Archivio dell'autore: Sandra Artom

Cristo Zen, di Raul Montanari

Un m&ælig;stro del noir come Raul Montanari da vent’anni era affascinato da un’idea, quella di accostare l’insegnamento del Vangelo a quello tramandato dai m&ælig;stri Zen. Lunghi studi e molte ricerche giacevano nel cassetto, finché un giovane editore non l’ha spronato a raccogliere in un libro le sue riflessioni e a raccontarle da scrittore, che peraltro si dichiara ateo, anche se la parola giustamente non gli piace (letteralmente “senza Dio” non si confà a chi dimostra di avere tanto interesse per la spiritualità). Il risultato è un piccolo libro affascinante e denso di cultura, “Cristo zen” edito dalla neonata casa editrice Indiana. Il libro insegna molte cose, soprattutto ci fa conoscere in maniera chiara (come certamente non fanno gli addetti ai lavori) la storia millenaria del Buddismo nelle sue varie accezioni, da quello del suo fondatore Siddharta, fino alle varie scuole che si crearono in seguito: al Ch’an cinese e al Buddismo Zen.
Dopo le riflessioni introduttive, Montanari mette a confronto alcuni celebri passi del Vangelo con alcuni testi tramandati dai m&ælig;stri Zen e ne escono incredibili analogie e alcune diversità, ma non c’è dubbio che il Cristianesimo originario, spesso dimenticato o travisato dalla Chiesa Cattolica, non è così lontano dall’insegnamento dei m&ælig;stri buddisti, tanto che a metà del Cinquecento, quando i Portoghesi cattolici cominciarono a predicare il Vangelo ai Giapponesi, questi in un primo tempo pensarono che il Cristo di cui i missionari parlavano, fosse un m&ælig;stro buddista, da loro conosciuto sotto il nome di Kannon. Una cosa sicuramente divide i m&ælig;stri Zen da Cristo, dice Montanari: “mentre i m&ælig;stri buddhisti creano paradossi e si muovono in situazioni relazionali che spesso sconfinano apertamente nel comico, nell’umorismo, nella risata… La persona e il messaggio di Gesù sono sì salvifici , ma anche essenzialmente tragici.Il figlio di Dio non ride. E, a pensarci bene, è inimmaginabile che Dio stesso rida”:
 

Sandra Artom, Il linguaggio degli indignati

Cara Lina, sono rimasta particolarmente colpita dalla creatività e soprattutto dal linguaggio usato dai ragazzi del movimento degli indignati, che si sono sentiti intervenire in questi giorni nei molti programmi televisivi a loro dedicati. Questi ragazzi si esprimono in un perfetto italiano, fluente, non intervallato dai numerosi e fastidiosi “cioè” giovanilistici, e i loro concetti sono espressi in maniera incisiva, attraverso il linguaggio di una cultura ben digerita. Al confronto quanto appare rozzo, sgrammaticato, semplicistico e incolto il linguaggio dei nostri politici! C’è da vergognarsi a essere rappresentati in Parlamento da personaggi che pubblicamente, nei talk show televisivi, si lasciano andare a invettive sgrammaticate (per non parlare delle oscenità e delle volgarità registrate dalle intercettazioni). Questi ragazzi sognano un mondo migliore, fanno proposte sensate, provano a inventarsi un nuovo modello di sviluppo volto al bene comune, usano la rete per costruire un nuovo tipo di democrazia che tenga veramente conto delle esigenze di tutta la popolazione (mentre i nostri politici si riempiono la bocca con la parola “popolo”a loro uso e consumo). La loro “narrazione”, come direbbe Niki Vendola (che è sempre affascinante ma talvolta oscuro) , è espressa con un linguaggio chiaro, articolato e colto che vorremmo sentire da coloro che ci governano, ma anche da alcuni rappresentanti dell’opposizione.
Sempre a proposito di linguaggio, questi ragazzi ne hanno inventato anche uno corporeo. Per esempio, l’altra sera da Gad Lerner al “L’Infedele” si sono visti scuotere le mani come ali di farfalla per esprimere il loro assenso, invece di un rumoroso applauso, che, come hanno spiegato può disturbare e interrompere chi sta parlando.
 

L’energia del vuoto di Bruno Arpaia (Guanda)

Viviamo tempi bui. Tempi in cui un ministro (purtroppo una ministra) della Pubblica Istruzione e della Ricerca, nel suo blog, si vanta di aver contribuito a costruire un tunnel, che ha potuto far passare agevolmente i neutrini dal Cern di Ginevra all’Istituto di Fisica Nucleare del Gran Sasso. Per non incorrere in simili marchiani errori (ma nessuno di noi, credo, potrebbe uguagliare la ministra) è bene leggere il libro di Bruno Arpaia “L’energia del vuoto” edito da Guanda, che istruisce sulle ricerche più avanzate portate avanti dalla Fisica Nucleare e nello stesso tempo appassiona il lettore con un thriller ben riuscito. Una ricercatrice del Cern scompare, il marito e il figlio fuggono perché si sentono minacciati, una giornalista spagnola giunta al Cern per un’inchiesta s’immerge nel mondo misterioso delle ultime conquiste della Fisica Nucleare e si accorge che anche fra gli scienziati si annidano segreti, sospetti e intrighi. Il racconto è coinvolgente ed estremamente attuale perché, al di là della risoluzione del giallo, offre al lettore strumenti per avvicinarsi a un mondo affascinante che da un giorno all’altro può capovolgere quella che noi banalmente consideriamo realtà.

Nel paese delle donne

Piacerà soprattutto alle donne (ma anche a uomini poco maschilisti o comunque curiosi) questo romanzo della scrittrice e p&œlig;tessa nicaraguense Gioconda Belli, che è stata anche un’attivista del fronte Sandinista contro la dittatura di Somoza. Nel p&ælig;se delle donne si realizza, con molta allegria, anche se con molte difficoltà, l’utopia femminista: le donne prendono il potere e promettono al popolo del piccolo p&ælig;se sudamericano che la Belli chiama Faguas, nient’altro che la felicità. In aiuto del gruppo di agguerrite fondatrici del Partito della Izquierda Erotica (partito della sinistra erotica) il PIE, viene l’eruzione del vulcano Mitre che riduce, anche se solo temporaneamente, il testosterone negli uomini che perdono così la loro aggressività. Mentre i maschi cadono in una sorta di torpore, la giornalista televisiva di successo Viviana Sansòn e le sue fedeli amiche creano il PIE (letteralmente piede) -infatti ha come simbolo un leggiadro piede femminile con le unghie laccate di rosso- e a passi veloci prendono il potere scacciando gli uomini e mandandoli a casa a prendere il posto delle donne. Un attentato alla bella presidentessa sembra mettere la parola fine all’impresa, ma il Piede procederà, un passo alla volta, alla ricerca dell’armonia e della felicità. Buon divertimento.

 

Oscar Wilde, Il fantasma di Canterville e altri racconti

Ho appena riletto dopo tanti anni (ero una ragazzina) “Il fantasma di Canterville e altri racconti “ di Oscar Wilde, uscito nella Biblioteca di Repubblica, venduto il sabato insieme a D. Mi sono divertita come allora quando “Il fantasma di Canterville” aveva ispirato a me e a mia sorella un’esilarante pièce teatrale con le marionette di casa. Un divertimento più consapevole oggi dello stile impareggiabile di Wilde e dell’umorismo raffinato e graffiante, che forse allora non coglievo. Mentre leggevo, oltre al Fantasma, “Il crimine di Lord Arthur Savile” di cui ricordavo vagamente una versione cinematografica in bianco e nero e “Il compleanno dell’infanta”, pensavo a come questi racconti piaceranno alle mie due nipotine e mi pregustavo il regalo al ritorno delle vacanze. Sono un vero gioiello tutti e tre e quindi consiglio vivamente di leggerli, rileggerli e regalarli a figli e nipoti (dai 9 anni in su). Sicuramente si possono trovare in versione economica e tascabile nelle librerie ben fornite, oppure credo si possano facilmente richiedere a Repubblica.
 

In vacanza con Nabokov

E’ un libro che si può gustare sdraiati su un prato in montagna o accarezzati dalla magica brezza che si alza talvolta dal mare, mentre sotto un ombrellone ci si concede una prolungata lettura sulla riva del mare. “Parla, ricordo” del grande Vladimir Nabokov (edito da Adelphi) è un libro incantevole, tradotto con cura e perizia da Anna Raffetto, che vi porterà a rivivere gli anni felici della fanciullezza e della giovinezza dell’autore nella Russia prerivoluzionaria, fra ville di campagna innevate e luci artiche di quella che oggi è tornata a chiamarsi San Pietroburgo. Viaggerete con il giovane Vladimir sui favolosi e fastosi treni che collegavano la Russia alla Francia, a Parigi, ma anche al Sud, verso la mitica meta balneare dell’epoca, Biarritz. Un’autobiografia raccontata con la magia dell’entomologo, quale fu per tutta la vita l’autore di “Lolita”, che non si separava mai dal suo retino di appassionato cacciatore di farfalle rare. Una prosa finemente cesellata, alla quale non sfugge nessun particolare, in un racconto che si srotola sul filo della memoria, da cui riemergono vividi i ritratti di parenti, di una sequela di governanti e istitutori, di fanciulli, di cani, di interni di case, ovattati e eleganti, di passeggiate, al riparo di una calda pelliccia, su slitte trainate da cavalli e di meravigliosi p&ælig;saggi. Il racconto prosegue rievocando gli anni dell’esilio fino all’apparizione “dello splendido” fumaiolo della nave che avrebbe condotto Nabokov verso l’America nel 1940.

Antonia Byatt, Il libro dei bambini

Antonia Byatt (l’autrice di “Possessione”, il più celebre della sua vasta produzione letteraria ) ne “Il libro dei bambini”, pubblicato come sempre da Einaudi, supera se stessa perché in un romanzo di quasi 700 pagine offre al lettore un avvincente viaggio nell’Europa fine Ottocento fino alla prima guerra mondiale, attraverso le vicende di alcune famiglie inglesi (con diramazioni in Germania), percorrendo tutti i movimenti politici, sociali, artistici e filosofici che hanno animato quegli anni. La coppia molto aperta di Olive, un’affascinante scrittrice di libri per l’infanzia, e di suo marito Humphry, dei numerosi figli e delle altre famiglie che s’intrecciano nel racconto, come quella del geniale vasaio Benedict Fludd con le sue stralunate donne, il burattinaio tedesco che indaga, insieme ai suoi figli, l’inquieto universo romantico, e molti altri, si trovano immersi in un mondo stregato dalle nuove utopie e alla ricerca di una società liberata dalle ferree leggi del patriarcato: la Società Fabiana, gli anarchici russi, le prime istanze femministe, la rivolta delle suffragette. Fanno la loro comparsa anche gli scrittori famosi dell’epoca, come Oscar Wilde, Rudyard Kipling, Matthew Barrie (l’autore di Peter Pan), William Morris, Bernard Shaw e H.G Wells, in una girandola di avvenimenti pubblici e privati fino alla catastrofe della prima guerra mondiale, che cancella tanti idealismi e anche la vita di molti di loro. Una lettura da non perdere, adatta ai tempi lunghi dell’estate.

Taoisti d’Occidente

Il Taoismo è uno dei sistemi filosofici più antichi del mondo, nasce addirittura nella Cina del neolitico, anche se i testi che l’hanno fatto conoscere sono di due pensatori più o meno contemporanei di Aristotele e Platone; Lao zi e Zhuang zi. Il Tao è letteralmente la via della natura, una natura che tutto comprende e che non ha niente al di sopra o al di fuori di essa, quindi una via che si oppone a qualsiasi forma di potere prestabilito e per questo è ritenuta altamente sovversiva. Francesco Casaretti, che al pensiero taoista, vissuto come indicazione concreta di vita in armonia con la natura, ha dedicato numerosi saggi, con “Taoisti d’Occidente” pubblicato negli Oscar Mondadori, porta nella nostra cultura quell’antica via della natura, trovando, in un’appassionata e avvincente cavalcata nei secoli, una serie di personaggi : filosofi, scrittori, artisti e scienziati, che hanno espresso idee inconsapevolmente assai vicine al taoismo. Si tratta di figure conosciute come Aristofane, Leonardo da Vinci, Spinoza, Rabelais, Oscar Wilde, lo scienziato Nihels Bohor e tutti i Surrealisti; altre, invece, sono note solo a pochi come il filosofo Charles Fourier o come Cyrano de Bergerac, che tutti conoscono attraverso l’opera teatrale di Rostand ma non come autore di libri profetici. I taoisti davano grande importanza al femminile, lo yin che si contrappone ma integra lo yang maschile formando un tutt’uno, e infatti fra i taoisti occidentali ci sono molte donne, tra le più famose sono senz’altro Virginia Woolf e Hanna Arendt, ma la sorpresa viene dalle meno note: la grande scienziata Madame du Chatelet (conosciuta solo per il suo legame con Voltaire) e Aleksandra Kollontaj, rivoluzionaria russa della prima ora, finita in una sorta di aut&œlig;silio come ambasciatrice in Svezia. Un saggio, quello di Francesco Casaretti, che si legge come un racconto appassionante e divertente.

La scoperta del mondo

La scoperta del mondo di Luciana Castellina, edito da Nottetempo, è la cronaca della formazione di una ragazza della Roma borghese, una pariolina, nata sul finire degli Anni Venti, che apre gli occhi su ciò che la circonda e scopre l’impegno politico. Il libro è basato su un diario tenuto dal 1943 al ’47 e su alcune lettere ritrovate, commentate dalla Castellina sul filo della memoria, mantenendo la freschezza di un racconto sincero, pieno di leggerezza e d’ironia.
Luciana è una ragazza quattordicenne, quando durante un’estate a Riccione gioca a tennis con la sua compagna di scuola Alessandra Mussolini e la partita è interrotta dalla notizia dell’arresto del duce che segna la fine del fascismo. L’impegno politico nasce poco a poco insieme ai primi viaggi internazionali, a Parigi, a Praga con l’organizzazione studentesca e anche nella Jugoslavia di Tito, dove insieme a studenti di tutto il mondo, va a costruire una ferrovia.”La scoperta del mondo”è un racconto appassionato e divertente, affollato di personaggi familiari e politici, d’intellettuali e di artisti, visti con l’occhio curioso di una ragazza, commentati dalla sempre giovane ottuagenaria di oggi. A Roma La Castellina è stata festeggiata da tanti amici famosi sulla bella terrazza romana della Fondazione Olivetti.
 

Nel mare ci sono i coccodrilli

Il libro di Fabio Geda Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari, edito da B.C Dalai editore, andrebbe letto nelle scuole e vivamente consigliato a molti esponenti della Lega, perché racconta in modo magistrale, senza sottolineare gli aspetti drammatici, ma appunto per questo in maniera assai incisiva e a tratti anche p&œlig;tica, la storia, ovvero l’odissea, di un ragazzino afghano. Dal piccolo villaggio a Sud di Kabul fino a Torino, attraverso Iran, Turchia e Grecia, la fuga di Enaiatollah è densa di pericoli, esperienze, lavori massacranti, ma anche di incontri fortunati. Quando racconta la sua storia Enaiatollah ha ventun’anni e Fabio Geda, che si occupa di disagio minorile, riesce a mantenere intatta la freschezza della narrazione orale. Il libro concorre al premio Strega.

Sandra Artom: La mano invisibile della politica

Chi ha davvero il potere oggi nel mondo globalizzato? si chiede il filosofo della politica Massimo Terni, nel bel saggio La mano invisibile della politica. Pace e guerra tra Stato e mercato, edito dalla Garzanti. La creazione di organismi sovranazionali sempre più potenti e le spinte al decentramento hanno ridotto il potere degli antichi Stati, che hanno sempre meno influenza rispetto all’economia e alla finanza. Tuttavia, non possiamo fare a meno della politica, perché non possiamo affidarci ciecamente al pensiero unico neoliberista. Siamo innanzitutto cittadini e non semplici consumatori di un “prodotto politico”. Come cittadini vogliamo vivere in una società che rispetti l’etica e la giustizia. Ci deve essere – dice Terni – uno spazio del “politico” che tiene insieme gli esseri umani perseguendo e rispettando questi principi. Il saggio si chiude con un’amara considerazione sul potere della mafia, che è parte integrante di una comunità che la sostiene e di fronte alla quale lo Stato moderno appare impotente.