Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Cinema – Hannah Arendt al Palestrina

von trotta

Sala strapiena lunedì scorso per Hannah Arendt di Margarethe von Trotta. Il film si concentra sugli anni che vanno dal 1960 al 1964 quando la filosofa ebreo-tedesca – emigrata con il marito a New York dove era una stimata insegnante – fu inviata a Gerusalemme per seguire lo storico processo ad Adolf Eichmann ed elaborò l’analisi dei crimini nazisti in un resoconto pubblicato dal New Yorker che divenne nel 1963 il saggio La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme. Margarethe von Trotta costruisce con scrupolo il ritratto nonché il pensiero di una donna e il racconto si segue senza fatica con partecipazione, interesse e attenzione crescenti grazie alla notevole prova di Barbara Sukowa nel ruolo di Hannah e nonostante sia in versione originale (inglese e tedesco) con i sottotitoli in italiano. Hannah Arendt sarà proiettato di sicuro lunedì 3 marzo: gli orari e la programmazione della sala di via Palestrina 7 sono sulla pagina facebook del cinemateatro palestrina oppure sui quotidiani, in alternativa si può telefonare al numero 02 6702700.

Cinema: “All is lost –Tutto è perduto”, regia di J.C. Chandor

all is lost

Nulla si sa di quest’uomo che naviga tutto solo per l’Oceano Indiano a bordo di una bella barca a vela. Lo scontro con un container alla deriva dà il via a una serie infinita di guai che il navigatore fronteggia con sapienza e tenacia.

Non c’è dialogo – tranne l’addio iniziale e qualche imprecazione  – ma solo i rumori del mare e del vento – e poi: con chi dovrebbe parlare un naufrago? –, la sua fragilità e la sua solitudine di fronte alla Natura diventano da subito anche nostre e già quei vestiti bagnati addosso creano nel pubblico ansia, empatia, apprensione e partecipazione, figuratevi il resto.

Il navigatore solitario è interpretato magnificamente da Robert Redford – 77enne fascinoso e in bella forma – e All is lost – Tutto è perduto conferma il talento di J.C. Chandor – rivelatosi un paio di anni fa con il notevole Margin Call -.

A Milano il film è già sparito dalle sale, peccato, speriamo riappaia.

Cinema: “Smetto quando voglio”, regia di Sydney Sibilia

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Sette ricercatori universitari emarginati e riciclati in altri lavori decidono di creare una nuova droga sintetica ancora non conosciuta ai divieti della legge mettendo così le loro genialità al servizio del crimine.

Se siete curiosi di sapere come continua e come andrà a finire la vicenda accomodatevi in sala: il primo lungometraggio di Sydney Sibilia – 33 anni, da Salerno – è divertente, scorretto, intelligente, paradossale, vitale e veloce (non si guarda mai l’orologio!) tra riferimenti alla molto amara realtà italiana e rimandi a molto cinema.

I laureati di Smetto quando voglio sono interpretati da una banda di attori affiatati e in parte tra i quali Edoardo Leo, Pietro Sermonti, Lorenzo Lavia, Paolo Calabresi, Libero De Rienzo e Neri Marcoré.

Bravo Sibilia e avanti così. ,02

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Cinema: “Tutta colpa di Freud”, regia di Paolo Genovese

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Tre figlie dai 18 ai 30 anni alle prese coi sentimenti e un padre psicanalista affettuoso, presente e assai ferrato in materia: l’amore non è mai semplice, è pieno di agguati e complicazioni però resta sempre il motore principale delle nostre vite e la commedia diretta da Paolo Genovese si fa vedere tutto sommato con piacere anche se a tratti si trascina causa superflua lunghezza (si guarda l’orologio, ahi!) ed è invasa da una martellante colonna sonora.

Marco Giallini nel ruolo del padre è bravo e i suoi scambi di battute con Alessandro Gassmann (fidanzato della minore delle sue figlie nonché marito della donna – Claudia Gerini – che gli fa battere di nuovo il cuore) sono uno spasso, sono brave pure le tre figlie (Vittoria Puccini, Anna Foglietta e Laura Adriani), Roma è bella e fa piacere ritrovare Daniele Liotti, tra l’altro in gran forma.

The Gold Rush – La febbre dell’oro

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BRERA Cinema: “The Gold Rush – La febbre dell’oro” regia di Charles Chaplin. Al cinema Anteo Coi suoi abiti stravaganti, il bastone e l’immancabile bombetta, Charlot va tra le nevi del Canada a cercare la fortuna, patisce fame e freddo, incontra fuorilegge, ballerine e avventurieri, trova l’oro e trova anche l’amore: The Gold Rush-La febbre dell’oro del 1925 è il sesto film tornato a risplendere per un mese su una selezione di schermi italiani grazie alla rassegna Il cinema ritrovato promossa dalla Cineteca di Bologna. Il film è un gioiello senza tempo dove si sorride, si ride e si piange e dove ogni sequenza (alcune passate nella Storia, come la danza dei panini o il pranzo a base di scarpe, chiodi e lacci) sprigiona poesia, grazia e delicatezza. A Milano le proiezioni – dopo quelle del 3 e dell’11 febbraio – si concluderanno all’Anteo (via Milazzo 9) domenica 16 febbraio, alle 11. Poi dal 3 marzo arriverà La grande illusion di Jean Renoir, e sarà un’altra bella storia. Per conoscere il progetto completo, l’elenco delle sale, gli orari e per altre notizie: www.ilcinemaritrovato.it e anche www.spaziocinema.info Ilaria d’Andria

“Diritti… al cinema!” all’ Auditorium San Fedele

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Secondo appuntamento l’altra sera della terza edizione di “Diritti… al cinema!”  –  rassegna di film legati ai temi del lavoro e della vita civile organizzata da Magistratura Democratica in collaborazione  con la Fondazione Culturale San Fedele.

Per discutere di ambiente e ritorno alla terra è stato scelto L’ultimo pastore di Marco Bonfanti – dedicato alla storia di Renato Zucchelli, l’ultimo pastore nomade lombardo che qualche anno fa conquistò piazza Duomo a Milano con le sue 700 e passa pecore .

Si riprende il prossimo 12 febbraio con la questione femminile preceduta dalla visione de La bicicletta verde di Haifa Al-Mansour mentre mercoledì 19 il film I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larrain sarà lo spunto per parlare del rinnovamento della politica.

In via Hoepli 3 alle ore 20: per il calendario completo, l’elenco dei partecipanti agli incontri, i prezzi dei biglietti e altre informazioni c’è il sito www.sanfedele.net

Mostra: “Van Gogh Alive” alla Fabbrica del Vapore

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Dopo Istanbul e Tel Aviv dallo scorso 6 dicembre Vincent Van Gogh vive alla Fabbrica del Vapore dove le ampie pareti – diventate degli schermi – proiettano tremila immagini tridimensionali in continuo movimento tratte dalle tele dell’artista olandese in un percorso di poco più di mezz’ora accompagnato da musica ad alto volume.

Girasoli, cieli stellati, personaggi, paesaggi e ancora dettagli dalle opere: sulle pareti scorrono temi, tempi e tormenti di Van Gogh, si passeggia, ci si ferma per leggere le lettere riprodotte, ci sono delle panche dove sedersi e in alcuni giorni viene anche offerto un tè fumante.

L’esplosione di colori e suoni può avvolgere oppure respingere ma Van Gogh Alive è senza dubbio un’esperienza suggestiva nonché innovativa.

In via Procaccini  4 fino al 9 marzo 2014 tutti i giorni dalle 10 alle 20 e giovedì e sabato fino alle 23.

Per i prezzi del biglietti, gli orari del tè, le iniziative collaterali e altre notizie: www.vangoghalive.it

Cinema: “Belle & Sebastien” regia di Nicolas Vanier

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Alpi francesi, 1943.

In un piccolo villaggio occupato dai nazisti alcuni abitanti armati di fucile danno la caccia a un Pastore dei Pirenei femmina – a torto ritenuta un’assassina di pecore –.

Ma Sebastien – un bambino orfano cresciuto da uno dei cacciatori, César – non ci crede, incontra il cane tra i monti e ne diventa amico inseparabile.

Per scoprire il resto della storia accomodavi in sala: Belle & Sebastien piace ai più piccoli ed emoziona e commuove gli adulti.

Bravo l’esordiente Félix Bossuet, splendida la dolce Belle, folgoranti le riprese dei paesaggi.

Milano tra le due guerre

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Mostra a Palazzo Morando

 MILANO TRA LE DUE GUERRE. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti si apre con un filmato di undici minuti dove Elda Chierichetti – figlia di Arnaldo – ripercorre la storia del padre nonché del negozio di ottica in corso di Porta Romana 74.

Il filmato è prezioso e andrebbe visto prima di iniziare la passeggiata che attraverso 140 fotografie – scattate da Arnaldo Chierichetti tra le due guerre – mette in mostra paesaggi scomparsi, strade, quartieri, scorci, negozi e scene di vita quotidiana di una città diversa da quella di oggi   documentandone cambiamenti urbanistici oltreché sociali.

Il breve filmato andrebbe visto prima della passeggiata, si diceva, e andrebbe rivisto anche alla fine, magari.

In via Sant’Andrea 6 fino al 13 febbraio 2014 con ingresso gratuito.

Per gli orari, il programma delle conferenze e altre notizie:

www.civicheraccoltestoriche.mi.it

www.mostramilanotraledueguerre.com

Leggi tutti gli articoli in Brera.

Mostra: Franco Grignani alla Galleria Gruppo Credito Valtellinese

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Avete presente il marchio della Pura Lana Vergine, quella matassa bianca e nera intrecciata?

Il logo – risalente al 1964 – è soltanto la più famosa delle creazioni di Franco Grignani (1908-1999) e Milano dedica all’illustre grafico una bella retrospettiva che ne ripercorre e ne approfondisce la ricca produzione artistica.

Franco Grignani. Alterazioni ottico mentali 1929-1999 resterà in corso Magenta 59 fino al 15 marzo 2014 con ingresso libero da lunedì a venerdì dalle 10 alle 19.30 e sabato fino alle 18.

Per altre notizie: www.creval.it

Cinema: “The Wolf of Wall Street” regia di Martin Scorsese

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Soldi, droga, alcool, sesso: così visse il potere Jordan Belfort, che nella New York dei primi anni novanta diventò straricco vendendo azioni quotate pochissimo.

Martin Scorsese analizza con ferocia e (dis)gusto ascesa e declino di un affamato lupo di Wall Street e della sua banda di altrettanto affamati impiegati in un film eccessivo di eccessi (compresa la durata, tre ore: troppe), di ritmo, di parole nonché di parolacce.

Leonardo DiCaprio nel ruolo del brillante truffatore Belfort domina e invade ogni scena sprigionando energia e adrenalina  e i pochi minuti di Matthew  McConaughey  non passano inosservati.

Prendere o lasciare: The Wolf of Wall Street è un treno in corsa che trascina, diverte e piace oppure esaspera e annoia.

 

Cinema: “Nebraska”, regia di Alexander Payne

Nebraska

David (Will Forte, rivelazione!) accompagna il malandato papà Woody (Bruce Dern, magnifico!) nella città d’origine per riscuotere un premio in denaro che crede di aver vinto: il viaggio dal Montana al Nebraska lungo mille e passa chilometri diventa una riflessione sulla memoria e sul passato dell’America oltreché dell’ostinato genitore e dei tanti personaggi incontrati sulla strada, parenti oppure conoscenti ma tutti pieni di rancori, amarezze e rimpianti.

Nell’intervista a un settimanale Alexander Payne ha definito Nebraska “un film modesto, semplice, senza star, in bianco e nero. Ma appassionato”.

Vero, il film non è interpretato da stelle ma da giganti, è fatto di poco ma ha tutto, il bianco e nero illumina la desolazione dei paesaggi e il vuoto di molte anime, procede agro ma anche dolce in un’alternanza di malinconia e umorismo, colpisce al cuore ma il sentimentalismo è tenuto sotto controllo, appassiona dall’inizio alla fine e si insinua nel profondo, dove resta.

Sintetizzando con un aggettivo: bellissimo.

Mostra alle Gallerie d’Italia

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E’ piccola e raccolta ma preziosa e ricca di curiosità la mostra che attraverso disegni, fotografie vecchie e nuove, progetti, mappe, documenti, una planimetria di Milano del 1884 con riferimenti di luoghi andati e altro materiale forma la trama della storia e delle trasformazioni del palazzo della Banca Commerciale Italiana – oggi sede delle Gallerie d’Italia nonché ospite dell’esposizione –, realizzato dall’architetto Luca Beltrami tra il 1906 e il 1911 nel lato nord di piazza della Scala, tra palazzo Marino e il Teatro alla Scala.

Completa l’itinerario un filmato di tredici minuti su Milano a quei tempi.

Lo “stile italiano”. Luca Beltrami per la Banca Commerciale Italiana. Itinerario storico fotografico nella “città che s’avvia a divenir metropoli” resterà a piazza della Scala 6 fino al 13 aprile 2014 con ingresso libero, per gli orari e altre notizie: www.gallerieditalia.it

 

Cinema: “Il capitale umano”, regia di Paolo Virzì

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 Un incidente stradale ricostruito secondo i punti di vista di tre personaggi e un epilogo finale: Paolo Virzì lascia luoghi e toni consueti trasferendo in Brianza il romanzo di Stephen Amidon ambientato in Connecticut.

Presente, futuro e conflitti generazionali di una galleria di mostri italiani contemporanei pescati in diversi strati sociali, con morale ai minimi: Virzì dipinge con ironia spietata un affresco degradante, ad alto tasso di infelicità e squallore, offre una via di uscita forse troppo scontata e troppo poco scorretta ma l’intreccio funziona e gli  attori sono bravi e in parte – a cominciare da Fabrizio Gifuni e Fabrizio Bentivoglio – .

Cinema: “Ninotchka”, regia di Ernst Lubitsch

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Pubblico deliziato e contento l’altra sera all’Anteo: sullo schermo brillava la commedia di Ernst Lubitsch del 1939 dove la Divina Greta Garbo nel ruolo di un’ispettrice comunista russa, rigida e senza sorrisi in missione a Parigi abbandona l’austerità cedendo alle frivolezze della Ville Lumière nonché all’amore del fascinoso conte Leon interpretato da Melvyn Douglas.

Ninotchka  fa parte della rassegna Il cinema ritrovato che dallo scorso settembre sta riportando in molti cinema italiani – un titolo al mese – dieci capolavori restaurati, in versione originale con sottotitoli in italiano.

La commedia di Lubitsch tornerà a splendere all’Anteo (via Milazzo, 9) domenica 26 gennaio alle 11: un peccato prendere altri impegni.

Per conoscere la rassegna, gli orari delle proiezioni, le sale e altre notizie: www.ilcinemaritrovato.it

Cinema: “Sapore di te”, regia di Carlo Vanzina

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Stessa spiaggia stesso mare, altra epoca altra musica, ancora amori, prime volte, equivoci, litigi e  tradimenti, giovani perbene, stelline della televisione, adulti disonesti e politici maneggioni, tanto sole e tanto ottimismo: in Sapore di te Carlo ed Enrico Vanzina si tuffano negli anni ottanta – quando girarono Sapore di mare, ambientato invece nei sessanta – e confermano freschezza e genuinità dei sapori dei loro film.

Molta critica è stata avara di stellette e pallini ma non si può non voler bene ai fratelli Vanzina, accomodatevi in sala e chi vorrà bene a Sapore di te (come la sottoscritta) continui pure  il passaparola.

Massimo Minini alla Triennale

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Festeggiare i primi quaranta anni di attività di una galleria d’arte: accade alla Triennale di Milano dove una corposa carrellata di opere ripercorre l’avventura della Galleria Massimo Minini di Brescia.

Alighiero Boetti, Vanessa Beecroft, Luigi Ghirri, Michelangelo Pistoletto, Gabriele Basilico, Anish Kapoor, Luigi Ontani, Ettore Sottsass, Mimmo Jodice, Sol LeWitt, Letizia Battaglia: l’elenco degli invitati alla festa è lunghissimo oltreché coi fiocchi e installazioni, tele, arazzi, sculture, fotografie, acquerelli, una vetrata a colori montata per l’occasione da Daniel Buren e ancora cartoline, cataloghi, ritratti e altri documenti compongono un viaggio – e un ripasso – in ordine sparso dentro gusti e tendenze dell’arte contemporanea.

Un filmato racconta la mostra e Massimo Minini scrive a ciascun autore un bigliettino: da leggere, tutti.

In viale Alemagna 6 fino al 2 febbraio 2014, per gli orari, i prezzi dei biglietti e altre notizie: www.triennale.org

 

Due mostre a Palazzo Moriggia – Museo del Risorgimento

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 Giorgio Ansaldi (1844-1922) – disegnatore nonché caricaturista vissuto tra due secoli – ha illustrato la belle époque, interpretandola e punzecchiandola con grazia, eleganza e ironia: l’esposizione Belle époque – Il segno elegante di Dalsani in corso a Milano (fino al 16 marzo 2014) ricorda il maestro piemontese mettendo in mostra le sue caricature sulla moda, la società del tempo, il nuovo ruolo della donna e ancora la diffusione delle riviste periodiche e il progresso delle tecniche di stampa in un gustoso allestimento suddiviso in sezioni a tema, completate da approfondite didascalie e arricchite da preziosi documenti.

Restiamo al pianoterra di Palazzo Moriggia per andare alla scoperta di un lato meno conosciuto del Maestro di Busseto.

Villa Verdi a Sant’Agata, l’Ospedale di Villanova sull’Arda, la Casa di Riposo per Musicisti a Milano: se la musica di Giuseppe Verdi è nota ovunque, lo sono meno le sue “opere architettoniche” e Francesco Maria Colombo – direttore d’orchestra e fotografo – documenta le capacità di progettista e costruttore di case nonché l’umanità e la filantropia di Verdi attraverso una serie di scatti che presentano e si addentrano nei luoghi ideati dal maestro, evocando atmosfere e suggestioni.

“VERDI ARCHITETTO nelle fotografie di Francesco Maria Colombo” proseguirà fino al 2 marzo 2014.

Palazzo Moriggia – Museo del Risorgimento è in via Borgonuovo 23, tutte e due le mostre sono gratuite e sono aperte da martedì a domenica dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30.

Per altre informazioni: www.civicheraccoltestoriche.mi.it