Archivio dell'autore: Redazione Quartieri Tranquilli

Acquisitore di talenti

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Comunque gli Americani io davvero inizio ad apprezzarli: hai gli stessi risultati degli italiani nel processo di ricerca di un nuovo impiego, il nulla, però almeno ti gratificano con lettere tipo:

Dear Francesco,
Thank you for taking time to apply for the Head of Buyer, Italy Marketplaces position. We appreciate your interest and the opportunity to review your background, qualifications, and eligibility.
We have reviewed your resume and have carefully considered your qualifications. While your skills are impressive [nessuno mai mi ha detto che sono impressive!! ndr] and you have met the basic [ma se sono impressive ora sono solo basic??] requirements of the position, we will be moving forward with other candidates who exceed the basic and preferred qualifications for the position. We also encourage you to take another look at our current openings and consider other opportunities within [..] as they become available.
Again, thank you for your interest.
Regards,
[..], Talent Acquisition

Per prima cosa ti hanno liquidato, ma tu sei anche un po felice: sai che per esempio non hai proprio scritto un CV per solo spirito naïf di decorazione carta, ma che qualcosa c’entravi.. Certo con 40.000 manager in giro il fatto che dicano che ne hanno incontrato uno migliore di te non è poi così incredibile.. C’è sempre qualcuno che è miglior di qualcun altro, e sinceramente di me non è poi così difficile. Questo mi ricorda la crisi della fine di metà degli anni ’90, dove sempre sullo storico Corriere Lavoro gli annunci di ricerca avevano questo tenore:”cercasi giovane 21 enne con laurea ingegneria nucleare, MBA, 4 anni di esperienza, madre lingua tedescoinglesefranceseswaili per interessante opportunità in logistica internazionale come conduttore muletto in azienda modernamente organizzata” … Oggi non basta neanche più così.. Purtroppo.

Ma sto divagando, tornando allo stile degli americani, l’altra cosa che apprezzi è che chi ti rifiuta, non è l’uscere del palazzo dove abita mamma, ma niente popodimeno che un Talent Acquisitor. Cioè loro non hanno il selezionatore, ma l’acquisitore di talenti. Beh ammettiamolo se mi avessero preso, il fatto che chi mi avesse selezionato fosse un acquisitore di talenti .. Beh altro paio di maniche!! Quello che ti fa sorgere il dubbio però che tanto talento non sei è che chiosano con una frase che più o meno suona così:” ti incoraggiamo, se proprio vuoi ed insisti, a prendere visone in futuro di ulteriori possibilità all’interno della nostra azienda… Fai tu perché per noi non ha molto senso..” Che così tradotto fa un po umiliato, ma detto come lo dico loro ti fa sentire come quello che dopo aver fatto un colloquio con una società di selezione, torna a casa dalla moglie e questa gli chiede come sia andata e lui risponde:” molto bene, pensa che mi hanno trovato così interessante che il posto per me secondo loro non esiste ancora ma appena lo creano mi chiamano subito”

Comunque almeno hai un riscontro e sai che qualcuno il tuo CV lo ha letto… Forse non lo ha capito, ma quello è una tua responsabilità… non sua.

Intanto oggi c’era finalmente il sole, ed è fiorito il primo croco viola della stagione. Ed ho iniziato a leggere Pennac “storia di un corpo”. Una stranezza di libro, ma una meravigliosa sorpresa

A passo di tango

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Portano la firma di Casadei queste decoletté di pelle nera che ricordano le scarpe per il tango. Belle, femminili e comode. Il laccetto alla caviglia le rende sicure mentre il tacco, presente ma non esagerato, le fa essere pratiche durante il giorno e ideali per una serata speciale a passo di danza.

La cucina non sprecona

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PERCHÉ UNA CUCINA DEL NON SPRECARE – Sprechiamo una quantità impressionante di cibo. A partire dalla spesa, che non siamo più capaci di fare con criteri ragionevoli, e dalla tavola, da dove il cibo finisce direttamente nella spazzatura. Secondo lo studio del Barilla Center for food & nutrition (Bcfn), ogni italiano getta via in media 149 kg di cibo ogni anno, contro i 44 kg dei greci, ma ben al di sotto dei 579 kg degli olandesi. La stima di Ipsos e’ che quasi un italiano su cinque (19%) butta via del cibo ogni settimana e l’8% lo fa addirittura ogni giorno. In Usa non andiamo molto meglio: la stima è di uno spreco del 40% del cibo acquistato,  fra i 1.350 e i 2.275 dollari per una famiglia di quattro persone. Secondo la Fao in media ogni consumatore in Nord America ed Europa spreca fra i 95 e i 115 kg l’anno di cibo, mentre gli abitanti dell’Africa sub-sahariana si fermano a 6-11 kg l’anno.

NUMERI DA CAPOGIRO – Il cibo perso o buttato via in Europa potrebbe nutrire 200 milioni di persone, quello sprecato in America Latina circa 300 milioni, come quello in Africa. Le perdite alimentari nei Paesi industrializzati ammontano a quasi 680 miliardi di dollari, contro i 310 miliardi di dollari nei Paesi in via di sviluppo, che sprecano più o meno la stessa quantità di cibo, rispettivamente 670 e 630 milioni di tonnellate. Ogni anno, i consumatori nei Paesi ricchi sprecano tanto cibo (222 milioni di tonnellate) equivalente all’intera produzione dell’Africa sub-sahariana (230 milioni).

COSA FINISCE NELL’IMMONDIZIA: Soprattutto frutta e verdure, più radici e tuberi (40-50%) secondo le stime Fao. Un altro 30% è costituito da cereali e un altro 30% da pesce, mentre il 20% e’ composto da semi oleosi, carni e prodotti lattiero-caseari.

TORNARE A PREPARARE IL CIBO IN CASA – A fronte di questa sequela di numeri inquietanti, c’è un dato positivo. La crisi economica che ci sta flagellando, se osservata nel modo giusto, può aver anche rappresentato un’occasione di crescita della consapevolezza.  “L’autarchia torna in tavola”, come sintetizzato dalla Coldiretti, secondo la quale a fronte di un taglio della spesa per 1,1 miliardi dei prodotti confezionati si registra un boom negli acquisti degli ingredienti base come farina, uova, zucchero e burro, cifre mai registrate da prima nel dopoguerra: l’ aumento è dell’8% per la farina, del 6% per le uova e del 4% per il burro, contro un calo dell’1,5% degli alimentari registrato nella grande distribuzione. Ilricorso al fai da te – sottolinea la Coldiretti – è certamente il frutto dell’esigenza di risparmiare per la riduzione del potere di acquisto ma anche della ricerca di una migliore qualità dell’alimentazione”.Preparare in casa il pane, la pasta, le conserve, lo yogurt o le confetture ed i dolci, oltre a risparmiare garantisce la qualità degli ingredienti utilizzati. Secondo una indagine Coldiretti/Swg un italiano su tre prepara più spesso rispetto al passato la pizza in casa, il 19 per cento più frequentemente fa addirittura il pane, il 18 per cento marmellate, sottoli o sottaceti, il 13 per cento la pasta e l’11 per cento i dolci.

UN NUOVO STILE DI VITA – Ad incidere c’è anche il nuovo modo di vivere il tempo libero degli italiani che rinunciano a cinema, teatro e altri svaghi per stare più a casa dove si riscoprono vecchi e nuovi hobby come l’orto o la cucina e si invitano parenti e amici a pranzo o cena piuttosto che andare al ristorante. Gli italiani hanno trascorso ai fornelli in media 56 minuti al giorno nei giorni feriali che salgono ad oltre 69 minuti la domenica o nei giorni festivi, per un totale di oltre sette ore alla settimana. Ma c’è anche un italiano su quattro che ha trascorso il tempo nel giardino o nell’orto a coltivare in proprio di erbe aromatiche, fiori, ortaggi e frutta per sé o da donare agli amici mentre ben 21 milioni di italiani si sono recati nei mercati degli agricoltori di campagna amica per garantirsi alimenti genuini senza affrontare la fatica della zappa.

Un grande classico

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La semplicità delle linee classiche ma sempre di moda. Il tipico bracciale tennis è una catena flessibile in argento composta, in questo caso, da Swarovski taglio brillante. Un braccialetto molto elegante, portabile in molteplici occasioni e di gran classe.

Nasce un bambino, si pianta un albero

nuovo-albero-per-ogni-bimbo-nato.-Così-si-contrasta-il-consumo-di-suolo-in-nome-di-salute-e-benessere1-640x349Un nuovo albero per ogni bimbo venuto al mondo: questa volta non si tratta di una semplice iniziativa ma di una vera e propria legge. La norma, entrata in vigore il 16 febbraio scorso, stabilisce che tutti i comuni italiani con più di 15mila abitanti debbano piantare un albero per ogni nuovo bambino registrato all’anagrafe o adottato.

In realtà l’obbligo era già stato introdotto nel 1992. Ora per assicurarne un effettivo rispetto sono state portate avanti alcune modifiche a partire dalla tipologia dei comuni: non tutti ma solo quelli più estesi. La norma prevede inoltre che la piantumazione debba avvenire entro sei mesi e non più di dodici dalla nascita o dall’adozione.

Obiettivo principale: cercare di contrastare il consumo di suolo e la perdita di zone verdi. Toccherà a un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico vigilare sul rispetto della normativa. I Comuni hanno invece l’obbligo di comunicare il tipo di albero scelto per ogni bimbo  e il luogo in cui è stato piantato provvedendo anche a un censimento annuale di tutte le piantumazioni.

LEGGI ANCHE: L’egoismo è finito, la civiltà dell’orto

Un passo decisamente importante non solo per contrastare la cementificazione continua delle nostre città ma anche per la nostra stessa salute e il nostro benessere quotidiano.

Come rivela uno studio dello U.S. Forest Service e pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicineesiste una stretta correlazione tra la perdita di verde e la mortalità delle persone.

In particolare, i ricercatori hanno esaminato i dati demografici relativi ai decessi per patologie cardiache e malattie respiratorie verificatisi in circa 1300 contee sparse in quindici stati nordamericani. Dai dati è emerso che tra le popolazioni residenti nelle zone infestate da un particolare coleottero che uccide i frassini si sono verificati circa 15mila decessi in più per malattie cardiache e 6mila in più per malattie respiratorie rispetto alle zone in cui il coleottero non è presente.

Non importa quindi che si tratti di querce, pini o pioppi, gli alberi devono essere tutelati perchè è anche dalla loro presenza che dipende la nostra salute.

www.nonsprecare.it

Eureka… forse…

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Alla fine l’ho preparato il business plan… L’ho preparato davvero.  Ma andiamo con calma, sono accadute tante cose in questi ultimi 10 giorni.. Che sono spossato: ho sonno.

Dunque intanto da mercoledì scorso ho un lavoro. Non so se il merito che io abbia un lavoro sia da attribuire al successo del network oppure al mio essermi improvvisato bloggerista. Comunque sia sono anche io un CO.CO.PRO … Tipo fatina dei dentini, per intendersi, ma molto meglio remunerato.. SE, e sottolineo SE, riesco a finire il progetto..
Sicuramente il fatto che abbia un lavoro non è dovuto all’invio di CV in risposta ad alcune posizioni che ho trovato su Corriere Lavoro. Anche questa volta non si è smentito: di tutte le offerte a cui ho “applicato” non ne è scaturita alcuna occasione. Del resto è tradizione. Sarei stato preoccupato del contrario.
Un po’ però mi dispiace perché alcune posizioni erano proprio il mio ritratto… Si vede che ho un sacco di alter-ego in giro… Ma lo stampo mia mamma non doveva buttarlo via dopo di me? Mah, mistero…
Allora ho un lavoro: come detto è un lavoro a progetto e non a tempo pieno. Ho chiesto di poter lavorare part time per dedicarmi al mio Progetto, quello che la “P” maiuscola… Quello che è emerso dalla polenta dei pensieri anche senza il capello di Archimede: mi butto nell’ “object extinguisher” (oggi è così che me lo hanno presentato e dato che sarà il mio prossimo pane, per me è così che sarà… Voi potete chiamarlo: estintore)
Ho preparato un Business Plan (modo forbito per dire che ho messo insieme due idee ma soprattutto quattro conti verosimili per vedere se campo) e l’ho presentato al mio futuribile (allora, oggi posso dire “futuro”) partner.
Lo hanno analizzato e poi ho avuto l’incontro con il direttore Mondo (giuro!! Un vero direttore mondo, non come quelli che si trovano talvolta su linkedin: questo è italiano, vive a parigi, e lavora su tutto il mondo.. Secondo me ha la tessera HON Circle total black della Lufthansa… Altro che frequent flyer) che ha detto sì!! Mi sono sentito come si deve sentire un ananas nelle mani del sig DelMonte quando viene accertata la giusta maturazione.
Insomma, si parte! Divento imprenditore. … … Mah…. Un po’ di terrore mi assale. Vedremo. Intanto ora ci vuole un piano operativo… (L’ho detto che sono uomo di prolifera produzione documentale)
Dovrò dirlo al bracco ed all’elfo africano di casa: la pacchia del padrone studente sta per finire.. Ho già timore delle loro reazioni.
Buona notte… domani penso al come…intanto domani sono in Germania…

 

Per leggere il post integrale, andate su

http://licenziatoontheroad.blogspot.it/

L’insostituibile leggerezza del poudre

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Seta preziosa per questo top leggero portabile in mille occasioni.  Perfetto in primavera, accostato a spalle scoperte e una gonna svolazzante, come in inverno unito ad un tailleur pantalone più rigoroso. Il colore impalpabile della cipria lo rende adatto ai più svariati abbinamenti e le rouches sul girocollo gli conferiscono un tocco romantico, ideale per il giorno di San Valentino.

Come fare l’orto con i vicini di casa

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Vorreste avere cibi freschi e biologici a basso costo e immediatamente disponibili, senza doversi segnare nel calendario le date di tutti i mercati dei contadini? Desiderereste avere a disposizione un luogo all’aperto dove ci si possa incontrare, ma anche dove sia possibile coltivare frutta e verdura? Oggi vi segnaliamo questo manuale edito da Terre di Mezzo, che insegna a trasformare un terreno incolto in un giardino incantato. Vi farà capire infatti come realizzare, con i propri vicini, uno spazio che renda protagonisti i suoi promotori: come scegliere l’area abbandonata da recuperare, quali caratteristiche deve avere, a chi chiedere i permessi, come organizzarsi affinché il giardino o l’orto siano sostenibili nel tempo.

A differenza dei giardini pubblici tradizionali, si decide insieme quali attività fare, come disporre le piante, cosa coltivare, quali attrezzature sportive e giochi per i bambini installare. Tutto il gruppo curerà poi l’orto o il giardino che nasce, facendolo diventare il seme di un nuovo modo di vivere, più verde e più partecipato. Gli autori, tre architetti urbani specializzati nella progettazione partecipata di spazi pubblici, promuovono la creazione di orti e giardini condivisi con il gruppo Zappata Romana.

 

La tolleranza: rispetto o cura?

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Possiamo sostenere la tolleranza per ragioni di prudenza – è più economico stare in pace che in guerra – o in nome della verità, perché può darsi che io abbia torto e tu ragione e che le tue idee siano più giuste delle mie.

Ma possiamo portare argomenti in favore della tolleranza anche per ragioni, che chiamiamo etiche o morali, in cui il problema diventa quello di mettersi in gioco con la diversità in una interazione che alla fine, nei casi felici, se funziona, cambierà un po’ sia te sia me, e i confini del noi (della nostra storia, della nostra tradizione) avranno una certa porosità. In questi casi, la tolleranza ci chiede di prediligere la curiositas alla securitas.

Il problema della tolleranza nasce di fronte alla prossimità, non alla distanza. È quando arriva la prossimità che si pone il problema, quando si è a tavola con l’altro, quando si sta gomito a gomito, e non quando vige un più o meno esplicito apartheid. Le ragioni morali o etiche della tolleranza agiscono in nome dell’uguale rispetto dovuto a chiunque in quanto persona, quale che sia la nostra idea di persona, oppure in nome della cura e dell’empatia, favorite, illustrate, approfondite con grande forza dal pensiero femminile. Da una parte la via di Kant, secondo cui il rispetto è dovuto a chiunque perché chiunque esemplifica il “tipo” umanità, dall’altra la via del “filosofo morale delle donne”, David Hume, che è quella dell’empatia e del “sentire con”. Nella via kantiana io ti rispetto non per la storia che hai, per il volto che hai, per la sofferenza o la gioia che provi, non perché sei quella particolare persona lì, ma perché sei una persona. Questa strada implica una opacità, una certa forma di impersonalità. Noi oggi sappiamo che c’è dell’altro. Il rispetto è una grande virtù ma non è l’unica: serve anche l’empatia.

tratto da Tolleranza. Le virtù civili, Asmepa, Bologna 2012

http://www.asmepaedizioni.it/

 

 

Talvolta accade

ghiaia gennaio 003Talvolta accade… Sì, davvero talvolta accade. Non spesso, anzi, molto raramente, ma accade. Ed inoltre quando meno te lo aspetti. Però quando accade – è inutile negarlo, sarebbe solo falsa modestia, e diciamolo anche ipocrisia! – ne sei davvero felice!

Accade che qualcosa che hai seminato germogli… Lo so, non è così straordinario in natura, ma nel mondo dell’artificiale invece sì. Sono piccole soddisfazioni. Piccole grandi soddisfazioni.

Accade che l’azienda per cui hai lavorato alcuni anni fa, saputo che sei libero, ti offra un contratto di consulenza senza che tu l’abbia sollecitato.

Accade che quello che fino a ieri era un fornitore voglia discutere con te di un progetto.
Accade che prossimamente incontrerai il supermegagalattico direttore mondo del tuo futuribile partner perché la tua idea di business è stata giudicata “interessante”.

Accade.

E sono felice che accada, perché significa che quello che ho seminato sta germogliando. E quello che ho seminato è solo il mio saper fare. Ed è gratificante, anzi direi corroborante, riscontrare che “il mio saper fare” non sia solo una mia idea, ma mi venga riconosciuto da chi con me ha già camminato a lungo.

Certo niente di questo copre nient’altro che un orizzonte di appena pochi mesi, e forse l’idea interessante non decollerà. Intanto sono segnali forti, se non per il conto in banca, sicuramente sul conto del mio Ego. E questo, come insegna il dottor Freud, per ora mi basta.

E’ un po’ come avere un asciugamano. Perché, se abiti su un piccolo e insignificante pianeta verde-azzurro situato a centoquarantanove milioni di km da un piccolo sole giallo posizionato all’estremo limite della spirale ovest della Galassia, e sei un autostoppista intergalattico, un asciugamano può avere

[..] una immensa utilità psicologica. Per qualche ragione se un ‘figo’ scopre che un autostoppista ha con sé l’asciugamano , riterrà che sicuramente abbia anche spazzolino da denti, spugnetta per il viso, il sapone, la scatole dei biscotti, la borraccia, la bussola, lo spray contro le zanzare, e la tuta spaziale. [..] il ‘Figo’ pensa che un uomo che abbia girato in lungo ed in largo l’intera galassia in autostop […] e che dimostri alla fine di sapere ancora dove è il suo asciugamano, sia chiaramente un uomo degno di considerazione” [cit. Doulglas Adams:” The Hitchhiker’s Guide, to the Galaxy”]

Mi piace essere degno di considerazione ….. e “Grazie per tutto il pesce” [cit. Douglas Adams]

http://licenziatoontheroad.blogspot.it/

Ispirazione Piccolo Principe

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La fantasia della stampa ricorda i disegni del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Una borsa gioiosa a forma di sella con richiami al circo per non dimenticare mai di vivere con allegria come se la vita fosse un gioco. Le rifiniture in pelle e metallo la rendono più glam. Perfetta da abbinare con un look sportivo ma che non rinuncia ad essere elegante e brioso.

A che età si diventa vecchi?

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A che età si diventa vecchi? Lì per lì mi è venuto in mente un romanzo di Balzac La femme de 30 ans: all’epoca fece scandalo perché parlava di una donna, malmaritata, che a trent’anni si innamorava di un altro. A trent’anni??? tuonarono i benpensanti. Scandaloso! Come si poteva parlare d’amore tra gente così anziana che doveva occuparsi solo dei nipotini, senza altre velleità? Solo a ricordarlo, mi viene da ridere.
Ma siccome sono la settecentesca per antonomasia, lascio ad altri il compito di analizzare il presente per parlarvi invece del passato remoto.  A Parigi visse una donna famosa per bellezza, cultura e spirito: Ninon de Lanclos (1620-1705). Non era una cortigiana, era una donna libera che ebbe il coraggio di vivere solo del suo, investendo bene le sue sostanze. Rifiutò la protezione di un marito, rifiutò di fingersi religiosa (allora la cosa era inconcepibile!), rifiutò di nascondere le sue storie amorose: sceglieva un uomo, lo amava e quando la storia finiva, lo diceva chiaramente. Il bello è che il suo salotto era così così stimolante, così divertente che il “sedotto e abbandonato” rimaneva in ottimi rapporti con Ninon e il nuovo amante pur di continuare a frequentarla. Conobbe un periodo di reclusione in convento per colpa di un’altra donna, quella bigotta di Anna d’Austria (madre di Luigi XIV), ma venne liberata grazie all’interessamento di un’altra donna anticonformista, Cristina di Svezia. Il tempo passava ma Ninon restava sempre bella. A 77 anni aveva ancora degli amanti, pazzi di lei. Morì a 85 anni, lasciando una piccola eredità a un ragazzino di 13 anni di cui aveva colto la finezza di spirito, e che da grande divenne noto col nome di Voltaire.

Il motore del risparmio

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Secondo i dati Istat la spesa media di una famiglia italiana assorbe il 20 per cento del bilancio annuale. Scegliere bene dove effettuare i propri acquisti, da quelli alimentari fino a quelli per l’igiene e la casa, secondo una ricerca di Altroconsumo permetterebbe di risparmiare fino a 1.500 euro all’anno che diventano addirittura 3.500 nel caso in cui si scegliesse di rinunciare ai prodotti di marca.

Come è possibile risparmiare quindi e soprattutto come orientarsi nella scelta dei prodotti, supermercati, ipermercati e discount? Basta un semplice click. Sono tantissimi infatti i motori di ricerca in grado di confrontare i prezzi e gli sconti effettuati nei diversi punti vendita.

Tra questi, uno dei principali motori di ricerca delle promozioni è senza dubbio Klikkapromo.it: collegandosi al sito è possibile scoprire tutte le offerte in corso all’interno della grande distribuzione. Obiettivo: “far risparmiare fino a 2.500 euro l’anno” mettendo a confronto le promozioni delle principali catene di supermercati e ipermercati.

Come spiega Luciano Mazzone, fondatore e amministratore delegato di Klikkapromo.it: “Seguivo per lavoro la Gdo e da diverso tempo mi chiedevo quale fosse il senso dei volantini cartacei che pubblicizzavano le offerte settimanali. C’era bisogno di uno strumento comparativo, perciò decisi di creare un sito ad hoc. Oggi abbiamo 15mila visitatori medi al giorno”.

LEGGI ANCHE: La spesa sana, collettiva e non sprecona con i GAS

Negli ultimi tempi, per contrastare la crisi dei consumi, tra le diverse catene della grande distribuzione si è scatenata una vera e propria guerra all’ultimo sconto. Ecco cosi che è possibile trovare i prezzi dimezzati di Esselunga che punta sulla formula dell’1+1 gratis o i bonus benzina di Coop o ancora il sottocosto e il taglio dell’Iva per alcune categorie sociali proposti invece da Carrefour.

Un cambiamento di rotta per l’industria di marca che sta spostando le proprie risorse dalla pubblicità alle promozioni. Come sottolinea Luigi Bordoni, direttore di Centromarca: “I contributi promozionali extra-fattura incidono oramai per il 20-25 per cento sul fatturato, in soldoni li stimiamo in 8-10 miliardi sborsati da 160 aziende del largo consumo. Questi sono di gran lunga più elevati della pubblicità, addirittura di 2-3 volte e con tendenza a un’ulteriore crescita”.

È per orientarsi all’interno di e questa giungla di offerte buoni sconto che entrano quindi in gioco i siti specializzati nella ricerca di promozioni e prezzi bassi. Tra questi anche Poinx.it che permette all’utente di acquistare dei coupon con i quali ottenere sconti in moltissimi punti vendita: da quelli alimentari ai centri estetici fino alle lavanderie.

Vi sono poi anche i comparatori di utenze come Mybest.it. Il sito permette infatti all’utente di confrontare le tariffe di Adsl, luce, gas, pay tv in modo da individuare l’’offerta più vantaggiosa. Il portale è anche dotato di un servizio di consulenza online che funziona a richiesta e sulla base delle bollette già pagate.

Non mancano infine i siti istituzionali come Osservaprezzi, osservatorio di prezzi e tariffe del ministero dello Sviluppo economico.

La ratatouille

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Le giornate volano, e mi ritrovo alla fine di un nuovo giorno senza davvero aver capito come l’ho consumato così tutto in leggerezza… Mi sembra di essere tornato studente.. Ho preso ad andare in giro con il mio vecchio tascapane, con dentro il tablet (oggi se non lo hai non sei al “top” come direbbe l’ormai icona crozziana di mr Briatore, e io voglio essere un disoccupato al top, mica paglia), la “digitalreflex” (casomai colga l’immagine che mi frutti il mio personale Pulitzer) e lo “smartfone”… E naturalmente gli occhiali da presbite per poter utilizzare il tutto… Altrimenti non vedo nulla.
Intanto studio (ovviamente con un corso di e-learning) così come mi ero ripromesso, e anche qui mi sembra di essere tornato studente davvero.
Ma le giornate sono comunque troppo corte per tutto quello che devo fare, inoltre l’elfo africano di casa (la gatta) ed il bracco non credono alle loro zampe che possono passare tante ore al caldo in casa invece che al freddo ad aspettare che qualcuno torni dal lavoro, grazie al fatto che il padrone “gioca” allo studente.
È bello andare per librerie, “ciondolare” sui mezzi pubblici di superficie alternando grandi passeggiate alla riscoperta della città. Oggi poi c’era un sole tiepido molto godibile con un cielo che di rado Milano si concede.
Naturalmente in tutto questo stai ancora spulciando sul web che cosa offre il mondo del lavoro per te, rimuginando su che cosa vuoi fare da grande.. Lo so sembra ridicolo a 51 anni porsi la domanda che cosa vuoi fare da grande, ma è una domanda che, ogni volta che ti fanno rimettere o ti rimetti in gioco, te la devi porre per forza.. In realtà essere sul mercato ti fa tornare giovane. Peccato che non abbia lo stesso effetto sul fisico ..
Insomma trovare l’equilibrio tra tutte queste esperienze, sensazioni o pulsioni in una unica giornata, non è semplice… Ecco una giornata così mi ricorda… mi ricorda… sì mi ricorda un cibo… la: ratatouille!!
Sì esatto la ratatouille… è vero che è difficile amalgamare una serie di impegni senza perdersi quando è troppo tempo che il tuo ritmo è cadenzato da un ordine precostituito che comunque il recarsi in un ufficio ti dava.
È esattamente come cucinare la ratatouille … Sembra semplice, ma se non stai attento e non trovi un equilibrio tra le varie cotture dei diversi ingredienti ti ritrovi una mappazza tremenda…
La ratatouille ha ingredienti semplici: zucchina, peperone, cipolla, aglio, melanzana, pomodori, io preferisco i pachino da aggiungere solo all’ultimo per dare colore e lasciare il sapore del pomodoro fresco in bocca in contrasto con il sapore forte del peperone e della melanzana, olio, sale.. Ma ci vuole equilibrio nella preparazione per non mischiare i sapori. I sapori nella ratatouille vanno invece amalgamati, per poterne riconoscere ogni singolo e gustarne la pienezza; è questo il suo segreto … Esattamente così deve essere la mia giornata, così me la voglio godere fin che posso.

Lo scrigno dei desideri

pochette-maliparmi-1334651247163-1-lLa pochette perfetta, versatile e alla moda che ogni donna dovrebbe
custodire nel suo guardaroba per esprimere la propria eleganza. Abbinatela
ad un look più casual ma anche ad un look elegante, prezioso, sofisticato.
Conferisce un’allure di femminilità e allo stesso tempo di bon ton. Custode
del vostro rossetto preferito.

Come curare bene l’influenza

influenza-640x426Basta poco per non sprecare denaro in costose e spesso non fondamentali medicine e curare l’influenza in modo intelligente. In inverno ne siamo particolarmente flagellati, ma per intervenire in maniera sensata è essenziale conoscere bene il “nemico”, ovvero sfatare i falsi miti della tradizione. Quindi basta pensare che antibiotici e vaccino siano la panacea di tutti i mali e si al brodo di pollo, un vero toccasana. Ecco un bel decalogo che abbiamo trovato sull’ Hufftington Post e che vi riproponiamo.

 COSA è FALSO:

 Con la febbre meglio mangiare poco

Falso: perché il sistema immunitario ha bisogno di cibi nutrienti per poter agire meglio e non c’è nessuna ragione per mangiare poco quando si ha la febbre.

 Con il raffreddore meglio stare a riposo

Falso: uno studio della Ball State University ha esaminato due gruppi di volontari affetti da un forte raffreddore: al primo è stata fatta fare ogni giorno mezz’ora di esercizio, per cinque volte a settimana, il secondo è rimasto a riposo. Il raffreddore è sparito per entrambi i gruppi in circa 8 giorni e mezzo, ma gli atleti hanno riportato sintomi più leggeri, soprattutto durante il pomeriggio e la serata.

 Gli antibiotici combattono l’influenza

Falso: gli antibiotici combattono soltanto le infezioni batteriche. E l’influenza stagionale non è causata da un batterio ma da un virus. E’ vero, però, che quando l’organismo è indebolito da un virus sono in agguato infezioni batteriche che includono bronchiti, sinusiti e polmoniti.

 Quando si ha l’influenza bisogna coprirsi il più possibile

Vero e falso: solo quando la febbre è in fase di salita, altrimenti bisogna lasciare che il sudore evapori. Infatti c’è una fase della malattia in cui l’organismo cerca di fare scendere la febbre. Per ottenere questo effetto produce sudorazione che evaporando sottrae calore all’organismo raffreddandolo. Coprirsi troppo ostacola il processo.

LEGGI ANCHE: Come evitare la febbre, le regole giuste dentro e fuori casa

Se si è vaccinati non si prende l’influenza

Falso: in realtà l’efficacia del vaccino non è totale quindi ci si può ammalare anche con il vaccino. La ragione è che il vaccino protegge dai virus prevalenti in un anno specifico ma non può proteggere da tutti i virus influenzali. In generale, si può dire che chi si vaccina ha bassa probabilità di ammalarsi e se si ammala la forma influenzale è più leggero.

 Per la tosse basta lo sciroppo

Vero e falso: ci sono due tipi di tosse: quella grassa, che produce secrezione e quella secca. La prima non deve essere repressa in nessun modo perché rappresenta il mezzo che l’organismo sceglie per liberare le vie aeree dalle secrezioni che si accumulano. Se proprio si vuole un po’ di sollievo non c’è bisogno di andare in farmacia: basta bere una volta al giorno, per 2 o 3 giorni, due cucchiai di miele sciolti nel succo di un limone. Ha effetto decongestionante per i bronchi. Per la tosse secca, se si vuole evitare l’assunzione di farmaci antitussivi si possono mettere due cucchiaini abbondanti di miele liquido in una tazzina, spremere mezzo limone e mescolare bene.

 Chiamando il medico l’influenza passa prima

Falso: se parliamo di un individuo sano e non a rischio sotto i 65 anni l’intervento del medico non abbrevia il decorso. Presi i farmaci opportuni e le precauzioni necessarie, l’influenza fa parte delle malattie che tendono a una remissione spontanea grazie alle nostre difese immunitarie.

 Bisogna coprire bene la testa

Vero e falso: proteggere la testa è sempre utile, ma non perché questa è la parte del corpo che disperde più calore. In realtà, come ha verificato un esperimento della Cleveland Clinic, si dissipa il 10% del calore corporeo, proporzionale alle dimensioni, ma il volto è cinque volte più sensibile al freddo delle altre parti del corpo a causa delle maggiori terminazioni nervose.

 Il latte fa aumentare l’infiammazione nasale

Falso: molte persone credono che il latte aumenti la produzione di muco, ma si tratta solo di un effetto placebo. In un esperimento alcuni pazienti hanno riportato un aumento dei sintomi del raffreddore anche quando è stato somministrato a loro insaputa del latte di soia.

COSA è BENE FARE:

 Il brodo di pollo aiuta a far passare l’infiammazione

Vero: i ricercatori dell’università del Nebraska hanno scoperto che questo cibo diminuisce l’attività dei neutrofili, le cellule del sistema immunitario responsabili della produzione di muco, limitando l’infiammazione.

 

La Resilienza: un approccio alla vita

resilenza“Il potere della vita è così grande che, come un enorme torrente, riprende l’
avvio dopo un avvenimento sconvolgente sotto nuove forme” (Cyrulnik, 2008)

Utilizzato in origine nel campo della fisica per descrivere la resistenza dei materiali agli urti, il termine resilienza in ambito psicosociale rappresenta la capacità di adattarsi e di riprendere il cammino in circostanze avverse. Le avversità a cui ci si riferisce possono assumere diverse forme, fisiche o morali: la morte di una persona cara, la malattia, il divorzio, la perdita della casa, l’abbandono del proprio paese, disastri naturali, condizioni di estrema povertà o vulnerabilità.

Vivere in maniera resiliente significa avere un approccio positivo utilizzando le proprie competenze, i propri talenti e le proprie risorse per superare le difficoltà della vita.  Viene presa cioè in considerazione, e incoraggiata, la capacità di tutti gli esseri viventi di mettere tutte le proprie forze e risorse a servizio della sopravvivenza. L’uomo ha la capacità di superare le avversità, ma per riuscirci egli ha anche bisogno di “tutori di resilienza” cioè persone e luoghi simbolici di affetto, di attività e di parole che gli permetteranno di riprendere in mano la propria esistenza con il coraggio necessario per guardare al futuro.

 L’Equipe della Prof. Cristina Castelli

Università Cattolica di Milano