Mina è un’italiana a New York per lavoro, Jude è un ingegnere americano, i due si incontrano per caso nel bagno di un ristorante cinese, si innamorano, si sposano, fanno un figlio che lei decide di nutrire solo con cibo vegetale incontaminato per preservarne la purezza, la coppia scoppia, la tensione esplode, l’atmosfera si fa opprimente (da notare l’uso molto significativo degli spazi e degli ambienti) e si tinge di nero: ecco i “cuori affamati” attraverso i quali Saverio Costanzo esplora, guarda e analizza gli equilibri di una coppia, le difficoltà di essere genitori e l’amore materno comprendendo le ragioni di ciascuno senza troppo giudicare.
Il ritmo è serrato e inquietudine, disagio, sgradevolezza e metafore della vicenda oltrepassano lo schermo coinvolgendo lo spettatore.
Applausi per Alba Rohrwacher e Adam Driver.
P.S.
Al cinema Apollo (galleria De Cristoforis 3) è in corso la rassegna “Portare il fuoco – Essere genitori oggi: un percorso tra cinema e psicoanalisi” e “Hungry Hearts” sarà proiettato il 15 aprile alle 19.30 alla presenza della psicoanalista Maria Barbuto e di Andrea Bellavita, semiologo e critico cinematografico.
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