Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Dal 13 al 16 gennaio a Spazio Oberdan: 100perCENTO Italia – The Young Pope, regia di Paolo Sorrentino

typ108_110615_gf0011-copia-460x230Cos’è 100perCENTO Italia? E’ una raccolta di film e incontri con i protagonisti del cinema italiano – più e meno noti – finalizzata, nel corso del 2017, a valorizzare opere che meritano attenzione. Il primo titolo proposto è la serie tv The Young Pope di Paolo Sorrentino, vista su Sky nei mesi passati, i dieci episodi saranno spalmati in quattro appuntamenti (a Spazio Oberdan, con ingresso libero e in versione originale coi sottotitoli in italiano) compresi tra il 13 e il 16 gennaio, domenica 22 Lele Marchitelli, autore della colonna sonora di The Young Pope e de La grande bellezza, parlerà del suo lavoro, per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it 

Dall’ 11 gennaio al 16 aprile a Spazio Oberdan: LA GRANDE ANIMAZIONE AL CINEMA

la-mia-vita-da-zucchina-11-1024x550La mia vita da zucchina di Claude Barras, Le stagioni di Louise di Jean-François Laguionie, Allegro ma non troppo e West and Soda di Bruno Bozzetto e ancora Revengeance di Bill Plymton sono film di animazione indirizzati a un pubblico adulto e sono i film scelti dalla Cineteca Italiana per la rassegna La grande animazione al cinema che ogni mese – primo titolo La mia vita da zucchina: proiezioni dall’11 al 14 gennaio) – ne proporrà uno.

A Spazio Oberdan, in viale Vittorio Veneto 2, per il calendario completo e altre notizie www.cinetecamilano.it

Mister Felicità, regia di Alessandro Siani

misterNon ha voglia di fare niente di niente il napoletano Martino De Simone (Alessandro Siani), passa le giornate spiaggiato sul divano della sorella Caterina (Cristiana Dell’Anna), che lavora in un posto imprecisato della Svizzera come domestica a casa di Guglielmo Gioia (Diego Abatantuono), una sorta di guru specializzato nel rimettere in piedi gli sportivi atterrati dalla sfiducia. Le cose cambiano quando Caterina resta vittima di un incidente stradale e necessita di cure costosissime. Il fratello sfaccendato è costretto a darsi una mossa sostituendola al lavoro e Gioia, in partenza per molto molto lontano, lo lascia a custodire la casa. Martino inizia a rispondere alle telefonate dei clienti in cerca di pensieri positivi spacciandosi per Mister Felicità, e la seconda chiamata darà una svolta decisiva alla sua esistenza…: ecco, a distanza di due anni da Si accettano miracoli e con uscita sempre a Capodanno, Mister Felicità, il nuovo film di (e con) Alessando Siani, una commedia romantica dove il protagonista è sempre all’inseguimento (vano) dell’immenso Massimo Troisi, il copione è improbabile, fragile e stanco in partenza, con battute e situazioni ai minimi, e dove neppure la presenza di Diego Abatantuono riesce ad accendere le molto attese scintille.

Menzione speciale alla qui poco valorizzata Cristiana Dell’Anna, vista nella seconda stagione di Gomorra – La serie.

 

Il GGG – Il Grande Gigante Gentile, regia di Steven Spielberg

gggE’ alto sette metri, quindi per la sua categoria è un nano!, il gigante del titolo (interpretato da Mark Rylance) che, al contrario dei suoi simili – ben più alti e divoratori di bimbi – è vegetariano e mangia solo pesantissimi cetrionzoli. Dei bambini invece il grande gigante ama catturarne i sogni e così una notte preleva da un orfanotrofio, collocato in una Londra senza tempo, la piccola Sophie (Ruby Barnhill), la quale, superato lo spavento iniziale di ritrovarsi in una poco accogliente caverna, comprende che il suo rapitore è una creatura dolce, affettuosa e protettiva che tra l’altro attraverso i suoi tantissimi barattoli pieni zeppi di ogni genere di sogno può insegnarle delle belle cose, addirittura il senso della vita…: ecco, dalle amate pagine dello scrittore gallese Roald Dahl, Il GGG – Il Grande Gigante Gentile di Steven Spielberg, una storia di amicizia tra diversi che più diversi alla ricerca ognuno del proprio spazio nel mondo raccontata, e illustrata, con grazia, dolcezza, ironia e vari tocchi da maestro e anche se il film a un certo punto si siede, poi riprende il volo portandoci dentro Buckingham Palace, a colazione nientedimeno che dalla regina Elisabetta.

 

Dal 17 gennaio al Museo Interattivo del Cinema: Dark Shadows, il cinema di Tim Burton

timburton-700x350C’è tempo fino a venerdì 13 gennaio per iscriversi a Dark Shadows, il seminario – a cura del critico de IlSole24Ore e direttore responsabile di LongTake Andrea Chimento – su Tim Burton in programma al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) il 17, il 24 e il 31 gennaio dalle 19 alle 20.30 e finalizzato ad avvicinarsi all’opera e alle tematiche del regista statunitense, il 7 febbraio alle 19 infine proiezione di Big Fish, per informazioni sulle modalità di partecipazione, sui costi e altro www.mic.cinetecamilano.it oppure redazione@longtake.it  .

Dal 9 Gennaio al 6 febbraio al Cineforum del Circolo: Ritratti di famiglia

ritrattifamiglia2Viaggio in cinque film – pertanto attraverso lo sguardo di cinque registi – attorno alla famiglia, ai suoi ruoli, ai suoi cambiamenti, alle sue relazioni: promette bene Ritratti di famiglia, la rassegna – a cura di Vanessa Giancola e Daniele Benfenati – in programma al Cineforum del Circolo (viale Monza 140) a partire da lunedì 9 gennaio. Il primo titolo scelto sarà I pugni in tasca di Marco Bellocchio, gli appuntamenti proseguiranno il 16 con I Tenenbaum di Wes Anderson, il 23 con Father and Son del regista giapponese Hirokazu Kore-Eda, il 30 con Un matrimonio di Robert Altman e il 6 febbraio con La famiglia di Ettore Scola, le proiezioni iniziano alle ore 21, il biglietto costa 2 €, per saperne di più www.cineforumdelcircolo.it .

Fino all’8 gennaio al Museo Interattivo del Cinema: Storie d’artisti. Pittori classici e ribelli

gilles-bourdos-renoir-700x350Otto titoli – tra film e documentari – per otto artisti: continua al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) Storie d’artisti. Pittori classici e ribelliappuntamento venerdì 30 dicembre alle 17 con Brama di vivere di Vincente Minnelli – dove Kirk Douglas è Vincent Van Gogh ed Anthony Quinn è Paul Gauguin – seguito alle 19.15 da Giovanni Segantini – Magia della luce di Christian Labhart, sabato 31 (con inizio alle 17) ci sono i documentari Pierre Bonnard di Lauro Venturi e Renoir di Gilles Bourdos, per il calendario completo delle proiezioni fino all’8 gennaio e per altre notizie www.mic.cinetecamilano.it .

 

Fino al 4 gennaio al Museo Interattivo del Cinema: Cantierecinema

cap003-700x350Kapò di Gillo Pontecorvo, Night Will Fall – Perché non scenda la notte di Andrè Singer, Suite francese di Saul Dibb e Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson sono quattro film sui temi della Liberazione e della Memoria e sono i quattro film selezionati dalla Cineteca Italiana – in occasione della manifestazione Cantierememoria in corso alla Casa della Memoria di Milano fino al prossimo 6 gennaio – per la rassegna Cantierecinema che prosegue al Museo Interattivo del Cinema (viale Fulvio Testi 121) fino a mercoledì 4 gennaio. L’ingresso è gratuito, per il calendario delle proiezioni www.mic.cinetecamilano.it .

Il medico di campagna, regia di Thomas Lilti

meCol sole, con la pioggia, con la nebbia, col buio, insomma sempre, qualsiasi tempo faccia, Jean-Pierre Werner (François Cluzet) – medico di campagna spigoloso ma infinitamente umano e meticoloso – si mette in macchina e va a visitare i suoi pazienti.  Quando gli viene diagnosticato un cancro al cervello e consigliato di trovarsi un assistente, Jean-Pierre in un primo momento nicchia, in un secondo accetta, suo malgrado, l’aiuto di Nathalie Delezia (Marianne Denicourt), un’ex infermiera che ha concluso da poco gli studi. Il rapporto tra i due è parecchio complicato ma la donna – che è dotata di buon carattere – subisce le stravaganze di Jean-Pierre fino a che, visita dopo visita, un misto di fiducia, solidarietà e desiderio subentra all’iniziale, e comprensibile, gelosia: ecco in pillole Il medico di campagna, un altro gioiello francese sotto l’albero di Natale dove attraverso la storia di due medici che esercitano la loro professione in un contesto rurale si parla – ma non si predica – di una medicina di cuore, di parole e di ascolto in via di estinzione e lo si fa con molta cura – del resto Thomas Lilti è stato un medico, e si vede e si sente da tanti piccoli percettibili dettagli -, senza strafare e senza spingere a facili lacrime.

Florence, regia di Stephen Frears

floNew York, 1944. Canta male Florence Foster Jenkins, stonatissima come è. Ma canta lo stesso, perché ama il canto e la musica, perché quando canta sente una voce intonata, perché è ricca sfondata quindi finanziatrice generosa impegnata in mille progetti quindi assecondata e protetta nella folle impresa di esibirsi nientedimeno che alla Carnegie Hall – dinnanzi a un pubblico non controllato – dal marito St. Clair Bayfield, dal maestro di canto Cosmé McMoon nonché da compiacenti giornalisti…

Chi ha visto Marguerite di Xavier Giannoli conosce già la storia del soprano più stonato del mondo, vissuto dal 1868 al 1944, ma se il regista francese ha spostato la vicenda nella Parigi degli anni Venti, Stephen Frears sposa tempi e luoghi e attraverso questa briosissima commedia di costume su di una donna all’oscuro della sua incapacità totale nel canto ma spinta da vera e genuina passione ci consegna una bella riflessione sulle molto umane debolezze.

Meryl Streep è strepitosa ma lo è come sempre, quindi niente di nuovo, a raggiungere qui la perfezione c’è anche l’ ormai maturo Hugh Grant, nel ruolo del marito.

Oceania, regia di John Musker, Ron Clements, Don Hall e Chris Williams

locandinaE’ pieno di incontri con mondi, modi e creature marine il viaggio intrapreso da Vaiana – vivace principessa 16enne di un’isoletta sperduta del Pacifico e navigatrice abbastanza abile – assieme al vanesio e tatuato semidio Maui e a un pollo tutto scemo per salvare il suo popolo da un disastro ecologico: ecco Oceania, l’ultimo film d’animazione targato Disney che attraverso la vicenda di una giovane donna alla ricerca non del principe azzurro bensì della propria identità sfodera tante tematiche come la relazione tra l’uomo e la Natura e l’accettazione della diversità, la trama è semplice semplice con molti battibecchi in mare aperto tra bei colori e bei fondali, la musica è invadente, troppe le canzoni e i balletti, e non abbastanza la magia.

 

 

 

 

 

 

Paterson, regia di Jim Jarmusch

patPaterson (Adam Driver) è un tipo molto silenzioso e senza neppure il telefono cellulare, vive nella piccola cittadina di Paterson, nel New Jersey, fa l’autista di un bus comunale e ha una moglie, Laura (Golshifteh Farahani), che si diletta a dipingere tutto in bianco e nero – dolcetti compresi -, suona la chitarra, fa mille progetti, sogna e si muove in continuazione, anche da ferma. La coppia ha un cane – Marvin: bulldog dispettoso da applausi – col quale Paterson tutte le sante sere, dopo il lavoro e dopo aver cenato, va allo stesso bar vicino casa, zeppo di fotografie di persone celebri legate alla città, per bersi una birretta in compagnia. E’ un’esistenza parecchio ripetitiva e molto ordinata quella di Paterson – per quanto alle volte qualche imprevisto di poco rilievo gli capita -, illuminata però dalle poesie senza rima che il giovane uomo – ispirandosi a ciò che vede o che sente quando è alla guida del bus – scrive su un libretto, del resto Paterson è il titolo del poema epico del poeta americano William Carlos Williams: benvenuti a Paterson di Jim Jarmusch, per trascorrere una settimana a fianco dell’universo minimalista di due belle persone, in un omaggio – reso dal regista con estrema grazia e inconfondibile leggerezza – alla poesia contenuta nei dettagli, per quanto irrilevanti.

Lion – La strada verso casa, regia di Garth Davis

lSaroo ha cinque anni e vive in un villaggio poverissimo dell’India assieme alla mamma e al fratello maggiore Guddu. Un giorno Saroo si addormenta su un treno, il treno parte e il bambino si ritrova a 1500 chilometri da casa, solo e smarrito in una città dell’India dove si parla un’altra lingua, il bengalese, e dove nessuno capisce la sua, l’hindi. Scampato per fortuna a inseguimenti e brutti incontri Saroo viene accolto in un orfanotrofio e poi adottato da una coppia di australiani, che lo accoglie e lo cresce con amore infinito e grandi possibilità.
Ma il passato e le origini non si dimenticano e così 25 anni dopo Saroo, grazie a Google Earth e ai ricordi sempre vivi, si mette alla ricerca della strada verso casa
La storia è vera e una storia simile è pane per i denti del cinema, ma se la prima parte di Lion – La strada verso casa è buona (la scena dell’arrivo nel caos di Calcutta, girata ad altezza di bambino – e che bambino, il piccolo Sunny Pawar è proprio bravo -, è molto efficace) la seconda – con Dev Patel nel ruolo del protagonista – lo è di meno, e scivola nella banalità e nelle convenzioni.
Le lacrime sono assicurate, portate i fazzoletti.

Le stagioni di Louise, di Jean-François Laguionie

luoiL’estate è finita e l’anziana Louise (nell’edizione italiana la voce è quella di Piera Degli Esposti) – avendo perso l’ultimo treno della stagione in partenza da Biligen, una località balneare – si ritrova tutta sola, in compagnia di un cane parlante. E così, in una situazione parecchio surreale, la donna inizia a ripercorrere, e noi assieme a lei, i momenti più importanti della sua infanzia e della sua vita fino a quel giorno dimenticati per non dire rimossi, rivedendoli, a distanza di tanto tempo, con occhi nuovi: ecco in estrema sintesi Le stagioni di Louise di Jean-François Laguionie, un gioiello francese di animazione che brilla da oggi sotto l’albero di Natale. Il film è indirizzato a un pubblico di grandi, dal momento che parla – per quanto con delicatezza e gentilezza estreme – di temi tosti, quali la solitudine, la vecchiaia, i ricordi, i rimpianti, la morte.

 

Dal 25 dicembre all’8 gennaio: UNE JEUNE FILLE DE 90 ANS E OMAGGIO A VALERIA BRUNI TEDESCHI

un-jeune-fille-de-90-ans-2-460x230Blanche Moreau ha 92 anni e vive nel reparto geriatrico dell’ospedale Charles Foix d’Ivry, dove il celebre coreografo Thierry Thieû Niang conduce un laboratorio di danza con pazienti malati di Alzheimer. Blanche se ne innamora e dal momento che l’innamoramento è già una follia, la donna non ha più nulla di delirante, la sua malattia è diventata semplicemente la malattia dell’amore: ecco Une Jeune fille de 90 ans di Valeria Bruni Tedeschi, una celebrazione della vita piena di sensibilità e dolcezza, in anteprima allo Spazio Oberdan dal 25 dicembre all’8 gennaio assieme ad altri due titoli sempre in anteprima, uno diretto e interpretato da Valeria Bruni Tedeschi, Actrices, l’altro, Terre Battue, solo interpretato.

Per il calendario delle proiezioni www.cinetecamilano.it 

Dal 26 dicembre all’8 gennaio a Spazio Oberdan: Hokusai, il monte Fuji, i luoghi e i volti del Giappone

 

ascent1-460x230Mentre a Palazzo Reale continua fino al 29 gennaio 2017 la mostra Hokusai, Hiroshige, Utamaro, la Cineteca Italiana ne approfitta per organizzare a Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2) una rassegna di film sull’arte e la cultura giapponese. Tra i titoli in programma due sono in anteprima – e sono Ascent di Fiona Tanstoria sul monte Fuji, il monte simbolo, e Miss Hokusai di Keiichi Hara, storia della figlia del pittore Hokusai, artista come il padre -, poi ci sono i classici Sogni di Akira Kurosawa e Vita di O-Haru, donna galante di Kenji Mizoguchi nonché il più recente La foresta dei sogni di Gus Van Sant, uscito da noi qualche mese fa, per il calendario delle proiezioni e per conoscere le facilitazioni e molto molto altro www.cinetecamilano.it 

Naples ’44, regia di Francesco Patierno

na

Nel settembre del 1943 il giovane ufficiale inglese Norman Lewis sbarcò a Salerno assieme alla Quinta Armata USA prendendo parte alla liberazione di Napoli, dove si fermò all’ incirca un anno: da quei giorni nacque Napoli ’44 (pubblicato da Adelphi), dalle pagine di quel diario – piene di dettagli e di annotazioni impressionanti – nasce Naples ’44 di Francesco Patierno che affianca – con un montaggio sapiente che funziona alla perfezione – alle parole di Lewis (nella versione italiana la voce narrante è quella di Adriano Giannini) una selezione di immagini tratte dagli archivi dell’Istituto Luce, e non solo, nonché alcune sequenze di film su quelle giornate di Napoli del dopoguerra (tra i tanti ci sono: La pelle di Liliana Cavani, Il re di Poggioreale di Duilio Coletti, Paisà di Roberto Rossellini) consegnandoci il racconto per immagini di una città e di una popolazione allo stremo, ridotte in macerie anche dalla fame, dalla miseria, dalle malattie.

Un film emozionante, potente, necessario che non cede a facili colori: inseguitelo nelle sale e comunque da febbraio sarà trasmesso su Sky.

18 dicembre allo Spazio Oberdan: Comencini Amore e Fantasia

comencini-460x230Comencini Amore e Fantasia – Gli invisibili grandi attori che hanno dato voce al cinema di Luigi Comencini: si intitola così il docufilm di Franco Longobardi (presente in sala) dedicato ai bambini e ai doppiatori, in molti casi noti come gli attori doppiati, del cinema di Comencini in programma domenica 18 dicembre alle 16 a Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2).

Al termine della proiezione Giovanna Calvenzi introdurrà Luigi Comencini. Italia 1945/1948, la mostra allestita nel foyer (fino al 15 febbraio) in occasione del centenario della nascita di Comencini nonché come evento inaugurale delle manifestazioni con le quali, nel corso del 2017, la Cineteca Italiana – fondata nel 1947 da Luigi Comencini e Alberto Lattuada – festeggerà i suoi primi settant’anni (sono tante, iniziamo a prepararci, ne parleremo via via). Le 52 immagini in bianco e nero – scattate alla fine della guerra, quando Comencini era un fotoreporter nonché un critico cinematografico e ritrovate da un erede – si soffermano sulla quotidianità dei tempi dimostrando di già la preferenza del futuro regista per le persone semplici, normali, indifese, come i bambini.

Tutto gratuito. con spumante, panettone e tanti auguri, per saperne di più www.cinetecamilano.it .