Archivio dell'autore: Letizia Rittatore Vonwiller

Informazioni su Letizia Rittatore Vonwiller

Letizia Rittatore Vonwiller ha scritto e scrive per varie testate del gruppo Rizzoli (Io Donna, Casamica, Amica), occupandosi di attualità, arte, libri e bellezza. L'opportunità di lavorare per la bellezza le ha fatto scoprire un mondo affascinante. È convinta, come Dostoevskij, che "la bellezza salverà il mondo".

Inaugura domani l’arte di City Life

Appuntamento alle 12.30, domani 31 maggio, per scoprire il progetto Art Line di interventi urbani e public art al parco della nuova area del Portello. Verrà ufficialmente posata la prima pietra di un progetto che ricostruisce il cielo stellato visibile a Milano nella primavera del 600 a.C., data intorno alla quale Tito Livio colloca la leggendaria fondazione di Milano da parte del principe Belloveso. E così cento stelle saranno sparse nel parco, a farci riflettere come le metropoli abbiano determinato poco a poco, con la loro luce, l’estinzione delle stelle e del buio (Matteo Rubbi), insieme alla mutazione della “rubinetteria” delle fontanelle pubbliche, che diverranno teste di drago visibili solamente a chi si avvicinerà per bere (Vestrucci). Arriveranno poi i progetti di Wilfriedo Prieto, Riccardo Benassi, Rossella Biscotti, Linda Fregni Nagler, Shilpa Gupta e Adelita Husni-Bey, con gli interventi speciali di Nico Vascellari e Maria Anwander. Per una nuova linea dell’arte milanese.

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“Il mio quartiere”: Brera, il più bel quartiere di Milano – Andrée Shammah

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Andrée Ruth Shammah, regista, fondatrice e direttrice del Teatro Franco Parenti

Qual è il suo quartiere?
Brera centro

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Ha un’identità molto precisa. Ha mantenuto quell’atmosfera che aveva nel tempo intorno al Giamaica: di artisti, c’è la scuola vicina c’è comunque un’aria di famiglia, c’è il giornalaio che ti saluta per nome, il barista che ti riconosce, e ha inoltre delle case bellissime. E’ un quartiere bello da guardare e curato e non c’è un’infinità di negozi inutili ma negozi particolari, profumi, una bella chiesa, dei bei bar.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Non so se chi vi abita si riconosce nel quartiere, ma non andrebbe via volentieri. Conosco chi ha molto sofferto di lasciare la zona.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Io ricordo la presenza di un personaggio con la “mente molto vaga” che si chiamava Michele, indossava un cilindro accanto al giornalaio, aveva un carretto e vendeva cose stravaganti. Io da lui compravo sempre cornici, applique molto belle, vecchie fotografie. Un giorno è sparito, qualcuno sa cosa gli è successo? Io no. Poi prima di abitare qui, venivo al numero 8 di via Brera per incontrare Giovanni Testori (scrittore e drammaturgo, ndr) nel suo studio. Ricordo anche la storia di tutti i bar che hanno cambiato gestione (ora sono cinesi). Ho fatto un bellissimo spettacolo sulla storia di Brera (coinvolgeva l’Accademia, l’Orto botanico, l’Osservatorio, la biblioteca e il cortile) ed è uno dei ricordi più forti per tutti quelli che l’hanno visto.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Il quartiere è cambiato molto lentamente, come un figlio che quando lo si vede crescere non si capisce quanto cambia. Ma non saprei rispondere bene a questa domanda…

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
In casa mia non si sente un rumore, certo di sera via Fiori Chiari è peggio. Molta gente e non si riesce a camminare…

Quali sono le cose belle?
Le cose belle sono il giardinetto “Lalla Romano” in piazza del Carmine, Rino il giornalaio, il ristorante Consolare, il bar, il baracchino che vende spremute in piazza del Carmine, il traffico che non c’è…

C’è un mercato e lei ci va?
Io non vado al mercato ma so che c’è un bel mercato in via San Marco.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
So che le periferie sono molto trascurate e so che il Comune di Milano dovrebbe credere di più alla cultura come centralità anche per la sicurezza. Intendere la cultura e la creatività diffuse sul territorio e non solo a Brera. Ma Brera è il più bel quartiere di Milano.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Penso che gli abitanti della zona possano migliorare il quartiere, ideando zone tranquille. Il Comune si occupi anche delle parti degradate.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Gli angolini di verde e qui era la famosa Pausania in piazzetta San Carpoforo oppure la bella in piazzetta Brera, il giardinetto di Lalla Romano… mi sembrano tutti abbastanza curati e direi che non si può volere di più di così!

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Io non faccio niente oppure faccio tanto perché lo amo.

 

 

#DonoDay2016 per la crescita dell’economia della condivisione

In occasione della Giornata del dono, venerdì 10 giugno, alle ore 10, si terrà “L’Italia che dona. Il Giorno del Dono per la crescita dell’economia della condivisione” all’ Auditorium di Assolombarda in via Pantano 9 a Milano. Un appuntamento per parlare di programma, strumenti e protagonisti di #DonoDay2016, per valorizzare il Dono in tutti i suoi aspetti culturali, sociali ed economici.

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PROGRAMMA
Presentazione Giorno del Dono 2016

  • Edoardo Patriarca, Presidente IID

La nuova legge del Terzo Settore per una nuova cultura del dono

  • Luigi Bobba, Sottosegretario Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

I protagonisti di un nuovo impegno sociale

  • Diana Bracco, Presidente Fondazione Sodalitas; Pietro Barbieri, Portavoce Forum del Terzo Settore; Marco Demarie, Compagnia di San Paolo; Dario Bolis, Fondazione Cariplo

Il Giorno del Dono: come partecipare e far crescere la fiducia dei cittadini

  • Cinzia Di Stasio, Segretario Generale IID; Nicoletta Parisi, Membro del Consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – ANAC; Stefano Tabò, Presidente Csvnet; Adriano Coni, Responsabile Segretariato Sociale Rai; Massimo Ciampa, Segretario Generale Mediafriends

Modera Giovanna Rossiello, Tg1 fa la cosa giusta

http://www.ciessevi.org

Pink is Good, corri con Lierac contro il tumore al seno

L’appuntamento è il 25 Giugno all’Arena Civica di Milano, alle 20.00, si terrà Lierac Beauty Run. Si tratta di una corsa 5 e 10 km non competitiva e 10 km competitiva, parte del ricavato sarà devoluto alla Fondazione Veronesi  nell’ambito del progetto “Pink is Good” (costo della partecipazione è di 16 euro).

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Non è solo una corsa “al femminile” ma aperta ad uomini e bambini (che avranno una quota di partecipazione molto ridotta). Per iscriversi fare click su immagine o andate al seguente link https://www.enternow.it/iol/index.jsp?idms=1067. La sacca gara è con la maglia è disegnata da Mizuno (in nero per gli uomini) e prodotti Lierac e Phyto e molto altro.

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“Il mio quartiere”: Quarto Oggiaro – Padre Giuseppe Bettoni – CasArché

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Intervista su Quarto Oggiaro a Padre Giuseppe Bettoni che ha creato nel 1991 Fondazione Arché, associazione che si prende cura del nucleo “mamma e bambino” con disagio sociale e fragilità personale, con l’obiettivo di accompagnarlo nella costruzione dell’autonomia sociale, abitativa e lavorativa.

Qual è il suo quartiere?
Quarto Oggiaro, a nord ovest di Milano.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Ha una sua identità chiara e sfaccettata, ben differente dalla malfamata nomea cui è associato nel milanese: oggi Quarto ha conosciuto una fioritura di associazioni e di progetti di riqualificazione urbana che ne hanno spezzato l’isolamento storico.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Sì, è peculiare rispetto all’area metropolitana come in molti facciano riferimento alla propria appartenenza al quartiere nella propria narrazione quotidiana.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Appena arrivato a Quarto mi sono imbattuto negli ortisti, ovvero pensionati che coltivano alcuni appezzamenti di terreno e che costituiscono un buon presidio del territorio.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
L’immigrazione degli anni ’60, che vedeva come protagonisti cittadini provenienti dall’Italia meridionale e che ha dato originariamente vita al quartiere, è mutata e nei decenni più recenti i residenti sono in buona parte cittadini di origine non italiana.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Una scarsa illuminazione caratterizza purtroppo alcune vie. E nelle ore di punta la via Lessona è davvero trafficatissima…

Quali sono le cose belle?
Più che le cose, le persone. Sono rimasto (ben) impressionato dalla vivibilità del quartiere, con molti giovani, multiculturale e intraprendente

C’è un mercato e lei ci va?
Il giovedì in via Traversi, sì. Capita che passi di lì e mi pare che i prezzi siano davvero buoni.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Credo che negli ultimi anni diverse buone intuizioni abbiano caratterizzato il lavoro della giunta. Ho partecipato all’inaugurazione del punto luce organizzato dal Comune con le Acli e Save the Children in piazzetta Capuana.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Consiglierei di proseguire nel percorso dell’area metropolitana che rafforzi il livello politico del quartiere di Quarto come degli altri.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Sì, devo dire che ce ne sono di molto curate (Villa Scheibler e il Parco Franco Verga); è interessante a riguardo l’esperienza di Quarto Giardino che promuove una collaborazione tra gli studenti dell’Istituto di Agraria e alcuni servizi di manutenzione delle aree verdi.

Lei fa qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Abito a Quarto da poco, ma abbiamo definito CasArché luogo di bene comune proprio perché sentiamo come (anche) nostro il compito di aprirci alla cittadinanza, di favorire una relazione che inneschi meccanismi di solidarietà e di condivisione con il quartiere e la metropoli, nei modi che ci appartengono e che caratterizzano una realtà, come la nostra, che ha in sé una comunità di accoglienza per mamme e bambini. L’impresa sociale sarà sicuramente un’opportunità in questo senso.

Apericena nel giardino di San Vittore

L’appuntamento è per il 16 giugno a partire dalle ore 18.00. Con la bella stagione anche quest’anno prende il via il progetto Libera scuola di cucina che, presso la Sezione Femminile della Casa Circondariale di Milano San Vittore, coinvolge donne e “giovani adulti” detenuti in percorsi formativi nel settore della ristorazione, alla conclusione dei quali sono previsti eventi didattici (apericena, buffet,..) aperti al pubblico.

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Quest’anno una particolarità: le performance saranno guidate da chef stellati che seguiranno, a titolo volontario, i corsisti in questa nuova impresa.

All’interno di uno dei giardini più antichi e misteriosi di Milano, il giardino della Sezione Femminile, questo gruppo di apprendisti cuochi a conclusione di un breve ciclo di lezioni, sotto la guida esperta della chef stellata del ristorante Alice di Eataly, Viviana Varese, prepareranno un aperitivo aperto ai cittadini milanesi.

Per chi interviene, sarà  una speciale occasione per visitare con l’accompagnamento e la guida di persone detenute e operatori, la rotonda di San Vittore che nella struttura panottica è il luogo di incrocio e diramazione dei sei raggi del carcere.

Per maggiori informazioni e per iscriversi si deve andare sul sito www.aei.coop e cliccare sul banner “libera scuola di cucina” e seguire le indicazioni.

Si ricorda che la donazione richiesta servirà a sviluppare i progetti di recupero sociale della Casa Circondariale di Milano

Sono inoltre già in calendario altri eventi, il 20 luglio e 15 settembre e 6 ottobre.

Piano City: grazie ai pianisti, donatori di note

Quartieri Tranquilli ama la musica ed è legata a chi la promuove. Dal 20 al 22 maggio, Milano sarà percorsa dalle note diffuse di Piano City, nuovo concetto di musica metropolitana, che si ispira all’omonima manifestazione berlinese. Il motore dell’evento, arrivato alla quinta edizione, sono professionisti, studenti, appassionati e compositori internazionali, come Ludovico Einaudi e Hauschka. I pianisti si esibiscono sia in luoghi tradizionalmente legati alla musica, sia in spazi inediti, con performance di generi diversi (www.pianocity.it). Così, case private, cortili, stazioni, tram, musei si aprono al pubblico per centinaia di concerti. Dato che il festival non ha scopo di lucro, ogni esecutore “dona” il suo talento e ogni location mette a disposizione in modo gratuito i pianoforti. L’albergo più musicale di Milano è il Ca’ Bianca Hotel Corte del Naviglio (wwwcabiancamilano.com), in via Lodovico il Moro 117, che il 21 maggio alle 19, ospiterà nel suo auditorium un concerto di Miwa Hoyano, pianista giapponese, apprezzatissima dal maestro Marcello Abbado e vincitrice di molti concorsi italiani e stranieri. Il programma prevede musiche di Schubert, Ravel, Chopin e un sipario con piccoli talenti italiani e giapponesi. La musica, oltre a fare del bene, unisce.

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“Il mio quartiere”: Città Studi, tra Lambrate e l’Ortica – Emilio Sioli

Emilio Sioli

Emilio Sioli, operatore culturale

Qual è il suo quartiere?
Città Studi, tra Lambrate e l’Ortica

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
L’identità del Quartiere è composita. Innanzitutto è un Quartiere Universitario, dove il Politecnico e l’Università degli Studi di Milano hanno molte facoltà. Conserva però due anime, una profondamente milanese che si ritrova all’Ortica con le sue trattorie, spazi ricreativi per anziani e famiglie, e una più tecnologica, legata ai nuovi insediamenti produttivi e culturali fra Lambrate e zone limitrofe, con molte gallerie d’arte e associazioni di produttori di design che animano lo Spazio Ventura.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Il quartiere si anima la mattina grazie agli studenti universitari che vengono a lezione. Da una prima impressione, più che riconoscersi, molti scommettono sul suo futuro grazie ai nuovi insediamenti di microimprese.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Viene subito in mente Enzo Jannacci con la famosa canzone degli anni 60 “Faceva il palo nella Banda dell’Ortica”. Da allora lo ritengo il quartiere milanese che è cambiato di più. I suoi vecchi abitanti, operai e impiegati, hanno lasciato da tempo il posto a giovani creativi e a microimprese nel campo dell’intrattenimento di qualità.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Il quartiere ha subito profondissimi cambiamenti negli Anni 90 e 2000. Basti pensare alla nuova stazione di Lambrate, ai progetti di riqualificazione degli ex insediamenti industriali dell’Innocenti e Faema che, in parte sono stati trasformati in zone residenziali, in parte sono stati reinventati come spazi espositivi per l’arte contemporanea e il design, ma anche per l’ascolto della musica jazz grazie al progetto Area M(usica), promosso con il concorso di Fondazione CARIPLO.
I negozi in via Pacini sono tutti nuovi esercizi che hanno rilevato le precedenti gestioni dal 2012 – 2013, dopo la grande crisi che ha colpito il settore. Essi propongono alta gastronomia e ristorazione di qualità, dalle piadine romagnole, alla mozzarella “made in Milano”, dai veri cannoli alla siciliana come si mangiano a Palermo alle enoteche specializzate. Si può mangiare lombardo all’Osteria di Lambrate, francese allo Skuisito ed anche svedese all’Upcycle cafè.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi).
I giovani che lo abitano in orario di lezione lasciano un vuoto profondo la sera. Non è un quartiere dalla grande attrattiva commerciale, a eccezione di Via Pacini e di via Ampère, dove risiedono le maggiori attività commerciali.

 Quali sono le cose belle?
La sede storica del Politecnico di Milano e la chiesa di San Faustino all’Ortica. Da non perdere l’Orto Botanico Città Studi in Via Camillo Golgi 18 a Milano, sede di attività didattica, corsi divulgativi e, d’estate, dei concerti jazz di Area M, e la Basilica dei Santi Achilleo e Nereo in viale Argonne.

C’è un mercato e lei ci va?
Lungo il segmento finale di via Valvassori Peroni ogni sabato mattina c’è un mercato rionale molto fornito.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
La trasformazione del quartiere, iniziata 20 anni fa circa, è molto lenta. I suoi frutti si vedranno entro una decina d’anni quando verrà ripensata tutta l’area universitaria

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Il quartiere ha molte identità in nuce. Una caratteristica che sta prendendo piede in questi ultimi anni è la sua identificazione con la produzione e la rappresentazione di concerti di musica jazz e del ’900. Ci sembra che il Comune di Milano dovrà confrontarsi di più con questa nuova e coraggiosa realtà.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
L’Orto Botanico di via Camillo Golgi rappresenta una splendida realtà grazie al Dipartimento di Bio Scienze che ha inteso trasformare una discarica in un giardino di piante ornamentali. Ai margini del quartiere sorgono il Parco Lambro e il Parco Forlanini che rappresentano i polmoni verdi della zona, mentre viale Romagna e viale Lombardia presentano la loro consueta fisionomia di veri viali alberati.

 Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Sono fra gli animatori di Area M(usica) che intende trasformare il Quartiere e i suoi spazi affascinanti in un Quartiere del Jazz e della musica del ’900.

 

 

In attesa del grande evento all’Arena: news di Coppa Quartieri

In attesa della un evento finale all’Arena di Milano il 23 MAGGIO 2016, la nostra Coppa Quartieri sta andando avanti speditamente… e splendidamente
Dopo la giornata che hai visto in via Moscova per zona 1, quella in zona 9 (affori/niguarda) e un’altra in zona 5 (gratosoglio) si stanno realizzando le fasi preliminari nelle altre tre zone. L’8 maggio è toccata alla zona 6 alla Barona – vicino al Barrios.


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https://www.facebook.com/events/451115398420087/?active_tab=posts

La Coppa Quartieri è un’iniziativa sportiva ed educativa diffusa sul territorio di Milano promossa da Comunità Nuova Onlus – Progetto SportZone in collaborazione con il Comune di Milano, FC Internazionale, Associazione Quartieri Tranquilli, Fondazione Candido Cannavò per lo Sport e Fondazione Carlo Enrico Giulini, realizzata con il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia.
La CQ ha come obiettivo quello di valorizzare lo sport come strumento di socialità, divertimento, incontro, aggregazione giovanile (e non) nelle zone e nei quartieri della città attraverso un torneo multisport dedicato a ragazzi e ragazze delle scuole medie inferiori e nel quale vengono promossi, attraverso azioni pratiche e concrete, i veri valori educativi e formativi dell’attività sportiva.
Nello specifico, si prevede di coinvolgere almeno 200 giovani della fascia di età tra i 12 e i 14 anni, con un’attenzione particolare e la valorizzazione della partecipazione di squadre miste, che si incontreranno in tornei multisport eliminatori nelle diverse zone di Milano (calcio, pallavolo e corsa) per poi confluire in un evento finale presso la prestigiosa cornice dell’Arena di Milano il 23 MAGGIO 2016.

L’evento finale vedrà anche il coinvolgimento delle squadre vincitrici nelle diverse zone ma anche di genitori e adulti di riferimento non come semplici “spettatori” ma come parte attiva e importante per la creazione di un “clima” positivo nell’attività.

Una particolarità dell’edizione di quest’anno sarà rappresentata dall’iniziativa: “in campo, siamo tutti capitani” che vedrà tutti componenti delle squadre finaliste indossare la fascia di capitano.

Il premio finale principale per la squadra vincitrice, oltre al classico trofeo, sarà l’organizzazione, da parte di Comunità Nuova Onlus e gli altri partner, di una giornata di animazione sportiva per il proprio quartiere.

Gli eventi ‘locali’ e la fase finale del torneo saranno seguiti in diretta web-radio da ShareRadio, altro importante partner del progetto che mira a coinvolgere i giovani partecipante anche nelle attività radiofoniche.

Nell’edizione 2016 della Coppa Quartieri sono coinvolte in totale 6 zone della Città di Milano nelle quali si realizzeranno le attività in sinergia con associazioni del territorio al fine di valorizzare quelle organizzazioni che lavorano da anni con i giovani:

  • Zona 1 con l’Associazione Playmore
  • Zona 2 con Coop.Sociale Tempo per l’Infanzia
  • Zona 5 in collaborazione con Lo Scrigno – San Barnaba
  • Zona 6 Comunità Nuova Onlus
  • Zona 7 Comunità Nuova Onlus
  • Zona 9 con L’amico Charly

Iniziano i Play the Games con 3.000 atleti disabili

Special Olympics Italia propone, anche per quest’anno, un lungo appuntamento con lo sport che, costituito da 18 eventi programmati in diversi week-end, è iniziato lo scorso aprile e durerà fino al prossimo settembre. Lo scorso 23 e 24 aprile si è svolta, a Legnano, la prima tappa relativa alla disciplina sportiva della ginnastica ritmica; la settimana seguente, dal 30 aprile al 1 maggio scorso, la seconda a Padova, nella ginnastica artistica. A partire da domani, sabato 6 maggio, inizierà a Milano il calcio che darà il via a una serie di tappe. Dislocate in 9 regioni italiane, prevedono la partecipazione di circa 3.000 atleti, con e senza disabilità intellettiva, che arriveranno da ogni parte d’Italia e dalla Repubblica di San Marino. I Play the Games, così strutturati, diventano un prezioso strumento per sensibilizzare i diversi territori, al fine di diffondere la conoscenza sulla disabilità intellettiva ed educare i più giovani alla comprensione e alla valorizzazione della diversità. Fondamentale ai fini dell’organizzazione di questi stessi eventi è il coinvolgimento di volontari aziendali, attraverso una partecipazione attiva ad alcune delle tappe previste, dei dipendenti di ABB, Adidas, Coca Cola, Mitsubishi Electric ed Otis; espressione concreta dell’impegno di diverse aziende che, da diversi anni, hanno deciso di sostenere Special Olympics Italia attraverso la condivisione di medesimi valori e di una visione comune nel vedere lo sport come strumento di aggregazione ed inclusione sociale.

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I Play the Games 2016 di Special Olympics Italia sono sostenuti da Mitsubishi Electric – Filiale Italiana, Coca-Cola HBC Italia ed Eni

http://www.specialolympics.it/

L’orto fiorito di City Life

14-15 maggio, a CityLife per il secondo anno consecutivo un orto fiorito con ortaggi, erbe aromatiche e officinali, fiori ornamentali: un’area completamente rinnovata e tutta da scoprire.

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Anche nel 2016, CityLife rinnova la partnership con l’Associazione Orticola di Lombardia. Per il secondo anno consecutivo infatti, CityLife – l’area di riqualificazione dell’ex fiera di Milano – sarà arricchita da un’ulteriore zona verde di 3000mq, che verrà completamente rinnovata e che andrà ad aggiungersi al grande parco pubblico.

Verrà creato, secondo un progetto ideato dall’architetto paesaggista Filippo Pizzoni con Susanna Magistretti di Cascina Bollate per conto dell’Associazione Orticola di Lombardia, uno spazio all’aperto a disposizione della città, in perfetta linea con l’immagine estetica che caratterizza la filosofia di Orticola di Lombardia.

Per l’edizione 2016, è stato realizzato un progetto che prevede grandi aiuole disposte tra loro a comporre un percorso spezzato, quasi labirintico, all’interno delle quali si alternano coltivazioni orticole e piantagioni ornamentali, disposte secondo un’inattesa inclinazione a 45°. Lunghe strisce colorate con carciofi ed echinacea, agli e dalie, pomodori e zinnie, bietole, fragole, menta, girasoli, in un caleidoscopio di profumi e di colori. Ma anche aromi e verdure: nell’orto fiorito di CityLife troveranno posto aiuole di insalate, un giardino di sole erbe aromatiche, lunghi filari di vigne, una pergola di zucche rampicanti, una coltivazione di piante inconsuete e bellissime come il topinambur, il ricino, il cardo dei lanaioli o la liquirizia.

Per tutta la durata della Mostra Mercato Orticola di Lombardia, CityLife sarà presente con uno stand che illustrerà il progetto dell’orto fiorito, anche grazie a una graziosa riproduzione in miniatura.

In occasione di Green City, nel corso del weekend del 14 e 15 maggio, saranno organizzati, sempre in collaborazione con Orticola di Lombardia, due Laboratori per famiglie e bambini. Il primo dedicato ai bambini e alle famiglie, dal titolo Grazie per l’Orto, si terrà sabato 14 maggio alle ore 15.30 ed è pensato per entrare in armonia con la vita dell’orto e dei suoi prodotti. Nel secondo laboratorio, che si terrà domenica 15 alle 11.00, nonni e genitori impareranno a comporre e raccontare ai più piccoli Favolose storie vere ispirate alla natura (domenica 15 maggio, ore 11.00). Una natura che si può incontrare, anche in città e imparare a conoscerla è il primo passo per amarla. I laboratori – ingresso su prenotazione scrivendo a info@city-life.it – saranno a cura di Anna Cassarino, autrice di libri ed esperta di ecologia e natura. 

Associazione Orticola di Lombardia

www.orticola.org

 

Spettacoli e pic-nic al Villaggio La Barona

14-15 maggio ritorna il festival al Villaggio Barona, un evento nato dall’intreccio di più iniziative (la festa dei 30 dell’ASP Onlus e alcuni incontri del MI6 Letteratura e del MI6 Teatro il Festival della Cultura in Zona 6 – 10/25 maggio 2016).
Ci saranno spettacoli teatrali per adulti e bambiniscrittori di livello internazionaleeventi ludici ed un bellissimo pic-nic nel parco.
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QUESTO IL PROGRAMMA
Sabato 14 maggio

11.00 // Spettacolo teatrale per bambini La casetta dello scoiattolo Gillo – La cucina

compagnia Ditta Gioco Fiaba

12.00 in poi // ogni ora lancio di “palloncini dei desideri” per tutti i bimbi

12.30 // “Pic-nic nel parco” (info e prenotazioni 3381053049)

15.00 in poi // “I giochi dimenticati”, per grandi e piccini, a cura del Progetto Solidarietà-Giocomondo

16.30 // Incontro per ragazzi con Carolina Capria Mariella MartucciTutti per uno,

Mondadori ragazzi.

17.00 // Abitare in esilio. Incontro con Shady HamadiEsilio dalla Siria, ADD editore.

Presenta Gabriella Grasso.

17.30 // Incontro laboratorio per bambini con Carlo BoccadoroLa grande battaglia

musicale, Marcos y Marcos.

18.00 // Abitare con i gatti. Incontro con Marina ManderIl potere del miao. I gatti che

mi hanno cambiato la vita, Mondadori. Presenta Davide Cavalieri.

In contemporanea // Mostra fotografica “ASP, 30 anni di storia” – Banchetti mercatino ASP

20.30 // ASP si racconta

21.00 // Spettacolo teatrale ROMSWEETHOME Dovevivonoirom

compagnia Sottosopra ASP Onlus. Musiche di Le Hot Club de Milano

 

Domenica 15 maggio

16.30 // Abitare il quartiere. Trovare una storia meravigliosa tra letteratura, arte e realtà

quotidiana. Incontro itinerante con Chicca GagliardoIl poeta dell’aria, Hacca edizioni.

Una passeggiata per il quartiere nel corso della quale l’autrice conduce il pubblico a scoprire la forza narrativa che si nasconde nei dettagli più inaspettati della realtà che ci circonda: nella nostra ombra, in un muro, un albero, una pozzanghera, anche nell’aria.

17.30 // Incontro laboratorio per bambini con Silvia BonanniDisegnare con le forbici, Electa kids.

18.00 // Abitare la vita. Incontro con Alessandro Zaccuri che racconta Georges Perec,

La vita. Istruzioni per l’uso, Rizzoli.

19.00 // Abitare lo spazio. Incontro con Giovanni BignamiOro dagli asteroidi, asparagi

da Marte, Mondadori.

21.00 // Spettacolo teatrale Una storia d’amore in Piazza Fontana

compagnia Linguaggicreativi

Michela Bellodi – Community Networker

La Cordata scs – Via Zumbini 6 , 20143 Milano

tel. 02 36556604, fax 02 36556603, cell. 3405883899

mail michela.bellodi@lacordata.it

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“Il mio quartiere”: Brera – Marco Romano

foto Marco Romano

Marco Romano, architetto e autore di saggi di storia dell’urbanistica

Qual è il suo quartiere?
Brera

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
L’identità, mi dispiace, è un carattere della persona, è rigorosamente individuale e non può essere di un quartiere o di una città. Possiamo invece parlare di riconoscibilità entro l’ambito cittadino, e Brera è riconoscibile per la Pinacoteca e per i bar e i caffè che hanno ereditato l’immagine di un quartiere di artisti.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Credo di sì, perché poi quando una persona sceglie di abitare in un determinato quartiere più o meno ne intuisce la riconoscibilità e va da abitarci anche per questo (al netto di molte altre motivazioni che hanno il medesimo peso: quelle affettive, quelle economiche, quelle tradizionaliste, quelle sentimentali).

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Mah, appunto la leggenda del Jamaica, il caffè degli artisti: è uno stereotipo ricorrente in molte città europee e dunque tale da costituire il terreno di confronto e di familiarità con le altre.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Nelle città i negozi cambiano quasi del tutto nell’arco di una generazione, le case impiegano più tempo ma anche quelle sono l’esito di una modificazione del gusto, quelle moderne degli anni Sessanta ora vengono spesso considerate un obbrobrio ma forse verranno riscattate dalle generazioni successive: come la Cà Brutta, di Muzio, in via Turati che viene considerata oggi quasi un museo.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
L’adesione a un quartiere dovrebbe comportare di accettarlo com’è, e dunque non mi lamento di nulla, considerando tutto quanto un indice della sua vitalità, ma spesso le persone tollerano male i cambiamenti, non soltanto quelli del quartiere.

Quali sono le cose belle?
Nella città europea la nozione corrente è sempre stata quella di decoro, nella consapevolezza appunto che le propensioni estetiche cambiano nel tempo, mentre la bellezza pretende in se stessa di essere eterna: allo stato delle cose forse il palazzo di Brera e la chiesa di San Marco, perché espressioni di una volontà di durare nel tempo, quella degli ordini religiosi.

C’è un mercato e lei ci va?
Sono un assiduo frequentatore dei mercati del lunedì e del giovedì in piazza San Marco, soprattutto per le bancarelle degli alimentari – ma non solo.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Ogni amministrazione del Comune, ovviamente, pensa di rendere migliore la città, ma i cittadini debbono lamentarsi sempre: perché quella di questi ultimi anni non ha pedonalizzato via Brera? basterebbe un cartello che vietasse la sosta.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Ecco appunto questo, per esempio. Ma se ascoltate in giro tutti hanno qualcosa da chiedere o qualcosa di cui lamentarsi: la chiamano democrazia.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Mancano consistenti aree verdi, e basterebbe semmai andare all’orto botanico: ma la richiesta di verde sembra essere un must, più che un vero desiderio, altrimenti – nonostante la sua mancanza a Brera – i prezzi delle case non sarebbero così elevati.

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Brera è oggi un quartiere di benestanti attempati dove ormai i bambini sono rarissimi e manca quindi quell’occasione essenziale della socializzazione che sono le scuole, dove le mamme – donne peraltro lavoratrici – riescono a ritagliarsi uno spazio materiale in cui tessere relazioni di quartiere.

 

“Il mio quartiere firmato”: tra le vie Harar e Monte Baldo – Laura Guardini

Laura Guardini, giornalista, è vissuta per diversi anni a Porta Genova, ma da una ventina abita a San Siro, vista (e audio) stadio. “Per tutto l’oro del mondo non tornerei indietro”.

Laura Guardini

Qual è il suo quartiere?
Siamo nella zona 7, molto vasta e molto “mista”, ma qui a casa mia, tra le vie Harar e Monte Baldo, siamo in un posto speciale, uno dei tesori un po’ nascosti di Milano, un quartiere firmato da maestri dell’architettura urbana come Luigi Figini, Gino Pollini e Gio Ponti.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
I “grattacieli orizzontali” (come questo di Gio Ponti e Gigi Ghò dove abito o quello a poche decine di metri di Gino Pollini e Luigi Figini) si alternano alle villette unifamiliari. In mezzo ci sono le scuole, la biblioteca, i giochi. È un paese in città, disegnato per ospitare 5.500 abitanti su 137 mila metri quadrati: qui ci si incontra, ci si saluta. Ci si “vede” a vicenda: una delle mie vicine di ballatoio, la signora Carla che vive qui dal 1955 (l’anno in cui i lavori iniziati nel 1951 furono completati) dice che all’inizio era proprio come vivere in campagna. Nel tempo, una certa atmosfera di piccola comunità non si è persa.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Mi pare di sì, proprio perché sono la struttura e la disposizione stessa degli edifici ad aiutare gli incontri ed una certa vicinanza delle persone.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
I primi giorni dopo trasloco da viale Papiniano (la mia bellissima casa là affacciava su piazzale Cantore) ero un po’ frastornata. Era fine gennaio e soprattutto al mattino, svegliandomi, c’era qualcosa di strano, molto strano: silenzio, un silenzio straordinario in una città come la nostra. Poche settimane dopo, con le prime giornate di primavera, ho imparato che però quel silenzio veniva rotto a certi orari e in certe stagioni con regolarità perfetta: sono le voci dei bambini della scuola elementare che giocano in cortile. Una colonna sonora gioiosa che considero tra le cose belle del quartiere.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Da meno di un anno è arrivata la metropolitana lilla. Un gran bel cambiamento. Ora aspettiamo la fine dei lavori per il capolinea del tram 16.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Qui c’è lo stadio Meazza, croce e delizia del quartiere. A parte che lo trovo bellissimo (a casa mia diciamo che sempre che di sera, con le luci accese, fa pensare all’astronave di ET), il traffico legato alle partite è molto diminuito rispetto al passato. Restano i concerti: sono sei, sette all’anno e a mezzanotte al massimo è tutto finito. D’altra parte vedere tanta gente che sta insieme ad ascoltare musica è una gran bella cosa. E dal nostro ballatoio ci siamo goduti sia gli U2 che Bruce Springsteen…..

Quali sono le cose belle?
Oltre alla tranquillità e al “buon vicinato”, abbiamo ottimi collegamenti con i mezzi: metro, tram e autobus. E tanto verde: Parco di Trenno, Parco delle Cave, Bosco in Città.

C’è un mercato e lei ci va?
Il mercato settimanale più bello è più grande è quello di via Osoppo il giovedì e il sabato. Poi abbiamo il lunedì quello di via Paravia, nel cuore del quadrilatero delle case popolari; il martedì vicino all’ospedale San Carlo e il sabato a fianco della chiesa di Sant’Elena.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
In zona, come detto, abbiamo visto arrivare la metropolitana e questo è un bel traguardo. Abbiamo anche due piscine e altri impianti sportivi che funzionano bene.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
La nuova viabilità legata all’apertura della metro lilla ha creato disagi e problemi con parcheggi specialmente qui nella via Monte Baldo: abbiamo bussato in Comune più volte, speriamo di trovare una soluzione buona per tutti.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Ci sono e sono abbastanza curate. Certo, quando ci sono le partite i tifosi lasciano il segno…..

Lei fai qualcosa per il tuo quartiere? O le piacerebbe farlo?
“Allarga l’Arca” è una rete di concreta solidarietà animata da straordinarie donne del quartiere. Ogni ultimo mercoledì del mese si raccolgono indumenti, libri e generi alimentari: la rete si riempie e distribuisce a chi ha bisogno. E il 7 maggio, in collaborazione con Coop, al supermercato di via Zoia sarà possibile comprare qualcosa in più per le famiglie del quartiere in difficoltà….il nostro piccolo-grande banco alimentare.

Amicizia e solidarietà agli anziani

L’Associazione Seneca ha avviato il progetto Quartiere Amico, al Giambellino-Lorenteggio. La cosa funziona grazie alla generosa partecipazione di commercianti e cittadini che offrono segni di amicizia e solidarietà agli anziani del borgo. Il cinema Ducale di piazza Napoli dona biglietti per i film, tante pasticcerie offrono tè e biscotti, i parrucchieri una messa in piega, le erboristerie profumi per la casa, le farmacie consigli e misurazione della pressione. Gli anziani diventano così protagonisti nel loro borgo. Quando escono da casa, si sentono accolti e allacciano amicizie. È già successo a uno dei gruppetti che vanno al cinema Ducale, capeggiato dalla signora Italia che dice di essere molto felice perché ora ha tre nuove amiche. La più giovane ha 65 anni, mentre lei, con i suoi 80 anni è la più grande. La signora spera che l’iniziativa abbia successo e continui, perché è bello sapere che intorno e vicino a te abitano volti amici e sorridenti. Q.T., come la signora Italia, spera che il progetto Seneca si allarghi ad altri quartieri.
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Quartiere Amico – Lorenteggio e Giambellino