’Excelsior e ammirano l’intatta capigliatura di Al Pacino miracolosamente più folta di quella di Marzullo, sul red carpet del festival del cinema al Lido, è il momento ideale per tagliare la corda e con il vaporino tornare al tramonto a Venezia, fermata Giardini. Oltre la massa del mega panfilo Tatoosh di Paul Allen ormeggiato sulla Riva dei Sette Martiri e dietro il m&ælig;stoso via vai delle ipertrofiche navi da crociera che lasciano la laguna, si ritrova pace e silenzio nei viali dei giardini risorgimentali di una zona della città placida e silenziosa. E si scopre che quella vecchia grande serra ottocentesca di vetro e ferro battuto abbandonata, da un paio di mesi è stata completamente restaurata ed è diventato La Serra Dei Giardini, un laboratorio per la cultura del verde. Illuminata, al tramonto, è un irresistibile richiamo: c’è un caffè bio aperto dalla mattina fino a sera che offre, all’interno e nel giardino, bomboloni a colazione, robusti brunch e aperitivi serali con ottimi vini (organici, senza uso di solfiti). La serra continua la vendita di fiori e piante, è un centro botanico con corsi per bambini e famiglie e organizza mostre, esposizioni e feste private.
A pochi metri, nella via Garibaldi, un canale interrato alla fine dell’800, l’arteria principale del Sestiere del Castello, proprio accanto alle Corderie, ci si ritrova in una Venezia ancora popolare, con calli strettissime, bottegucce zeppe di merci come ai tempi di Giovanni e Sebastiano Caboto (che da qui partirono per scoprire Terranova e Paraguay), forni del pane e i locali di una volta (Hostaria all’Ombra, al Garanghelo, Al Nuovo Galeon) ancora lontani dai riti e dalla fretta globalizata di San Marco.
Al massimo qualche moderna incursione artistica come la Fondazione d’arte Gervasutti sul fondaco de San Gioachin, e una salumeria trasformata in un Art Space dove giovani artisti del gruppo palermitano Nostra Signora allestiscono di notte una mostra (aperta fino al 9 ottobre al n°1769 di via Garibaldi): Meat-ing Art dai contenuti espliciti e provocatorii.

Per chi va a Venezia (in una delle migliori stagioni come l’autunno) è sempre un problema riuscire a mangiare decentemente e senza rovinarsi il portafogli: ecco alcuni dei posti testati e garantiti , con ottimi cibi e prezzi convenienti.

A Cannaregio:

Alla vedova
Ai 40ladroni
All’Anice
Gam Gam
Marisa
Alla Corte del remer (campo san Bartolomeo)

A Dorsoduro

Da Sandro (calle lunga de San barnaba)
Al Botegon (a San Trovaso)

Al Castello

La corte Sconta

Alla Giudecca:

Figli delle stelle
Altanella
Da crea
Ai Do Mori

A San Marco:

Ai Do Forni

Bar e caffè

A Cannaregio

alle Fondamenta della Misericordia
o in Campo Santa Margherita

a La Fenice:

Il Bar centrale
e l’Antico Martini

In campo San Luca:
Al Muro

La mente a Sarzana

Il Festival della Mente di Sarzana,  primo festival europeo dedicato alla creatività,  progettato e diretto da Giulia Cogoli, giunge tra il 2 e il 4 settembre  al numero 8.  In Asia è il numero fortunato come può confermare  Gian Carlo Calza, storico dell’arte dell’Asia e tra i protagonisti del Festival .

E che sarà un wekend fortunato per gli oltre 40 mila appassionati e habituée  lo si vede  dagli 82 appuntamenti  in programma. In cartellone tra piazza Matteotti , Fortezza Firmafede e Teatro degli Impavidi : scienziati (Edoardo Boncinelli), storici (Alessandro Barbero), filosofi (Franca D’Agostini, Luce Irigaray, Salvatore Veca),  demografi (Gianpiero Dalla Zuanna),  scrittori (Almudena Grandes, Alberto Manguel),  designer (Enzo Mari,), matematici  (Ennio Peres), sociologi (Chiara Saraceno,  Zygmunt Bauman),  artisti (Giuseppe Penone)…

Tra gli spettacoli, “Italy”,  p&œlig;sia e musica sull’Italia delle migrazioni di Giuseppe Battiston e Gianmaria Testa, l’anteprima di “Diderot, Rameau e altri paradossi,” di Silvio Orlando, il recital di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni sull’amicizia tra Attilio Bertolucci e Pier Paolo Pasolini e lo spettacolo-concerto con e di Pippo Delbono.

Giulia Cogoli

Il Festival veste Giulia. Abbronzata e tonica, sbarcata dopo una rilassante navigazione nei mari di Corsica e Sardegna, Giulia Cogoli, veronese, si appresta a risalire sul podio del più sorprendente (ed economicamente attivo) evento culturale dell’estate italiana: il Festival della Mente di Sarzana. E’ lei l’anima elegante e infaticabile della prima manifestazione dedicata alla creatività. Pugno di ferro e guanto di pashmina, sorriso dolce e tempra d’acciaio, Giulia interpreta con agilità e acume il ruolo di nuovo modello di donna al potere. Protagonista di un’avventura che nella cittadina della Lunigiana coinvolge scrittori, filosofi e scienziati, economisti e storici, attori e registi, musicisti e artisti, editori e giornalisti, Da tre anni è partita inoltre una nuova sfida di lady Giulia: “Dialoghi sull’uomo, primo festival di antropologia contemporanea" di Pistoia.