Insieme davanti a uno schermo. Trascinati dalle note di Giuseppe Verdi, seguendo la storia di Violetta in parole e musica. Insieme nel Panottico di San Vittore. Ammirando la diretta della Traviata trasmessa dalla Scala e gustando il risotto cucinato dalle detenute. Quest’anno a Milano ci sarà un 7 dicembre diverso. Poco mondano, molto concreto e attento ai temi della solidarietà. Con i carcerati e alcuni esponenti della città del bene e dell’impegno, da Giovanna Cavazzoni a Edmondo Bruti Liberati. Qualcuno già la chiama “L’altra Prima”. Traviata a San Vittore. Tutto è nato da un gruppo di donne coraggiose e determinate. Come Renata Discacciati, editore di libri di viaggio e volontaria in carcere. “Durante un corso di giornalismo con le detenute – racconta – mi capitò di contattare l’associazione Quartieri tranquilli di Lina Sotis”. Bastò una chiacchierata. E un’idea: “Facciamo la Prima a San Vittore, accendiamo i riflettori su queste realtà, come ci ha detto il presidente Napolitano”. In venti giorni ecco arrivare il via libera del direttore dell’istituto penitenziario, Gloria Manzelli, il sì dal Comune per la diretta, il sostegno di Cristina Tronca, moglie del prefetto Paolo Tronca, il pieno appoggio del capo educatore, Giovanni Fumagalli. I detenuti che assisteranno alla diretta dal Panottico, quella sera, saranno ottanta, cinquanta uomini e trenta donne. Non è un esordio assoluto, già negli scorsi anni la Prima scaligera fu proiettata a San Vittore e a Bollate. “Ma questa volta – continua Renata Discacciati – i detenuti saranno preparati all’ascolto dell’opera grazie a una lezione di Marco Vallora. Con lui ci saranno anche lo scenografo Ezio Frigerio e la costumista premio Oscar Franca Squarciapino”. Poi gli ospiti, ecco un’altra novità. Rappresentanti della Milano del fare, del fare bene e del pensare. Giulio Giorello, Salvatore Veca, Philippe Daverio (tra i più entusiasti), Arnoldo Mondadori e Lella Ravasi, Gian Arturo Ferrari, il procuratore Bruti Liberati, Alida Catella, Salvatore Carrubba, la fondatrice del Vidas Giovanna Cavazzoni. E poi il prefetto Tronca, che dopo la Scala arriverà a San Vittore con i panettoni del carcere di Padova. Una serata di musica. Con bevande calde e biscotti durante gli intervalli e, al termine, il risotto della “libera scuola di cucina”. Gloria Manzelli è soddisfatta: “Per il bicentenario di Giuseppe Verdi – dice – abbiamo pensato ai nostri detenuti, valorizzando le attività che svolgono all’interno del carcere. E di estendere questo dono alla città”. Con un nuovo parterre e nuova Prima.
dal Corriere della Sera