Archivio dell'autore: Lina Sotis

Ci siamo. Inizia la conta. Il 18, alle 20, nella Basilica di San Marco, i gitani parlano con Dio. La Misa flamenca e uno spettacolo che ha avuto successo in tutte le cattedrali europee, a St. Patrick a new york e anche in Giappone. È uno spettacolo di Tito Losada, conosciutissimo in Spagna, dove un gruppo gitano e una ballerina uniscono il sacro e il profano, con inni sacri e la miglior tradizione flamenca. Quando abbiamo saputo che grazie a Marilena signorini e a un illustre produttore giapponese gungjj saremmo riusciti ad avere la Misa per quartieru tranquilli, non stavamo più in noi dalla gioia. Che bello spettacolo da condivide con i milanesi, che bel Natale per i Quartieri Tranquilli. Dietro quest’arrivo c’è la fatica, inenarrabile, di tante donne. Con la coordinazione di bianca Locatelli Nicoletta, Matilde, Marilena, patrizia, Sandra, Antonella, Stefania, sciake, Anna, Daria, Michela… Non potete mancare. Dovete venire a vedere questa notte straordinaria dove il flamenco entra in chiesa. Per tanta emozione venti euro d’offerta che andranno alla causa dei quartieri solidali. Per prenotare 3920819921, info@quartieritranquilli.it. Ci saranno anche i soci sostenitori che hanno contribuito con di più. Ma per rende egli i nomi quartieri ole la presenza alla Misa anche un sorriso tutte le volte che uscite va bene.

Certo un’opera migliore non poteva esserci. Certo l’atmosfera che si respirava era emozionante e incandescente. Certo il Panottico di San Vittore era una scenografia quanto mai appropriata. Certissimo è che tutte le persone che hanno vissuto l’incredibile serata non se la dimenticheranno. Il Fidelio di Beethoven in diretta dalla Scala nel carcere di San Vittore è stato un avvenimento eccezionale. Tutti si sentivano protagonisti: per i detenuti era la loro storia, per gli ospiti eccellenti era una storia forte e incredibile vissuta con chi la capiva meglio. Come dicevamo, la serata era molto intensa. Forse per questo, l’intervallo di 40 minuti fra il primo e il secondo atto e  il risotto finale cucinato dalle detenute con il panettone Giotto offerto da Nicola Boscoletto, che è il produttore dolciario veneto che reinserisce i detenuti al lavoro, sono stati anche loro particolarmente amichevoli, allegri e solidali. Ospiti e detenuti si sono mischiati con naturalezza, tutti parlavano con tutti, per la prima volta ho visto gli amici reclusi aprirsi, ho sentito le loro storie, ho visto i loro sorrisi. C’erano tutti i grandi del volontariato, Umberto Veronesi con la moglie Susy era una presenza imponente, a cui erano grati, Philippe Daverio è stato irresistibile quando ha spiegato il suo Fidelio, la scenografa Margherita Palli trovava la scenografia superba… Poi è arrivato il prefetto, poi sono arrivati i giovani imprenditori, poi è stata una serata indimenticabile.

Grazie al direttore Gloria Manzelli e alle guardie carcerarie, che hanno lavorato in straordinario per permettere tutto questo.

L’appuntamento era alla Scala. Il sovrintendente Alexander Pereira, gentiluomo elegantissimo, mi ha baciato la mano, mi ha aperto tutte le porte, siamo saliti sulla sua macchina. Mi ha chiesto, gentile: “Cosa dico?”. L’ho guardato sorpresa: “Racconti l’opera, vedrà che è più semplice di quanto possa pensare”. Insomma, non sapevo come rispondergli. Siamo arrivati a San Vittore, ci ha accolto il direttore Gloria Manzelli, siamo stati condotti nel luogo dell’incontro, dai raggi sono arrivati i detenuti con i loro educatori. L’impatto è stato forte. Il direttore ha voluto che io dicessi due parole, poi ho passato il microfono al sovrintendente ricordandomi ciò che mi aveva detto. Dopo due minuti, la metamorfosi: meglio di Gian Maria Volonté. Ha cominciato a camminare avanti e indietro parlando d’amore. L’amore che manda avanti il mondo, l’amore coniugale di Leonora che, vestita da uomo, tenta di liberare il marito finito in carcere. Sempre parlando d’amore, guardava detenuti e detenute raccontando l’importanza della musica, che è l’unico linguaggio universale. Poi uno scatto: ha invitato tutti personalmente alla diretta del Fidelio, ha detto che lui non avrebbe potuto esserci perché era il padrone di casa alla Scala, ma avrebbe voluto essere lì con loro e avrebbe portato in futuro i cantanti e la Turandot, che aprirà l’expo. Un detenuto in prima fila ha alzato la mano: ” Io esco a maggio, il suo invito è a giugno. Posso tornare?”.

Com’è bello pensare agli altri. Per essere cinici, uno smette di pensare ossessivamente a se stesso e così già parte guadagnandoci. Troppo tempo per pensare a se stessi è la sicurezza di poca serenità. In questo momento, QT ha due tormentoni. Il 7 dicembre a San Vittore dove si proietterà in diretta il Fidelio della Prima della Scala. E’ un’opera molto difficile, tutta in tedesco, e si svolge tutta in carcere. E’ la storia di Eleonora, che tenta di parlare con suo marito detenuto. Adesso vi cerchiamo la trama, così ci prepariamo insieme.  Intanto, con Gloria Manzelli, direttore del carcere, abbiamo avuto i primi appuntamenti ma un momento importante sarà il pomeriggio in cui il sovrintendente Alexander Pereira varcherà la porta di San Vittore per parlare con i detenuti di quell’opera così simbolica.  Dietro tutto questo, c’è un grande lavoro, ma anche un grande entusiasmo. Più avanti vi racconto l’altro tormentone. Tanto, è il 18 dicembre. Cominciate a prepararvi. Lì potete esserci tutti.

 

 

Week-end di fuoco. Domani pomeriggio alle 16 ad Affori, nella bellissima Villa Litta, “in viaggio con la pistola” insieme a Piero Colaprico, a parlare di libri, di cronaca nera e di letteratura, di quartieri persi nella nebbia e di una Milano sempre di confine.

Domenica, sempre alle 16, ci trasferiamo alla Barona insieme a don Gino Rigoldi con una giovane autrice che è già un fenomeno letterario, Valentina d’Urbano. Don Gino di giovani se ne intende, e anche di periferie. Valentina sa scriverne, con la giusta dose di rabbia e intensità. Insieme, ci faranno capire tante cose.

Questo week-end così diverso, fra Affori e la Barona, entrerà nei miei ricordi e spero anche nei vostri. Grazie Donatella Barbieri Torriani!

Notiziona! Curiamo insieme il quartiere. Parte “Milano Sicura”. Grazie alla prefettura, grazie al comando dei vigili, grazie ai farmacisti, ecco un progetto che potrebbe darci delle bellissime sorprese. Parte in sordina perché è sempre meglio provare, ma la realtà è grande. Fra poco, ogni quartiere ospiterà nelle sue farmacie, a turno, in giorni e ore prestabiliti, un vigile, che conoscerà i cittadini e li aiuterà a risolvere i loro problemi. Un incontro semplice, naturale, amicale. Sarebbe bello un domani annoverare tra i nostri amici un sorriso in divisa, sapendo il suo  nome di battesimo.

Le ragazze dei Pollaiolo

pollaiole

Fra le belle cose che succederanno a Milano, c’è l’appuntamento, dal 7 novembre, con tutte le ragazze dei Pollaiolo, che arrivano da tutte le parti del mondo. Ad avere l’idea è stata la “proprietaria” del più bel Pollaiolo d’Italia, la direttrice del museo Poldi Pezzoli, Annalisa Zanni.  Ecco che cosa ha fatto la direttrice: non solo fa venire le ragazze, ma piazza dei fotografi famosi tipo Giovanni Gastel, Massimo Zingardi, Maria Mulas, nelle piazze più famose della città per ritrarre di profilo tutte le ragazze dai 16 ai 94 che passano di là. Un’idea che, oltre a rendere vivi i quartieri che la ospitano, renderà il museo ancora più famoso nella città.  Insomma, donne di profilo e donne che testimoniano le donne di profilo. Per quell’evento, infatti, si sono mosse tutte le ragazze di Milano. Ognuna ha dato il suo apporto, dalla Bracco alla Pomodoro alla Shammah a Franca Sozzani a Cinzia Sasso ai… Quartieri Tranquilli, che hanno trovato nei vari rioni le piazze. Dietro però c’è un uomo. Bello. Anzi, due. Carini tutti e due. Massimo Zingardi, art director di Sette, ha sposato l’idea e non solo la porta sul giornale ma fotografa anche i profili. Un uomo solo per tante donne non bastava, è venuto allora in aiuto Pier Luigi Vercesi, direttore di Sette, che ha detto sì. Presto troverete su Sette la storia delle ragazze Pollaiolo. Brava Annalisa!

 

 

Faustino Boioli

Parliamo di quartieri, parliamo di persone. Via Padova e le vie limitrofe sono uno dei quartieri più difficili e allegri della nostra città. Lì, da poco tempo, al numero 104, c’è una realtà straordinaria. Sono i Medici Volontari Italiani che hanno aperto un poliambulatorio medico nel groviglio di strade che raggruppa più di cento etnie ed è diventato il simbolo della mutietnicità cittadina.

Fondatore dell’ambulatorio è Faustino Boioli, già primario radiologo del Fatebenefratelli. L’andata in pensione, per il dottor Boioli, ha significato un tuffo nel mondo del volontariato. Con la sua associazione Onlus, il poliambulatorio e le unità mobili, aiuta esclusi e autoesclusi, dalle neomamme inesperte ai profughi siriani appena arrivati alla Stazione. Infatti, i medici volontari italiani non vogliono solo curare ma anche sostenere, prevenire, educare. Rincontrare il dottor Boioli – Faustino per tutti – è stato bellissimo.

Fondazione Cariplo

Ogni tanto, nella vita delle persone, ogni tanto, nelle città, ogni tanto, per il volontariato, arriva anche un colpo di fortuna. A Milano, per la genia dei generosi che si danno alla solidarietà, la fortuna ha un nome preciso, sempre e sempre uno. Quel nome ripetitivo, che tutti vogliono incontrare: Fondazione Cariplo. Il nome proprio è maschio – Cariplo – ma la sua denominazione è femmina – Fondazione. Sarà forse questo binomio che la rende così protettiva verso i tanti progetti che la città e i suoi cittadini tentano di portare avanti pensando a un futuro più solidale. Un futuro, per dirla all’americana, che si sta avvicinando sempre di più.

La Fondazione Cariplo non è una banca che elargisce denari. E’ una fondazione filantropica che partecipa attivamente alla nascita di nuove avventure e le sostiene nel tempo. Insomma, si prende cura di quello in cui crede.

Incontrare la Fondazione Cariplo è il più bell’incontro che possa fare chi lavora con e per gli altri.

Lo sanno tutti, ma è così bello ripetere e toccare con mano le cose che tutti sanno.

 

Aldo Maria Arrigoni

Prima di partire per le vacanze ho conosciuto un bellissimo ragazzo di 64 anni. Un signore in carrozzella, un signore che niente lo ferma, un signore che quando fa qualche passo con le stampelle e riceve un’offerta di aiuto risponde così: “Ma certo che può aiutarmi, bella signora, mi dia quella sua gamba meravigliosa, ne ho proprio bisogno, a me ne manca una!”.

Era la prima volta che lo vedevo, sono rimasta abbacinata dal suo coraggio e dal suo humour, esattamente come la signora davanti a me che gli aveva offerto il suo aiuto. Ma lui è così. Lo è ormai da molti anni, perché la malattia lo ha colto giovane ma già sposato con la bionda Stefania, che è sempre vicino a lui, e con un figlio.

Sapete cos’ha fatto quando ha saputo di essere malato? Parlava l’inglese e il francese, visto che si muoveva male ha deciso di imparare il cinese. E adesso sta lavorando a un progetto turistico…

Questo signore fantastico si chiama Aldo Maria. Spero di riuscire ad attuare con lui un progetto meraviglioso, che potrebbe unire tutti i quartieri. Io ci spero molto. Sperate con me. Vi faccio sapere.

Pillole di Quartieri Tranquilli

Per parlare di quartieri, bisogna ridefinirli, bisogna riconoscerli. Per fare questo lavoro, ci vuole qualcuno molto molto bravo, molto molto paziente, buon camminatore. Anche simpatico, perché se no la gente non gli dà retta. Caterina, la meravigliosa Caterina Cavo, giovane urbanista, risponde a tutte queste caratteristiche e, quando non piove, è in giro per la città. E’ un lavorone, fatto da una grande lavoratrice, di cui dobbiamo ringraziare anche la Cariplo.

Seguiamola. Quest’estate, ci offre il suo “diario di viaggio”, in pillole.

“Milano è b.e.l.l.i.s.s.i.m.a !

Oltre il Duomo (sempre superbo!) e la Galleria Vittorio Emanuele, al di là del Castello Sforzesco e del quadrilatero della moda, Milano è inaspettatamente suggestiva e sfaccettata… addirittura mutevole; ognuno dei suoi quartieri così spesso a-nonimi ha una propria personalità, che diventa palpabile per chi, come me, percorre a piedi strade curvilinee e drittissimi viali alberati.

Il mio è uno sguardo allenato (sono architetto e studiosa di città), ma quello che scopro nel mio pellegrinare supera ogni aspettativa, perché mi invita a guardare la città attraverso i suoi quartieri ed a interpretarli dal punto di vista dei suoi abitanti.

E se ogni viaggio, degno di questo nome, richiede un diario dove stipare i pensieri e le riflessioni…ecco le pillole di Quartieri Tranquilli.”

 

Speriamo

Lo troveremo? Non lo troveremo? Ci sarà? Non ci sarà? I Quartieri Tranquilli sono nati da un anno. A questo punto hanno proprio bisogno di un ufficio. Non è serio fare tutto dal salotto di casa. Dà un’aria improvvisata, di cosa che può andare ma può anche non andare. Siccome lavoriamo con il pubblico, c’è bisogno di un ufficio pubblico. Lo troveremo? Non lo troveremo? Per adesso abbiamo vissuto tre momenti di speranza.

Villa Viva: Affori in festa

Domenica scorsa Villa Litta era in festa. Ospite, lo storico giornale ABC e i suoi amici, che hanno aperto a tutti gli abitanti del quartiere, e non solo, le porte di un nuovo spazio dentro la meravigliosa villa. Sono sei le associazioni che si sono messe insieme per vincere il bando del Comune e trasformare questo tesoro di Affori in un “centro multifunzionale di cultura e socialità”: in parole povere, un posto bello dove trovarsi a ogni età e imparare qualcosa di nuovo.

Per vincere la crisi, non solo economica, si riparte in particolare dai giovani, dice Gianni Russo, il direttore del giornale. E ai giovani vogliamo offrire un “porto sicuro” dove crescere, conoscere, divertirsi.

Bravo Gianni, e brava Cristina Mirra di metaeducazione, senza i quali nulla di tutto questo sarebbe successo.

Calcio tranquillo a Telelombardia

calcio bambini

Venerdì a Milanow, dalle 15 alle 16, a Telelombardia, parliamo della Coppa Quartieri Tranquilli – Candido Cannavò con Alessandro Cannavò e Giovanni Pasculli di Comunità Nuova. Il progetto è ambiziosissimo e meraviglioso. Ogni quartiere di Milano si spera avrà la sua squadra di calcio, i ragazzi si alleneranno all’Arena e poi i vincitori… Speriamo in un finale gloriosissimo!

Giovanni Pasculli sta organizzando per la città di Milano questo torneo calcistico destinato a essere il primo nel suo genere. Se volete sentire come funziona, ricordatevi di connettervi con Telelombardia. Grazie Giovanni. Grazie Alessandro.

 

Francesca Tranquilli

Forse il nome è un destino! Lei è bella, lei è giovane, lei è sobriamente entusiasta, lei ha 34 anni. Lei si chiama Francesca Tranquilli e lavora per Yoox, la cosa più moderna che c’è. A lei piacciono i Quartieri Tranquilli. A lei non piace che i giovani pensino che il lavoro si trova solo all’estero. Lei ha in mano tutti i nostri progetti. Francesca abbiamo bisogno di giovani come te.

E’ stata una serata emozionantissima, più di quanto tutti potessero pensare. Tutti coinvolti in una storia civile bella e generosa. Ieri sera la Corale polifonica nazariana, fondata e diretta dal magistrato penale Lucio Nardi e composta di magistrati, ha cantato nel Panottico di San Vittore per i detenuti e le detenute. Lucio Nardi era emozionantissimo. Gloria Manzelli, il direttore del carcere, anche. Le guardie carcerarie avevano il solito superlavoro, faceva anche molto caldo. Ma quando il coro della Corale polifonica ha iniziato a cantare, tutto è cambiato. E tutti si sono sentiti dentro una storia nuova e bella.

La prima dimostrazione l’hanno data i detenuti, con un applauso fortissimo, quasi da stadio. Bach, Mozart e Puccini hanno fatto il resto. Grazie Lucio, grazie Gloria. Grazie Renata, che mi hai fatto conoscere la realtà di San Vittore. E grazie alle mie nuove amiche: Dana, Mirna, Mariangela, Cinzia, Violeta, Patricia, Sabrina e tante altre.

Mercoledì alle cinque apro la Coppa Quartieri Tranquilli. Una coppa di calcio. Sono anche emozionata perché non ho mai fatto niente di simile. La Coppa Quartieri Tranquilli è stata voluta, creata, organizzata da Giovanni Pasculli, di Comunità Nuova, e Alessandro Cannavò, il figlio del fantastico Candido, direttore mitico della “Gazzetta dello Sport”. L’idea di fare una Coppa Quartieri Tranquilli è di Giovanni e Alessandro per rendere la città più sportiva, più allegra, più formativa per i suoi ragazzi. Domani il gioco comincia all’Arena. Chi vuol saperne di più si dia appuntamento lì alle cinque. In questo nostro spazio non posso raccontarvi tantissimo perché non lo so nemmeno io. Poi vi aggiorno. Grazie Giovanni, grazie Alessandro!

 

Premiazione all’Urban Center

martinotti

Il Premio Martinotti è stato consegnato il 21 maggio all’Urban Center. La giuria di Quartieri Tranquilli, tutta riunita, ha consegnato alle tre squadre vincitrici le borse di studio della Fondazione Cariplo. E’ andata proprio bene. I ragazzi erano felici, Eva Cantarella, la moglie di Guido Martinotti, commossa, l’assessore Franco d’Alfonso sembrava contento anche lui. Speriamo di sì, visto che dipende da lui se il premio diventerà annuale. GianGiacomo Schiavi, vicedirettore del “Corriere della Sera”, ha fatto un bellissimo discorso agli studenti spiegando che dalla prossima edizione spera in video che raccontino di più il quartiere. Meno interviste, più approfondimento giornalistico. Siamo tornati tutti a casa ed è arrivata la prima buona notizia: in platea avevano visto il video sull’ex Paolo Pini, Affori, ed erano rimasti conquistati dalle prime parole che dice all’inizio uno dei protagonisti del video: “A Milano piove, ma mi sembra che ci sia il sole”. Così commenta la città Stefano, uno degli ospiti del Paolo Pini. In tanta bellezza una annotazione personale: sono arrivata all’Urban Center senza voce, me l’aveva portata via una raucedine? Oppure, chissà, un po’ d’emozione? Dopo due giorni la voce è tornata, la felicità è rimasta. Idee, progetti, novità per i quartieri.