Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Spazio Oberdan: Conrad e il mare, Cinema e grande letteratura

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 Dieci film, tre giorni, due sale e un autore, Joseph Conrad: ecco a noi una rassegna (organizzata nell’ambito di BookCity e di una mostra all’Acquario Civico) a base di film tratti dalle pagine dello scrittore, dislocata da venerdì 14 a domenica 16 novembre tra lo Spazio Oberdan e il Museo Interattivo del Cinema.

Dopo Secret Sharer di Peter Fudakowski tra i titoli in programma Cuore di tenebra di Nicolas Roeg, Il terzo uomo di Carol Reed, I Duellanti di Ridley Scott, Sabotaggio di Alfred Hitchcock, Lord Jim di Richard Brooks e Apocalypse now di Francis Ford Coppola.

Tutto gratuito, per conoscere il calendario delle proiezioni, i luoghi e gli orari: www.cinetecamilano.it

Infine, come si diceva all’inizio, fino al 29 marzo 2015 all’Acquario Civico di Milano (vialeGadio 2)c’è Conrad e il mare, un viaggio alla scoperta della vita e dell’opera dell’autore attraverso fotografie, immagini, oggetti di mare, documenti, proiezioni e altro ancora.

Per sapere tutto: www.acquariocivicomilano.eu

Lo sciacallo – Nightcrawler, regia di Dan Gilroy

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Lou Bloom sta cercando un lavoro.

Lo trova dopo aver assistito a un incidente e all’assalto dei fotoreporter accorsi sul luogo.

Si procura l’attrezzatura necessaria e collegandosi alle frequenze della polizia inizia a muoversi di notte tra le emergenze di Los Angeles e a filmare video da vendere alle redazioni. Sempre più assetato di soldi, fama e potere Lou non si ferma davanti a nulla e a nessuno pur di avere immagini di crudeltà varia in esclusiva, arrivando anche a interferire con le indagini di un delitto.

Il film – notevole debutto alla regia di Dan Gilroy: avanti così – è un affresco contemporaneo che mette i brividi addosso e Jake Gyllenhaal si cala alla perfezione nei panni di Lou Bloom, sciacallo creato e premiato da un mondo sciacallo e senza più eticacome se non più di lui.

Cineteca I 400 Colpi: Venerdì DOC

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A breve inizia il Torino Film Festival, intanto – fino al 12 dicembre – I 400 COLPI, la cineteca di quartiere con trentatré posti da metà settembre in via Palmaria 4, sta proiettando una selezione di documentari presentati nel corso dell’edizione 2013 del Festival.

Tra i prossimi titoli in programma Rosarno di Greta De Lazzaris (14 novembre), I fantasmi di San Berillo di Edoardo Morabito (28 novembre),  Il segreto di Cyop&Kaf (5 dicembre).

Le proiezioni iniziano alle 21, sono introdotte dal regista e volendo ci si può trovare a partire dalle 20 per un aperitivo.

Ingresso con tessera a quindici euro, per saperne di più: www.i400colpi.org

Il giovane favoloso, regia di Mario Martone

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Le sale sono piene, molti dopo averlo visto (ri)aprono libri e (ri)leggono opere e poesie, in classifica è ai primi posti, gli incassi lievitano: insomma, Il giovane favoloso – che attraverso la fusione di versi e immagini e la grandiosa interpretazione di Elio Germano racconta e rilancia un Leopardi incurvato nel fisico ma aperto e attaccato alla vita, un pensatore indipendente e ribelle – appassiona, richiama e stimola al di là delle più rosee previsioni, il che fa davvero un grandissimo piacere.

E così il film di Mario Martone – un’opera coraggiosa e da vedere una seconda volta data la sua vastità – si sta rivelando una sfida vincente.

Tre cuori, regia di Benoit Jacquot

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Perdere un treno può cambiare la vita, di certo la cambia a Marc – un rigoroso ispettore delle imposte, cardiopatico –. Una sera – è a Lione per lavoro – perde il treno, incontra Sylvie, parlano, passeggiano, si danno appuntamento a Parigi dopo qualche giorno. Se si fossero scambiati il numero di telefono non sarebbe iniziato un melodramma che invece, a causa proprio di un attacco di cuore, a questo punto può cominciare.

Segreti, bugie e verità, passione e dovere, legami ufficiali e legami clandestini, sguardi, gesti, oggetti e messaggi spediti e ricevuti di nascosto: Tre cuori è un triangolo sentimentale intenso intrigante struggente raffinato e Benoit Poelvoorde, Charlotte Gainsbourg e Chiara Mastroianni ne sono i perfetti interpreti, guardati a vista da Madame Deneuve, spettatrice silenziosa delle intermittenze dei loro cuori.

 

Museo Interattivo del Cinema: Un Po di cinema

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Che cosa hanno in comune Il grido di Michelangelo Antonioni, Ossessione di Luchino Visconti, I cento chiodi di Ermanno Olmi, Notte italiana di Carlo Mazzacurati e ancora La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati e La donna del fiume di Mario Soldati?
Condividono il Po, nel senso che sono stati girati e ambientati lungo il grande fiume, e dall’11 al 19 novembre condividono anche uno schermo, visto che i film sopra citati assieme a una serie di cortometraggi di Florestano Vancini e a due documentari (uno di Paolo Casalis, l’altro di Alessandro Scillitani) compongono la rassegna Un Po di cinema.

In viale Fulvio Testi 121, per il programma completo e per altre informazioni: www.cinetecamilano.it

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Una folle passione. Regia di Susanne Bier

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Carolina del Nord, fine anni venti: George e Serena si incontrano, si amano al primo sguardo, si sposano e fanno impresa insieme fondando un impero del legname.

Ma la coppia troverà molti intralci sulla strada del futuro, e non solo alberi da abbattere…

Gli ingredienti per un melodrammone coi fiocchi ci sarebbero tutti però Una folle passione non mantiene le promesse e non cattura e non appassiona, i due protagonisti – Bradley Cooper e Jennifer Lawrence – sono fuori parte e per niente empatici e poi la regia è anonima, il che spiace visto che è di Susanne Bier, autrice di bei film anche fuori dai suoi confini danesi, come Love Is All You Need, limoni di Sorrento, panorami da cartolina e mandolini compresi.

Annie Parker. Regia di Steven Bernstein

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Annie Parker vive a Toronto e non ha ancora trent’anni nel 1980 quando scopre di avere un cancro al seno. Annie non si rassegna e lotta – il tumore al seno le ha già portato via la mamma e la sorella -, e la sua vicenda si incrocia con le ricerche di Mary-Claire King, una genetista che a Berkeley si batte con ostinazione per dimostrare l’origine genetica e i fattori ereditari del cancro al seno.

Ci sono dei film dove quel che conta è soprattutto il messaggio di speranza e coraggio, Annie Parker è uno di questi e lo fa bene – con onestà e senza patetismi – grazie anche alla superlativa e intensa interpretazione di Samantha Morton  che dà anima, corpo e sfumature alla combattiva Annie.

Anteo: Ogni domenica un classico

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La rassegna – iniziata il 19 ottobre con To be or not to be di Ernst Lubitsch – si concluderà l’8 marzo con Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock.

In mezzo, altri tredici film senza tempo tutti restaurati e tutti da (ri)vedere tra i quali Il grande dittatore di Charles Chaplin (9 novembre), Vertigo ancora di Hitchcock (30 novembre), A qualcuno piace caldo di Billy Wilder (18 gennaio), Gioventù bruciata diNicholas Ray (25 gennaio)e Colazione da Tiffany di Blake Edwards (15 febbraio).

Appuntamento domenica alle undici all’Anteo (via Milazzo 9), ingresso 5 euro, per saperne di più: www.spaziocinema.info

Frances Ha. Regia di Noah Baumbach

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Meno male che ci sono le rassegne, qualche giorno fa ho recuperato Frances Ha grazie a  riVediamoli (per il programma completo: www.spaziocinema.info).

Frances ha ventisettenne anni, vive a New York, è un’aspirante danzatrice impegnata in diversi lavoretti e cerca un posto nel mondo e un senso da dare alla sua vita.

La commedia – un piccolo gioiello di sceneggiatura – è dolce e anche amara ed è illuminata da Greta Gerwig/Frances, padrona assoluta della scena dall’inizio alla fine oltreché conquistatrice del cuore di chi la circonda, e del nostro.

The Judge. Regia di David Dobkin

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Joseph Palmer – un integro giudice dell’Indiana – e suo figlio Hank – un cinico avvocato di base a Chicago – non si vedono da tempo. Si ritrovano al funerale della madre, e continueranno a scontrarsi per due ore e passa dal momento che sarà il figlio a difendere il giudice dall’accusa di omicidio.

Il film è inutilmente allungato da un eccesso di parentesi sentimentali e familiari e da troppe scene madri  – il che finisce per penalizzare la parte legale – ma alcuni dialoghi padre/figlio e soprattutto le superlative interpretazioni di Robert Downey Jr., Robert Duvall e Billy Bob Thornton stravalgono il prezzo del biglietto.

Il sale della Terra. Regia di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado

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Sebastiao Salgado ha girato il mondo e le sue fotografie testimoniano popoli, guerre, disastri, pericoli, bellezze: Il sale della Terra ricostruisce la vita e l’opera di Salgado attraverso filmati e materiale d’archivio commentati dal fotografo brasiliano e gli interventi dei due registi sono davvero minimi e mai invasivi per non disturbare e non sovrapporsi al flusso dei suoi ricordi e delle sue emozioni.

Già, le sue emozioni. Tante e contagiose, come la speranza che chiude il racconto.

Boyhood. Regia di Richard Linklater

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All’inizio del racconto Mason ha sei anni, alla fine ne avrà diciotto. E saranno cresciuti anche la sorella maggiore Samantha e i genitori separati.

Qualche giorno di riprese ogni anno – dal 2002 fino al 2013 – per un totale di trentanove, gli stessi attori che crescono, i personaggi interpretati che si evolvono, cambiano casa o taglio di capelli, si innamorano, si risposano mentre la storia dell’America e la società fanno il loro corso: Boyhood mette in scena una famiglia media americana uguale a mille altre filmando gli aspetti più quotidiani, semplici e ordinari della vita e lo fa bene e con così tanto realismo che le varie situazioni non hanno mai nulla di forzato o comandato.

I dodici anni di Boyhood durano sullo schermo poco meno di tre ore, che appassionano e volano.

Tutto può cambiare. Regia di John Carney

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Dan, Greta, la musica e New York.

Dan è un produttore discografico allo sbando nel lavoro e nella vita privata oltreché molto dedito all’alcool, Greta è una cantautrice timida e disillusa, appena mollata dal fidanzato pure lui cantante.

I due si incontrano in un locale e Dan – colto il talento e le potenzialità della voce ammiccante di Greta – le propone di registrare un disco per strada, tra i rumori e le scenografie di New York. Non scoccherà l’ amore – troppo banale – e il rapporto di lavoro e la tenera amicizia guidata dalla musica darà a entrambi una seconda occasione.

Mark Ruffalo è padrone e conquistatore assoluto della scena, Keira Knightley gli sta dietro e se la cava, la colonna sonora è trascinante e Tutto può cambiare si vede e si ascolta con molto piacere.

Invideo – Mostra internazionale di video e cinema oltre

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Il programma: vario e per tutti i gusti, con video d’arte italiani e stranieri, suddiviso in diversi percorsi di visione e ricco di incontri con gli autori, dibattiti, anteprime, confronti, ricordi.

I luoghi: Spazio Oberdan, Fabbrica del Vapore, Istituto Europeo di Design e Chiostro del Piccolo Teatro.

Le date: dal 29 ottobre al 9 novembre.

Per sapere tutto e per le modalità di partecipazione: www.mostrainvideo.com

Buoni a nulla. Regia di Gianni Di Gregorio

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Pranzo di Ferragosto resta finora inarrivabile ma Buoni a nulla – terzo film di e con Gianni Di Gregorio – è un altro piccolo gioiello di gentilezza ed eleganza.
Stavolta l’autore/attore – spedito a lavorare dal centro di Roma aldilà del sacro gra – decide di smettere di dire sempre di sì e di combattere gli approfittatori con un po’di cinismo.
La ribellione di Gianni farà proseliti, del resto il neocollega Marco è la sua proiezione giovanile (e quanto è bravo Marco Marzocca).
Un piccolo gioiello di tante cose si diceva all’inizio, e come luccica!

La moglie del cuoco. Regia di Anne Le Ny

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In un centro di formazione per adulti si incontrano Carole – la moglie del cuoco che non ne può più di vivere all’ombra del marito – e Marithé, una formatrice.

Temi sociali, sentimenti, emancipazione e rivalità femminili nella provincia francese:  La moglie del cuoco è una commedia gradevole che procede a passo spedito e leggero, la scrittura è a quattro stelle, le due attrici  (Emmanuelle Devos e Karin Viard) anche e lo chef (Roschdy Zem) è irresistibile, come si vedrà.

E poi c’è poco cibo, ultimamente al cinema se ne è fatta indigestione.

Piccole crepe, grossi guai. Regia di Pierre Salvadori

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Antoine è depresso e tossico e fa il portiere di uno stabile, Mathilde ci abita ed è convinta che una crepa sulla parete di casa provocherà il crollo di tutto l’edificio: i due si riconoscono e diventano amici e solidali, tra il via vai di stravaganti e instabili inquilini.

Piccole crepe, grossi guai è una commedia cupa e amara con momenti e spunti divertenti e sorrisi sparsi dove si parla di solitudine e di vite alla deriva con sensibilità e misura, senza strafare e senza cadere nel sentimentalismo.

E poi Antoine è Gustave Kervern, Madame Mathilde è Catherine Deneuve, tutti e due sono magnifici e il terzo protagonista è il cortile del palazzo – crocevia di rancori, malinconie e naufragi esistenziali – con il pavimento consunto e le piante appassite.