Archivio dell'autore: Sabrina

Ieri, oggi e… domani?

 

bastela

Ciao, sono una ragazza come tante, che ho tentato di migliorare la sua vita emigrando in un paese dove ha cercato la libertà, il futuro che ogni donna desidera, una vita che desse la possibilità di vivere felice: studi, lavoro, amore, famiglia. Ma tutto questo, da un momento all’altro, ha cominciato a svanire piano piano, piano piano, senza pietà.

Amare è una grande emozione: è come andare in un posto che sembra il paradiso, ma può anche essere l’inferno, non so come definire tutto questo, può diventare scuro, la strada non si trova e così comincia smarrirsi lentamente, o c’è salvezza o una strada chiusa …

Ora mi trovo a parlare di me: una condanna così pesante che mi fa stare male. Ogni volta che ci penso mi chiedo cosa mi stia succedendo, come faccio ad aprire i miei occhi al mattino e trovare una verità mai capita e nemmeno immaginata.

Chiedo, urlo dalla follia, ma intorno ho solo mura, mura, mura pesanti, forte freddo

Le persone che vengono da fuori ti portano un sorriso, te lo regalano e così cerco di ricaricarmi. Penso che queste persone sono libere, ma lasciano la libertà e vengono qui a stare tra queste mura e vedere queste facce; ti sorridono, ti appoggiano una mano sulla spalla e alleggeriscono quel peso che ti distrugge. Ma, la salvezza c’è.

Il mio paese è così bello con le sue tradizioni che io amo, ma tu, le conosci? Amo quella terra rossa, che mi riporta all’atmosfera della mia infanzia, quando ero piccola e ancora non avevo pensieri. La testa viaggiava con la fantasia per il desiderio di realizzarmi in un domani, e non vedevo l’ora che arrivasse quel domani: la nonna che prepara il mio dolce preferito, la bastela, solo a pensarci mi fa venire una voglia che tu puoi solo immaginare…Ora posso solo salutarvi da San Milano.

Quando sento… musica!

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Quella che me piace ….torno nel paese,

vedo quei paesaggi fantastici,

colorati ma possono essere anche solo in bianco e nero,

vedo degli occhi,

sento delle urla,

vedo dolore.

Cerco di viaggiare in quegli sguardi e riesco a vedere anime,

tocco quelle mani,

sento un calore e ti fa sentire…sensazioni diverse,

o sento un freddo agghiacciante,

le accarezzo e comincio a leggere quella mente,

per capire ? o non per capire !!!

 

Il mio Ramadan

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Oggi è la festa dell’īd al- fotor dopo mesi di digiuno e di sacrificio dedicato alle preghiere e a fermare il tempo, ritornare al passato, soffrire di fame, di sete e capire il bisogno di voler mangiare e non potere per una scelta? o per un obbligo? Ognuno di noi ha la sua opinione, ma il risultato è rispettare il ramadan, per me che sono araba è un mese sacro in cui le porte del cielo sono aperte, le famiglie si uniscono, festeggiano …

Ma per me, passarlo in questo posto, vi lascio solo immaginare … comunque è arrivato questo giorno, dopo una lunga attesa. L’organizzazione di questo giorno si è svolta in questa maniera: Sabrina e Dana, Sabrina viene dal Marocco, Dana dalla Polonia, giorno dopo giorno si sta creando fra noi una bella amicizia, pranziamo insieme, pollo con le olive alla marocchina o pollo con le pere alla polacca, ma la curiosità vince quasi sempre, aggiudicato il pollo con le pere, Dana è pronta a cucinare il pollo e io sono andata ad avvisare la Cri per l’organizzazione del pranzo improvvisato; Cristina è una donna italiana e ha cominciato a lavorare nella sartoria Alice di San Vittore, ha la faccia della mammina, anche se la mamma è sempre la mamma e nulla la può sostituire o darci l’affetto che solo lei ci può dare con una carezza o uno sguardo.

Siamo a tavola e ci mettiamo tutte e tre a mangiare il pollo alle pere e io, per un attimo, chiudo gli occhi, sorrido, pensando come è strana la vita: io vengo dal Marocco, Dana dalla Polonia, Cristina da Napoli, mangiamo e trascorriamo insieme questa giornata che avrei desiderato tanto trascorrere con i miei famigliari .

Ma tutto sommato stare qui ti permette di conoscere altri lati positivi, Dana che è difficile vederla dietro i fornelli, ha cucinato per me con tanto amore, ha servito il suo piatto ridendo, e questo mi ha fatto molto piacere.

Io vi racconto del mio pranzo, della festa della mia religione, e forse vi faccio pensare che anche voi avreste potuto stare qui insieme a noi, non ve lo auguro  davvero, ma noi, come vi ho raccontato, riusciamo a ricavare il meglio dalla nostra situazione e voi?

Ciao, sto male

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Ciao, sto male

stare male, stare bene … un punto di vista

ma stare male lo capisce solo chi sta male come te

il cielo è azzurro, il sole è giallo, il fuoco è rosso, la natura è verde.

La luna? La luna è bella! È bella, ma da lontano

e da vicino, com’è?

È brutta pero è natura

ma il buio che colore ha? come è fatto? è scuro?

Sì quello scuro che fa accecare se rimani a lungo.

Perché rimanere a lungo dove non ti piace stare,

e dove sta il sole, tu lo vedi?

Perché mi fai questa domanda?

Sai se con il sole si sta bene!

 

Couscous

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Ciao, sono Sabrina,

vengo dal Marocco è un paese incantevole, con le sue tradizione e le sue Città famose in tutto il mondo: Casablanca, Marrakech, che noi chiamiamo Almadina Alhamraà (la città rossa), Agadir, Fez, Tangeri, che chiamiamo Arousat Achamal (la sposina de nord ),  e Ouarzazate, dove la vita scorre come cento anni fa, e il deserto del Sahara, quel mondo bellissimo, in cui i mezzi di trasporto non sono mai riusciti a farne parte ecc.

Ora andiamo alla nostra cucina marocchina; cosa ne pensate se facciamo insieme un buon couscous?

Ingredienti:

Couscous, 500g, ceci 100g, pollo intero o carne a piacimento, carote 3,  cipolline 3, zucchine 3, pomodori 3, zucca 1, brodo vegetale, zafferano 1 bustina, 1 pizzico di peperone rosso, prezzemolo a foglie lisce q.b., 1 cucchiaio di paprica, pepe di caienna q.b., sale q.b., pepe nero da macinare q.b., burro una noce

Preparazione

Tenete i ceci a bagno per una notte, versate il couscous in una terrina a spruzzatelo con acqua mescolando perché non si formino grumi, preparate il pollo o la carne  per la cottura, mondate le carote, le cipolle e i pezzi di pollo o la carne in un couscousier o sul fondo di una pentola predisposta per la cottura a vapore, bagnate col brodo vegetale, condite con sale, pepe, zafferano e lasciate bollire lentamente per mezz’ora; nel frattempo aprite il peperone, tagliate la zucca e le zucchine  a quadrati, scottate i pomodori e sbucciateli, tritate il prezzemolo e mettete tutte le verdure nella pentola del brodo; aspettate che questa riprenda il bollore e disponete il couscous inumidito sul setaccio per la cottura a vapore, fate cuocere per 25 minuti al vapore del brodo di pollo o carne e verdure, saltatelo poi nel burro e servitelo sul kasriya (un grande piatto fatto di terracotta), disponendo sopra il pollo o la carne e le verdure, accompagnate con il sugo rimasto col pepe di caienna e la paprica e servitelo in una jibaniya (coppetta) a parte o versandolo direttamente sul piatto di portata. Così potrete assaporare il gusto di un piatto tipico del mio paese.

 

 

 

 

 

Desideri e pensieri e realtà

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Dio, quando ci ha creato, ha lasciato un Suo frammento in noi esseri umani. Ci ha donato una delle Sue prerogative più potenti, la grande forza dell’immaginazione: pensare una cosa e renderla possibile; è quello che ha fatto anche Lui.

Ha pensato l’uomo e l’ha creato

Ha pensato il sole e l’ha creato

Noi donne, ciascuna di noi, in questo luogo,

Pensa a quanta sofferenza e dolore, e quanta mancanza

Di quell’affetto che sente e che prova per i suoi figli…

Pensa alla sua libertà

Pensa a un futuro migliore

Pensa a una vita felice

Pensa di potercela fare e superare questa dura prova

Pensa di poter amare e essere amata

Pensa a come e quando e se avverrà !!!…

Un grande abbraccio con tanto affetto a voi

da una donna come tante

Gocce di ricordi amari

stufa

Ciao,

Io sono una donna come tante che ha piacere di dedicare il suo tempo, ogni tanto, ad ascoltare le altre; questo mi aiuta a dimenticare per un po’ i miei dispiaceri.

Chi non li ha avuti nella vita?

Storie vissute e non immaginate.

Cominciamo, se avete il piacere di ascoltare, immaginando e pensando, magari mettendosi nei panni degli altri.

Le parole non finiscono, ma voglio farvi decidere le parole giuste per definire le vostre emozioni dopo aver letto la storia che sto per scrivere.

Il suo nome decidetelo voi

Sono nata a Barcellona. Prima dei quattro anni non ricordo niente, la memoria non mi aiuta. Mi ricordo solo che non ero benvenuta in questo mondo, la donna che, mi viene difficile chiamarla mamma, mi lasciava da sola con il nonno cieco e spariva per ore. Lei, la mamma, mi mancava molto ed io cercavo in tutti i modi di avere la sua attenzione.

Quella sera guardavo la stufa che m’incuriosiva molto, non sapevo bene cosa fosse. Allora, piano piano, mi avvicinai e la buttai per terra: subito si alzarono delle fiamme e io, felice, comincio a cantare: mira, mira come la fiamma va su e giù, mimando con le manine come ali e andando a chiamare la mamma nella sua camera per mostrarle il miracolo. Mamma, mamma, mira, mira com’è bella!

Ma gli urli della mamma mi hanno subito fatto capire che avevo fatto qualcosa di molto brutto e pericoloso. Fui sgridata e punita.

E così che è cominciata la mia vita sfortunata.

 

La dura prova

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Cuore mio sorridi,

Giorni di tormento,

Triste fino al pianto,

Calcolo più gli istanti,

Anima mia, sofferenza

Vuoto, silenzio, dolore

Sfiducia, dubbio, timore.

Chiudo gli occhi, un gioioso

Raggio lampeggiando.

La prova finirà pensando che

Domani è un altro giorno….

La mia amata città

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Quella notte andando per quelle vie cosi strette, con quelle mura in terra rossa, finendo in una piazza dove la vita si ferma e si incontra con il passato; con questi personaggi bizzarri, ognuno dei quali ha le capacità per poter fare qualche spettacolo, guadagnando un po’ di dirham per mantenere la sua famiglia.

Visi sorridenti, pace con tanta sofferenza, si esibiscono davanti ad una folla chiassosa e quell’incantatore di serpenti e quei maghi che propongono rimedi contro il malocchio e venditori d’acqua, tenuta dentro la pelle di pecora e servita nel bicchiere di rame, con un bel sorriso pieno di gioia. Per non parlare del suk il grande mercato, il più variopinto del paese con tutti gli artigiani, senza trascurare quelli della lana che stendono le loro matasse appena tinte ad asciugare da un capo all’altro della strada. In quel momento mi siedo in un kahwa (bar) e ordino un bel tè alla menta accompagnato con un buon tajin di carne alla prugna, e dico: “Com’è bella la vita nella semplicità ……”

Poi di colpo mi sveglia un urlo MODELLO TREDICI!!!!!!*

*Il richiamo dell’agente di sezione per i detenuti che si sono prenotati per accedere all’Ufficio Matricola e inoltrare una richiesta.