Poco meno di due ore ricche di immagini di repertorio, molte inedite, dei grandi concerti – alle Terme di Caracalla, a Pescara, a Novi Ligure, a Tunisi e altrove, in Italia e nel mondo comprese quelle, indimenticabili, del primo concerto in Piazza Plebiscito datato 19 settembre 1981, straboccante di gente, di passione e d’entusiasmo -, le testimonianze di chi ci ha lavorato insieme, di chi ne ha tratto ispirazione, degli amici, con qualcuna che non mette e non toglie: esce lunedì 20 e resterà nelle sale solo fino a mercoledì 22 marzo Pino Daniele. Il tempo resterà, il documentario di Giorgio Verdelli che riesce a raccontare la storia della carriera artistica del grande Pino – scomparso, troppo presto, poco più di due anni fa – e a spiegare il senso rivoluzionario – per la musica napoletana ma non soltanto – del suo linguaggio che ha unito, e unisce, centro e periferie, Sud e Nord, Italia e resto del mondo.
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