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Basta poco!

Domani alle 18.30 alla libreria Feltrinelli di corso Buenos Aires 33 presento il libro di Antonio Galdo Basta poco. Pensieri forti e gesti semplici. L'autore è un amico di vecchia data che voi conoscete anche perché ha scritto per noi. Il suo motto è: Basta poco per cambiare il mondo, passo dopo passo. E basta poco a chi vuol vivere bene, felice, senza sprechi. Il libro, oltre a essere di facile lettura, è pieno di scoperte.

Signore e signori d’Italia

Quando un saggio può essere molto divertente e istruttivo. Questo è il caso di Signore e signori d'Italia della sociologa Gabriella Turnaturi. Più che un libro di buone maniere, è la storia delle buone maniere negli ultimi 150 anni. Ancora una volta, si scopre che dietro il bon ton c'è sempre una ragione politica o sociale. La gentilezza, a parte essere un dovere estetico prima che etico, è fin dall'antichità quasi sempre un modo che i potenti usano per intruppare i sottoposti. Il libro della Turnaturi inizia con il Trattato della vita elegante di Balzac e così scopriamo che tutti i grandi scrittori e grandi sociologi, come Norbert Elias, si sono dedicati a capire il perché di questo proliferare, di decennio in decennio, di libri o manuali del buon comportamento. Durante il fascismo, ci spiega l'autrice, spuntarono come funghi sotto falso nome scrittori che spiegavano come dovevano comportarsi le giovani italiane e i giovani italiani. La donna era, doveva essere, non poteva che essere che madre. Nel Sessantotto c'è il grande squinternamento delle buone maniere, quasi tutto è permesso, non rimane traccia del baciamano ma iniziano i rapporti tuistici, e i rapporti amorosi da rapporti proibiti diventano rapporti liberati. Ormai, ci sono regole di comportamento anche per gli amanti, che prima non è che non ci fossero, ma non potevano essere regolamentati in un libro. Inizia percui l'epoca del galateo disinvolto. Il saggio finisce con una meravigliosa immagine del carcere di Bollate a Milano, dove la direttrice, Lucia Castellano, ha preteso che siano rispettati i diritti dei detenuti e a loro ci si rivolga con la parola signore o signora. E' attraverso la pratica del rispetto e della buona educazione che si permette comunque ai detenuti di sentirsi ancora dei cittadini. Insomma, a parte la gioia di avere incontrato Anny e Ulisse, un signore e una signora squisiti, presentare il libro di Gabriella è stata una bella avventura, e in più ho imparato, divertendomi, tantissime cose.

Alain Elkann da Madrid con il blackberry…

Cari tranquilli, ho cercato Alain perché in molti post parlavate del suo nuovo libro. L'ho trovato a Madrid, che visitava il Prado. Non sentivamo niente, o poco. Gli ho chiesto però per voi qualcosa sull'amore a sessant'anni. Dopo un'ora col suo blackberry ha mandato questo pensiero, che è una chiosa al suo libro Hotel Locarno.

"Innamorarsi dopo i sessant'anni vuol dire vivere, andare avanti, non pensare alle rughe o alla bilancia ma ai sogni e ai sentimenti. Vivere amando o cercando l'amore è il modo migliore per vivere, se poi si sceglie l'Iitalia come scenario amoroso la bellezza circonda l'amore. Amare è vitale, sensuale, e se ci si sbaglia, se finisce, bisogna saper riprovare, ricominciare sempre, non arrendersi mai. Nulla è leggero e affascinante come l'amore. Forse l'arte e il sogno e la p&œlig;sia sono metafore dell'amore."

habemus papa

Sono stata a vedere l’ultimo film di Nanni Moretti: bellissimo. Voi pensate di andarci? Prendete i biglietti prima, code infinite.

VENERDI’

Venerdì presento, alle 18,30 alla libreria Feltrinelli di piazza Piemonte, il libro della sociologa Gabriella Turnaturi “Signore e signori d’Italia” un vero trattato sulle buone maniere nei secoli. Libro che fa capire come le buone maniere siano lo specchio dei tempi e rappresentino la società in cui viviamo. Vi aspetto tutti, sarà bello discuterne insieme.

LINA

Quella lina sono io, ma avete ragione voi. E’ un fatto tecnico se mi registro, ho lascio il computer con la mia registrazione accesa com’è successo con la famiglia di Antonio, compare la mia faccia, se invece firmo come esperta viene solo lina. Per evitare questi disguidi tecnici adesso mettiamo la faccia dappertutto così non ci sono problemi con le omonime.

MARIO BELLINI Cinquant’anni del Salone del mobile

Ci scrive Mario Bellini, il grande designer, per festeggiare con noi i cinquant'anni del Salone.

Cara Lina, il Salone compie cinquant’anni, e io stesso ne festeggio cinquanta dall’inizio della mia avventura di architetto e designer. Da allora tutto è profondamente cambiato. Perché oggi una sedia non si disegna più con la matita e con le mani (anche se io lo faccio ancora), ma con il computer, realizzando render complessi che sono il risultato di virtuosismi della tecnica e della bravura di giovani progettisti “nativi digitali”.
Perché i materiali che si usano non sono solo quelli tradizionali, ma anche plastiche, resine, carte riciclate o pressate e compositi high-tech.
Perché i committenti non sono più solo quegli illuminati capitani d’industria brianzoli che hanno inventato il made in Italy dell’abitare e che quando si sono trovati davanti alla parola “design” non ne conoscevano né il significato, né la pronuncia. E perché anche
i designer non sono solo più quel gruppo di architetti-pionieri travolti dal boom economico dell’Italia degli anni Sessanta, ma schiere di giovani creativi che arrivano da tutto il mondo. Da Sudamerica, Corea, Africa, India, Australia. Ecco, cinquant’anni di Salone del Mobile (ma
non li dimostra), perché sì, tutto è cambiato, tranne l’appuntamento a Milano. Perché solo qui, e in nessun altro luogo del mondo, si dà appuntamento l’eccellenza del design, ieri internazionale, oggi globale. Un settimana di festa e di celebrazione di quella straordinaria creatività, fantasia, invenzione, che si traduce, con un colpo di genio e di magia, in un oggetto. Ma anche in emozioni e nuovi stili di vita. Mario Bellini
 

Philippe

Leggo, qui sotto, che le tranquille sono appassionate di Phililippe Daverio. Philippe e sua moglie Elena, detta l’ elefante, il pezzo migliore della famiglia, sono miei grandi amici. Chiederò a Philippe una prima sull’arte contemporanea, vediamo come ci sorprenderà. Intanto lo chiamo per dirgli che su Tranquilla ha un alto indice di gradimento, adora piacere e non compiacere, ne sarà contento.

Mimmo Paladino

Bella mostra di Mimmo Paladino a Palazzo Reale. La montagna di sale con i cavalli davanti era un po’ sacrificata, forse ci voleva uno spazio più grande per rendere l’impatto più coreografico. Tutto quel sale viene da Trapani. Vi piace l’arte contemporanea? Vi emoziona?

LIBRI E MOSTRE

Ieri, sono stata alla galleria Nuage, via del Lauro, dove c’era la mostra: “Tutti da Fulvia il sabato sera”.Riuniti i disegni del pittore Tullio Pericoli con gli interventi di Emanuele Pirella. 30 anni della nostra vita nella rubrica più nota di Repubblica, finita con la morte di Emanuele P. Della mostra è stato fatto anche un irresistibile, piccolo, libro che ci fa ripercorrere tutti i nostri tic di questi ultimi decenni.

STELLA PENDE

Oggi, Stella presenta, alle 19, il suo libro “Confessione reporter” alla Fondazione Catella a Porta nuova: Ci saranno tutti i direttori della sua vita da inviata, una parata, trasversale, del giornalismo italiano. Vittorio Feltri, Lanfranco Vaccari…

TORBID&œlig; MORBOSO

L’avevo ricevuto a casa e non l’avevo nemmeno preso in considerazione, poi un paginone sulla cultura di Repubblica me l’aveva fatto ritirare fuori. Tigre, tigre di Margaux Fragoso è una storia di pedofilia che atterrisce e spiega come la vittima sia in questo caso vittima due volte. Una vittima alla ricerca d’amore. E’ una lettura molto forte sopratutto per l’implicazione psicologica. Avevo portato tanti libri alle terme, sto finendo quello.

d’Annunzio

Mi arrivano tanti libri, non riesco a leggerli tutti, anche se tutte le sere, prima di addormentarmi, leggo 10 pagine. Quando è arrivato Peccato di maggio, la storia di Maria di Gallese, moglie di Gabriele d’Annunzio sono stata presa da una grande curiosità. Ignoravo che il p&œlig;ta avesse avuto una moglie e tre figli. E che moglie! Mancano poche pagine alla fine, ma Maria di Gallese rappresenta ormai per me l’emblema della moglie che non solo sopporta, ma sublima tutto. Oltre a lei si riscopre d’Annunzio.