Archivio dell'autore: Federico Falck

Il Ponte delle Sirenette sui Navigli

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Nel 1839 si costituì a Dongo, sulle rive del Lario, la società “Rubini, Falck, Scalini e Comp” per gestire la Fonderia di Dongo, di cui Georges Henry Falck, esperto metallurgista alsaziano, era consulente già da alcuni anni. La notorietà dell’impresa arrivò l’anno dopo quando all’ingegner Tettamanti fu chiesto di progettare un ponte per attraversare la “fossa interna” all’altezza del “terraggio” di via San Damiano. Il 23 giugno di due anni dopo, il viceré del Lombardo Veneto arciduca Ranieri lo inaugurò. La vera novità, e difficoltà costruttiva, consisteva nel materiale impiegato: la ghisa. Fu realizzato presso la Fonderia di Dongo. Il ponte è ad arco ribassato alle estremità delle spallette presenta quattro statue in ghisa raffiguranti quattro sirenette ignude, denominate subito le “sorelle Ghisini”, che stringono ciascuna un remo in mano. Rimarcano la navigabilità verso il mare dei Navigli. Le forme procaci nude indignarono le puritane coscienze borghesi, diventando invece uno dei simboli della Milano popolare, che le chiamò, sempre per la prosperosità delle loro nudità esibite, volgarmente anche “i sorei del pont di ciapp”, (le sorelle del ponte delle chiappe). Ancora nel 1842 era il primo ponte in metallo in Italia a dimostrazione dell’innovazione contenuta nell’opera. Nel 1931 coperta la fossa interna si trasferirono al parco Sempione, dove tuttora si trovano, sulle rive del laghetto.

La fotografia farà parte della mostra  “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terra a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014. 

© Archivio Ottica Chierichetti, Milano

Un ricordo di una serata speciale: San Simpliciano in festa

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Non sempre la città divora tutto e passa oltre. Sabato sera della rossa pappa al pomodoro non restava neanche un tozzo di pane toscano raffermo. L’attenzione di un senza fissa dimora veniva prontamente dirottata dal rosso vino alla rossa pizza. La gente s’affollava ai banchetti di ristoro, dall’avvocato del grande studio in trepidante attesa del suo capo, all’ingegnere, ex dirigente di una fabbrica chiusa che seppe con reinventarsi all’estero, madre e figlia comparse da lontani ricordi di gioventù. Un componente donna del Consiglio di zona 1 che lavora con entusiasmo per la comunità. Il figlio della prelibata gelateria di corso Garibaldi contento che il gelato, con baracchino ambulante e coni, fosse presente anche se di un suo concorrente. Il Parroco e don Paolo felici di mettere a disposizione lo splendido sagrato per una festa a misura d’uomo. Filmati sulla storia del quartiere venata anch’essa di rosso politico. Interviste filmate per raccogliere ricordi e impressioni. La città smise di divorare e guardò il quartiere iniziare a divertirsi insieme. Tutto incorniciato da un cielo purpureo che annunciava bel tempo.