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Risotto alla Traviata

risotto

Ecco il racconto di una serata magica di Mirna e Francesca

Ciao da Mirna e Francesca. Vi vogliamo raccontare come abbiamo vissuto la sera della Traviata, la prima della Scala, qui a San Vittore. Siamo andate, un gruppo di donne, nel settore maschile, nella rotonda,  dove era stato tutto bene allestito per ospitare più o meno 200 persone fra detenuti e ospiti esterni. La prima cosa che abbiamo notato è stata che noi donne eravamo dietro,  gli uomini davanti e di fianco a noi, insieme alle altre persone, c’erano figure importanti come il Ministro della Giustizia Cancellieri, il magistrato Bruti Liberati, l’oncologo Veronesi e altri.

A dire la verità, questa Traviata così moderna non ci è piaciuta molto, anzi, non vedevamo l’ora che finisse; ho notato un ragazzo con le cuffie sulle orecchie e ho chiesto a Franci: “Credi che quello lì sia una guardia del corpo?”. Lei si mette a ridere e, burlandosi di me, mi risponde: “Non vedi che ascolta la partita alla radio!” Che figura!

Poi ci si avvicina il Ministro Cancellieri, ci chiede come stiamo e dice di non preoccuparsi perché farà tutto quello che è in suo potere per dare un’amnistia o l’indulto, che non dipende tutto da lei. La ringraziamo e, nel silenzio che si è creato dopo le sue parole, una nostra compagna le dice: “ Ma, lei Ministro spinga, spinga.” Abbiamo a stento trattenuto le risate per educazione e per non ferirla. Comunque questa donnona grande e con la faccia buona ci ha trasmesso tenerezza e speranza, l’unica che non ci abbandona mai.

Arrivano le pause, da noi molto attese: chi doveva andare in bagno, chi si prendeva un rinfresco, tè e biscotti fatti dalle donne dall’ICAM, e, se Dio vuole arriva anche la fine, tra applausi e fischi. Abbiamo commentato l’opera fra di noi, chi l’aveva apprezzata e chi no; so che la mia opinione non vale molto, però la dico ugualmente: quella non è il tipo d’opera che mi piace, preferisco qualcosa di più allegro e poi, se la devo dire tutta, mi sarebbe piaciuto vederla con i costumi d’epoca, anche perché io, occupandomi della sartoria di San Vittore sono molto interessata agli abiti. “E tu, Franci, come hai vissuto questa Traviata?” “Mi sono annoiata da morire, quasi mi pento di essere venuta.” Io ribadisco che è stato comunque importante per noi, abbiamo fatto qualcosa di diverso, nella monotonia di giornate interrotte solo dal lavoro e da qualche corso.

 

Poi, come per magia, viene il bello, prima il bastone poi la carota. Eravamo tutti insieme, con la gente comune, abbiamo parlato un po’ con tutti, dei nostri progetti per il futuro, abbiamo trovato tante persone disposte a venire a tenere corsi per noi, a fare volontariato e a insegnarci quello che sanno. Lungo i corridoi che portano ai raggi delle celle maschili erano allineati dei tavoli, preparati con molta cura, nel primo c’erano le bibite e il panettone, nei successivi, enormi pentoloni di questo meraviglioso risotto alla milanese. Non sapevamo come comportarci, così abbiamo aspettato fino a quando qualcuno ci ha invitato ad andare a mangiare il risotto e ci ha consigliato di andare all’ultimo tavolo dove era appena arrivato il grande pentolone, per cui non si era ancora ammassata tanta gente. Che meraviglia quel risotto, erano anni che non ne mangiavo di così buono, “E tu, Franci, l’hai assaggiato?” “Come no, Mirna, non solo l’ho assaggiato, ho fatto anche il bis, però, siccome mi vergognavo, ho cambiato tavolo, così me lo sono gustato per bene, bravissimi in cucina!” Poi c’era un tavolo con caffè, tè e una grandissima cesta piena di clementini e ci siamo fermate anche lì. Alla fine ci viene incontro l’educatrice e ci chiede se avevamo provato il panettone regalato dal Prefetto, che, nel frattempo, aveva lasciato la Scala e si era unito con sua moglia alla nostra festa. Questo panettone, fatto ancora in modo artigianale, era meraviglioso, non potevamo certo perdercelo, anche se le altre si stavano raggrupando per tornare al femminile. Mentre stavamo gustando questa leccornia, qualcosa si muove, vengono a recuperarci come bambini a una gita scolastica e così finisce questa stupenda serata, con il cuore felice e la pancia piena.

“Tu che dici, Franci, lo rifaranno, tutto, compreso il risotto?” Speriamo di sì, anzi facciamo un appello, vogliamo ancora la risottata di Stefano e dei suoi ragazzi: bravi, bravissimi!

Canto la storia dell’astuto Ulisse

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È così che si intitola lo spettacolo di Flavio Albanese che vi trascinerà nel mondo mitologico dell’Odissea. Attraverserete i venti anni di viaggio e le mille avventure che Ulisse, partendo dalla guerra di Troia (che dopo 10 anni fu conquistata grazie a una sua idea), compirà per tornare a casa, sfidando la rabbia degli dei (Poseidone scatena con la sua rabbia 10 anni di mare in tempesta dato che Ulisse ha reso suo figlio, il Ciclope Polifemo, cieco). Ulisse conoscerà la maga Circe che trasformerà i suoi compagni in bestie (e, con l’aiuto di suo zio Apollo, li ritrasformerà poi in umani). Astutamente resisterà al canto delle sirene, rinuncerà all’immortalità offertagli da Calipso (perché a cosa serve una vita eterna se non è vissuta pienamente?) e passando dall’Ade tra indovini e mostri tornerà alla vita, alla sua vita che ancora non si è dimenticata di lui. Giunto a Itaca ritrova ad attenderlo l’amore di Penelope, che con lo stratagemma della tela è riuscita ad aver salva la vita e rimanergli fedele, il figlio Telemaco, ormai uomo, e il cane, unico a riconoscerlo subito. Bellissimo il gioco di luci e ombre che disegnano le sagome, create da Emanuele Luzzati.

Uno spettacolo meraviglioso perché la narrazione di Albanese è divertentissima: ci mette passione e trasporto e ti fa pensare che, anche se il palcoscenico della storia è cambiato, i sentimenti più o meno sono rimasti gli stessi e che nella vita degli uomini i problemi ci sono sempre stati ma il segreto di Ulisse, che è forse il più grande insegnamento per tutti noi, è riuscire a vivere i problemi come sfida. Tutto come un’avventura. Anche vincendo contro le difficoltà e le paure che ci sono dentro di noi perché questo viaggio, anche interiore, potrebbe farci ritrovare la strada verso casa dove ci aspetta la nostra vera vita e anche l’amore.

Sofia Passoni, 10 anni

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Il cantastorie in noi

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COSA OFFRE :Il percorso formativo propone la lettura animata per accostarsi al mondo dell’infanzia con nuovi strumenti pedagogico-creativi. Offrirà esperienza e tecniche per acquisire padronanza dell’uso della voce della gestualità e della modalità di approccio ai propri piccoli uditori, modalità adattabili ai vari contesti in cui si concretizzerà l’occasione di lettura ad alta voce. il corso è anche un’ occasione per mettersi in gioco, per scoprire quel potenziale creativo che è in noi, per condividere un’esperienza di gruppo sciogliendo blocchi e timidezze attraverso l’espressione vocale e corporea.

 A CHI SI RIVOLGE: il corso di lettura animata viene proposto come occasione formativa per genitori e parenti, insegnati, educatori, studenti, volontari e chiunque desideri diventare appassionato lettore al servizio dell’infanzia.

 DIVENTARE APPASSIONATI NARRATORI

Per far scaturire un autentico amore per il libro e per la lettura, è indispensabile che le motivazioni e le spinte si sviluppino su un vissuto emozionale positivo, mediante il quale la lettura, da un fatto meccanico, si trasformi in gioco. La lettura viene proposta  come un gioco divertente e creativo, come un insieme ricco di esperienze positive e significative, di possibilità espressive in cui il risultato finale non sarà una semplice fruizione passiva, ma un vissuto attivo e coinvolgente. S’intende riscoprire così l’arte di raccontare: un prezioso strumento di relazione affettiva tra grandi e piccoli.

 MODALITA’ – DOVE E QUANDO  

SABATO 5 APRILE dalle ore 9 alle ore 17  – presso INTEGRAL YOGA SHANTI Milano, Via Morosini 16 – indossare abiti comodi e calze antiscivolo

 

COSTO50  euro a persona comprensivi di workshop e buffet biologico vegetariano a base di riso, verdure, insalate fresche, torte salate, frittate,  dolci e tisane

 PRENOTARSI al 388.3280189 Francesca Amat o pagina fb atelier del vento ENTRO il 25 marzo

 LA CONDUZIONE: Francesca Amat , artista e performer, si dedica da oltre 20 anni alla didattica creativa del libro e della fiaba ideando testi e fiabe sulla natura, l’ambiente e i diritti umani.

Suoi laboratori di arte visiva e performativa sono stati ospitati in numerose biblioteche, Festival internazionali e saloni editoriali. Per la Provincia di Milano, Novara e vco ha condotto laboratori in oltre 50 scuole dell’infanzia e primarie, lavora da 20 anni negli diversi ambiti del disagio sociale presso Centri diurni, Asl, Carcere. Conduce corsi di formazione per insegnanti ed educatori. Ha pubblicato disegni e canzoni per le case editrici Sinnos, La vita Felice, Campanotto, Ed. Pulcino Elefante, Franco Cosimo Panini ragazzi. Dal 2008 al 2011 ha avuto un incarico dalla Biblioteca di Verbania come referente per il progetto Nati per Leggere, per il quale ha formato oltre 100 volontari (tra insegnanti e genitori) attivi sul territorio. Dal 2009  è invitata come ospite dallo scrittore Bruno Tognolini al festival internazionale di letteratura per l’infanzia TUTTESTORIE, presieduto da David Grossman, per la conduzione dell’Ufficio Poetico, la creazione di mostre e di laboratori. Nel 2009  fonda a Meina L’ATELIER del VENTO, centro studi e ricerche per la pedagogia dell’arte visiva e performativa. Dal 2012 collabora con l’Università Bicocca di Milanofacoltà di scienze della formazione primaria , per la conduzione di lezioni e  laboratori di pedagogia del corpo.

www.atelierdelvento.it

Parte il Concorso Guido Martinotti

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Per la prima volta a Milano nasce un concorso giornalistico per raccontare in forma di inchiesta multimediale la città. L’iniziativa, volta ad accrescere la conoscenza dell’area metropolitana e a favorire lo sviluppo delle iniziative spontanee nei quartieri a sostegno dei bisogni della comunità, nasce come evento ideato e organizzato da Quartieri Tranquilli e dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Milano- Bicocca, che ha indagato per anni l’evoluzione del tessuto sociale cittadino.

Il premio che porta il nome di Guido Martinotti, uno dei grandi sociologi urbani contemporanei (a lungo docente e prorettore dell’Università di Milano-Bicocca e promotore della rinascita del quartiere come nuovo distretto culturale), sarà assegnato ai lavori più significativi degli allievi dei master di giornalismo cittadini. Gli studenti di Cattolica, Iulm e Statale si impegneranno in una ricerca sul territorio per scoprire e far conoscere l’anima solidale dei quartieri, vere cittadelle, rioni, borghi urbani dove ci si incontra, si condividono iniziative, si dà una mano a chi ne ha bisogno.

Milano, città contemporanea, aperta ai cambiamenti e alle naturali contraddizioni di tutti i grandi centri urbani, si scopre “paese” accogliente attraverso una rete solidale molto ricca di iniziative, per lo più sconosciute, portate avanti dai tanti volontari dei suoi quartieri.

Scopo del premio è la radiografia della ragnatela sociale tessuta dai cittadini, indagata con l’occhio critico, vigile e anticonvenzionale dello studente praticante di giornalismo. Trovare la chiave per scoprire e indagare il lato umano dei quartieri sarà il tema del concorso rivolto ai ragazzi che saranno liberi di esprimersi con le tecnologie oggi in uso in rete.

 

Partorire senza dolore, un diritto “sospeso”?

 

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Paola d’Amico ne scrive sulla Ventisettesima ora:

Il parto senza dolore rischia una battuta d’arresto in Lombardia. È quanto temono anestesisti rianimatori e ginecologi che, attraverso le rispettive società scientifiche, scriveranno ai vertici del Pirellone, chiedendo udienza, urgente. I loro timori si fondano su un dato di cronaca. Nel 2005, quando dopo una battaglia durata anni il parto senza dolore (cioè con anestesia epidurale) fu introdotto nei Lea (livelli essenziali di assistenza), la Regione decise di coprire i costi non pagando i singoli interventi dell’anestesista ma il servizio complessivo garantito dall’ospedale che si organizzava per le sue pazienti, sotto forma di funzione non tariffabile, come si fa per i pronto soccorsi o i trapianti d’organo. Le nuove “regole” per il 2014, cioè lo strumento con cui la Regione dice come distribuirà i finanziamenti in materia sanitaria, cancellano la «funzione integrativa per parti effettuati in analgesia». E rinviano il riconoscimento di tale attività a “future negoziazioni”. Con chi? Si domandano i professionisti che negli anni Novanta hanno guidato la battaglia in difesa del diritto delle donne al parto con epidurale. Nel 2012 per il parto senza dolore furono stanziati 5 milioni di euro. Lo scorso anno uno in meno. Il futuro lascia margini d’incertezza. Calano i parti oggi, in Lombardia (91mila nel 2012), come nel paese intero. Ma, forse proprio grazie all’introduzione dell’epidurale, è calato vistosamente anche il ricorso al taglio cesareo (25 mila contro i 28mila del 2009). Nel 2001 l’Istat registrava che solo il 3 per cento delle donne partoriva con anestesia epidurale. A pagamento, in casa di cura. Un anno prima, nel 2000 il Comitato etico nazionale aveva sancito il diritto delle donne a scegliere come partorire, con o senza dolore. Oggi, in 62 punti nascita della Regione su 75, le donne possono chiedere di mettere al mondo un figlio senza dolore. Ci sono punte, come nella Clinica Mangiagalli, dove la percentuale di copertura è dell’80 per cento. In media, in Lombardia, il 20 per cento delle donne che lo scorso anno ha avuto un figlio per via naturale ha potuto accedere all’anestesia epidurale. Primi in Italia, sempre fanalino di coda d’Europa, superati anche dalla Spagna (35%). Aggrappati alla speranza di non fare passi indietro.

Omaggio a Milano alla Ex Fornace

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Venerdì 28 febbraio 2014, ore 18.00 – 21.00, alla Ex Fornace, Alzaia Naviglio Pavese n°16 Milano, si inaugura la doppia mostra ‘Omaggio a Milano’.

IN MEZZO ALLA CITTÀ Dipinti di Milano, di Andrea Ferrari Bordogna, e LUCI NELLA CITTÀ, fotografie di Antonio Paoletti a Gabriele Basilico, Archivio Storico Fotografico di Fondazione Aem, a cura di Fabrizio Trisoglio.

 

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Ragazzi e nuove tecnologie

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Come influisce la nostra società tecnologica sui nostri adolescenti? Quali potenzialità, quale minacce rappresenta? Il 21 febbraio dalle 18 alle 20 presso la sala Scopri-Coop al primo piano del complesso commerciale del supermercato Coop di via Arona (Zona 8) si terrà un incontro gratuito di informazione e riflessione dal titolo “Ragazzi e nuove tecnologie: rischi e opportunità” condotto da tre psicoterapeuti che da anni si occupano di adolescenza. E’ rivolto ad insegnanti, genitori, educatori e adulti interessati al tema. L’incontro è organizzato da Area G Cooperativa sociale, che da anni si occupa di adolescenza attraverso interventi di prevenzione, ricerca, formazione e cura, rivolti agli adolescenti e alle loro famiglie.

 

Una visita/scoperta alla Casa dell’Energia di Milano

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A Milano in piazza  Po 3 un lungo e austero edificio in mattoni rossi dall’aspetto quasi industriale – un tempo sottostazione elettrica – è sede da qualche anno di un Museo particolare, la Casa dell’Energia, dove ogni giorno arrivano studenti  delle scuole elementari e medie e cittadini (giovani e non solo giovani) a scoprire qualche cosa in più sul tema dell’energia. Accendere un computer, una lampadina o un elettrodomestico è un’azione che compiamo quasi senza pensarci. Spesso ci dimentichiamo che, per funzionare, questi oggetti consumano energia.  Più precisamente consumano energia elettrica. Da dove arriva l’energia elettrica che utilizziamo tutti i giorni? Come si fa a produrla e soprattutto come si può utilizzarla al meglio nel rispetto dell’ambiente? La Casa dell’Energia, sede di Fondazione Aem – Gruppo A2A ospita  trenta postazioni interattive che permettono al visitatore di toccare con mano l’energia: la visita parte dal piano inferiore, con installazioni che illustrano i vari tipi di energia, i principi fisici su cui si basa e come viene utilizzata. Tra le più curiose, il plastico con il trenino mosso dall’energia eolica, la sfera che mostra il ciclo di trasformazione dell’energia potenziale a cinetica o la pista delle macchinine, che funziona con l’energia di un pannello solare, la cella a combustibile (fuel-cell). Il piano superiore è dedicato invece ai temi della sicurezza e dell’efficienza energetica, applicati alle apparecchiature domestiche di uso quotidiano. Prossimamente sarà inoltre attrezzata una nuova e moderna postazione dedicata all’ambiente e al concetto di sostenibilità ambientale. Il percorso di visita termina con la visione di un filmato speciale proiettato su uno schermo alto otto metri. Uno scienziato “pazzerello” parla di energia in un crescendo di effetti speciali che farà rimanere gli spettatori con gli occhi incollati davanti allo schermo.

Lo staff della Casa dell’Energia è disponibile per condurre una visita guidata per i navigatori di  “Quartieritranquilli” e per i loro bambini( dalla 5° elementare in su); raccoglieremo le adesioni che perverranno all’indirizzo mail: casaenergia@a2a.eu …    e poi proporremo una data in orario pomeridiano.

Il servizio è gratuito!

Rif. Antonio Castaldi

antonio.castaldi@a2a.eu

Tel.02/77203442

Indirizzo www.casadellenergia.it

mail : casaenergia@a2a.eu

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A scuola di orto

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A SCUOLA di orto
CORSO-LABORATORIO al Boscoincittà
Per informazioni info@cfu.it<mailto:info@cfu.it> – www.cfu.it<http://www.cfu.it> – tel. 02.4522401

Coltivare un orto o qualche piantina sul balcone di casa è una esperienza gratificante, non solo per il piacere in sé ma anche per la vista e il palato… Avete mai pensato al piacere di auto-produrre fiori e ortaggi, secondo il proprio gusto e la propria personalità?

Per farlo insieme, vi  aspettiamo al corso-laboratorio organizzato al Boscoincittà dal CFU-Italia Nostra: una ventina di lezioni suddivise tra aula e campo, con la possibilità di coltivare e raccogliere i prodotti per un intero anno. La gestione di un orto collettivo sarà anche una esperienza di condivisione e socializzazione, per trascorrere piacevolmente, immersi nella natura, il tempo libero.

Immersi nella tranquillità e nella natura, perché Boscoincittà è un parco pubblico con tanti orti, boschi, prati, fiori, aree per il pic nic. C’è anche un laghetto… a soli 4 chilometri dal centro di Milano. Si raggiunge facilmente in bicicletta o con i mezzi pubblici (autobus 72, fermata via San Romanello, angolo via Novara da MM Gambara).

La partecipazione al corso prevede una iscrizione entro i primi giorni di febbraio e un contributo di 180 euro. Per maggiori informazioni è disponibile la locandina a questo link<http://www.cfu.it/images/stories/32-13%20ortista%20per%20un%20anno%20(1).pdf>

Milano tra le due guerre

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Mostra “MILANO TRA LE DUE GUERRE. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti”

. 13 dicembre 2013 – 13 febbraio 2014

 Chiude la stagione espositiva 2013 a Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, la mostra a cura di Stefano Galli“MILANO TRA LE DUE GUERRE. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti”, un progetto di Associazione Spirale d’Ideerealizzato in collaborazione Comune di Milano | Cultura, con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio di Provincia di Milano, Camera di Commercio di Milano e Expo 2015.

Omaggio al capoluogo lombardo a ai suoi Navigli, centoquaranta fotografie raccontano di una Milano oggi scomparsa ma che Arnaldo Chierichetti ha saputo immortalare attraverso la sua macchina fotografica.

Le immagini degli scorci più significativi della città meneghina testimoniano i numerosi e massicci interventi urbanistici e architettonici che si susseguirono nella prima metà del Novecento, primo fra tutti la copertura dei Navigli terminata nel 1930.

Le vedute del capoluogo sono accompagnate da fotografie dedicate all’illustrazione di episodi della vita quotidiana, come il barcone trainato dal cavallo davanti al vecchio Ospedale in via Francesco Sforza.
Catalogo della mostra a cura di Stefano Galli per Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi), 2013.

La mostra è realizzata in collaborazione con Ottica A. Chierichetti.

Goccia a goccia: Natale per il Ruanda

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Due giovani italiani, Andrea e Luca, scelgono di contrastare il consumismo usa e getta dei nostri tempi attraverso la valorizzazione del patrimonio artigianale italiano. Nasce FINAEST (www.finaest.com), una start up sul web, vetrina per prodotti di alta qualità il cui ciclo produttivo è svolto interamente in Italia. Accanto alla valorizzazione dell’artigianato, e quindi della storia e della tradizione, scelgono di sostenere le piccole produzioni di giovani designer emergenti che fanno del motto “quality vs quantity” la loro chiave di lettura del mercato e della società.

Poi l’incontro con il Movimento Lotta Fame nel Mondo (www.mlfm.it), una ONG italiana che opera nei Paesi più poveri per portare acqua potabile a bambini, donne e uomini che diversamente non potrebbero averne accesso. Un’organizzazione umanitaria che, può allo stesso modo di FINAEST, può considerarsi un’“artigiana” dello sviluppo, perché nelle sue azioni presta grande attenzione alla qualità dei propri progetti e alla ricaduta che questi hanno sulle popolazioni più bisognose. Inoltre, come FINAEST, MLFM è espressione della capacità di affrontare i problemi e rispondere al territorio in Italia e nel sud del mondo, con risorse umane e competenze professionali che fanno dell’ONG una realtà su cui vale ancora la pena scommettere.

Da questa affinità ideale, nasce, con il Natale ormai alle porte, il progetto “DROP by DROP” per garantire l’accesso all’acqua potabile, attraverso la costruzione di due cisterne in cemento armato da 20 mila litri cadauna a 110 bambini orfani, accolti presso l’Orfanotrofio San Giuseppe di Muhura in Ruanda e di cui il cooperante MLFM in loco, Omar Fiordalisio, ci da testimonianza: “le cisterne che dovrebbero garantire acqua all’orfanotrofio sono in cattivo stato. I bambini rimangono per lunghi periodi senza acqua. Per ovviare abbiamo tamponato in questi ultimi mesi andando tre volte al giorno a Muko, percorrendo quotidianamente 60 chilometri di strada, per reperire l’acqua mancante. La nostra jeep sta affrontando lunghi viaggi, la strada è dissetata, ma ogni giorno riusciamo a tornare con un carico di 7 quintali di acqua… La macchina però ovviamente non ce la fa più e non è questo il modo per garantire continuità ai bambini dell’orfanotrofio … Riusciamo a pensare ad un intervento per garantire la costruzione delle cisterne?”.

FINAEST non ha resistito all’appello e ha deciso di devolvere, dal 20 novembre al 20 dicembre, il 10% degli incassi derivanti dalle vendite online dei loro prodotti artigianali di pregio al progetto “DROP by DROP”.

L’Orto Botanico è sempre più aperto

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Gentile Redazione Quartieri Tranquilli,

le scrivo per informarvi che gli orari dell’Orto Botanico di Brera sono un po più “complicati” rispetto a quelli pubblicati sul vostro sito.
Mi fa piacere anche comunicarvi che siamo riusciti a far ridurre l’orario di chiusura durante la pausa  e quindi a partire dal 1 febbraio, giorno in cui l’Orto riaprirà il pomeriggio, il nuovo orario sarà dalle 14.00 e non dalle 15.00.
Un piccolo passo verso l’auspicato orario continuato.
Di seguito gli orari ed il link al sito
Con i migliori saluti
Ruggero Moncada di Paternò
L’Orto Botanico

E’ aperto nei seguenti giorni non festivi:

dal 1° settembre al 31 ottobrelun – ven 9.00 – 12.00 e 14.00 -17.00

sab. 10.00-17.00

dal 1° novembre al 31 Gennaiolun – ven 9.00 – 12.30

sab. 10.00-16.00

dal 1° febbraio al 30 giugnolun – ven 9.00 – 12.00 e 14.00 -17.00

sab. 10.00-17.00

dal 1° luglio al 31 agostolun – ven 9.00 – 12.00 e 14.00 -16.00

sab. 10.00-16.00

Leggi tutti gli articoli in Brera.

Una meravigliosa realtà cittadina

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Alla Presidente dell’associazione  Quartieri Tranquilli.
Gent.ma dott.ssa, l’associazione Medici Volontari Italiani ha come missione l’assistenza sanitaria agli esclusi o autoesclusi dalle cure sanitarie: soggetti marginali, senza tetto, immigrati. Stiamo aprendo un poliambulatorio medico in via Padova 104: l’insediarsi in questo quartiere è stata una scelta: si tratta un quartiere simbolo della multi etnicità milanese, privo di strutture di volontariato nel settore sanitario, che trae la sua identità proprio dalla presenza di oltre cento etnie diverse. Ma si tratta anche di una zona problematica: ci sono sacche di povertà e di difficoltà culturali; in particolare le donne sono in difficoltà nel rapportarsi ai servizi esistenti: il nostro progetto è di aprire un ambulatorio a soglia zero, nel quale fare però anche educazione sanitaria; con, per es., incontri con donne in gravidanza per aggiornarle sull’igiene della gravidanza, e su come gestire i bambini piccoli. Non vogliamo essere però una voce isolata, e il nostro programma è di contattare le associazioni del quartiere che svolgono una funzione sociale, per sviluppare sinergie positive. In questo senso ci sembra molto interessante l’idea base della sua associazione, per la quale potremmo diventare un punto di riferimento nel quartiere, anche al fine di coagulare l’attenzione di altre associazioni del quartiere.. Attualmente stiamo concludendo i lavori e le procedure per l’inizio dell’attività, ma siamo  già installati nella nuova sede. Sono a disposizione per ogni altro chiarimento e le invio i più cordiali saluti. Faustino Boioli

Musica a San Marco 4

14 novembre, Sì suave è l’inganno

musiche al tempo di Niccolò Machiavelli:
dal ‘Principe’ alla ‘Clizia’


BIGLIETTI   intero 12€   ridotto 7€ (minori di 16 anni gratuito)
Libreria Pecorini Foro Buonaparte 48 (MM2-LANZA)
da lunedì a venerdì ore 9-18 e sabato ore 9-12  tel 02 8646 0660
e alla Basilica di San Marco la sera dei concerti dalle ore 19.30

L’Homme Arme’

Lucia Sciannimanico   mezzosoprano

Luca Dellacasa   tenore

Paolo Fanciullacci   tenore

Gabriele Lombardi  basso

Gian Luca Lastraioli  liuto

Fabio Lombardo  direzione

Gianluigi Tosto  voce recitante

Philippe Verdelot (ca 1480-prima del 1552)
Italia mia (Petrarca)
Quanto sia lieto el giorno (Machiavelli)

Bernardo Pisano (1490-1548)
El ridir, ciò … (Petrarca)

Philippe Verdelot
Chi non fa prova Amore (Machiavelli)
Amor, io sento l’alma (Machiavelli)
Donna che sete (Martelli)

Costanzo Festa (1485/90-1545)
Madonna io mi consumo

Philippe Verdelot
Madonna, qual certezza (Dragonetto)
Sì suave è l’inganno (Machiavelli)
Oh dolce notte (Machiavelli)

Giovanni Serragli (XV sec-dopo il 1527)
Trionfo delle quattro complessioni

Josquin Desprez (1440/55-1521)
Scaramella

Clément Janequin (1485-1558)
La guerre

Philippe Verdelot
Italia, Italia

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Entrare all’Orto Botanico ora è più facile

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Riceviamo dall’architetto Ruggero Moncada di Paternò, che ha progettato per la città un bellissimo regalo.

Negli ultimi mesi del 2011, gli Amici di Brera mi chiedono di studiare la possibilità di ripristinare un accesso da via Fratelli Gabba all’Orto Botanico che, come aveva segnalato Gaia Chaillet Giusti, Vice Presidente della Commissione Verde Demanio della Zona 1 di Milano, era stato concesso nel 1932 dalla S. A. Milanese dei Beni Immobili, costruttrice degli edifici della strada. Alla ricerca di una sovvenzione, e conoscendo il desiderio di Filippo Orsi Mangelli Alverà di ricordare sua madre appena scomparsa, che amava molto i fiori, gli propongo di finanziare questa iniziativa. Ho quindi progettato di aprire quel che si presentava come un doppio sbarramento al termine di Via Fratelli Gabba per restituire alla vista dei milanesi una delle più affascinanti isole verdi della città. Ma, come sempre accade, gli innumerevoli cavilli burocratici da superare, e la mancanza di dialogo tra istituzioni diverse, hanno reso necessario l’impegno per più di  un anno e mezzo. Infine l’accordo tra la Soprintendenza regionale della Lombradia, la Pinacoteca di Brera, gli Amici di Brera, l’Università degli Studi di Milano, proprietaria dell’Orto Botanico, la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Artistici, è stato raggiunto. A settembre 2013, il largo semiovale e la leggera struttura in ferro curvilinea, attraverso i tre elementi laterali apribili, hanno reso possibile di godere di un giardino prima difficilmente individuabile, di raggiungere facilmente da Via Manzoni il quartiere di Brera, e, nello stesso tempo, di mantenere una entrata di servizio al restaurando Palazzo Citterio. Ho donato volentieri questo mio progetto che rende più piacevole la vita nel quartiere in cui abito, ma ora sarebbe bello poter godere di questo giardino unico e affascinante prolungando l’attuale orario di apertura al pubblico.

ORARI: Tutto l’anno dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, escluso i giorni di chiusura dell’ateneo; da marzo a giugno e da settembre ad ottobre, oltre alla mattina, l’orto è aperto anche dalle 15 alle 17. Sabato e domenica chiuso. Aperture straordinarie (anche sabato e domenica) su appuntamento con visite guidate ed attività oppure in corrispondenza di eventi speciali

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