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PARANOIA

Ho appena finito un libro di Luigi Zoja. Paranoia. La follia che fa storia. E’ un tomo di di oltre 400 pagine quanto mai interessante. Più che dalla paranoia collettiva sono stata colpita da quella individuale. Leggendolo ho capito molte cose. Lo consiglio solo a dei lettori interessati a problemi storici o psicologici.

Con la matita.

Ho appena iniziato, con diletto e matita fra le dita, Sull’equilibrio” Ponte delle Grazie, un saggio di Adam Philips. Sono qui che sottolineo, per adesso ve lo consiglio. Ho già pensato di regalarlo, per Natale, a mio figlio.

Non lo sapevo!

Ho appena finito di leggere, con grande diletto, Il Cristo Zen di Raul Montanari ,ediz. Indiana. Un raffronto, accurato, fra le intuizioni dei m&ælig;stri Zen e dello stesso Buddha con le parole e i comportamenti di Gesù.Ho sottolineato tutta la mia copia e ne ho presa un altra da donare a mio figlio. Quando l’ho visto mi ha sorriso grato, spiegandomi che in America c’è un video su questo, mai arrivato in Italia. Lo sapevate?

Liberi di morire

Con Liberi di morire, di Alberto Radicati di Passerano, considerato da Piero Gobetti nel lontano 1926 il «primo illuminista della Penisola» e il «primo nobile clamorosamente ribelle allo spirito di casta dei nobili», debutta la casa editrice Indiana, di Bernardino Sassoli de' Bianchi, un giovane filosofo bello, aristocratico e single, che è sicuramente il giovane editore più desiderato del momento. Giulio Giorello firma la prefazione, di cui diamo a Tranquilla una sintesi:

"La volontà di qualche legislatore di punire il suicidio è tanto assurda quanto quella di «sferzare una statua», diceva Cesare Beccaria. In tempi come i nostri, in cui si teorizza un diritto alla vita che in realtà è un obbligo a vivere a ogni costo (quali che siano le condizioni del nostro corpo e della nostra mente) e si prospettano leggi che privano i sudditi dell’autodeterminazione, imponendo quello che Mina Welby ha chiamato «il sondino di stato» («Corriere della Sera», 13 luglio 2011), è sempre bene rileggere un testo come questo. Radicati sosteneva la liceità del suicidio e che «l’uomo ha iniziato a temere la morte non più meramente per paura, o per una riluttanza a cessare di vivere: bensì per il timore di incontrare mali nuovi, più dolorosi di qualsiasi cosa esperita o sofferta in vita». E` nata così una burocrazia della morte, che opera mediante l’amministrazione della paura. Ed è contro questa perversione insieme dell’intelletto e dell’immaginazione che Radicati compie una vera e propria «rivoluzione della mente». L’idea del conte di Passerano di ripulire la comprensione umana da ogni forma di vano terrore non è solo funzionale alla scelta degli individui di come morire, ma anche alla scelta degli individui di come vivere". Giulio Giorello
 

Abbasso i profeti di sventura!

Avete paura che la fine del mondo sia imminente? Credete veramente a chi invoca i Maya, Nostradamus, l'allineamento dei pianeti,il ribaltamento del polo magnetico, per prevedere l'Apocalisse nel 2012? Tranquilli, scienza, storia, archeologia, astronomia e religione dicono in realtà il contrario. Non c'e' nulla da temere. Come dimostra Alessandro Cecchi Paone nel suo 2012 – Manuale contro la fine del mondo  pubblicato da Gangemi. Con l'aiuto del buon senso e del senso dell'umorismo troverete anche buoni motivi per farvi beffe di uccellacci del malaugurio e profeti di sventura, e per non rinunciare ad amare, studiare, lavorare, investire sul futuro.

Francesca ZAJCZYK – La sfida delle giovani donne

È appena uscito, da Franco Angeli, l'ultimo libro di Francesca ZAJCZYK, scritto con due giovani autrici Barbara Borlini e Francesca Crosta:

Da una parte sempre più donne riescono a occupare posizioni dirigenziali nel mercato del lavoro. Dall’altra, però, nonostante abbiano titoli di studio ormai comparabili a quelli maschili e siano sempre più sicure delle proprie aspettative e dei propri progetti, la parità di genere nei percorsi occupazionali e di carriera è un traguardo ancora molto lontano.
L’obiettivo di questo agile volume è quello di delineare il cambiamento, carico di contraddizioni, che caratterizza la realtà italiana, fornendo un quadro generale della condizione delle giovani donne nel nostro P&ælig;se, con particolare attenzione alle fasce più professionalizzate.

 

Cosa state leggendo?

Case state leggendo. Ieri sera ho finito Le 101 donne più malvagie della storia. Dentro l’elenco hanno messo anche Anna Maria Franzoni, che a me , comunque sia andata, sembra sopratutto una povera donna, più che una donna malvagia.

PRADA

Sono stata alla sfilata di Prada, niente male, una donna dolce e perbene che sa bene dove dirigersi. Esattamente come Miuccia che vado subito a mettere in Parliamone fra le donne che mi piacciono. Ma forse lei è troppo giovane, lasciamola solo qui. Ma il genere è quello: il nostro.

Editoria “rosa” in mostra a Milano

Ottant’anni di editoria italiana al femminile riunita in una mostra. Ha inaugurato ieri a Milano, presso il Palazzo della Permanente, la rassegna “Lei e Le altre. La moda e lo stile attraverso l’editoria, dal 1930 ai giorni nostri”. L’allestimento non solo è uno spaccato di storia del giornalismo (attraverso le immagini delle riviste RCS dal 1930 a oggi) ma è un vero percorso culturale e iconografico lungo l’evoluzione del costume femminile. “A guardarli in edicola, oggi come trent'anni fa, i giornali femminili sembrano sempre identici a se stessi: belle ragazze eleganti e sorridenti in copertina; il sorriso oscilla fra seduzione e buona educazione, l'eleganza fra il portabile e l'irraggiungibile”, commenta  Maria Luisa Frisa, curatrice della mostra.  Realizzata  in collaborazione con la Fondazione Corriere della Sera e patrocinata dal Comune di Milano, la mostra resterà  aperta fino al 15 ottobre 2011. Sponsor ufficiale dell'intera iniziativa è Rilastil marchio storico che rappresenta l'innovazione cosmetica al fianco delle donne da decenni. A corollario dell'allestimento, infatti, l'azienda espone materiale iconografico illustrativo del mutamento negli anni della comunicazione dei propri prodotti.

Due amici, di Carlo Mazzoni

Ecco cosa ne ha scritto Chiara Dell'Acqua

Amicizia. Amore. Passione. Un rapporto più importante della vita stessa, quello tra Gio e Matteo, trent'anni, milanesi, protagonisti dell'ultimo romanzo di Carlo Mazzoni, Due amici (Galleria Fandango, pagg. 196). Chi ha già letto i suoi romanzi precedenti – I postromantici (2007) e Il disordine (2009), pubblicati entrambi per Salani – conosce già questi nomi e il potere e la bellezza che trasudano, ma qui è diverso, le trame di palazzo e gli scandali familiari sono scomparsi, solo due amici cresciuti insieme, che non possono vivere separati.
“Dimidium me&ælig; anim&ælig;”, così nelle Odi Orazio chiama Virgilio e non trovo espressione più appropriata per Gio e Matteo, una persona in due. Stessa sensualità, stessa ambizione, stessa inquietudine: «costretti a cercare, a camminare per le vie del mondo, per le arterie degli uomini, senza trovare riposo».
All'improvviso, la loro vita si arresta: Matteo entra in coma a causa di una emorragia alle meningi. La paura, il fiato sospeso, in bilico non sono solo i titoli di tre capitoli del romanzo, ma rappresentano l'animo di Gio in questa tragedia. Sullo sfondo l'enorme ospedale di San Raff&ælig;le e le nuvole nere in cielo. Ore che non passano mai, in attesa di un lieve miglioramento, di un minimo movimento, dopo un intervento chirurgico delicatissimo. Una stasi inversamente proporzionale al ritmo vorticoso con cui affiorano i ricordi, ammantati da una spessa cortina di nostalgia.
Come tanti scatti fotografici, rivivono l'estate ai Ronchi, Lucia di Lammermoor alla Scala, il canottaggio, l'Italia in macchina, Portofino, Orvieto, Venezia e l'anziano signore presso punta della Dogana che invitò loro a «non dimenticare quanto fosse importante uno sguardo, quanto potessero osare gli occhi. Disse…“viviamo attraverso chi riesce ad amarci soltanto guardandoci”».
E poi il diabete, diagnosticato a Matteo all'età di quattordici anni e il rigore condiviso nel curare e soprattutto nel convivere con questa malattia, come se fosse di entrambi. Nessuna donna li può separare, nemmeno Margherita, bella come una dea: «il viso vergineo ma conturbante, i lineamenti perfetti, i capelli lunghi e neri e dritti, le labbra chiare e sensuali, gli occhi obliqui».
Ma il rapporto tra i due amici è pieno di ombre, fatto di separazioni e di reciproche attese, come quando Gio parte per New York, – per amici Dorothy Parker e Porfirio – tagliando ogni contatto con Matteo. Al rientro, basta uno sguardo con gli occhi lucidi per ritrovarsi e poi partire subito insieme per Copenaghen: «parlammo come due fuochi d'artificio davanti a un pubblico di stelle. Respirare non ci servì».
Se è vero che «il cielo è l'unica forma di infinito concessa all'uomo», Gio e Matteo possono tutto sulla terra: «a chi ha sarà dato, a chi non ha sarà tolto. Tutto quello che ti è stato dato, ti è stato dato per moltiplicarlo. Sei forte e diventi potente, sei bello e diventi un bacio, sei un genio e diventi un santo. Ci sono milioni di modi per moltiplicare ogni tua luce, la tua voce avrà volume e volume e respiro».
Un romanzo autobiografico, come testimonia il volto dell'autore in copertina, un volto a metà, più illuminante di mille parole, per spiegare che si è completi solo in due.
Vi invito a vedere la videoclip del libro (http://www.youtube.com/watch?v=EdiwYzJ__gQ) , come se il romanzo fosse una canzone. Si tratta di una novità in campo editoriale, il video è un estratto del primo capitolo con la voce e le immagini di Carlo Mazzoni che legge il primo capitolo, con una percussione e un pianoforte acustico.

Bel-Ami

Si presentò al Boulevard Malesherbes alle due. Lo fecero passare in salotto. Aspettò.

La signora Walter apparve con la mano tesa in uno slancio di gioiosa premura.

"Qual buon vento?"

"Nessun buon vento, ma il desiderio di vederla. Una forza misteriosa m'ha sospinto a casa sua, non so perché, senza ch'io abbia niente da dirle. Son venuto, eccomi qua! Mi perdona questa visita mattutina e la franchezza della spiegazione?"

Aveva detto tutto questo in tono galante e faceto, col sorriso sulle labbra e molta serietà nella voce.

Lei se ne stava lì stupita, un poco rossa, balbettando:

"Ma… a dire il vero… io non capisco… lei mi stupisce…"

Lui aggiunse: "E' una dichiarazione in forma giocosa, per non spaventarla…"

S'erano seduti vicini. Lei prese la cosa come uno scherzo.

"Dunque è uan dichiarazione… seria?"

"Ma certo! E' da un pezzo che volevo fargliela, anzi da un bel pezzo. Ma non osavo. Dicono che lei sia molto severa, molto rigida…"

La signora Walter aveva riacquistato la propria disinvoltura. Rispose:

"E perché ha scelto oggi?"

"Non so" disse lui.

Poi, abbassando la voce, soggiunse: " O meglio, perché da ieri non son riuscito a pensare ad altro."

Lei balbettò impallidita a un tratto: "Via, basta con le ragazzate, cambiamo discorso."

Ma lui le si era buttato ai piedi così bruscamente da metterle a un tratto paura. Tentò di alzarsi, Geroges la costrinse a restar seduta stringendola con le braccia alla vita, e ripetendo appassionatamente: "Sì, è vero, l'amo follemente, da un pezzo. Non mi risponda nulla. Cosa vuole che le dica, sono un pazzo. L'amo… Oh, sapesse quanto l'amo!"

Lei si sentiva mancare, ansava, cercava di parlare senza riuscire a pronunciare una parola. Lo respingeva indietro con tutte e due le mani, lo aveva preso per i capelli per impedirgli di avvicinar la bocca alla sua. Girava il capo da destra a sinistra, di scatto, con gli occhi chiusi per non vederlo più.

Lui la toccava attraverso il vestito, la maneggiava, la palpava, mentre lei si sentiva svenire sotto quelle carezze brusche e forti. Georges si alzò all'improvviso e cercò di prenderla, ma lei, rimasta libera un attimo, gli sfuggì con una mossa all'indietro, e si mise a scappare da una poltrona all'altra.

Gli parve ridicolo rincorrerla, e si lasciò cadere su una sedia coprendosi il volto con le mani e fingendo di singhiozzare convulsamente.

Poi si alzò, gridò: "Addio, addio", e fuggì via.

Riprese tranquillamente la mazza in anticamera e scese in istrada pensando: "Cribbio, mi sa che ci siamo." E passò dal telegrafo per fissare un appuntamento con Clotilde per l'indomani.

(da Guy de Maupassant, Bel-Ami, traduzione di Giorgio Caproni, Garzanti)  

Sandro Penna: Come è bello la sera d’estate…

E' bello lavorare

nel buio di una stanza

con la testa in vacanza

lungo un azzurro mare.

 

Baciami sulla bocca, ultima estate

Dimmi che non andrai tanto lontano

Ritorna con l'amore sulle spalle,

ed il tuo peso non sarà più vano.

 

Come è bello la sera d'estate

in un caffè all'aperto chiacchierare,

o meglio ancora con qualche languore

beatamente ascoltare.

In tutto questo non è disonore.

 

(Le p&œlig;sie sono tratte da Sandro Penna, P&œlig;sie, Garzanti)

Cesare Pavese, La città semivuota

Di tutta l'estate che trascorsi nella città semivuota non so proprio che dire. Se chiudo gli occhi, ecco che l'ombra ha ripreso le sue funzioni di freschezza, e le vie sono appunto questo, ombra e luce, in un passaggio alternato che investe e divora. Amavamo la sera, le nubi torride che pesano sulle case, l'ora calma. Del resto, anche la notte ci faceva l'effetto di quella breve penombra che inghiotte chi dal gran sole rientra in casa. C'incontravamo all'imbrunire, ed era già mattino, era un'altra giornata tranquilla. Ricordo che la città era tutta nostra – le case, gli alberi, i tavolini le botteghe. Nelle botteghe e sui banchi rivedo montagne di frutta. Ricordo il profumo caldo e le voci nelle vie. So dove cade a una cert'ora il riquadro del sole sul mattonato della stanza.

libri da donne.

Ieri sono andata alla presentazione del libro di Sonia Raule, ad un certo punto uno dei relatori ha detto: è un libro da donne. Dalla sala si è alzato un boato e Paolo Mieli ha detto, ironicamente, ho sempre saputo di avere una parte femminile molto sviluppata. Cosa è per voi un libro da donne?

COSA VI PIACE?

Nel “Giovane Holden” di Salinger, ad un certo punto la sorella piccola chiede a Holden: “Cosa ti piace?” Domanda che non trova risposta. A voi cosa piace?