Si concentra sui quindici anni del periodo inglese – dal 1925 al 1940,  durante i quali girò 23 film di cui 9 muti – ALFRED HITCHCOCK. IL PERIODO BRITANNICO, la corposa rassegna in programma al MIC – Museo interattivo del Cinema in viale Fulvio Testi 121 a partire da martedì 2 ottobre. Il ciclo è un’occasione ghiotta per (ri)vedere molti dei film diretti dal Maestro del brivido prima di andare a Hollywood, tra i titoli in calendario ci sono La signora scompare, Il numero diciassette, Il club dei 39, Sabotaggio, L’uomo che sapeva troppo, la proiezione di Blackmail (7 ottobre alle 17) godrà dell’accompagnamento musicale dal vivo di Antonio Zambrini, mentre il muto L’inquilino (21 ottobre alle 17) sarà musicato dal vivo da Francesca Badalini, per gustarli ancora di più i film saranno tutti proiettati in versione originale con i sottotitoli in italiano, per il calendario completo fino al 28 ottobre e altre notizie utili https://www.cinetecamilano.it/museo.

La vita, l’opera, il pensiero del grande pittore surrealista attraverso i  quadri, le interviste, i filmati del tempo, le immagini d’archivio: ricomincia la bella stagione della Grande Arte al Cinema distribuita da Nexodigital, appuntamento da lunedì 24 a mercoledì 26 settembre con Salvador Dalí – La ricerca dell’immortalità, il documentario di David Pujol, per l’elenco delle sale e altre notizie www.nexodigital.it.

Ci siamo quasi, manca meno di una settimana all’arrivo nelle sale italiane di L’uomo che uccise Don Chisciotte, storia di fantasia e avventura ispirata al Don Chisciotte di Miguel de Cervantes nonché ultima quanto mai attesissima opera di Terry Gilliam la cui lavorazione è durata quasi 25 anni, tra interruzioni, ostacoli e disavventure. Il film uscirà giovedì 27 settembre e nel primo giorno di programmazione Terry Gilliam sarà in città, per incontrare il pubblico prima di due proiezioni, eccole: alle ore 17.50 al Multisala Colosseo (prevendite aperte presso le biglietterie della Multisala Colosseo e sul sito ilregnodelcinema.com) e alle ore 20.00 allo SpazioCinema CityLife Anteo (prevendite aperte presso le biglietterie del CityLife e sul sito citylife.spaziocinema.18tickets.it). Avanti, non perdete tempo, prendete posto!

Più o meno tutti i giorni ormai da anni passiamo davanti ai cantieri della nuova linea metropolitana di Milano, la M4. I cantieri sono tanti, dislocati tra centro e periferia, partono dalla superficie, vanno in profondità. Chi è curioso di conoscere le diverse fasi di lavorazione della futura metropolitana non si perda Valzer n°4, progetto ideato e realizzato dagli studenti della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti in collaborazione con Civica Scuola di Musica Claudio Abbado che ci svela la prossima linea blu contrapponendola – mediante dei frammenti di documentari in bianco e nero – alla costruzione della prima linea metropolitana, la linea rossa, inaugurata nel 1964. Appuntamento martedì 25 settembre alle 18.30 alla Centrale dell’Acqua di Milano in via Cenisio 39, l’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti, per saperne di più www.fondazionemilano.eu/cinema/ .

L’attesa è agli sgoccioli, martedì 25 settembre, fresco di restauri, con i corridoi d’ingresso rimessi a nuovo e altre belle novità, riapre il Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121). La stagione inizia il giorno stesso alle 19.30 con la proiezione – dopo il brindisi inaugurale a partire dalle 19 – dei primi due episodi della serie di Niccolò Ammaniti Il Miracolo, la terza e la quarta puntata saranno proiettate mercoledì 26 dalle 17, seguite alle 19 da un gioiello senza tempo del 1943 di Ernst Lubitsch, Il cielo può attendere con Gene Tierney. Si resta in tema miracoloso giovedì 27 alle 17 con un altro titolo che non conosce lo scorrere del tempo, Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, del 1950. Come si diceva saranno molte le novità da scoprire, tra le quali nuove installazioni e una slotmachine per cimentarsi in materia di cinema, un’ultima cosa – notizia di sicuro gradita – dal 25 al 30 settembre l’ingresso sarà libero, e così le visite guidate al Museo da venerdì 28 a domenica 30, non dimenticatevi però di prenotarvi al numero 02.87.24.21.14, per il calendario completo e altro www.cinetecamilano.it.

Sono nove i film selezionati dalla Fondazione Cineteca Italiana per 100 ANNI DI STORIA. INGMAR BERGMAN, retrospettiva dedicata al Maestro dell’animo umano nel centenario della sua nascita, appuntamento al Cinema Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) da lunedì 24 settembre, si comincia con Donne in attesa e Il posto delle fragole – il viaggio di un anziano professore di medicina che fa un bilancio della sua vita in attesa della fine -, tra i titoli in calendario ci sono La fontana della Vergine, Come in uno specchio e Persona, alcuni lungometraggi sono proposti in versione restaurata e rimasterizzata in alta definizione, con il recupero e l’inserimento di brani censurati nelle edizioni italiane tradizionali, tutti sono in versione originale con sottotitoli in italiano, per il calendario completo fino al 28 settembre, i biglietti e altre notizie utili www.cinetecamilano.it.

Torna il cinema nella bella e comoda sala della Fondazione Prada (Largo Isarco 2), torna venerdì 21 e sabato 22 con 9 film selezionati dall’artista e studioso Theater Gates, in occasione della sua mostra The Black Image Corporation aperta al pubblico dal 20 settembre 2018 al 14 gennaio 2019 negli spazi dell’Osservatorio (Galleria Vittorio Emanuele II). La lunga maratona cinematografica inizia alle 10 di venerdì con il classico Body and Soul del 1925 di Oscar Micheaux, prosegue alle 12 con Killer of Sheep del 1977 di Charles Burnett, alle 14 con Daughters of the Dust del 1991 di Julie Dash e alle 16 con The Defiant Ones del 1958 di Stanley Kramer. Alle 18 ci si sposta al Deposito interno alla Fondazione per una conversazione con Theaster Gates, Okwui Enwezor, Dee Rees e Spike Lee, il cui film di culto, Do the Right Thing, sarà proiettato alle 23, dopo Sweet Sweetback’s Baadasssss Song di Melvin Van Peebles, in programma alle 21. Le proiezioni vanno avanti fino all’alba di sabato, per scoprire gli altri titoli, per altre notizie, per i biglietti e per partecipare alla conversazione www.fondazioneprada.org.

C’è chi, non volendosene perdere uno si mette in ferie, c’è chi opta per i titoli che usciranno chissà quando e forse mai, c’è chi si organizza da solo e chi invece segue le vie con lo stesso gruppo di amici, e ancora c’è chi desidera film fatti per il pubblico e chi preferisce quelli più da festival: sia come sia l’attesa volge alla fine e da martedì 19 settembre torna l’amato e gradito appuntamento cinematografico d’autunno con le vie del cinema. La manifestazione – promossa da AGIS lombarda con il patrocinio del Comune di Milano – porterà a Milano una selezione – spalmata in 9 giorni, dislocata in 13 sale per un totale e di 19 schermi e accompagnata da incontri con registi, autori, attori, critici – di 40 opere (tutte in versione originale coi sottotitoli in italiano) presentate alla 75. Mostra di Venezia e al 71° Locarno Festival oltreché il Primo Premio del 36° Bergamo Film Meeting e i Premi del Pubblico della 54a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro e del 32° Festival Mix. Il menu è quanto mai ricco, vario e gustoso, non c’è il Leone d’Oro Roma di Alfonso Cuaron ma dal Concorso ci sono altri film premiati tra i quali The Nightingale di Jennifer Kent, premio Speciale della Giuria e Premio Marcello Mastroianni a Baykal Ganambarr e At eternity’s gate di Julian Schnabel con Willem Defoe nel ruolo di Van Gogh vincitore come migliore attore protagonista, dalla Settimana Internazionale della Critica c’è Still Recording di Saeed Al Batal e Ghiath Ayoub (Miglior Film 33° SIC e Premio Fipresci) e dalle Giornate degli Autori C’est ça l’amour di Claire Burger (Miglior Film) e Ricordi? di Valerio Mieli (Premio del pubblico BNL e NUOVOIMAIE Talent Award) e ancora saranno proiettati in anteprima due (Terra e Ultima Cena) dei quattro spot della campagna sociale Plastic not fantastic della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti ideata per limitare l’uso della plastica, per il programma completo (che sarà presentato da Paolo Mereghetti e Bruno Fornara, affiancati da Daniela Persico del Locarno Festival, lunedì 17 settembre alle ore 18.00 al Cinema Palestrina), le modalità per seguire le vie e tutte le indicazioni utili leviedelcinema.lombardiaspettacolo.com.

Sta per tornare per il quinto anno Fashion Film Festival Milano, l’attesa e gradita rassegna di film attorno alla moda, appuntamento dal 20 al 25 settembre all’Anteo Palazzo del Cinema (piazza XXV Aprile 8), oltreché le duecento proiezioni ci sono molti incontri, è tutto a ingresso gratuito (basta registrarsi all’ingresso del cinema, in alternativa, per evitare code, lo si può fare sul sito fffmilano.com presentando all’ingresso l’email di conferma), per scoprire il fitto calendario nei minimi dettagli e organizzarsi al meglio www.fffmilano.com e www.spaziocinema.info.

Anche il Cinemino parteciperà a Milano Bike City – la manifestazione che da oggi al 30 settembre celebrerà in ogni angolo della città con mostre, pedalate, contest e workshop la bicicletta (info su milanobikecity.it). Lo spazio di via Seneca 6 ha in serbo un programma di film, cortometraggi, documentari, ospiti e iniziative collegabili al mondo delle due ruote, tra i titoli proposti ci sarà Moser. Scacco al tempo di Nello Correale, per il calendario completo degli appuntamenti www.ilcinemino.it.

Dopo quindici anni di matrimonio e due figli Delphine (Louise Bourgoin) e Yvan (Gilles Lellouche) non si guardano più abbastanza e decidono di lasciarsi. Yvan – al momento senza lavoro quindi senza un soldo per un tetto – inizia a vagare dal divano di un amico a quello di un altro ma quando si ricorda di essere proprietario del 20% della casa dove vive la moglie pretende di tornarci. La condivisione del bagno, la divisione del frigorifero, le cose non saranno ovviamente facili… A breve distanza dal ménage anticonvezionale di Un marito a metà arriva nelle sale quello di Separati ma non troppo, commedia francese che non brilla di originalità e non riserva graffi né affondi rilevanti, comunque momenti di spasso e di brio non mancano, gli attori sono bravi e alla fine ci si rilassa quanto basta.

Osamu – indolente operaio edile – è costretto a rubare cibo nei supermercati assieme a Shota per sfamare la moglie stiratrice, la cognata impiegata in un peep-show e una nonna che con la sua piccola pensione li mantiene tutti. Il gruppo di famiglia, che vive in una baracca ai margini di Tokyo, aumenta con l’arrivo di Yuri, una bimba di cinque anni che Osamu e Shota trovano una sera di febbraio tornando a casa, tutta sola, infreddolita e piena di lividi. Ma è una vera famiglia la famiglia Shibata? Così sembra, si vogliano un gran bene, si aiutano, intanto il regista nella prima parte della storia sparge vari indizi, fino a che un’incidente farà emergere verità e segreti. La famiglia vera prescinde dai legami di sangue, dall’ordine, dalle leggi e dalle regole, è laddove ci sono amore, dialogo, tenerezza, umanità, calore, accoglienza e in Un affare di famiglia – Palma d’Oro all’ultimo Festival di Cannes – Hirokazu Kore-Eda ce lo ricorda – o meglio: ce lo sussurra – con quello stile misurato e semplice che da sempre contraddistingue il suo cinema.

Juliet è una talentuosa ballerina di danza contemporanea, Charlie è un bravissimo pianista. Le loro vite cambiano – e si incrociano – quando vengono presi dal fascinoso coreografo Zander Rainer per Freedance, atteso nonché molto ambito spettacolo. A distanza di due anni da New York Academy arriva nelle sale – diretto sempre da Michael Damian – New York Academy – Freelance, la trama è oltremodo prevedibile e serve a mettere insieme le coreografie, indubbiamente belle, un po’ troppo poco, però.

C’è chi scoprirà il significato di famiglia, c’è chi troverà un nuovo amico, immancabilmente c’è chi si innamorerà: sono tante le cose in grado di cambiare vite e destini degli umani, può essere un fatto particolare, può essere un incontro, ma può essere anche un cane, come succede a Los Angeles ad alcune persone che si erano sfiorate senza mai considerarsi e che iniziano a farlo grazie ai loro amati cani. Dog Days di Ken Marino è una commedia corale per cinofili – più che per cinefili – con l’amore per i cani come filo rosso e la loro capacità di creare connessioni tra gli umani aprendone i cuori all’accoglienza e alla comprensione come messaggio, non manca una certa grazia ma le storie non brillano – e neppure gli interpreti umani, se la cavano invece i cani – e alla fine vincono banalità e sentimentalismi, peccato.