Una persona pensa a Brera e immagina artisti che vanno in giro con il quadro sotto braccio, signore eleganti che passeggiano per le vie con la pelliccia e il bassotto al seguito oppure uomini che giocano a carte nei tavolini all’aperto sorseggiando un bicchiere di vino. Tutte queste immagini si concentrano in un unico speciale posto che sembra non aver sentito il cambiamento del tempo e sta nel suo angolo di strada a osservare i nuovi locali che aprono e chiudono. Sto parlando del bar Jamaica. Il segreto che lo rende unico si incarna in una persona, conosciuta da tutti come Carlina, “che è tutto questo perché non è tutto questo”. Carlina rappresenta la magnifica contraddizione del Jamaica, che vive qui da più di cent’anni ma significa presente, poiché è incredibilmente radicato nel passato e nel futuro: informale, colto ma dissacrante e cinico, ricco di storia ma sempre proteso in avanti, anticipatore tanto nel bene quanto nel male. Carlina è la regina di queste notti: deve saper far divertire ma anche controllare le persone che sfogano le proprie gioie e i propri dolori, sa rincuorare il ragazzo appena lasciato dalla fidanzata e anche sostituirsi a genitori che ignorano i propri figli, e non dimentica di rallegrare gli avventori più anziani persi nella nostalgia del tempo che fu, tutto questo senza perdere d’occhio la sua squadra dietro il bancone.