Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Cinema: “I corpi estranei” regia di Mirko Locatelli

corpi estranei

Dopo un lungo viaggio in macchina Antonio arriva assieme al suo bambino – che ha un tumore al cervello – in un ospedale del Nord: l’interminabile attesa dell’operazione, la lontananza da casa, la paura, la speranza, la convivenza con gli altri parenti, la solitudine, l’incontro/scontro con Jaber – un ragazzo arrivato dal Nord Africa, amico di un paziente in attesa -, il pregiudizio, la diffidenza, il sentirsi corpi estranei ma uniti dal dolore e costretti a confrontarsi, l’apertura finale: Mirko Locatelli racconta con pudore, maturità e rigore estremi e il film – dove i dialoghi sono ridotti all’osso – si rivela necessario oltreché vero, coinvolge e trascina il pubblico senza la retorica della sofferenza e senza puntare alle lacrime e Filippo Timi si cala nel ruolo di Antonio –  un papà tenero, introverso, scontroso e inquieto che esprime la disperazione più con gli sguardi che con le parole – in modo davvero magnifico.

Fino al 16 aprile I corpi estranei è in programmazione al cinema Mexico, via Savona 57 (www.cinemamexico.it).

Spazio Oberdan: Primavera di Milano

 

rocco

Cinque film, cinque pomeriggi della domenica (si inizia alle 15) e una città, Milano: la Primavera di Milano – il progetto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano ricco da qui all’estate di iniziative di vario genere dislocate in tanti luoghi della città – fiorisce sullo schermo dell’Oberdan con la proiezione di cinque pellicole di ambientazione milanese. Dopo Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, il 13 aprile ci sarà La vita agra di Carlo Lizzani, il 20 Il posto di Ermanno Olmi, il 27 La notte di Michelangelo Antonioni e il 4 maggio Milano nera, diretto da Gian Rocco e Pino Serpi e sceneggiato anche da Pier Paolo Pasolini.

Inoltre – e sempre allo Spazio Oberdan – la Primavera di Milano dedica tre appuntamenti a Giulia Lazzarini, attrice milanese di teatro, cinema e tv, ottantenne da pochi giorni (auguri!).

Eccoli: Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler (venerdì 11 aprile, alle 15), L’amica delle mogli di Giorgio De Lullo (sempre l’11, alle 17), Il mulino del Po (Il travaglio) di Sandro Bolchi (sabato 12, alle 15) e La donna di picche di Leonardo Cortese (ancora il 12, a seguire).

Per altre informazioni: http://oberdan.cinetecamilano.it

Il Cinema Italiano visto da Milano

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Il Cinema Italiano visto da Milano: Spazio Oberdan, MIC e Area Metropolis 2.0 di Paderno Dugnano

I documentari, i lungometraggi, i cortometraggi, le opere prime, le opere seconde, l’opera restaurata, gli incontri con i critici con gli autori con gli attori, la musica dal vivo, le degustazioni, gli aperitivi, la retrospettiva dedicata a Carlo Mazzacurati, le letture e su tutto il concorso “Rivelazioni” con cinque film non ancora distribuiti nelle sale: è sempre gustoso, sempre ricco e sempre vario il festival Il Cinema Italiano visto da Milano che – iniziato il 29 marzo – proseguirà fino al 5 aprile dislocato su tre sedi. Oltreché per le anteprime e le rivelazioni la manifestazione è un’occasione per vedere – o rivedere – alcuni film della stagione tra i quali Zoran, il mio nipote scemo  di Matteo Oleotto, L’arte della felicità di Alessandro Rak,  Stop the Pounding Heart di Roberto Minervini, Sacro Gra di Gianfranco Rosi e Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, lodato dalla critica e premiato dal pubblico. E poi venerdì 4 aprile proiezione dell’edizione restaurata di Gruppo di famiglia in un interno di Luchino Visconti preceduta dal documentario L’inganno di Ferdinando Cito Filomarino.

Ma le sorprese della dodicesima  edizione della rassegna sono ancora tante e ghiotte, per scoprirle e per conoscere le modalità di partecipazione, gli orari e altro ancora: civmcinetecamilano.it

 

Galleria Isarte: Fuori campo – Artisti outsider a Milano

fuori campo - artisti outsider a milano

Mi dispiace davvero segnalare una mostra a ridosso della data di chiusura (venerdì 4 aprile), tuttavia c’è ancora qualche giorno per visitare Fuori campo. Artisti outsider a Milano – il percorso composto da cinquanta opere eseguite con tecniche varie da undici artisti di età diversa, italiani e stranieri, più o meno conosciuti ma tutti e undici segnati da una storia personale di dolore, sofferenza e malattia mentale, formatisi al di fuori dei canali ufficiali dell’arte e portatori di stimoli e originalità -.

La mostra e il catalogo che l’accompagna sono curati da Francesco Porzio – storico dell’arte – e da Giorgio Bedoni – psichiatra -.

In corso Garibaldi 2 dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Per altre notizie c’è il sito isarte.net

Cinema: The Special Need di Carlo Zoratti

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Cinema: “The Special Need” di Carlo Zoratti: martedì 1 aprile incontro e anteprima all’Anteo spazioCinema

Sessualità e disabilità al cinema: binomio complesso oltreché periglioso che Carlo Zoratti – nato a Udine nel 1982 – ha affrontato nel suo primo lungometraggio raccontando il viaggio in furgone assieme a Enea – un ragazzo autistico suo coetaneo, conosciuto quando avevano quindici anni, perso di vista e poi rincontrato – dal Friuli fino in Germania alla ricerca della soluzione a una necessità speciale di Enea : fare l’amore.

Il risultato è un documento che pone domande ingombranti e che parla di diversità con delicatezza e normalità e con una leggerezza che spiazzano e conquistano, tenendosi ben lontano dal pietismo.

The Special Need – presentato a diversi festival e vincitore di alcuni premi – arriva in anteprima sullo schermo dell’Anteo (via Milazzo 9) martedì 1 aprile alle 20.30 e la proiezione sarà preceduta alle 20 da un incontro con il pubblico moderato da Giovanni Anversa dove interverranno il regista, il protagonista Enea Gabino e il sociologo Andrea Membretti.

Per informazioni sui biglietti e per altre notizie: www.spaziocinema.info

Spazio Oberdan: Omaggio a Marcel Carné

enfants

Lo scorso luglio avete perso la proiezione della versione restaurata di Les
Enfants du paradis allo spazio Oberdan? E a novembre quelle proposte dalla
rassegna Il Cinema ritrovato all’Apollo e all’Anteo?
La perdita è rimediabile: il capolavoro di Marcel Carné nonché della storia del
cinema di tutti i tempi in questi giorni risplende sullo schermo di viale Vittorio
Veneto 2 assieme a Teresa Raquin, Alba tragica, Il porto delle nebbie e
Mentre Parigi dorme e dopo quella di domenica 23 la prossima – e ultima –
proiezione sarà venerdì 28 marzo alle 21.00.
Per il calendario completo dell’Omaggio a Marcel Carné, i prezzi dei biglietti
e altre informazioni: oberdan.cinetecamilano.it

Real Cinema. Apollo spazioCinema

horse boy

Prosegue la rassegna – iniziata il 24 febbraio – che attraverso i dieci migliori documentari internazionali propone al pubblico “nuove storie. Tutte incredibili ma vere”.

Segnate questa data, lunedì 24 marzo: The horse boy – L’ amore di un padre di Michel Orion Scott e Rupert Isaacson racconta il viaggio di una coppia di genitori assieme al figlio autistico di cinque anni dal Texas alla Mongolia fino in Siberia nel tentativo di guarire il piccolo Rowan coi riti degli sciamani, a stretto contatto con gli animali della steppa.

Il 31 marzo sarà proiettato Bill Cunningam a New York – dedicato al famoso fotografo -, il 7 aprile Gli Hemingway e concluderà la rassegna – lunedì 28 aprile – The summit K2, sulla tragedia del 2008.

Ogni documentario ha una sola proiezione, alle 19.50.

In galleria de Cristoforis 3: il calendario completo, gli orari, i prezzi dei biglietti e altre notizie sono sul sito www.spaziocinema.info

Cinema: LEI di Spike Jonze – IDA di Pawel Pawlikowski

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 Spike Jonze riflette sulla solitudine e sull’incomunicabilità di oggi ambientando in un vicinissimo domani la storia d’amore tra il malinconico Theodore Twombly –  il quale come lavoro inventa e scrive lettere per altre persone – e la sinuosa e accattivante voce femminile di un sistema operativo.

Pawel Pawlikowski riflette sulla solitudine umana nonché sulla memoria della Polonia ambientando nel 1962 la vicenda di una novizia che prima di prendere i voti intraprende con zia Wanda – la sorella della madre mai conosciuta prima – un breve viaggio alla ricerca delle sue origini.

Lei e Ida sono usciti nelle sale lo stesso giorno, sono scritti molto bene, sono diretti con stile e maestria impeccabili, sono interpretati da attori e attrici eccellenti, insomma sono due film imperdibili.

Anoressia

anoressia

Ogni storia di anoressia è una storia a sé. Diversa da altre, forse simile, magari uguale. Un giorno mangi poco, quello successivo ancora meno, il terzo meno del primo e del secondo, il quarto ancora meno dei primi tre. Ci si distacca dal cibo in un’insensata guerra che coinvolge se stessi e chi si ama. Già, chi si ama: nel mio caso – avevo quindici anni –, i miei genitori. Mia madre non si dava pace e non mi dava tregua, mi controllava a vista e si disperava. Mio padre non si dava pace, mi stava meno addosso, e si disperava. Ma la loro disperazione rafforzava – e consolidava – il mio proposito di continuare: mangiavo sempre meno e deperivo sempre di più.

Ero sempre stanca, molto stanca. Ma non lo ammettevo. Non potevo, né dovevo. La mattina quando mi alzavo per andare a scuola spesso mi girava la testa, ma dovevo alzarmi e mi alzavo, mi infilavo i vestiti larghi e uscivo.

C’era lo studio e c’erano gli studi medici. Lo psicologo, il ginecologo, il medico amico di famiglia, l’endocrinologo: mi portarono da tutti. Li lasciavo parlare, loro scrivevano e prescrivevano analisi, terapie e medicine. Ma io andavo avanti, ostinata e imperturbabile. I mesi scorrevano – ne erano passati più  o meno sette da quel primo giorno -, e i chili scendevano. Arrivai a pesarne 29: un peso miserabile che si rivelò la mia salvezza.

“Se continui così te ne vai all’altro mondo.” Quelle parole – pronunciate da un medico dell’ospedale dove fui ricoverata – finalmente mi spaventarono. Stavo sfiorando la morte, ma non volevo morire.

Riprendere a nutrirsi è stato più complicato che smettere. Difficile e lungo ma possibile. E soprattutto volevo farcela, lo dovevo a me stessa, ma non solo.

Il poeta della fotografia allo Spazio Oberdan

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Izis Bidermanas (1911-1980) nacque a Marijampole in Lituania e fin dal 1930 fu affascinato e attratto da Parigi dove lavorò – sfruttato – come stampatore-ritoccatore in alcuni studi fotografici e dove tornò – dopo la guerra – per collaborare con la rivista Paris Match. E i Sogni di Parigi – scattati nei quartieri popolari tra i bambini, i pescatori, gli innamorati e i vagabondi –, i Sogni di Londra – ancora tra le persone comuni che più gli stavano a cuore –, i Sogni di Terra Promessa realizzati in Israele, i Sogni di circo tra circensi e giocolieri, e ancora Chagall e il Ritratto compongono una speciale passeggiata che attraverso più di 140 immagini ripercorre e fa scoprire il mondo, l’arte e la poetica di un fotografo non abbastanza conosciuto. Conclude il percorso la proiezione – a ciclo continuo – del film Aperçus d’une vie (Scorci di vita). In viale Vittorio Veneto 2 fino al 6 aprile 2014 da martedì a domenica dalle 10 alle 19.30 (martedì e giovedì la chiusura è alle 22). Per i prezzi dei biglietti e altre notizie: www.provincia.milano.it/cultura www.izis.it

Cinema: La Grande illusion. Regia di Jean Renoir

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Marzo: settimo film e di nuovo grazie alla Cineteca di Bologna, promotrice della rassegna Il cinema ritrovato che dallo scorso settembre sta riportando in una selezione di sale italiane – uno al mese – dieci capolavori del cinema, restaurati e in lingua originale coi sottotitoli in italiano. La Grande illusion – diretto da Jean Renoir nel 1937 – è un altro gioiello senza tempo – eterno e ancora giovane – ambientato durante la prima guerra mondiale tra soldati che combattevano credendo nei valori del rispetto e dell’onore. Le proiezioni – dopo quelle del 3 marzo all’Apollo e dell’11 all’Anteo – si concluderanno nella sala di via Milazzo 9 domenica 16, alle ore 11. E dal 31 marzo Roma città aperta di Roberto Rossellini. Per gli orari, le sale, i prossimi film e altre informazioni: www.ilcinemaritrovato.it e www.spaziocinema.info

Cinema: Saving Mr. Banks, regia di John Lee Hancock

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Quasi tutti hanno visto Mary Poppins, il celebre film con Julie Andrews nel ruolo della bambinaia  scesa dal cielo londinese.

Non tutti però sanno che Walt Disney inseguì per circa vent’anni Miss Pamela Lyndon Travers, l’autrice delle pagine da cui fu tratto il film: la tenacia e l’ostinazione del fondatore del magico regno dei divertimenti furono premiate – Mary Poppins venne alla luce nel 1964 – e Saving Mr. Banks si concentra sul periodo trascorso dalla scrittrice a Los Angeles per trattare con Disney e mettere a punto la cessione dei diritti del libro nonché la trasformazione in film.

L’impresa fu ardua, Travers e Disney avevano due visioni opposte e all’inizio inconciliabili dell’arte e del suo senso che Saving Mr. Banks  affida alla bravura di Emma Thompson e Tom Hanks, entrambi molto in parte.

C’è poi – in parallelo – un altro film nel film: la scrittrice ricorda, coi ricordi torna all’infanzia vissuta in Australia – origine di traumi e problemi esistenziali -, e alle persone amate e incontrate, tante cose si chiariscono ma Saving Mr. Banks si appesantisce e si allunga, restando comunque godibile e piacevole.

Luciano Francesconi – Una matita geniale al Corriere della Sera. Alla Triennale

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Probabilmente i lettori del Corriere della Sera arrivano in Triennale già preparati: oltre ad aver conosciuto Luciano Francesconi (1934-2011) e la sua arte attraverso le pagine del Corriere – dove disegnò dal 1965 fino alla fine – forse hanno anche letto l’inserto speciale – uscito insieme al quotidiano il 25 febbraio in occasione dell’inaugurazione – che raccoglie i ricordi di tanti amici nonché una selezione delle opere in mostra.

A ogni modo, ai lettori del Corriere della Sera farà molto piacere ritrovare – e a tutti gli altri conoscere – il mondo visto e interpretato da Luciano Francesconi in un itinerario composto da disegni, prime pagine  e anche dipinti inediti dove prevale il tratto gentile, delicato, sensibile, umano, discreto e leggero della sua matita e dei suoi pennelli. L’omaggio a Francesconi  prosegue fino a mercoledì 12 marzo, quindi bisogna affrettarsi: è una di quelle mostre dalle quali si esce soddisfatti e contenti, con la voglia di ritornarci e di consigliarla agli amici.

Alla Triennale di Milano (viale Alemagna 6) con ingresso libero tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10.30 alle 20.30 e giovedì fino alle 23, per altre notizie c’è il sito www.triennale.org

 

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Cinema: “Sotto una buona stella”, regia di Carlo Verdone

sotto una buona stella

Non c’è pace per Federico Picchioni: l’ex moglie muore, perde il lavoro, i due figli e una nipote di tre anni gli piombano in casa, la compagna lo molla (buon per lui: è di rara antipatia) e lo stesso fa la colf. Federico (interpretato da Carlo Verdone) si rivela un padre inadeguato e assai imperfetto, cerca di rimediare a errori e mancanze sbagliando di continuo e facendo solo peggio, per fortuna abita in un condominio coi muri di burro e Luisa – una tagliatrice di teste dotata di molto buon senso  – si è trasferita da poco nell’appartamento a fianco.

Se Verdone fatica a fare il padre, il film procede a fatica, la narrazione non è sempre scorrevole e ci si annoia, persino, ma Verdone emana illimitata simpatia e chi gli vuol bene gliene vuole anche quando, come stavolta, non fa centro.

Oltreché dentro le case, Sotto una buona stella presenta luoghi di Roma meno consueti, quali la Basilica dei Santi Pietro e Paolo all’Eur e il Cimitero Acattolico dove è sepolto il poeta John Keats.

Cinema – Hannah Arendt al Palestrina

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Sala strapiena lunedì scorso per Hannah Arendt di Margarethe von Trotta. Il film si concentra sugli anni che vanno dal 1960 al 1964 quando la filosofa ebreo-tedesca – emigrata con il marito a New York dove era una stimata insegnante – fu inviata a Gerusalemme per seguire lo storico processo ad Adolf Eichmann ed elaborò l’analisi dei crimini nazisti in un resoconto pubblicato dal New Yorker che divenne nel 1963 il saggio La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme. Margarethe von Trotta costruisce con scrupolo il ritratto nonché il pensiero di una donna e il racconto si segue senza fatica con partecipazione, interesse e attenzione crescenti grazie alla notevole prova di Barbara Sukowa nel ruolo di Hannah e nonostante sia in versione originale (inglese e tedesco) con i sottotitoli in italiano. Hannah Arendt sarà proiettato di sicuro lunedì 3 marzo: gli orari e la programmazione della sala di via Palestrina 7 sono sulla pagina facebook del cinemateatro palestrina oppure sui quotidiani, in alternativa si può telefonare al numero 02 6702700.

Cinema: “All is lost –Tutto è perduto”, regia di J.C. Chandor

all is lost

Nulla si sa di quest’uomo che naviga tutto solo per l’Oceano Indiano a bordo di una bella barca a vela. Lo scontro con un container alla deriva dà il via a una serie infinita di guai che il navigatore fronteggia con sapienza e tenacia.

Non c’è dialogo – tranne l’addio iniziale e qualche imprecazione  – ma solo i rumori del mare e del vento – e poi: con chi dovrebbe parlare un naufrago? –, la sua fragilità e la sua solitudine di fronte alla Natura diventano da subito anche nostre e già quei vestiti bagnati addosso creano nel pubblico ansia, empatia, apprensione e partecipazione, figuratevi il resto.

Il navigatore solitario è interpretato magnificamente da Robert Redford – 77enne fascinoso e in bella forma – e All is lost – Tutto è perduto conferma il talento di J.C. Chandor – rivelatosi un paio di anni fa con il notevole Margin Call -.

A Milano il film è già sparito dalle sale, peccato, speriamo riappaia.

Cinema: “Smetto quando voglio”, regia di Sydney Sibilia

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Sette ricercatori universitari emarginati e riciclati in altri lavori decidono di creare una nuova droga sintetica ancora non conosciuta ai divieti della legge mettendo così le loro genialità al servizio del crimine.

Se siete curiosi di sapere come continua e come andrà a finire la vicenda accomodatevi in sala: il primo lungometraggio di Sydney Sibilia – 33 anni, da Salerno – è divertente, scorretto, intelligente, paradossale, vitale e veloce (non si guarda mai l’orologio!) tra riferimenti alla molto amara realtà italiana e rimandi a molto cinema.

I laureati di Smetto quando voglio sono interpretati da una banda di attori affiatati e in parte tra i quali Edoardo Leo, Pietro Sermonti, Lorenzo Lavia, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo e Neri Marcoré.

Bravo Sibilia e avanti così. ,02

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Cinema: “Tutta colpa di Freud”, regia di Paolo Genovese

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Tre figlie dai 18 ai 30 anni alle prese coi sentimenti e un padre psicanalista affettuoso, presente e assai ferrato in materia: l’amore non è mai semplice, è pieno di agguati e complicazioni però resta sempre il motore principale delle nostre vite e la commedia diretta da Paolo Genovese si fa vedere tutto sommato con piacere anche se a tratti si trascina causa superflua lunghezza (si guarda l’orologio, ahi!) ed è invasa da una martellante colonna sonora.

Marco Giallini nel ruolo del padre è bravo e i suoi scambi di battute con Alessandro Gassmann (fidanzato della minore delle sue figlie nonché marito della donna – Claudia Gerini – che gli fa battere di nuovo il cuore) sono uno spasso, sono brave pure le tre figlie (Vittoria Puccini, Anna Foglietta e Laura Adriani), Roma è bella e fa piacere ritrovare Daniele Liotti, tra l’altro in gran forma.