Archivio dell'autore: Ilaria d'Andria

Nei cinema da giovedì 20 marzo

Sono davvero molti i titoli nelle sale da oggi, ce ne è per i gusti di tutti, iniziamo la nostra passeggiata tra le nuove uscite da Muori di lei, il film di Stefano Sardo ambientato a Roma durante il lockdown del marzo 2020. Al centro del storia c’è un mite insegnante di filosofia, frustrato perché mantenuto in parte dal suocero ginecologo che glielo rinfaccia di continuo. Luca – confinato dentro casa in modalità didattica a distanza mentre la moglie medico ospedaliero è in emergenza a tempo pieno – inizia a spiare dalla finestra la conturbante e misteriosa cubana ospite del B&B dello stesso stabile. La faccenda gli sfuggirà di mano ma alla fine diventerà anche un’occasione per emanciparsi. Non vi riveliamo nulla di più di un thriller ben costruito e pieno di rimandi a tanto cinema, Riccardo Scamarcio è convincente, Paolo Pierobon è perfetto, Maria Chiara Giannetta e Mariela Garriga non sono da meno. Proseguiamo con U.S. Palmese, la commedia dei Manetti Bros. il cui protagonista è un giovane e rissoso calciatore francese ingaggiato dalla dilettantistica U.S. Palmese, in provincia di Reggio Calabria, quando viene cacciato dalla sua squadra per un episodio body shaming. L’inizio sarà un disastro ma poi. Una storia gentile di redenzione raccontata dai registi romani con la consueta ironia, difficile non affezionarcisi. Da oggi nelle sale per la gioia dei cinefili The Alto Knights – I due volti del crimine, il crepuscolare gangster movie – siamo nella New York della fine degli anni Cinquanta – diretto da Barry Levinson con uno straordinario Robert De Niro nei panni di Vito Genovese e di Frank Costello, due boss complici che presero poi due diverse strade. Il film, pieno di immagini in bianco e nero, racconta le vicende dei due criminali rientrando nel filone del miglior cinema, buona visione. Vi segnaliamo poi A Different Man, il film di Aaron Schimberg che racconta la storia di un aspirante attore affetto da una deformazione del viso il quale dopo l’incontro con la nuova vicina di casa, una drammaturga, accetta di sottoporsi ad un intervento chirurgico. Edward, ormai molto attraente, pensa di aver finalmente svoltato ma le sue certezze andranno presto in frantumi: Ingrid ha scritto una pièce ispirata alla loro amicizia e poi esiste Oswald, un altro attore affetto dalla stessa patologia il quale però si accetta con serenità. Identità reale e identità ideale, finzione e realtà: il film esplora molte tematiche e lo fa con un racconto stimolante amaro ma anche divertente in equilibrio tra thriller psicologico e commedia, strepitoso Sebastian Stan. Andiamo avanti con Berlino, estate 1942, il bel film di Andreas Dresden che attraverso la vicenda tragica di Hilde (molto brava Liv Lisa Fries) e Hans Coppi, due oppositori al nazismo nei primi anni della guerra, imprigionati dal regime e poi uccisi, ci ricorda come il passato vada sempre ricordato. Arriva sugli schermi anche L’albero, la folgorante opera prima di Sara Petraglia che ci racconta con potente semplicità il disagio giovanile, quel filo sottile sottile su cui si cammina a vent’anni quando ci si imbatte in una dipendenza, dalla droga e dall’amore. Magnifiche le due protagoniste, Tecla Insolia e Carlotta Gamba. Esce oggi poi Le donne al balcone – The Balconettes, il film di Noémie Merlant su tre donne molto libere, molto audaci e un poco guardone (spiano dal balcone l’aitante giovanotto dell’appartamento di fronte) che si ritrovano invischiate in una faccenda tra vivi e cadaveri. Una storia super super femminista contro abusi e ingiustizie in equilibrio tra più generi divertente a tratti ma perlopiù sconclusionata. Arriviamo al termine della nostra passeggiata tra le nuove uscite con Biancaneve di Mark Webb, ennesima rilettura dell’arcinota favola dei Fratelli Grimm, riadattamento in live action del classico Disney del 1937 aggiornato ai canoni del politicamente corretto (Biancaneve non ha la pelle color latte, al posto del principe azzurro c’è un ladruncolo di patate, per fortuna il bacio c’è ancora) che però non riesce a trasmettere emozioni, come se alla fine l’eccesso di digitale (anche i sette nani sono fatti al computer) togliesse anima e magia a tutti i personaggi, animali compresi.

Lee Miller, un film di Ellen Kuras

Prima modella e fotografa di moda di grande successo nella New York negli anni Venti, poi fotoreporter e corrispondente di guerra nella Seconda Guerra Mondiale, laddove riuscì a documentare l’orrore dei lager: arriva oggi sugli schermi Lee Miller di Ellen Kuras, un film biografico ben fatto per quanto un po’ convenzionale e piatto che ci consegna il ritratto di una donna coraggiosa dotata di grande senso di giustizia, interpretata magistralmente da Kate Winslet, anche produttrice.

 

Gioco pericoloso, un film di Lucio Pellegrini

Carlo Paris, critico d’arte nonché scrittore a caccia di una storia da raccontare, è sposato con Giada, ballerina in cerca di successo. L’ingresso nelle loro vite di Peter Drago, emergente e misterioso artista in cerca di fama porterà a galla non pochi segreti legati al passato della donna…: esce oggi Gioco pericoloso di Lucio Pellegrini, un thriller psicologico ambientato nel mondo dell’arte contemporanea che nonostante la bella confezione e la bravura degli interpreti (Adriano Giannini, Elodie ed Edoardo Scarpetta) resta in superficie e non riesce a intrigare più di tanto, eccedendo poi in improbabilità.

Il caso Belle Steiner, un film di Benoît Jacquot

Pierre e Cléa sono una coppia senza figli. Con loro vive temporaneamente Belle, figlia di un’amica di Cléa, che frequenta il liceo dove Pierre insegna matematica. Quando la ragazza viene ritrovata morta nella sua stanza tutti i sospetti convergono sull’ uomo, l’unico presente quella sera in casa, la moglie era uscita con amici: arriva oggi nelle sale Il caso Belle Steiner di Benoît Jacquot, trasposizione cinematografica con variazioni di La morte di Belle di George Simenon, un thriller psicologico coi fiocchi attento a ogni sfumatura ambientato in una cittadina della provincia francese che riflette su tematiche quali la colpa, il dubbio, il sospetto, i (pre)giudizi e le pressioni della società e dei media e il loro peso, e se Guillaume Canet è perfetto nei panni del taciturno e distaccato Pierre che respinge le accuse senza rabbia né disperazione, Charlotte Gainsbourg non è da meno in quelli di Cléa.

 

Il Nibbio, un film di Alessandro Tonda

Il 4 marzo del 2005, mentre si recava all’aeroporto di Baghdad con Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto appena rilasciata dai terroristi dopo una lunga trattativa, il dirigente del SISMI Nicola Calipari (soprannominato Nibbio) fu ammazzato nel tentativo di farle da scudo. A distanza di 20 anni giustizia non è stata ancora fatta: esce oggi nelle sale Il Nibbio, l’opera prima di Alessandro Tonda che ricostruisce quei 28 giorni – dal sequestro alla liberazione alla mitragliata, per errore, a un posto di blocco americano – tratteggiando molto molto bene e con asciuttezza la figura di un uomo dall’altissima statura professionale e morale, un uomo dotato di grande fermezza e altrettanta gentilezza che credeva nello Stato, nelle sue leggi e nello spirito di sacrificio, superlativo Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco nei panni della giornalista e Anna Ferzetti in quelli di Rosa Calipari non sono da meno. Un film necessario, un omaggio doveroso a una persona perbene, non perdetevelo.

Mickey 17, regia di Bong Joon Ho

In un futuro neppure così lontano, siamo nel 2054, Mickey Barnes, in fuga dagli usurai, si imbarca su un astronave diretto in un pianeta da colonizzare come sacrificabile, ogni volta che morirà il suo corpo potrà essere ricreato attraverso una stampante 3D infinite volte, mantenendone però la coscienza: arriva oggi sugli schermi – dopo essere stato presentato all’ultima Berlinale – Mickey 17, il nuovo film dal grande budget di Bong Joon Ho che mischia veri generi – commedia grottesca, azione, dramma -, non tutto funziona e c’è un po’ di confusione ma si resta spiazzati.

L’orto americano, un film di Pupi Avati

Bologna, 1945. Un aspirante scrittore perde letteralmente la testa per un’ausiliaria a seguito degli americani incontrata di sfuggita. Riuscirà in un certo senso a incrociarla un anno dopo in America, dove si era trasferito per qualche tempo, e poi di nuovo in Italia sul Delta del Po in un susseguirsi di scoperte anche molto macabre, di intrighi perversi, misteri e ambiguità…: esce oggi L’orto americano, il film che Pupi Avati ha tratto dal suo omonimo romanzo, una complicata e a tratti un poco confusa storia gotico padana in un fascinoso bianco e nero intrisa di nebbia in equilibrio tra horror e thriller, notevole la fotografia, belle le atmosfere, bravo Filippo Scotti, perfetto Roberto De Francesco.

 

Diciannove, un film di Giovanni Tortorici

Il diciannovenne Leonardo parte da Palermo per Londra – ci vive la sorella – per cominciare gli studi di Business. Ma l’entusiasmo dura poco, il ragazzo cambia idea e si iscrive all’Università di Siena per studiare letteratura. Lasciata Londra e arrivato nella città toscana Leonardo all’inizio frequenta le lezioni, senza però legare con gli altri studenti, poi si rintana nella stanza presa in affitto, uscendone solo sporadicamente, per dedicarsi agli amati autori classici: arriva oggi sugli schermi Diciannove di Giovanni Tortorici, una storia molto contemporanea dove si parla dell’ inquietudine dei giovani e delle loro difficoltà nel sapersi adattare, un esordio decisamente promettente da non perdere.

 

 

Noi e loro, un film di Delphine Coulin e Muriel Coulin

Pierre è un vedovo di mezz’età, lavora come operaio nelle ferrovie, e ha due figli uno dei quali, Fus, il più grande, inizia a frequentare ambienti di estrema destra, entrando in rotta di collisione col padre, animato da ben altri valori: arriva oggi nei cinema Noi e loro di Delphine Coulin e Muriel Coulin, un film decisamente attuale del tutto privo di presenze femminili che affronta i rapporti tra generazioni differenti, superlativo Vincent Lindon, un attore dall’espressività molto comunicativa, vincitore per l’interpretazione di Pierre della Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre.

Bridget Jones – Un amore di ragazzo, un film di Michael Morris

Rimasta vedova, il suo amato Mark è morto anni prima in Sudan in una missione umanitaria, Bridget va avanti e cresce i loro due bambini, Billy e Mabel, circondata dagli amici più cari, compreso Daniel Cleaver, ex amante di un tempo, ancora libertino impenitente. Rientrata a lavoro Bridget si iscrive a una app di incontri e presto viene contattata da un aitante giovinotto. Ma anche il nuovo maestro di Billy la osserva con interesse e curiosità..: esce oggi nelle sale Bridget Jones – Un amore di ragazzo di Michael Morris, quarto capitolo della saga cominciata più di vent’anni fa, i fans si accomodino, l’evoluzione di Bridget scorre spedita, si ride e si sorride, e poi già solo Hugh Grant e Emma Thompson stravalgono il prezzo del biglietto.

A real pain , un film di Jesse Eisenberg

David e Benji sono due cugini ebrei americani molto diversi che intraprendono assieme un viaggio in Polonia per conoscere e visitare i luoghi nativi della nonna sopravvissuta all’Olocausto, collegarsi col suo passato e onorarne così il ricordo. Sarà un viaggio alla ricerca delle proprie radici non privo di imprevisti e tensioni: esce oggi nelle sale A Real Pain, seconda regia di Jesse Eisenberg (che si cala nei panni di David, in quelli dello svalvolato Benji c’è Kieran Culkin), un film struggente dove si parla di come affrontare il dolore, forse un po’ troppo invadente il commento musicale.

 

L’erede, regia di Xavier Legrand

Appena nominato direttore creativo della casa parigina di alta moda Orsino lo stilista francocanadese Ellias Barnès riceve la notizia della morte del padre, col quale non aveva rapporti da tempo. L’eredità sarà pesante e l’uomo, tornato a Montréal per occuparsi dei funerali e di diverse formalità, dovrà fare i conti con la scoperta di un segreto sconcertante che finirà per risucchiarlo. Non riveliamo niente di più de L’erede di Xavier Legrand, un inquietante e implacabile thriller psicologico, una discesa all’inferno dove si parla di destino, di sensi di colpa e di mascolinità tossica, bravo Marc-André Grondin.

FolleMente, un film di Paolo Genovese

Il primo appuntamento tra Lara e Piero (Pilar Fogliati ed Edoardo Leo) – una cena a casa di lei – raccontato nel suo svolgimento non soltanto nella realtà ma entrando nelle testa di ciascuno dei due scoprendo che cosa accade quando prendono forma i pensieri e i meccanismi ci portano a prendere una decisione invece di un’altra: brilla – mai verbo pare più centrato – da oggi nelle sale FolleMente di Paolo Genovese, una commedia romantica sulle dinamiche relazionali d’impianto teatrale scorrevole per quanto non originalissima (ricordate Inside Out?), novantasette minuti di battute a raffica, le sfaccettature della personalità che coabitano nella testa di Lara sono interpretate da Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi e Vittoria Puccini, dentro quella di Piero troviamo Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo e Claudio Santamaria.

 

 

Tornando a Est, un film di Antonio Pisu

Rice, Pago e Bibi sono tre amici di 26 anni che partono – siamo nel 1991 – dall’amata/odiata Cesena per la Bulgaria, laddove Bibi vuole incontrare una ragazza bulgara con la quale ha una corrispondenza epistolare e che si illude sia la sua ragazza. Ma arrivati a destinazione i tre dovranno fare i conti con una realtà molto diversa e finiranno con l’infilarsi in un intricatissimo intrigo: arriva oggi nelle sale Tornando a Est di Antonio Pisu – seguito di Est – Dittatura Last Minute, diretto sempre da Pisu e ambientato in Romania nel 1989 -, un film dal fascino retrò che mantiene intatta la freschezza del primo capitolo, oltreché Lodo Guenzi, Matteo Gatta e Jacopo Costantini qui c’è Cesare Bocci.

 

September 5 – La diretta che cambiò la storia, regia di Tim Fehlbaum

  • Il massacro del 5 settembre a Monaco di Baviera – quando durante le Olimpiadi del 1972 un commando di militanti palestinesi assaltò prima dell’alba gli alloggi della delegazione israeliana uccidendo due persone e prendendone nove in ostaggio – ricostruito attraverso lo sguardo della troupe televisiva dell’Abc che seguiva le gare in diretta: non perdetevi September 5 – La diretta che cambiò la storia di Tim Fehlbaum, un film quasi interamente ambientato tra le stanze e i corridoi dell’emittente televisiva che racconta e riflette su uno dei momenti più drammatici vissuti dai media con ritmo serrato e incalzante che tiene lo spettatore incollato alla poltrona per 95 minuti. 

     

The Brutalist, un film di Brady Corbet 

Vita e opera, tra illusioni e disillusioni, di László Tóth, architetto ebreo di origini ungheresi sopravvissuto ai campi di concentramento e poi emigrato pieno di sogni e speranze nel 1947 in America, terra promessa laddove ebbe l’incarico dall’ambizioso imprenditore Lee Van Buren di realizzare un monumento modernista che ne celebrasse la grandezza: arriva finalmente oggi nei cinema il pluripremiato The Brutalist di Brady Corbet, peraltro candidato a dieci Oscar, un film ambizioso e bello – anche se non in tutte le sue parti soprattutto in quella finale – che attraverso la vicenda di un personaggio inventato (magnifico Adrien Brody) indaga sulle radici, e le sfumature, del male, fluviale (3 ore e 35 minuti più un intervallo di 15) la lunghezza.

 

Io sono ancora qui, un film di Walter Salles

1971, Rio de Janeiro, durante la dittatura militare. Pur lontano da tempo dalla vita politica – era stato deputato nel partito laburista – un giorno di gennaio Rubens Paita viene portato via dai golpisti dalla casa sulla spiaggia della città brasiliana dove abita con la moglie e i cinque figli – una casa bella e spaziosa, piena di luce, di libri, di vita, di amore, di affetto e di amici al centro della parte iniziale di Io sono ancora qui di Walter Salles, nelle sale da oggi -. Doveva trattarsi di un interrogatorio, non tornerà più. Per sapere cosa sia successo al marito e scoprire la verità Eunice inizia una battaglia lunga e coraggiosa e lo fa con coraggio e determinazione senza mai cedere alla disperazione, alla rabbia e alla paura, per far crescere i figli col sorriso, nonostante tutto. Bellissimo film, magnifica Fernanda Torres.

 

Itaca – Il ritorno, di Uberto Pasolini

Dopo aver combattuto la battaglia di Troia e dopo aver viaggiato, forse perdendosi, lungo il Mediterraneo Ulisse arriva a Itaca; è stanco e ferito ma dovrà cominciare una nuova guerra travestendosi da mendicante per non essere riconosciuto, la sua casa è infestata dai proci usurpatori, la moglie Penelope – che gli è rimasta fedele – e il figlio Telemaco – ormai un uomo – sono in pericolo: esce oggi nei cinema Itaca – Il ritorno di Uberto Pasolini, un film bello, molto umano e poco epico, che ispirandosi a una parte del poema omerico ci parla di amore e di famiglia, delle difficoltà di ritrovare i propri spazi e riflette sugli orrori delle guerre, ricollegandosi così a quelle di oggi, magnifico Ralph Fiennes, che ritrova Juliette Binoche 28 anni dopo Il paziente inglese.