Quartieri Tranquilli

Per Creare Solidarietà, Amicizia, Sicurezza


Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

18 e 19 giugno nei cinema: Jago – Into the White, di Luigi Pingitore

Ricostruisce due anni della vita e dell’arte di Jago – con il trasferimento da New York a Napoli – Jago – Into the White, il documentario di Luigi Pingitore da poco presentato al Tribeca Film Festival 2024 e nelle sale cinematografiche come primo Evento Off della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital soltanto martedì 18 e mercoledì 19 giugno. Due intensissimi anni durante i quali il giovane scultore italiano nato a Frosinone nel 1987, molto seguito sui social, lavora tutto il giorno e anche di notte – in totale solitudine di fronte al blocco di marmo da scolpire – alla creazione della sua versione della Pietà di Michelangelo, opera che diventa una riflessione sulla sua vita e sulla creatività. Per conoscere la sale e per altre informazioni utili: www.nexodigital.it.

Dall’alto di una fredda torre, un film di di Francesco Frangipane

Da una parte un padre e una madre, Giovanni e Michela, entrambi affetti da una rara malattia genetica; dall’altra Antonio ed Elena, i due figli della coppia, gemelli eterozigoti, uno solo dei quali è compatibile e potrebbe di conseguenza donare il midollo salvando però una vita e condannando l’altra. Chi salvare? Una scelta atroce per non dire impossibile che genererà dubbi, ricordi, domande, riflessioni. È da oggi nelle sale Dall’alto di una fredda torre di Francesco Frangipane, trasposizione cinematografica dell’opera teatrale scritta da Filippo Gili, un film su temi e interrogativi molto forti bello e con quatto ottimi interpreti, Vanessa Scalera, Edoardo Pesce, Anna Bonaiuto e Giorgio Colangeli.

 

 

Nelle sale da giovedì 6 giugno

Sono molti i titoli nelle sale da oggi, noi ne abbiamo visti quattro, iniziamo la nostra passeggiata da The Watchers – Loro ti guardano, debutto dietro la cinepresa di Ishana Night Shyamalan (figlia 22enne di M. Night Shyamalan). Protagonista della storia è Mina, una giovane donna che lavora in un negozio di animali incaricata di portare un pappagallo in una cittadina irlandese. Ma durante il tragitto – ovviamente nei pressi di una foresta – la macchina di punto in bianco si ferma e il telefono smette di funzionare. Mia, rifugiatasi assieme a tre sconosciuti in una sorta di bunker con una parete di vetro trasparente e una televisione, scoprirà di essere guardata e perseguitata da misteriose quanto assai sinistre creature. Un po’ mistery, un po’ horror, un po’ fantastico, non saremo certo noi a rivelarvi il finale di quest’esordio non privo di tensione e tutto sommato passabile. Andiamo avanti con La stanza degli omicidi di Nicol Paone. Qui la protagonista si chiama Patrice, è una gallerista d’arte sull’orlo del fallimento, e lo è così tanto da accettare di riciclare il denaro sporco di un gangster vendendo le opere dipinte da un sicario, opere che faranno scalpore. Una commedia nera che fa satira sul mondo dell’arte e del collezionismo, ci si può anche divertire e poi ci sono Uma Thurman e di Samuel L. Jackson. Il terzo film che abbiamo visto è El paraíso di Enrico Maria Artale. I protagonisti della storia – ambientata in una desolata Fiumicino – sono il quarantenne Julio Cesar e sua madre, i due sono legati di un legame quasi morboso, condividono il lavoro – lo spaccio di droga – e la passione per il ballo sudamericano. Ma l’arrivo di Ines, una colombiana che porta in grembo ovuli di droga, minerà gli equilibri tra madre e figlio facendoli presto precipitare. Un più che buon film (che arriva dalla Sezione Orizzonti dell’ultima Mostra del cinema di Venezia dove vinse due importanti premi), forte, tristissimo, strabordante e da un epilogo oltremodo struggente, ottimi i due interpreti principali, Edoardo Pesce e Margarita Rosa De Francisco. Concludiamo la nostra passeggiata tra le nuove uscite con Noir Casablanca di Kamal Lazraq, un noir che più noir – peraltro un’opera prima -, teso e intenso, ambientato in una sola notte nelle strade scure e buie della città marocchina i cui protagonisti sono un padre, un figlio e un cadavere da seppellire, sepoltura che sarà quanto mai complicata e ostacolata. Gli altri film nelle sale da oggi sono Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos, Hotspot – Amore senza rete di Giulio Manfredonia, La tartaruga di Fabrizio Nardocci, Anna di Marco Amenta, Roma Blues Gianluca Manzetti e il documentario Made in Dreams di Valentina Signorelli e Cecilia Zoppelletto.

Nelle sale da giovedì 30 maggio

Dei molti titoli nelle sale da quest’ultimo giovedì di maggio ne abbiamo visti (per ora) tre, cominciamo la nostra passeggiata settimanale da Rosalie, il film di Stéphanie Di Giusto ambientato nella Francia di fine Ottocento la cui protagonista è una giovane donna dal corpo ricoperto di peli costretta a radersi per essere accettata da una società non ancora pronta ad accogliere la diversità. Ma il matrimonio combinato con Abel, proprietario di una locanda – un uomo semplice e mite, inizialmente interessato alla sua dote e all’oscuro del segreto – cambierà il corso della vita di Rosalie. Una storia di autodeterminazione ed emancipazione femminile elegante, sensibile, girata molto al lume di candela, superba l’interpretazione di Nadia Tereszkiewicz. In Vincent deve morire Stéphan Castang racconta la storia di un uomo vittima di immotivate aggressioni. Tutti ce l’hanno col mite Vincent: è sufficiente che i suoi occhi incrocino quelli di un’altra persona perché anche la più inoffensiva gli scateni contro la propria rabbia e tenti di ammazzarlo, fino a che verrà fuori che in Francia tutti ce l’hanno a morte con tutti e che quindi si tratta di un’epidemia e di conseguenza di una metafora sui nostri tempi cupi. Insomma, Vincent deve morire è una più che molto buona e singolare opera prima che spiazza e mantiene ritmo, atmosfere, angoscia e tensione fino alla fine, prendete posto in sala e buona visione. Terminiamo la nostra passeggiata tra le nuove uscite con Eileen di William Oldroyd, trasposizione cinematografica del romanzo di Ottessa Moshfegh. Le protagoniste del racconto, che si svolge nella Boston degli anni Sessanta, sono Eileen, la giovane scialba segretaria di un penitenziario minorile con padre alcolizzato in carico a casa, e Rebecca, la nuova psicologa del carcere, una donna elegante, emancipata e piena di carisma. Tra le due nascerà un’amicizia dai risvolti molto pericolosi di cui non vi anticipiamo nulla per non levarvi il piacere di un noir al femminile ambiguo, dalle giuste atmosfere e con un’ottima l’alchimia tra Thomasin McKenzie/Eileen e Anne Hathaway/Rebecca. Nelle sale da oggi inoltre L’esorcismo – Ultimo atto di M.A. Fortin e Joshua John Miller, The Penitent di Luca Barbareschi, Me contro te Il film – Operazione spie di Gianluca Leuzzi, il film d’animazione giapponese Haikyu!! The Dumpster Battle di Susumu Mitsunaka, Quell’estate con Iréne di Carlo Sironi, Metamorfosi dell’essere di Mirko Zaru, i primi tre episodi della serie L’arte della gioia di Valeria Golino e Nicolangelo Gelormini (i secondi tre arriveranno il 13 giugno e dopo l’estate l’intera serie andrà su Sky e NOW), e poi vi segnaliamo il ritorno sul grande schermo in versione restaurata di Buona Vista Social Club di Wim Wenders e l’arrivo dall’1 giugno del documentario Uomini in marcia di Peter Marcias.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Furiosa- A Mad Max Saga, regia di George Miller

Chi ha visto Mad Max- Fury Road si sarà chiesto perché Charlize Theron non avesse il braccio sinistro. Furiosa – A Mad Max Saga di George Miller, nelle sale da oggi a pochi giorni dalla presentazione al Festival di Cannes, è il prequel di quella puntata della saga e scava nelle origini raccontando di come la bambina Furiosa fu strappata alla sua pacifica comunità dalla banda di Dementus (nome non casuale…) che ne ammazzò la madre sotto i suoi occhi. La ragazzina, poi cresciuta tra gli Immortan nella Cittadella, ha ovviamente un solo obbiettivo: vendicare la morte dell’amata mamma. Seguiranno – per due ore e ventotto minuti – corse nel deserto, squartamenti, carcasse, varie crudeltà, fuoco, rombi di moto, ruote, rumore continuo e assordante, pochi dialoghi e quasi zero storia con un catalogo di effetti speciali e di tecnica grandioso e suggestivo, ma inesorabile si fa larga anche tanta noia…

Nei cinema dal 16 maggio

 

 

Nei cinema dal 9 maggio

Sono davvero tantissimi i titoli in arrivo nelle sale cinematografiche tra ieri e oggi, iniziamo la nostra consueta passeggiata settimanale tra le nuove uscite da Il segreto di Liberato, il film di Francesco Lettieri, Lorenzo Ceccotti, Giorgio Testi e Giuseppe Squillaci che – grazie a immagini dal vivo e inserti d’animazione – ci porta alla scoperta del mondo di Liberato – il cantautore napoletano di cui non si conosce l’identità -, dai suoi primi passi fino ai sempre molto seguiti e acclamati tour in giro per l’Europa. Andiamo avanti con Il regno del pianeta delle scimmie di Wes Ball, decimo capitolo della celebre saga. Al centro della storia – ambientata tre secoli dopo l morte di Cesare, capo delle scimmie dotate di intelligenza – troviamo Noa, giovane esemplare che vuole mettere in salvo – con l’aiuto di un ex membro del gruppo assalitore e di una ragazza umana – il suo clan, preso di mira da un clan rivale. La partenza è lenta e la lunghezza è eccessiva ma gli effetti speciali sono da dieci e tripla lode. È ambientato in Francia, a fine Ottocento, e perlopiù in una cucina, ll gusto delle cose, il film di Trần Anh Hùng – vietnamita di base in Francia  – i cui protagonisti sono un celebre gastronomo e la sua eccellente cuoca, che assieme (e sotto i nostri occhi) preparano piatti succulenti per clienti benestanti e per loro stessi. Tra i due c’è più di un’intesa lavorativa, Dodin vorrebbe sposare Eugenie ma lei nicchia anche se, pur spaventata dal matrimonio, alle volte gli permette di entrare in camera. Messinscena inappuntabile, profusione di raffinatezza e due interpreti – Juliette Binoche e Benoît Maginel, un tempo compagni di vita – superlativi, ma si arriva alla fine un poco esausti. Passiamo a Fantastic Machine, il documentario di Axel Danielson e Maximilien Van Aertryck (la voce narrante è di Elio Germano e a produrre c’è Ruben Östlund) che partendo da molto molto lontano riflette sul potere manipolatorio e distorsivo dell’immagine contemporanea e svela cosa ci sta dietro. Nulla di nuovo per chi ha già dimestichezza in materia ma alcune sequenze sono molto interessanti. Abbiamo poi visto Il mio posto è qui, il film di Cristiano Bortone e Daniela Porto che sullo sfondo di un paesino della Calabria degli anni Quaranta racconta la storia di una ragazza-madre che si oppone a un matrimonio riparatore, trovando un confidente in un omosessuale. Solitudine, sessismo, patriarcato, presa di coscienza dei propri diritti: Il mio posto è qui è una sensibile e sincera opera prima che si arrabbia con delicatezza e che emoziona, davvero bravi i due interpreti principali, Ludovica Martino e Marco Leonardi. Chiudiamo la nostra passeggiata con Troppo azzurro, debutto alla regia di Filippo Barbagallo, anche interprete di Dario, venticinquenne con genitori iperprotettivi, ragazzo timido e indeciso che nella vita preferisce stare fermo e sprecare occasioni. Una storia agrodolce sui timori e le insicurezze di una generazione (insicurezze più maschili, le donne del film al contrario non hanno il freno a mano inserito e si mettono in gioco) esile ma raccontata con ironia e che fa simpatia. Sono usciti inoltre Le Ravissement di Iris Kaltenbäck, La profezia del male di Spenser Cohen e Anna Hamberg, Accattaroma di Daniele Costantini e La casa di Ninetta di Lina Sastri.

Nelle sale dal 30 aprile

Sono molti e spaziano tra diversi generi i film in arrivo nei cinema tra oggi e venerdì 3 maggio, iniziamo la nostra consueta passeggiata tra le nuove uscite da Anselm, il documentario che Wim Wenders ha dedicato ad Anselm Kiefer, classe 1945 e tedesco come lui, uno tra i maggiori artisti viventi, esposto e celebrato ovunque (tra l’altro a Firenze a Palazzo Strozzi con la mostra Angeli caduti fino al prossimo 21 luglio). Wim Wenders dà forma ai pensieri di Kiefer, ci porta nei suoi luoghi, ne racconta le opere, si sofferma sui materiali usati (prevalentemente acciaio, piombo, cemento) per le sue creazioni, sempre gigantesche, che vediamo nascere sotto i nostri occhi. Un documentario non didattico immersivo, ipnotico, bellissimo: prendete posto e godetevelo, molto efficace la versione 3D. Andiamo avanti con C’era una volta in Bhutan, il film di Pawo Choyning Dorji (un consiglio: se non lo avete visto recuperate la sua opera prima Lunana – Il viaggio alla fine del mondo). Ambientato nel 2006, durante le prime elezioni politiche del Bhutan (che passò dalla monarchia assoluta alla democrazia) il film intreccia le storie di più personaggi di un villaggio, raccontate con toni in equilibrio tra comico e grottesco. Passiamo a Sei fratelli, il film di Simone Godano i cui protagonisti sono sei fratelli ritrovatisi dopo la morte del padre, sciupafemmine assenteista che li aveva avuti con tre donne diverse, davanti al notaio per la lettura del testamento. Seguiranno risentimenti, dissapori, litigi, rancori e (ri)avvicinamenti, che andranno avanti per una settimana, nella fotogenica Bordeaux: nulla di inedito ma il film è una commedia corale agrodolce riuscita e gradevole che trova il suo punto di forza in un cast ben assortito e molto affiatato, Riccardo Scamarcio veste alla perfezione i panni di un conduttore tv e Adriano Giannini convince sempre di più. Arriva dalla Malesia Come fratelli – Abang e Adik di Lay Jin Ong, dove Abang e Adik non sono fratelli per davvero ma lo sono in quanto uniti fraternamente dalla disperazione – senza documento di identità, senza lavoro, senza telefono – e dalla comune voglia di sopravvivere. E se il primo è un ragazzo sordomuto buono, onesto e mite, Adik frequenta brutte persone e delinque. Quando Adik uccide l’assistente sociale che ha ritrovato suo padre (fondamentale per avere i documenti), Abang si addossa la colpa e si consegna alle autorità. Ma perché? La risposta arriva, e la scoprirete andando a vedere il film, una folgorante opera prima in equilibrio tra denuncia sociale, thriller e melodramma, tanta tristezza e molta commozione ma la speranza non è messa al bando. Finiamo la nostra passeggiata con Una spiegazione per tutto, il bel film (al netto di un eccesso di verbosità) del regista ungherese Gabor Reisz che attraverso la vicenda di Abel – che all’esame di maturità, durante l’esame orale di Storia, non spiccica una parola e che una volta tornato a casa si giustifica riferendo al padre, un ex comunista ora dall’altra parte, i commenti del professore sulla coccarda patriottica indossata – esplora la situazione dell’Ungheria di Viktor Orbàn e i suoi molti volti. Nelle sale infine The Fall Guy di David Leith, Garfield – Una missione gustosa di Mark Jindal, Il coraggio di Blanche di Valerie Donzelli e Sarò con te di Andrea Bosello.

Nelle sale dal 24 aprile

Dei film in arrivo nelle sale oggi e domani noi ne abbiamo visti soltanto due, iniziamo la nostra breve passeggiata tra i titoli da La moglie del presidente, il non biopic di Léa Domenach su Bernadette Chirac nata Chodron de Courcel, moglie del Presidente Jacques (all’Eliseo dal 1995 al 2007) la quale ritrovatasi suo malgrado messa da parte dal marito dimostrò al contrario intuito politico e grandi capacità mediatiche. Ma che delizia questa commedia francese, peraltro un’opera prima, una storia di emancipazione femminile briosa e ben scritta che tra verità e fantasia funziona benissimo, Catherine Denueve è una première dame maestosa, si vede che il ruolo la diverte proprio molto. Il secondo e almeno per ora ultimo titolo di cui vi parliamo è Challengers di Luca Guadagnino. Qui la protagonista è Tashi, una talentuosa tennista la quale, costretta al ritiro dopo un infortunio, diventa allenatrice del marito. È arrivato l’atteso giorno del challenge, l’avversario di Art sarà Patrick, una volta erano grandi amici e giocavano insieme a tennis, divisivo fu poi l’incontro con Tashi, appunto. La sfida sarà l’occasione per riavvolgere il nastro e ricostruire la storia del triangolo. Luca Guadagnino si conferma il più internazionale dei nostri registi con un film che esplora e scandaglia le dinamiche di un rapporto a tre al cui vertice c’è una donna, bella la tecnica, tanto sudore e molto colore, muscoli, occhiate, racchette e movimenti di macchina, buona la direzione degli attori e grande uso della musica, farraginoso (leggi faticoso) alla lunga il montaggio. Sono inoltre usciti Confidenza di Daniele Luchetti, Luca di Enrico Casarosa, Spide x Family Code: White di Kazuhiro Furuhashi, Il posto di Gianluca Vassallo e infine Il caso Josette di Fred Cavayé.

Dal 3 al 12 maggio a Milano in luoghi vari e in streaming in tutta Italia su MYmovies.it: Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina

Dieci giorni con quarantadue film (di cui 20 prime italiane e 2 prime mondiali) suddivisi in tre concorsi – Finestre sul mondo, Corti africani, Extra) più le sezioni Flash e E tutti ridono, gli incontri con gli autori, gli eventi speciali, la tavola rotonda, l’omaggio, i premi e molto altro: è partito il conto alla rovescia, venerdì 3 maggio comincia l’edizione numero trentatré del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, l’attesa e seguita manifestazione – dislocata a Milano tra Cinema Godard della Fondazione Prada, Cineteca Milano Arlecchino, Cineteca Milano MIC e Auditorium San Fedele, inoltre visibile in streaming in tutta Italia su MYmovies.it – dedicata al cinema e alla cultura dei tre continenti, con la direzione di Annamaria Gallone e Alessandra Speciale, il presidente della Giuria quest’anno sarà il regista filippino Lav Diaz (di cui si vedranno tre film, Diaz terrà anche una masterclass sabato 11 maggio). Il titolo inaugurale, dopo la Cerimonia d’Apertura, sarà Fremont di Babak Jalali scritto con Carolina Cavalli (Cinema Godard – Fondazione Prada, il 3 maggio alle 20.30, alla presenza del regista), tra i tanti appuntamenti vi segnaliamo quello di martedì 7 maggio alle 18.30 presso Cineteca Cinema Arlecchino con la 7a edizione di AFRICA TALKS Visual Africa: Creatività, Prospettive e Cambiamenti nelle Arti Visive, un appuntamento annuale che l’Associazione COE organizza nell’ambito del FESCAAAL con Fondazione Edu, fondazione nata per promuovere la formazione universitaria in Africa, per conoscere l’elenco dei film, per il programma e per le modalità di partecipazione vi rimando a fescaaal.org.

 

 

 

Nelle sale da giovedì 18 aprile

Sono tanti e spaziano tra diversi generi i film da oggi nelle sale, ce ne è quindi per i gusti cinematografici di ognuno, iniziamo la nostra presentazione settimanale da Non volere volare, la commedia di Hafsteinn Gunnar Sigurdsson i cui protagonisti sono un gruppo di persone accomunate dalla paura di volare le quali, per superare la loro fobia, si rivolgono all’agenzia Viaggiatori Impavidi. Partiti da Londra destinazione Islanda i quattro restano bloccati a terra da una bufera di neve che ne impedisce il ritorno a casa. Conseguenze, problemi e imprevisti, il racconto procederà in equilibrio tra vari registri ma il divertimento prende quota di rado. Andiamo avanti con Back to Black, il film di Sam Taylor-Johnson dedicato alla vita e all’arte di Amy Winehouse, grande artista scomparsa troppo presto nel 2011 a 27 anni, un biopic senza grandi guizzi e con i difetti del genere, davvero brava comunque Marisa Abela che non si limita a imitarla ma la interpreta molto bene cantando peraltro in modo superlativo. Nelle sale da oggi anche Cattiverie a domicilio di Thea Sharrock, una commedia ispirata a fatti di cronaca accaduti nel 1922 in Gran Bretagna. Edith, zitella che vive con due genitori ultrabigotti, riceve di continuo lettere oltremodo oscene, i sospetti cadono sulla vicina di casa Rose, una giovane vedova con figlioletta, donna autonoma dal linguaggio assai sboccato, la colpevole perfetta, per farla breve. Sarà una poliziotta molto poco considerata dai colleghi a scoprire la verità… Non riveliamo altro di questo film divertente, scorretto e mai volgare che pur non riservando chissà quali sorprese – a metà si è capito pressoché tutto – trova i suoi punti di forza nelle interpretazioni di Olivia Colman e Jessie Buckley, un duetto che fa scintille. Andiamo avanti con Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio, il documentario che la regista ha dedicato al suo papà giornalista. Testimonianze, articoli, immagini, libri, fotografie, documenti…, in un vortice di ricordi e divagazioni la memoria intima si fa memoria collettiva. L’ultimo titolo che vi presentiamo è Ennio Doris – C’è anche domani, il film di Giacomo Campiotti dedicato alla figura del fondatore della Banca Mediolanum con Massimo Ghini nei panni del banchiere sognatore. Un biopic agiografico che ne fa un santino, bandita qualsivoglia sfaccettatura. Nelle sale da oggi anche Civil War di Alex Garland, Brigitte Bardot Forever di Lech Majewski, Augure – Ritorno alle origini di Baloji e i gattari non si perdano Vita da gatto di Guillaume Maidatchevsky.

 

 

Gloria!, regia di Margherita Vicario

Venezia, 1800: c’è fermento nell’orfanotrofio di Sant’Ignazio, a breve ci sarà la visita di Papa Pio VII, bisogna sbrigarsi a preparare un concerto in suo onore. Ma don Perlina, direttore dell’orchestra delle ragazze orfane che suona i soliti pezzi, ha zero ispirazione e molti segreti. C’è però Teresa, la domestica muta, la quale, scoperto il nuovo strumento – il pianoforte – assieme a un gruppo di ragazze ospiti inizia a suonare – di nascosto, a lume di candela – musica molto avanti, una musica rivoluzionaria, dando così vita a una banda pop che prenderà in mano la situazione…: è da oggi nelle sale Gloria!, debutto alla regia di Margherita Vicario, attrice e cantante, un film originale, scanzonato e ispirato, un inno alla vita e alle donne pieno di energia, entusiasmo e ritmo a netto delle imperfezioni, e che bel cast con Galatea Bellugi, Veronica Lucchesi e un bravissimo Paolo Rossi.

Zamora, regia di Neri Marcoré

Walter Vismara è un molto bravo e molto serio ragioniere trasferitosi (suo malgrado) da Vigevano a Milano – siamo negli anni Sessanta, in pieno boom economico – per andare a lavorare in una ditta il cui titolare, fissato col “folbell”, pretende che ogni impiegato partecipi con scadenza settimanale alla partitella aziendale. Walter, che ama i film impegnati, che sa rispondere a tutti i quiz di Mike Bongiorno ma che il calcio non lo segue per niente, finge di sapersela cavare come portiere, e sarà un disastro. Fondamentale l’incontro con Cavazzoni, portiere caduto in disgrazia bisognoso di denaro, il quale gli insegnerà a parare i goal e a stare al mondo. Debutta con Zamora Nerì Marcoré, una storia di formazione gentile, misurata e partecipata, piena di toni, sfumature, colori e musica, davvero bravo il protagonista Alberto Paradossi, attorno a lui c’è un gruppo di attori – Antonio Catania, Giovanni Storti, Giovanni Esposito, Giacomo Poretti, Marta Gastini, Anna Ferraioli Ravel, Pia Lanciotti, lo stesso Marcorè – affiatatissimi.

 

 

 

 

Tatami – Una donna in lotta per la libertà, regia di Zar Amir-Ebrahimi e Guy Nattiv

Leila Hosseini è una talentuosa campionessa di judo iraniana che durante i campionati del mondo in corso a Tbilisi in Georgia riceve da Teheran l’imposizione di fingere un infortunio e ritirarsi dalla competizione, dal momento che non può condividere il tappeto con un’avversaria di Israele, stato non riconosciuto dall’Iran in quanto occupatore di stati amici. Per la sua allenatrice Maryam è una storia che si ripete, ma Leila non ci sta, lei ambisce alla medaglia, ovvero alla libertà. Intanto le telefonate si fanno sempre più minacciose, seguono ricatti e ritorsioni. Arriva dalla sezione Orizzonti dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia Tatami – Una donna in lotta per la libertà, il potente film in bianco e nero diretto dall’israeliano Guy Nattiv e dall’iraniana Zar Amir- Ebrahimi che attraverso i combattimenti di judo parla di libertà e oppressione, una storia attualissima, tesa e avvincente cui si ci si appassiona da subito.

Nei cinema da giovedì 28 marzo

Dei titoli nelle sale da oggi ne abbiamo visti tre, iniziamo la nostra veloce passeggiata tra le nuove uscite da Priscilla, il film di Sofia Coppola che racconta la vita (assai triste) di Priscilla Beaulieu, prima fidanzata-bambina poi sposa-soprammobile di Elvis Presley. Dal primo incontro in Germania nel 1959 fino alla separazione quando la figlia Lise Marie era ancora piccola, passando per gli anni vissuti a Graceland, Coppola si cimenta col ritratto di una donna, ma sono poche le tracce della vivacità e del mordente cui la regista statunitense ci ha abituati (basti pensare a Il giardino delle vergini suicide a Lost in translation), nell’accurata piattezza generale spicca però l’attrice principale Cailee Spaeny, vincitrice della Coppa Volpi all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Andiamo avanti con Il teorema di Margherita, il film di Anna Novion la cui protagonista è una talentuosa dottoranda in matematica la quale, durante la discussione della tesi, si accorge che la sua dimostrazione contiene un errore, uno soltanto! Incapace a gestire la cosa Margherita molla la scuola e gli studi e da quel momento inizia il suo percorso di formazione aprendosi alla vita, in molti sensi… Ma che film pieno di grazia, godibile, sincero e appassionante, e che brava Ella Rumpf. Abbiamo infine visto I bambini di Gaza – Sulle onde della libertà di Loris Lai, un film quanto mai attuale e innanzi tutto necessario nonostante la vicenda raccontata – quella di due ragazzi, uno ebreo l’altro palestinese, i quali pur respirando il clima d’odio diventano amici per via della comune passione per il surf e l’acqua, dove non ci sono confini – sia ambientata nel 2003 durante la seconda Intifada. Gli altri film usciti sono Un mondo a parte di Riccardo Milani, Godzilla e Kong – Il nuovo impero di Adam Wingard, il documentario Orlando. my Political Biography di Paul B. Preciado, Flower di Gino Brotto, Ho sposato mia madre di Domenico Costanzo, Fino alla fine della Musica di Cristiane Oliveira.

Nelle sale da giovedì 21 marzo

Delle pellicole nelle sale da oggi ne abbiamo viste tre, iniziamo la nostra presentazione settimanale da L’estate di Cléo, secondo film della regista francese Marie Amachoukeli. Al centro della storia c’è Cleo, una bimba di sei anni orfana della mamma che vive col papà spesso assente per lavoro e con una bambinaia di Capoverde molto accudente. Quando però Gloria deve lasciare Parigi e tornarsene per sempre nella sua isola – la figlia maggiore sta per partorire – Cléo si fa promettere che si rivedranno presto. La promessa sarà mantenuta, la piccola andrà a trascorrere le vacanze da lei, e il doverla condividere con i suoi figli e un neonato contrassegnerà il suo percorso di crescita. Un film delicato e molto autentico che entra nei cuori. Andiamo avanti con Eravamo bambini di Marco Martani. In un paese dell’entroterra calabrese Antonio, che di lavoro fa il postino e che tutti considerano un po’ strano, viene arrestato per aver minacciato un carabiniere con un coltello. Il suo interrogatorio si riallaccia con le storie di quattro amici d’infanzia come lui traumatizzati da una mattanza cui assistettero quando erano bambini, e dopo la quale si erano persi di vista… Ci fermiamo qui, preferendo non rivelarvi nulla di questo coraggioso thriller italiano scandito in tre piani temporali che al netto di incongruenze e imperfezioni vi terrà incollati alla poltrona sino al finale in sospeso. Nelle sale da oggi inoltre Another end, il film di Pietro Messina con Gael García Bernal e Berenice Bejo ambientato in un livido e raggelante futuro prossimo il cui protagonista è un neovedovo alle prese con una nuova tecnologia che permette di entrare in contatto con la persona defunta per un limitato numero di volte. Un film sul dolore della perdita e l’elaborazione del lutto ambizioso e tutt’altro che facile – il finale è spiazzante – ma da vedere. Sono usciti inoltre il melodrammone May December di Todd Haynes, Senza prove di Béatrice Pollet, un bellissimo dramma giudiziario sul tema della negazione della gravidanza, Gli agnelli possono pascolare in pace di Beppe Cino, Sopravvissuti di Guillaume Renusson, il documentario Fela. Il mio Dio vivente di Daniele Vicari e Kung Fu Panda 4 di Mike Mitchell, Solo per me di Lucie Borleteau e Zefira di Adila Bendimerad.

Dal 20 al 23 marzo 2024, Rimini: Prima edizione di C – MOVIE Film Festival. Cinema – Corpi – Convivenze: anteprime e incontri internazionali

Proiezioni, convegni, incontri con ospiti: l’attesa sta finendo, inizia mercoledì 20 marzo a Rimini, dislocata tra la Cineteca comunale di Rimini e il cinema Fulgor, la prima edizione di C-Movie film festival, la nuova manifestazione – organizzata da Kitchenfilm con la direzione artistica di Emanuela Piovano, regista e distributrice, e realizzata con il patrocinio e con la collaborazione dell’assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna e del Comune di Rimini – tutta attorno al cinema al femminile, per riflettere su quelle tre parole che danno il nome al festival: il cinema, i corpi, le convivenze. Cerimonia d’apertura domani alle 21 al Cinema Fulgor, a seguire La città delle donne di Federico Fellini, la proiezione sarà preceduta da un incontro con Marina Ceratto, Sonia Schoonejans, e Rosita Copioli – tre autrici che hanno raccontato il Maestro – in dialogo con il giornalista Oscar Iarussi. Da giovedì 21 il programma entrerà poi nel vivo presentando anche alcuni film in anteprima, venerdì 22 alle 21 ci sarà, alla presenza della regista, Senza prove di Béatrice Pollet, un thriller giudiziario sul tema della negazione di gravidanza, tematica approfondita in mattinata (alle 10) dal convegno Prime donne alla sbarra – chi ha paura di Giovanna d’Arco?, per il calendario completo degli appuntamenti e tutte le informazioni utili vi rimando a www.cinekit.it/c-movie/

Nei cinema da giovedì 7 marzo

Sono tanti i titoli in arrivo nelle sale questo primo giovedì di marzo, iniziamo la nostra presentazione settimanale da Memory, il film di Michel Franco i cui protagonisti sono Sylvie, un’ex alcolista ora impiegata in un centro di assistenza per disabili, e Saul, compagno di scuola ora affetto da demenza precoce. Incontratisi a una festa la donna lo associa erroneamente a una violenza sessuale imputandogli l’origine dei suoi mali, ma poi si scusa. Non ci sono soltanto traumi, ferite e dolori ma anche speranza e voglia di ripartire nel bel film del regista messicano (in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia), un incontro tra due anime fragili e infinitamente empatiche che con tenerezza e umanità colpisce i cuori, magnifici Peter Sarsgaard e Jessica Chastain. Protagonista di Totem – Il mio sole di Lila Avilés è la piccola Sol, che si sta godendo la confusione dei preparativi della festa di compleanno del suo papà, un giovane pittore malato terminale. Cugini, zie, animali, giochi, dolci…, nell’attesa del momento in cui darà al papà il suo regalo. Una commedia corale agrodolce e sensibile ad altezza dello sguardo di una bambina di sette anni che, sullo sfondo di una morte annunciata, celebra la vita, applausi alla piccola Naíma Sentíes. Andiamo avanti con Ancora un’estate, il dramma di famiglia diretto da Catherine Breillat i cui protagonisti sono la 50enne Anne, avvocatessa specializzata in abusi sui minori, e il figlio adolescente che il marito ha avuto da un matrimonio precedente. Tra i due si accende la passione ma quando il ragazzo confessa la tresca al padre la storia prende una diversa direzione. Si torna a Ventotene in Un altro Ferragosto di Paolo Virzì, seguito di Ferie d’agosto del 1996, laddove ritroviamo i destrorsi Mazzalupi e i radical chic Molino. I primi sono tornati sull’isola per il matrimonio di Sabbry, celebrità del web; gli altri invece sono di nuovo lì per stare con Sandro, malato terminale. I tempi sono cambiati, l’infelicità e la disperazione sono bipartisan, si ride ma molto amaro, ci si dilunga un po’ troppo e alla fine non si salva nessuno, o forse se ne salva uno. Cast ricco e in forma con, tra i tanti, Silvio Orlando, Laura Morante, Gigio Alberti, Paola Tiziana Cruciani e Rocco Papaleo, Christian De Sica è il nuovo compagno di Marisa/Sabrina Ferilli, degli scomparsi Ennio Fantastichini e Piero Natoli, gli indimenticabili cognati Ruggero e Marcello, ci sono le fotografie sul comò della villetta presa in affitto dai Mazzalupi. Chiudiamo con Drive-Away Dolls di Ethan Coen: per andare in Florida a divertirsi e rilassarsi le amiche Jamie e Marian noleggiano una macchina, destinata però a una banda di sgangherati criminali che le inseguiranno non senza difficoltà e imprevisti. Una commedia che gioca con tanti generi, molto scorretta, tutto sommato godibile e divertente. Sono inoltre usciti Red di Domee Shi, Kina & Yuk alla scoperta del mondo di Guillaume Maidatchevsky, Neve di Simone Riccioni e Los Colonos di Felipe Gálvez Haberle.