Archivio dell'autore: Letizia Rittatore Vonwiller

Informazioni su Letizia Rittatore Vonwiller

Letizia Rittatore Vonwiller ha scritto e scrive per varie testate del gruppo Rizzoli (Io Donna, Casamica, Amica), occupandosi di attualità, arte, libri e bellezza. L'opportunità di lavorare per la bellezza le ha fatto scoprire un mondo affascinante. È convinta, come Dostoevskij, che "la bellezza salverà il mondo".

A villa Hanau: il nuovo cinema multiculturale

Il regista Antonio Augugliaro, che è riuscito a finanziare con un’operazione di crowfunding il suo film Io sto con la sposa, ora si lancia con il suo team in un nuovo progetto. Si è aggiudicato con bando del Comune uno spazio nella ex stalla di Villa Hanau, in via Livigno, a Dergano. Lì vuole creare il primo cinema multiculturale di Milano, con proiezioni di film in lingua, on demand, seguendo i desideri e i gusti delle varie nazionalità che abitano la zona. «Stiamo valutando la sostenibilità del progetto e dobbiamo fare i sopralluoghi, ma abbiamo calcolato spese di ristrutturazione e allestimento fino a 350 mila euro — spiega Augugliaro —. Si chiamerà Nuovo Armenia, dalle ceneri dell’Armenia Films, una delle prime case di produzione italiane, che aveva sede nel quartiere». Il regista ha iniziato a coinvolgere la comunità multietnica. «La nostra “piazza” naturale di scambio e discussione è il giardino di Villa Hanau, sorride —. Vorremmo che nel nostro cinema le culture si incrociassero e mescolassero raccontandosi le une alle altre».

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Leggi tutti gli articoli in Dergano.

Costruiamo una rete per l’integrazione dei migranti adolescenti

Venerdì 29 aprile 2016 dalle ore 9:00 alle 13:00 presso la Sala Alessi – Palazzo Marino in Piazza della Scala 2, Milano

Seminario: “Oltre l’emergenza: costruiamo una rete per l’integrazione dei migranti adolescenti che arrivano soli in Italia”

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Parleremo di come favorire una reale ‪#‎integrazione‬ dei minori stranieri che approdano da soli in Italia, dei problemi incontrati e delle opportunità create.
Vogliamo abbandonare la logica emergenziale per progettare una collaborazione di attori del pubblico e del privato in una rete che attraversi tutto il Paese con interventi pianificati di reale integrazione.
Il seminario sarà l’occasione per regalarti il libro di Alex Foti “Un’emergenza sostenibile: ‪#‎accoglienza‬ e #integrazione degli adolescenti migranti a ‪#‎Milano‬
Consorzio Sistema Imprese Sociali – Milano Consorzio Farsi Prossimo La CordataCooperativa Sociale Il Bivacco Servizi Onlus Spazio Aperto Servizi Tuttinsieme Cooperativa Sociale Ceas – Centro Ambrosiano di Solidarietà Farsi Prossimo OnlusFondazione Casa della carità “A. Abriani” Milano Fondazione Casa del Giovane La Madonnina

Una donna forte si riconosce dal turbante – Giusy Bresciani

Giovedì 28 Aprile 2016 – Dalle 10 alle 17 – Atelier di Giusy Bresciani, via Bernardino Zenale 15 – 20123 Milano

La dottoressa Paola Martinoni con Nicoletta Civardi e Cristina Milanesi presentano il progetto UNICA «una donna forte si riconosce dal turbante» una collezione couture firmata da Giusi Bresciani (http://www.giusybresciani.it/) a sostegno dell’Associazione Libellule Onlus

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Si ringrazia Moet&Chandon

r.s.v.p. info@associazionelibellule.it

https://www.facebook.com/Associazione-Libellule-Onlus-1646610825587089/

“Il quartiere delle chiese scomparse”: il Cappuccio – Giovanna Majno

QT Giovanna Majno Giovanna Majno

Qual è il suo quartiere?
Abito in zona 1, tra sant’Ambrogio, via Lanzone, via Torino.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
No, non penso abbia una identità precisa. Tutto è molto “ognuno per sé. L’associazione 5Vie (http://www.5vie.it) propone e organizza molte iniziative e proposte di “strade aperte”. L’identità è data solo dall’essere parte del centro storico della città.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Non credo. È una zona piuttosto individualista. So che l’oratorio di Sant’Ambrogio è un centro attivo, con attività educative, doposcuola gratuito, sportello di ascolto, camere di accoglienza per bisognosi. Molte persone della zona partecipano.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
La zona può essere chiamata il “quartiere delle chiese scomparse”. Nel Medioevo in tutta l’area intorno a Sant’Ambrogio furono man mano costruiti numerosi conventi. Dal XVIII secolo molti furono abbattuti per far luogo a eleganti case sette-ottocentesche. Ci sono ancora il Monastero Maggiore, affacciato su Corso Magenta, le torri di via Brisa, il chiostro quattrocentesco di via Cappuccio 7, alcune case medievali sempre in via Cappuccio, quello che resta (dopo i bombardamenti) del palazzo Borromeo in piazza Borromeo. Voglio ricordare le nove streghe bruciate in piazza Vetra durante l’episcopato di Federico Borromeo, tra il 1595 e il 1631. L’Inquisizione a Milano ha causato questi terribili episodi, non certo unici.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
È più pulito, bene essere in zona C, il traffico è diminuito. Ci sono nuovi sensi di marcia per le auto, più razionali.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Non c’è molto rumore, è solo sfiorato dalla movida (alle Colonne di San Lorenzo), il traffico con la zona C è migliorato. Certo non è attraversato da mezzi di trasporto, ma le fermate di MM1 e MM2 sono a 5 minuti a piedi (Cordusio, Cadorna, Santambrogio) e vicini sono i mezzi pubblici (tram e autobus in corso Magenta)

Quali sono le cose belle?
Siamo nel cuore della vecchia Milano, con edifici medioevali, belle case ottocentesche, cortili eleganti, giardini nascosti. L’associazione Dimore Storiche (http://dimorestoricheitaliane.it) e l’associazione 5Vie organizzano a volte “aperture” di luoghi, altrimenti non accessibili. Queste aperture hanno sempre molto successo.

C’è un mercato e lei ci va?
Non c’è un mercato nella zona, io vado in quello di via Calatafimi, 5 minuti in bicicletta

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Penso che nel periodo della giunta Pisapia la città si sia trasformata in modo molto positivo, l’Expo ha fatto da traino. Certo, bisogna continuare.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Favorire l’uso della bicicletta. Curare l’arredo urbano, soprattutto intorno alle scuole che sono numerose (Liceo Manzoni, Liceo Tito Livio, Istituto Carlo Bazzi, Scuole medie e elementari)

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Ci sono piccoli giardini sparsi (molto particolare quello di via Terraggio, cui si accede da un portone). Ci affacciamo sui giardini di piazzale Vetra.

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Ho firmato petizioni, ho partecipato alla manifestazione “Cortili aperti”. Ho molti altri impegni e un altro spazio non è facile da trovare. Sarei disponibile su precise iniziative che condivido.

 

Visita guidata alla bellissima Madonna di Castelli restaurata

Martedì 26 aprile, alle ore 18.00 alle Gallerie d’Italia viene organizzata una visita guidata alla mostra “La bellezza ritrovata: Caravaggio, Rubens, Perugino, Lotto e altri 140 capolavori restaurati“. Un’occasione per conoscere le vicende della bellissima scultura della Madonna di Castelli che Barbara Cerrina Feroni ha restaurato.

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per conferma e adesione: barbara.cerrina@labrestauro.it

Tutti i 140 i capolavori dell’arte italiana presenti in mostra sono stati restaurati grazie a un progetto di Intesa San Paolo, volto a restituire la bellezza originale ad opere che risultavano ammalorate e mal conservate e che, selezionale dalle Sovrintendenze d’Italia, tornano a splendere in mostra in tutto il loro potere estetico.

La mostra “Restituzioni 2016” di Milano intende appunto condividere col pubblico l’emozione e l’unicità di queste opere “rinate”, in un’esposizione grandiosa che accosta manufatti artistici dall’antichità al primo Novecento, tra pitture, mosaici, affreschi,sculture e arti minori, in un grande dialogo di rinascita e di bellezza, tra cui spiccano ilRitratto del Cavaliere di Malta di Caravaggio, il  Cristo Risorto di Rubens e laCrocifissione di Perugino.

Si può parlare di una mostra sul restauro che presenta le più recenti e innovative tecniche di conservazione.

Leggi tutti gli articoli in Brera.

Separati ma solidali, nell’interesse dei figli

GEA, Genitori Ancora, è un’intuizione illuminata di Fulvio Scaparro, il noto psicoterapeuta adolescenziale.

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L’associazione nasce nel 1987 per far conoscere la mediazione familiare, diffondere una nuova cultura della separazione e contribuire alla pacificazione delle relazioni dentro e fuori la famiglia. Per raggiungere questi obiettivi, l’Associazione coinvolge non solo il nucleo familiare, ma anche magistrati, avvocati, operatori dei servizi sociali, scuole, pediatri e tutti coloro che intervengono nei conflitti. GEA è una grande amica di Quartieri Tranquilli che la consiglia a tutti i genitori in difficoltà che cercano soluzioni alternative a rancori e litigi, con particolare attenzione alla mediazione familiare. Si occupa della tutela di genitori e figli e pone le basi per la cultura positiva del conflitto, l’apertura al dialogo, il rigore nella formazione di coloro che si occupano di quel distacco. Attraverso i suoi interventi, aiuta mamma e papà a essere protagonisti della separazione, a raggiungere un accordo soddisfacente per loro e per i figli e a prevenire i danni provocati nei bambini o negli adolescenti dalla fine del dialogo. Ma, soprattutto, tutela grandi e piccoli con un accordo di separazione che tenga conto dei loro bisogni fondamentali. Q.T. consiglia di rivolgersi a GEA: tel. 02.29004757, Viale Monte Santo, 3; assogea@associazionegea.it; www.associazionegea.it. Bravo professor Scaparro!

Leggi tutti gli articoli in Isola.

Arriva la casa dell’acqua

Il 22 aprile alle 17, in via Costantino Baroni 47, c’è l’inaugurazione della casa dell’acqua in Zona 5. Con l’assessore Pierfrancesco Maran e Aldo Ugliano, presidente Consiglio di Zona 5
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Al termine di Expo 2015, le 13 case dell’acqua di proprietà di MM Spa, collocate negli spazi dell’esposizione, vengono ridistribuite in città al servizio dei cittadini.
Con questa iniziativa MM triplica in città le case dell’acqua.
L’obiettivo di MM è che ogni nuova casa dell’acqua della serie speciale Expo, sia raggiungibile in meno di 5 minuti da almeno 10mila abitanti.
Ciascuna nuova casa dell’acqua può erogare fino a 7mila litri d’acqua al giorno. I controlli sulla qualità dell’acqua vengono eseguiti dal laboratorio interno di MM che già effettua circa 190mila analisi l’anno sull’intera rete idrica milanese.
Nella prima fase ciascuna delle 9 zone verrà dotata di una casa dell’acqua della serie speciale “Expo” e per le restanti 4, MM attiverà a breve una raccolta di idee da parte dei cittadini sulla loro futura collocazione
Per il presidente di MM, Davide Corritore, l’acqua è un bene comune e pubblico e dovrà essere sempre più accessibile e diffusa nei luoghi di vita della città.
Questa la collocazione precisa delle prime 9 case dell’acqua (come da  mappa allegata)
ZONA 9 parco tra viale Ca’ Granda e le vie Benefattori dell’Ospedale e Gatti (quartiere Ca’ Granda)
ZONA 8 parco compreso fra i civici 92 e 94 di Via Appennini (quartiere    Gallaratese)
ZONA 7 parco di via Nikolajevka (quartiere Bisceglie)
ZONA 6 parco di via Odazio (quartiere Lorenteggio)
ZONA 5 parco tra le vie Costantino Baroni e Saponaro (quartiere Gratosoglio)
ZONA 4 Via Barabino (quartiere Corvetto)
ZONA 3 Piazza Durante (zona Loreto)
ZONA 2 Largo Tel Aviv (quartiere Turro)
ZONA 1 Largo La Foppa (quartiere San Marco)

Sabato 7 maggio, alle 21, in collaborazione con l’Associazione Amici “Zona Nove”,in collaborazione con il Centro Culturale della Cooperativa

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Concerto jazz, con il Hot Spots Sextet, all’Auditorium Ca’ Granda, via Ca’ Granda 19.

Hot Jazz! The Chicago Sound 

Ospite d’onore Paolo Tomelleri clarinetto, Stefano Bassalti tromba e cornetta, Andrea Andreoli trombone,Renzo Luise chitarra e banjo, Fabio Mazzola contrabbasso, Massimo Caracca batteria

Ingresso libero – prenotazione obbligatoria 02.66114499

“Il mio quartiere”: Porta Romana – Cristina Mordiglia

QT-Cristina Mordiglia Cristina Mordiglia, avvocato

Qual è il suo quartiere?
In realtà sarei dentro al confine di zona 1 ma mi sento di appartenere più a zona 5, quindi parlerei di questo.
Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Il quartiere Porta Romana ha certamente una sua identità, direi che è una zona popolare (o ex popolare) con molti mercati ed artigiani. Il centro ARCI di via Bellezza e, oggi, il museo Prada, costituiscono due grandi luoghi di incontro per diverse categorie di persone, il primo più popolare e il secondo più raffinato.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Certamente si! Penso che la maggior parte degli abitanti vada fiera di abitare nel quartiere di Porta Romana…

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Sono rimasta affascinata dalla trasformazione del quartiere di via Pietrasanta e Pompeo Leoni: da zona abbandonata, ex zona industriale è ora diventato un quartiere residenziale di tutto rispetto. L’unico neo ritengo che sia la presenza di Esselunga, che, con una convenzione con il Comune, sembra abbia richiesto che non venissero rilasciate licenze a negozi e artigiani… in effetti in quella zona non esistono negozi oltre al noto centro commerciale.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
La parte più vicina al centro non è cambiata molto, mentre un grande sviluppo ha avuto la zona più periferica dopo il ponte di via Ripamonti, dove una zona di ex fabbriche è stata (e ancora si sta trasformando) in zona cult e di abitazioni alternative, senza però avere assunto una aspetto troppo alla moda. Insomma direi che vi è stata una trasformazione autentica e spontanea, per ora…

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Forse un po’ di carenza di mezzi e mancanza di panchine in zone dove si potrebbero mettere. Penso, ad esempio, a via Filippetti, dove sotto alle mura romane c’è del verde che potrebbe essere maggiormente abitato se ci fossero delle infrastrutture per farlo. Sempre lungo i viali dei Bastioni poi suggerirei di fare una striscia ciclabile sui marciapiedi, che sono poco utilizzati dai pedoni, mentre le biciclette faticano a transitare sui viali insieme alle auto. Anche i controviali dovrebbero essere destinati in via privilegiata alle biciclette.

Quali sono le cose belle?
Lo spazio e la luce! E’ una delle zone di Milano dove il cielo è molto aperto e visibile. Il parco Ravizza poi è un grande polmone verde.

C’è un mercato e lei ci va?
Sì, è da 30 anni che acquisto di tutto al mercato di via Crema al venerdì. Veramente ottimo sia per i prodotti alimentari che per indumenti e accessori.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
In questi ultimi anni ha lavorato molto e bene.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Come ho detto più panchine per permettere alla gente di sostare e magari anche comunicare di più. Poi maggiori servizi. Mi risulta che la zona di Chiaravalle, che pure appartiene a zona 5, sia molto poco servita dai mezzi.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Le aree verdi sono molto migliorate, speriamo solo che non sia una miglioramento legato ad Expo, ma che continui nel tempo.

Lei fai qualcosa per il tuo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Ho partecipato a parecchie iniziative, a partire dai comitati per Milano durante la campagna elettorale di Pisapia. Dopo però il comitato, almeno nella nostra zona, è morto, ma ritengo che il non riuscire a gestire la forte energia che era emersa in occasione della scorsa campagna elettorale sia stato uno dei limiti e forse anche degli errori più grossi dell’amministrazione Pisapia.

 

 

“Il mio quartiere”: fra Naviglio Grande e San Cristoforo – Marzia Biraghi

QT foto Marzia Biraghi Marzia Biraghi

Qual è il suo quartiere?
Quello che si estende dal Naviglio Grande, all’altezza della chiesa di San Cristoforo, fino alla Barona.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Questa parte della nostra zona, che un tempo pullulava di fabbriche, ha subìto grandi cambiamenti che se da una parte hanno portato a notevoli migliorie e richiamato residenti da altre parti della città, dall’altra ne hanno purtroppo cancellato la vecchia identità.

Chi vi abita si riconosce in lui?
Sono rimasti in pochi a riconoscersi, si tratta per lo più dei pensionati della Richard-Ginori.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Grazie a un’iniziativa del Comitato Ponti (un gruppo di cittadini che immagina una città diversa, che dialoga con la Pubblica Amministrazione e con il territorio, avendo l’obiettivo di migliorare la vivibilità dell’area intorno a via Andrea Ponti innalzando la qualità di vita dell’intero quartiere) e degli abitanti della zona, è nato il Giardino Condiviso Nascosto, uno spazio di verde fino a ieri incolto, un’area nascosta tra via Malaga e via Bussola, occupata dalle piante cresciute per anni in libertà lungo le sponde del fiume Olona. Ora è diventato un bel giardino a disposizione dei cittadini del quartiere Barona e di tutti milanesi.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Sì: il mondo della moda e del design si sta progressivamente spostando da questa parte del naviglio, unendosi a sale d’incisione e laboratori preesistenti.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Fortunatamente questa è ancora un’oasi pacifica dove non imperversano né il traffico né la movida. Il risvolto negativo è che ci sono pochi negozi perché il quartiere è ancora poco conosciuto.

Quali sono le cose belle?
La creatività delle persone che lo animano.

C’è un mercato e lei ci va?
Non c’è un mercato stabile, ma ci sono i mercati settimanali.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
In generale sì, ma in questa zona e soprattutto in questo quartiere c’è ancora moltissimo da fare.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Occuparsi delle aree degradate che rimangono e che sono totalmente abbandonate a se stesse.

 Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Ce ne sono diverse: il Giardino Condiviso Nascosto (di cui ho parlato prima), il parco del Villaggio Barona, i giardini di via Parenzo, fino ad arrivare al parco Teramo, anche se rimane un po’ fuori dal quartiere.

Lei fai qualcosa per il tuo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Mi occupo attivamente del Giardino Condiviso Nascosto e di sensibilizzare l’amministrazione sul tema del degrado e della mobilità dolce (corsie bici e pedonali), la cui necessità, in questo quartiere, è molto sentita.

“Il mio quartiere”: fra Chiesa Rossa e Gratosoglio – Valentina Strada

QT Valentina Strada Valentina Strada, giornalista

Qual è il suo quartiere?
E’ un non quartiere, nel senso che vivo al confine tra il quartiere Chiesa Rossa, lambito dal Naviglio Pavese, un tempo ultimo spicchio di città verso Sud e i nuovi insediamenti che da piazza Abbiategrasso, dove nel 2005 è arrivata la linea verde della metro, si allungano verso Gratosoglio.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
No, è piuttosto sfaccettata. Di qui quel che resta di una parte della vecchia Milano, di là i palazzi dei quartieri Le Terrazze e Missaglia e poco oltre le otto torri bianche “dormitorio” del Gratosoglio progettate negli anni ’60 dallo studio BBPR.

Chi vi abita si riconosce in lui?
No, ormai è un melting pot di diverse identità (persone, lingue, abitudini, religioni) che si intrecciano, interagiscono o si scansano. Qui, dove una volta si parlava quasi solo milanese, ora è difficile sentire la lingua del Porta, un parlare che sopravvive ormai quasi esclusivamente nelle tradizionali feste popolari che si tengono in alcune occasioni (falò di Sant’Antonio, festa degli Aquiloni, festa di San Martino e altre) nella cascina Campazzo del Parco del Ticinello, territorio agricolo, vero polmone verde ai margini della zona Sud della città.

Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Il recupero della chiesetta di Santa Maria alla Fonte lungo il Naviglio Pavese: un gioiello duecentesco romanico-lombardo che fa parte del complesso Cascina Chiesa Rossa. La chiesetta deve il suo nome alla presenza di un fontanile che esisteva già nell’antichità e dava il suo nome a un insediamento rurale (località Fonteggio) ricco di terra fertile e ben irrigata (non a caso qui nel dopoguerra erano molto attive le fabbriche delle cartiere Binda e Verona e quella del cotonificio Cederna, lavorazioni che richiedevano l’impiego di molta acqua). La chiesa, dopo un primo intervento di restauro negli anni ’60 che portò alla luce le fondamenta di una chiesa paleocristiana e un mosaico del V secolo, fu abbandonata fino agli anni ’90 quando, grazie a un comitato di cittadini, i lavori di recupero poterono essere ripresi e ultimati e la chiesetta, con l’arrivo dei frati cappuccini, fu riaperta al culto. Merita davvero una visita.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Sono scomparse alcune attività commerciali (drogherie, salumerie, cartolerie, negozi di scarpe e tessuti, materiale elettrico, abbigliamento) subito soppiantate da pizzerie, gelaterie, kebab, alimentari etnici, orlo svelto. Dei negozi storici è rimasto solo il fornaio Gelmini (dal 1903 pane e panettoni squisiti) che però non ha resistito alle sirene del cambiamento e tre anni fa ha ristrutturato il negozio facendo incidere sulla vetrina “Con voi da 110 anni”. Gli anni passano ma per la sua storia resteranno sempre 110! Invece, se si fa un passo indietro di una sessantina d’anni, si scopre che il tessuto sociale allora era prevalentemente fatto di industrie (Vannucci, cerniere-lampo, che impiegava quasi solo operaie; e poi Cazzulani, dolci; Fonit-Cetra, dischi; Mamoli, rubinetteria) e piccoli laboratori artigianali. La percezione dei cambiamenti si ha anche solo sfogliando il giornale di zona 5 (cui appartiene il mio quartiere), Milanosud, un utilissimo strumento per conoscere la vita del quartiere, del consiglio di zona, le sue attività e le sue iniziative sociali e culturali (da qualche anno organizza un premio letterario molto seguito) e d’intrattenimento.

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Il traffico soprattutto e la scarsa illuminazione. Il quartiere è molto ben collegato col centro (due linee tramviare, 3 e 15, e la metro 2) ed è la porta di accesso alla città del traffico proveniente dall’hinterland sud.

Quali sono le cose belle?
Oltre alla chiesetta di cui ho parlato, una grande attrattiva è la bellissima biblioteca comunale adiacente, ospitata dal 2004 nella struttura restaurata dell’ex stalla di una grande cascina lombarda del ‘600. Tra le sue raccolte, da segnalare quella di titoli in lingua russa. Nel quartiere sono presenti molte donne ucraine e ogni anno in diverse famiglie sono ospitati minori sui quali il disastro di Chernobyl continua negli anni a produrre conseguenze. Ma è l’intero complesso della Cascina Chiesa Rossa e del suo parco che, non appena saranno terminati gli ultimi lavori di restauro, diventerà ancora più importante per il quartiere.

C’è un mercato e lei ci va?
Anche il vecchio mercato rionale coperto ha cambiato pelle. Ora diversi stand sono chiusi, la concorrenza delle vicine Carrefour ed Esselunga si è fatta sentire. E’ frequentato soprattutto da anziani che fanno la spesa di giornata e non possono andare in auto nei supermercati.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Milano nel complesso è migliorata ultimamente: lo si vede dalla presenza di turisti attratti da cultura, moda, design. Per il resto, nonostante il leit motiv ricorrente delle periferie da valorizzare, non ho ancora visto grandi miglioramenti. Aspetto con curiosità e interesse, per esempio, l’intervento di Renzo Piano al Giambellino.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Mi piacerebbe vedere ogni tanto il vigile di quartiere. Ma c’è? Vicino a casa mia c’è anche una caserma dei carabinieri, ma non mi capita mai di vederne uno in giro per le strade. E poi, soprattutto attorno al capolinea della nostra metropolitana, c’è sempre molta sporcizia. La presenza di venditori abusivi genera un viavai che lascia sempre tracce per terra.

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Sì, c’è molto verde ed è molto curato. Ci sono anche belle piste ciclabili, però sono puntualmente trascurate dai ciclisti.

Lei fai qualcosa per il suo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Faccio quello che penso ogni cittadino dovrebbe fare. Rispettare la cosa pubblica. E quando vedo qualcosa che non va, ho l’abitudine di segnalarlo a chi di dovere. Mi è capitato di trovare ascolto.

 

Portofranco, un aiuto volontario per gli studenti

Leggete cosa fanno, a Milano, questi insegnanti amici di Quartieri Tranquilli. Nata nel 2000, Portofranco è una associazione di volontari che ha creato un centro di aiuto allo studio per le scuole superiori. GRATUITO. L’iniziativa è opera di alcuni docenti che nel tempo hanno radunato altri colleghi. Portofranco è adesso una bellissima realtà, frequentata da 1800 alunni, di cui 800 stranieri, dove lavorano 120 insegnanti e 400 studenti universitari. TUTTI VOLONTARI. Il servizio è organizzato da uno staff di educatori. Per accedervi ogni ragazzo sostiene un colloquio, è registrato e usa la propria tessera sanitaria come badge per superare il tornello all’ingresso. Il lavoro è svolto in modalità “one to one”(un professore per un allievo) e su prenotazione online. Gli studenti possono essere seguiti per un massimo di tre materie, così possono parteciparvi più giovani. Tutti i volontari e gli studenti danno un feedback al termine di ogni lezione di recupero, in modo che rimanga traccia dei progressi. Portofranco (tel. 02.45471168; www.portofranco.org) è un piccolo miracolo che ha dietro la Fondazione Cariplo. Speriamo che tutti continuino a sostenere l’iniziativa. Perché è, passando per lo studio, che si crea un mondo migliore.

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Biglietto del cinema “sospeso” al Centrale di via Torino

Un biglietto gratis per uno spettacolo cinematografico. L’idea lanciata dal multisala Centrale di via Torino arriva dopo il caffè (come da tradizione napoletana), il pane (un’idea del consiglio di zona 2) e i fiori (a Sesto San Giovanni).

Il meccanismo è sempre lo stesso: il cliente, se lo vuole, oltre ad acquistare un biglietto per sé può aggiungerne un altro per un futuro spettatore che non potrebbe permettersi di acquistarlo. La ricevuta sarà inserita in una teca posta all’ingresso. Il pagante potrà anche farsi mandare un sms dal cinema in cui gli verrà comunicato quale film è stato prescelto dal possessore del biglietto donato.

Il tutto nel rigoroso rispetto dell’anonimato di entrambi. E con un risvolto tecnologico: è possibile acquistare i biglietti sospesi anche on line sul sito del cinema. Un vero dono disinteressato, insomma, tra persone che hanno in comune l’interesse per la cultura.
Non solo: il biglietto sospeso potrà essere acquistato anche online. Un’idea per unire la solidarietà con l’intrattenimento e la cultura. Piacerà?

http://www.multisalacentrale.it/

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“Il mio quartiere”: Città Studi – Marco Predari

Marco PredariMarco Predari, cd di Universal Selecta

Qual è il suo quartiere?
Città Studi che viene generalmente identificato grazie alla vivace presenza del Politecnico con le sue tante facoltà.

Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
Credo che il senso di appartenenza al quartiere sia generalmente spiccato e difeso per via delle molteplici valenze che ne fanno un quadrante di città con molte dotazioni: due linee di metropolitana con praticamente quattro stazioni a portata di gamba, la stazione FFSS di Lambrate, l’imbocco della tangenziale est. A tutto ciò si somma la buona dotazione di verde e la relativa tranquillità del traffico che nel dedalo delle vie che caratterizzano il territorio non è quasi mai congestionato.

In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Va riconosciuto che il quartiere ha mantenuto una sua spiccata vocazione residenziale e non si è modificato nel tempo consentendo di mantenere il valore degli immobili la cui disponibilità è sempre contenuta;

Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
L’unico aspetto negativo è il degrado notturno sul lato di confine in viale Abruzzi e in piazza Aspromonte dove, nelle ore notturne, la prostituzione non è contrastata dalle forze dell’ordine.

Quali sono le cose belle?
Grazie alla presenza del Politecnico, Città Studi vive una presenza, non solo diurna, di molti studenti che contribuisce a una vita notturna di quartiere ordinata e moderata. Gli ultimi tre anni hanno infatti  visto l’apertura di parecchi ristoranti che si sono subito collocati fra i più gettonati della città. In particolare nelle vie Donatello e Sansovino, in prossimità del multisala Plinius che risulta sempre esaurito.

C’è un mercato e lei ci va?
Ci sono due mercati di via Moretto da Brescia ( martedì) e Valvassori Peroni( sabato)  coprono le esigenze settimanali e io,il sabato, spesso, mi rifornisco lì, per via della grande dimensione e assortimento.

Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
In via Sansovino c’è la sede comunale di riferimento per la zona che offre parecchi servizi, anche oltre i classici documenti di rito. Credo che il nostro quartiere potrebbe essere migliorato con delle semplici azioni che possano coinvolgere tutti i residenti.

C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Una presenza programmata, a giorni e orari fissi, del Vigile di quartiere cui far pervenire le segnalazioni su eventuali difficoltà, disservizi o quanto arreca disagio ai residenti.
Sarebbe facile organizzarlo, ad esempio, presso le farmacie; ne abbiamo davvero molte sul quartiere…

Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Il verde, piuttosto abbondante, risulta curato. Non lo stesso posso dire per le aree cani.

 

 

Grazie tassista notturna!

Valentina Strada, giornalista blogger di http://valentinastrada.blogspot.it/ ha fatto questo bel ritratto di una tassista notturna. Quartieri Tranquilli la pubblica volentieri e ringrazia Valentina e la tassista notturna.

“Ieri sera verso le 22 in via Solari, a Milano, ho preso un taxi per tornare a casa. Sono salita e, con sorpresa, ho visto che al volante c’era una donna. Non mi era ancora accaduto di trovare una tassista in servizio la sera. Stavo per chiederle qualcosa del suo lavoro, che oltre allo stress comporta anche il rischio di imbattersi in qualche balordo notturno, quando vedo che si mette l’auricolare e risponde a voce bassa a una telefonata. “Si, si, bene. Hai mangiato? Ma tu amore vai a nanna…… ciao ciao, ci vediamo domani”. Il tono era quello di una mamma affettuosa. “Mi perdoni”, le ho detto dopo un po’, “involontariamente ho sentito la sua telefonata. Lei fa un lavoro pericoloso, io l’ammiro. Ma non ha paura di lavorare di notte sulla strada?”Eh…..certo. Faccio questo lavoro da molti anni; però io almeno termino il servizio all’una, ma ci sono ormai ben 35 colleghe che fanno il turno tutta la notte…. Smetto all’una, ma c’è una ragione: la mattina lavoro in ufficio. Sa, noi donne abbiamo tante responsabilità, molte più di un uomo, il lavoro, la famiglia, sappiamo fare anche diverse cose tutte insieme…..”. Eh sì che lo sappiamo. Chissà se il suo bambino nel frattempo si era addormentato. Stavo per chiederle come vede la città in quello scampolo di notte, se le sembra più o meno sicura di un tempo…. Ma intanto eravamo arrivate davanti al mio cancello. Sono scesa e la tassista ha aspettato che io fossi entrata. Solidarietà femminile, ho pensato, anche se, ammetto, pure qualche tassista uomo ormai lo fa. Poi è andata via chiamata da un altro cliente. Valentina Strada

http://valentinastrada.blogspot.it/

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foto ilsussidiario.net

Una passeggiata in bici nel Boscoincitta’

Sabato 9 aprile dalle 9,30, passeggiata al Boscoincittà 
Si affittano bici per questa avventura nella natura

Per venire al bosco in auto, vi consigliamo di arrivare in piazza De Angeli e da lì prendere la direzione Novara e sempre diritto fino alla via Novara (girando attorno a Trenno, ma basta seguire direzione Novara a Tangenziale Ovest).
Dopo il distributore Agip sulla destra (e già vedete la massa degli alberi del Bosco) trovate un lungo parcheggio all’altezza di via Novara 300 (vale per i navigatori); siamo lì ad attendervi per arrivare alla Cascina San Romano per prendere bici e caffè.

Abbiamo pensato anche ad un’auto per alcune poche persone che non se la sentiranno di pedalare lungo i canali, giustamente!

Luisa Toeschi (335 6604497) e Silvio Anderloni (3484462130)

bosco in città