Solo un super esperto come Galdo poteva spiegarci i segreti dei cibi scaduti. Attenti, dietro c'è un gran da fare. Prima di buttare guardate bene cosa c'è scritto sulla confezione, anche se proprio lei non è molto chiara.
Sul mio sito www.nonsprecare.it ricevo diverse mail con la stessa domanda: Il cibo scaduto è sempre da buttare? L’interrogativo non è sbagliato perché dall’equivoco sulla scadenza nascono una buona parte dei nostri sprechi alimentari che ormai toccano livelli impressionanti: circa il 20 per cento della spesa degli italiani finisce nella spazzatura. Così, con molta naturalezza, appena vediamo raggiunta la data di scadenza di uno yogurt infiliamo il vasetto nel cestino. Un errore e uno spreco. In realtà il sistema delle scadenze dei prodotti alimentari, una normativa di fonte europea, come molte norme scritte dai nostri cervelloni super burocrati di Bruxelles non è semplice e trasparente. Pochi sanno che esiste una differenza di fondo tra due tipi di scadenza: una perentoria, “da consumarsi entro”, riservata al cibo fresco, e l’altra, “da consumarsi preferibilmente entro” che invece indica solo un termine minimo di conservazione. Il rebus, tradotto nei fatti, significa che i cibi per i quali la scadenza è “preferibilmente entro” non diventano pericolosi a quella data, ma semplicemente perdono alcune proprietà organolettiche. Si tratta, insomma, di un’indicazione di qualità, non di sicurezza. Per restare allo yogurt, si può tranquillamente mangiare anche dieci-quindici giorni dopo la data di scadenza stampata sulla confezione, al massimo contiene meno fermenti lattici. Così l’olio da tavola, a distanza anche di sei-otto mesi dalla scadenza è sempre ottimo, come la pasta e i pelati, mentre è preferibile consumare le uova non oltre una settimana dalla data di scadenza.
La cosa paradossale è che mentre i consumatori sono informati poco e male, le aziende conoscono molto bene i meccanismi e le regole della sicurezza alimentare. Tanto che attorno al cibo scaduto è nata una nuova attività commerciale, e nuove aziende che fanno affari d’oro. E’ il caso dell’inglese “Approved Food” (letteralmente Cibo Approvato) che su Internet vende di tutto e, da quando è esplosa la Grande Crisi, ha visto decuplicare il suo fatturato. La società consegna su ordinazione, ed entro le ventiquattr’ore, qualsiasi tipo di prodotto alimentare scaduto ma perfettamente commestibile, dal barattolo di Nutella alla pasta made in Italy. Lo sconto, rispetto ai prezzi praticati dai negozi, supera il 50 per cento del costo della confezione. E “Approved Food” ha sempre superato tutti i test della Food Standard Agency, l’agenzia governativa inglese che controlla, con estremo rigore, il settore alimentare in Gran Bretagna. In attesa che i nostri eurocrati si decidano a fare chiarezza sulle norme rendendole più limpide, e magari resistendo alle pressioni dell’industria alimentare che ha tutto l’interesse ad alimentare i consumi attraverso lo spreco di cibo, possiamo ragionevolmente evitare di buttare prodotti ancora commestibili. E possiamo innanzitutto non esagerare quando facciamo la spesa: non siamo in tempi di guerra, e non abbiamo bisogno di scorte eccessive che poi finiscono tra i rifiuti.