Riecco James Bond, riecco Sam Mendes, che ha diretto anche Skyfall, la puntata precedente di Spectre.
Dunque, ricapitolando in ordine sparso: le donne? Sì sì, ci sono, questa volta c’è pure una Bond lady (Monica Bellucci, anni 51, sta in scena poco meno di cinque minuti, è in un certo senso il motore della storia e i suoi minuti hanno avuto una risonanza mediatica incredibile) e la Bond girl è Léa Seydoux.
Andiamo avanti: le macchine? Oh sì, ci sono, certo. E gli elicotteri? Pure, ovvio, e c’è anche una funivia. E gli inseguimenti? Altroché, immancabili come il celebre Martini, del resto. E poi si viaggia tanto (dopo una magnifica coinvolgente sequenza d’apertura a Città del Messico, si vola a Roma, poi in Austria, poi a Tangeri, poi a Londra) alla ricerca della Spectre, l’associazione terroristica, e dell’uomo che la dirige.
Procediamo: Bond non si fa mai un graffio, ha i capelli sempre in ordine e i bottoni delle giacche abbottonati, le sue camicie sono sempre stirate e immacolate anche dopo che un edificio gli crolla quasi addosso, cambia abito di continuo, non mangia mai, non dorme mai e potremmo andare avanti ma basta così, come avrete capito gli ingredienti ci sono ma l’adrenalina e il ritmo, che poi sono gli ingredienti fondamentali della saga di James Bond? Ma sì che ci sono, anche se altalenanti e di sicuro meno vigorosi rispetto a Skyfall (che mi riavvicinò a 007: ebbene sì, non ho visto più di qualche avventura di Bond, vediamo se qualcuno ripercorre le vicende dell’agente segreto, magari dagli inizi fino a quest’ultima puntata, la numero 24…).
Per chiudere, qualche taglio qua e là per ridurne la durata (quasi due ore e mezza: troppe anche se non ci si annoia) non guastava e ogni tanto si ha l’impressione che Daniel Craig e Sam Mendes vivano un po’ di rendita di Skyfall, ma va bene così, quindi buon divertimento con Spectre.
P.S. Il cinema Centrale (via Torino 30/32) proietta il film in versione originale con sottotitoli in italiana, una bella occasione.