Nel 1839 si costituì a Dongo, sulle rive del Lario, la società “Rubini, Falck, Scalini e Comp” per gestire la Fonderia di Dongo, di cui Georges Henry Falck, esperto metallurgista alsaziano, era consulente già da alcuni anni. La notorietà dell’impresa arrivò l’anno dopo quando all’ingegner Tettamanti fu chiesto di progettare un ponte per attraversare la “fossa interna” all’altezza del “terraggio” di via San Damiano. Il 23 giugno di due anni dopo, il viceré del Lombardo Veneto arciduca Ranieri lo inaugurò. La vera novità, e difficoltà costruttiva, consisteva nel materiale impiegato: la ghisa. Fu realizzato presso la Fonderia di Dongo. Il ponte è ad arco ribassato alle estremità delle spallette presenta quattro statue in ghisa raffiguranti quattro sirenette ignude, denominate subito le “sorelle Ghisini”, che stringono ciascuna un remo in mano. Rimarcano la navigabilità verso il mare dei Navigli. Le forme procaci nude indignarono le puritane coscienze borghesi, diventando invece uno dei simboli della Milano popolare, che le chiamò, sempre per la prosperosità delle loro nudità esibite, volgarmente anche “i sorei del pont di ciapp”, (le sorelle del ponte delle chiappe). Ancora nel 1842 era il primo ponte in metallo in Italia a dimostrazione dell’innovazione contenuta nell’opera. Nel 1931 coperta la fossa interna si trasferirono al parco Sempione, dove tuttora si trovano, sulle rive del laghetto.
La fotografia farà parte della mostra “Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti” che si terra a Palazzo Morando dal 13 dicembre 2013 al 13 febbraio 2014.
© Archivio Ottica Chierichetti, Milano