Fabiola è l’attuale moglie di Paolo, è una rampante agente immobiliare, si fascia dentro abiti attillati, cammina su tacchi vertiginosi, è parecchio scafata e crede che con i soldi si possa comprare e ottenere tutto, ma le sue umili origini e il suo essere ruspante fanno rima con genuinità. Lucia è stata la moglie di Paolo per otto anni, è di estrazione borghese, fa la psicologa degli animali ed è il contrario dell’altra, indossa solo fibre naturali, è ovviamente vegana, molto ansiosa e molto poco autentica. Insomma Fabiola e Lucia sono due donne – entrambe non hanno figli – diverse che più diverse accomunate però dallo stesso uomo – Paolo, appunto – che un giorno muore affidando in eredità a quella strana coppia – entrambe sono impreparate e del tutto incapaci però complementari proprio in quanto incompatibili – il bambino di sette anni avuto con una donna cinese.
Apriti cielo! Indovinate un po’ che succede? Non c’è neppure bisogno di anticiparlo tanto è prevedibile e previsto, la commedia si fonda quasi soltanto sui contrasti e le differenze tra le due donne (e le due attrici) sottolineati di continuo e a sfinimento (Gerini vince su Buy) e non sarebbe nulla se le due figure femminile non fossero ridotte a macchiette e la sceneggiatura non fosse così piena di luoghi comuni e di stereotipi.
Nulla di brillantissimo, Nemiche per la pelle è comunque vedibile e presto dimenticabile.