Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Dal 24 febbraio a 4 marzo allo Spazio Oberdan: Ritorni al futuro

orwellRitorni al futuro riunisce molte iniziative che avranno luogo a Milano a partire dal 21 febbraio e fino al 31 maggio 2016, ovvio ne rientri pure una cinematografica con dieci film che hanno raccontato il futuro testimoniando così come il cinema sia stato in un certo senso anticipatore e precursore di scoperte e di teorie.

La rassegna sarà allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) e i titoli? Eccone qualcuno: si inizia mercoledì 24 con Orwell 1984 che Michael Radford ha tratto dal romanzo di George Orwell, il giorno dopo proiezione dell’inquietante The Lobster di Yorgos Lanthimos, poi ci sono Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, Stalker di Andrei Tarkovskij e ancora L’uomo che fuggì dal futuro di George Lucas, sono proposti quasi tutti in versione originale con sottotitoli in italiano, per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Cinema Mexico: Midnight Factory – Il male, fatto bene

 

 

midE’ stata la Koch Media – una casa di produzione e distribuzione indipendente – a volere una rassegna di inediti del brivido e ha scelto Milano, di preciso la sala del cinema Mexico, in via Savona 57.  La programmazione è partita da qualche settimana – le proiezioni sono sempre al lunedì, alle 21.30 -, tra i titoli passati The ABCs of Death dove 28 registi illustrano l’alfabeto dell’orrore dalla A alla Z, Tales of Halloween e V/H/S.

Ma parliamo dei film che verranno: lunedì 22 c’è Honeymoon del 2014 di Leigh Janiak, il 7 marzo All Cherleaders Die, il 14 The Green Inferno di Eli Roth alla presenza del regista Ruggero Deodato, per il calendario completo e tante altre notizie www.cinemamexico.it e www.midnightfactory.it

 

 

21 febbraio al Cineclub Zarbo d’Essai: ogni domenica un film da riscoprire

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Due domeniche, due film diretti dallo stesso regista – Arthur Hiller – e sceneggiati entrambi da Paddy Chayefsky. Ma cominciamo dalla proiezione di domenica 21 febbraio: è Tempo di guerra, tempo d’amore, una divertente commedia antimilitarista del 1964 interpretata da Julie Andrews, James Garner, James Coburn e Melvyn Douglas.

Il Cineclub Zarbo d’Essai è in via Gaetano De Castillia 9, si inizia come sempre alle 21.15, si entra con tessera Arci più un contributo libero, per saperne di più scrivere a zarbodessai@tiscali.it oppure telefonare al numero 347 2768735.

Dal 22 febbraio al 4 aprile al Cineforum del Circolo Familiare: Ciak, Milano!

ciakRaccontare e approfondire le trasformazioni e i cambiamenti sociali, culturali e urbanistici di Milano attraverso il cinema: inizia lunedì 22 febbraio alle 20.30 al Cineforum del Circolo (viale Monza 140) con Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti la rassegna Ciak, Milano! curata da Marcello Perucca, gli altri film – sempre di lunedì, con inizio però alle 21 – sono Romanzo Popolare di Mario Monicelli (29/02), Colpire al cuore di Gianni Amelio (07/03), San Babila ore 20: un delitto inutile di Carlo Lizzani (14/03), L’aria serena dell’ovest di Silvio Soldini (21/03) e A casa nostra di Francesca Comencini (04/04), il biglietto d’ingresso costa €2, volendo si può cenare con La cucina del popolo (prenotazione al numero: 338 5068386), per altre informazioni www.cineforumdelcircolo.it

The Danish Girl, regia di Tom Hooper

danishTra la fine degli Venti e l’inizio degli anni Trenta Einar Wegener (Eddie Redmayne) visse due vite, la prima a Copenaghen come affermato pittore di paesaggi e inquieto marito di Gerda (Alicia Vikander) – pittrice di ritratti in cerca di ispirazione che, ahilei, troverà proprio nell’amatissimo sposo -, la seconda nella più libera Parigi, nei panni e coi palpiti di Lili Elbe: The Danish Girl è la storia del primo transessuale della storia che si affidò alla chirurgia per avere il sesso che si sentiva addosso da sempre e che aveva sopito e accantonato per convenzione e Tom Hooper – il regista di Il discorso del re e Les Misérables – la mette in scena con raffinatezza e gusto estremi, eleganti ambientazioni, sete scivolose, sciarpe volanti, manierismi, ammiccamenti, altre vezzosità e due ottimi interpreti (Alicia Vikander supera il troppo osannato Eddie Redmayne) e forse il difetto del film sta proprio in questa perfezione, così tanto perfetta, perbene e attenta da mangiarsi palpiti, sofferenza, dolore, carne e sangue.

Fuocoammare, regia di Gianfranco Rosi

fuocoE se in Sacro Gra Gianfranco Rosi indagava su una serie di esistenze attorno al Grande raccordo anulare di Roma, in Fuocoammare studia Lampedusa dove da una parte c’è la tragedia sconvolgente e senza fine di uomini, donne e bambini che tutti i santi giorni arrivano sull’isola ricoperta di nuvole su barconi stracarichi di morte e di speranza accolti e assistiti da militari italiani, mentre dall’altra – come controcanto dell’ emergenza continua – ci sono gli abitanti, i loro gesti semplici – ripetuti e in qualche caso ripetitivi -, il loro quotidiano, ecco quindi il conduttore di una radio locale che esaudisce i desideri musicali degli isolani, il pescatore, il sub, il medico che racconta quel che ha visto e quel che ha fatto, la moglie che accudisce il marito, e il piccolo Samuele che soffre tanto di mal di mare e che tenta di farsi lo stomaco e che vede coprendosi con una benda l’occhio destro – col quale invece non ha problemi – per superare la pigrizia dell’occhio sinistro e stimolarlo così a GUARDARE.

Zootropolis, regia di Byron Howard, Rich Moore e Jared Bush

zooBenvenuti a Zootropolis, metropoli moderna dove animali di ogni taglia e misura senza rivalità né distinzione tra prede e predatori vivono in pace e in armonia e dove l’ostinata coniglietta Judy Hopps – professione poliziotta – deve indagare assieme a Nick Wilde – volpe truffatrice – su un caso di sparizione e sgominare una banda di malviventi che vuole destabilizzare la città ideale.

Colori – compreso il nero e il giallo -, trovate, ritmo, risate, musica, metafore, rimandi e riferimenti, Zootropolis è una delizia di cartoon: buon divertimento ai più piccoli, buon divertimento ai loro accompagnatori.

Dal 18 febbraio all’Ariosto: Senza doppiaggio

 

senzaRicomincia questa sera alle 21.15 all’Ariosto (via Ariosto 16) Senza doppiaggio, rassegna di film in lingua originale con sottotitoli in italiano, il primo titolo scelto è Le tout nouveau Testament (Dio esiste e vive a Bruxelles) di Jaco Van Dormael, il 25 ci sarà She’s funny that way (Tutto può accadere a Broadway) di Peter Bogdanovich, per conoscere il cartellone completo degli appuntamenti fino al 26 maggio – sempre al giovedì – e per altre notizie www.spaziocinema.info

 

 

Cinquanta sbavature di nero, regia di Mike Tiddes

sbavatureMr. Grey diventa Mr. Black, ovvio, e l’intera parodia afroamericana è una sequenza infinita di volgarità, sconcezze, parolacce, trivialità, sensi doppi, tripli e quadrupli in caduta libera con trama abbastanza simile all’originale che alla fine quasi quasi fa rimpiangere le sfumature di grigio uscite giusto un anno fa, almeno quelle avevano una loro comicità per quanto non voluta. Come se poi non bastassero le parodie delle sfumature il regista inserisce pure quella di Nymphomaniac di Lars Von Trier, tanto per sottolineare la grandezza fallica dei neri.

Per chi? Mi arrendo.

Il caso Spotlight, regia di Thomas McCarthy

spotNel 2001 un gruppo di giornalisti investigativi del Boston Globe scoprì che l’Arcivescovo della città aveva nascosto e taciuto per anni su alcuni casi di pedofilia, trovò le prove e portò alla luce lo scandalo nella chiesa cattolica americana: ecco in estrema sintesi Il caso Spotlight che ricostruisce passo dopo passo, faldone dopo faldone, testimonianza dopo testimonianza, con ritmo coinvolgente e serrato senza sbavature né morbosità, quell’inchiesta giornalistica condotta peraltro da un quotidiano letto per la maggior parte da cattolici.

In sala in sala, senza aspettarsi però il miglior film dell’anno, perché è un buon film ma non è il migliore.

 

Onda su onda, regia di Rocco Papaleo

ondaRuggero (Alessandro Gassmann) è il cuoco di bordo e non scende a terra da quattro anni, Gegé (Rocco Papaleo) è un cantante fallito alla ricerca di riflettori e soldi. I due navigano – e si detestano – sullo stesso cargo diretto a Montevideo dove il primo dovrà scendere per consumare le ferie obbligatorie e il secondo per un concerto e l’antipatia e la diffidenza iniziali – grazie a un problema alle corde vocali di Gegé – si trasformeranno in complicità, dopotutto sono due anime sole, dolenti e incomprese in piena crisi esistenziale.

Terza regia di Rocco Papaleo dopo Basilicata Coast to Coast e Una piccola impresa meridionale Onda su onda è una malinconica riflessione su illusioni e fallimenti manchevole di ritmo e con una scrittura un po’ debole e troppo diluita, altalenante e svogliata dove neppure i due protagonisti (Alessandro Gassmann è sempre più bravo) riescono a far appassionare più di tanto alla vicenda.

18 febbraio: Gli Incontri della Civica

header_email_incontriDomani è giovedì 18, e l’appuntamento nell’ambito degli incontri della Civica (Aula Magna della Civica Scuola di Cinema, viale Fulvio Testi 121) sarà con la regista Costanza Quatriglio che parlerà di “filmare l’invisibile” analizzando attraverso i suoi ultimi lavori – Terramara e Triangle – la costruzione dell’opera e l’utilizzo del materiale d’archivio per esplorare la differenza tra il filmabile e il non filmabile.

Si comincia come sempre alle 14.30, l’incontro sarà moderato da Fabrizia Centola, docente di teoria e prassi del montaggio audiovisivo, è tutto gratuito ma bisogna prenotarsi all’indirizzo incontricinema@fondazionemilano.eu , per saperne di più www.fondazionemilano.eu/cinema

Dal 19 febbraio al 3 marzo allo Spazio Oberdan: Alexandr Sokurov

arcaL’ultimo suo film, Francofonia, è uscito prima di Natale: se non lo avete ancora visto o se desiderate rivederlo lo trovate (sabato 20 alle 21.15) nella bella rassegna dedicata dalla Cineteca Italiana ad Alexandr Sokurov a partire da venerdì 19 febbraio e fino al 3 marzo allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2). L’omaggio comprende una selezione di titoli – ci sono rarità mai distribuite da noi, tutti i film sono in edizione originale con sottotitoli – che ripercorrono così i linguaggi, le tematiche, le tecniche e la creatività del regista russo, ci sono Arca russa – un unico piano sequenza di novantasei minuti dentro il Museo dell’Hermitage di San Pietroburgo -, Alexandra, Faust, Moloch, I giorni dell’eclisse, Padre e figlio, Il sole, e Elegia della vita – Rostropovich, Vishnevskaya – conversazione tra il regista e la coppia di grandissimi artisti – , per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Dal 19 al 28 febbraio al Museo Interattivo del cinema: Godfrey Reggio e Ron Fricke – Il cuore del mondo

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Raccontare la forza della natura, la vita moderna e l’impatto – distruttivo – dell’uomo sull’ambiente attraverso immagini, tante suggestioni, tanta musica, pochi attori e poche parole: ecco in estremissima sintesi la cifra stilistica di Godfrey Reggio e Ron Fricke e quindi l’intento della rassegna che inizia venerdì 19 febbraio alle 15 al Museo Interattivo del cinema (viale Fulvio Testi 121) con la proiezione di Koyaanisqatsi seguito da Powaqqatsi seguito da Naqoyqatsii tre poemi visivi della trilogia Qatsi di Godfrey Reggio di notevole impatto spettacolare e con le musiche di Philip Glass. Tra i titoli di Ron Fricke Samsara e Baraka, per il calendario completo e altre informazioni www.cinetecamilano.it

Dal 17 febbraio: colazione & cinema al cinema Anteo

colazione-anteoInvitante e gustosa la formula – la visione di un film alle 10.30 preceduta da un cappuccino o un caffè e da una brioche -, invitante e gustoso il prezzo, €4.50: si inizia mercoledì 17, il primo titolo selezionato è Tutto può accadere a Broadway di Peter Bogdanovich, la prossima settimana ci sarà 45 anni di Andrew Haigh, il 2 marzo Il ponte delle spie di Steven Spielberg, il 9 La grande scommessa di Adam McKay, si va avanti fino al 25 maggio, l’Anteo è in via Milazzo 9, per il calendario completo www.spaziocinema.info

L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, regia di Jay Roach

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L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo racconta la storia di Dalton Trumbo, sceneggiatore di notevolissimo successo che andò a finire nei fulmini del maccartismo quando in America – siamo alla fine fine degli anni Quaranta e oltre – i comunisti – e Hollywood pullulava di comunisti, iscritti o solo simpatizzanti – erano un’ ossessionante minaccia. Trumbo non collaborò e quindi non denunciò i colleghi, passò quasi un anno in galera, perse tutto, smise di lavorare ma fu salvato dalla famiglia – come sottolinea il film, e forse lo sottolinea un po’ troppo -, scrisse e scrisse tanto ma sotto falso nome vincendo con un altro nome due Oscar (uno per Vacanze romane di William Wyler nel 1954), scrisse sceneggiature di film di serie B per aggirare l’ostracismo verso i pericolosissimi di Hollywood. E ci riuscì, grazie alla tenacia di Kirk Douglas e Otto Preminger, poi bye bye lista nera, arriveranno i Kennedy, scoppierà la guerra in Vietnam…

Bryan Cranston è un ottimo Donald Trumbo, Diane Lane interpreta sua moglie, Helen Mirren è un’odiosa editorialista, John Goodman è il produttore di film di serie B, e L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo ha un impianto tradizionale, è corretto e tutto sommato godibile al netto di qualche mancanza e per quanto non riservi grosse sorprese né grandi guizzi, e poi rinfrescare la memoria, ripassare un certo periodo storico e magari uscire dalla sala col desiderio di approfondirlo fa sempre tanto bene.

16 febbraio allo Spazio Oberdan: Cinema senza barriere

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Nuovo appuntamento domani sera alle ore 20 allo Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) nell’ambito di Cinema senza barriere, il film scelto è La teoria del tutto di James Marsh che potrà essere seguito dai non vedenti in cuffia ad infrarossi e dai non udenti attraverso i sottotitoli. Le cuffie vanno prenotate al numero 02 87242114, il film sarà introdotto da Barbara Sorrentini, tradotta in LIS, l’ingresso è gratuito anche per gli accompagnatori, per saperne di più: www.cinemasenzabarriere.it e www.cinetecamilano.it

Dal 16 al 28 febbraio al Museo Interattivo del Cinema: Jean e August Renoir

 

Gilles-BOURDOS-RENOIR-220x110Qualche mese fa – pubblicato da Adelphi – è uscito Renoir, mio padre dove Jean, il grande regista, racconta la storia di suo padre, il grande pittore impressionista Pierre-Auguste (presentazione domenica 21 alle 17.15). A Renoir padre e Renoir figlio è dedicata la rassegna che inizierà martedì 16 febbraio al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) con la proiezione di Renoir di Gilles Bourdos, che racconta gli ultimi anni di vita del pittore, trascorsi in Costa Azzurra, e l’incontro con Andrée Heuchling che divenne sua modella, poi sua nuora e in seguito interprete dei primi film di Jean (La Fille de l’eau e La Petite marchande d’allumettes in programma oltreché Partie de campagne, Sur un air de Charlestone e il documentario Da Renoir a Picasso di Paul Haesaerts).

Per il calendario completo e altre notizie: www.cinetecamilano.it