La lotta allo spreco quotidiano e automatico non può però essere delegata, con un cinismo pari alla rassegnazione, a un manipolo di uomini e donne coraggiosi, mentre noi alziamo le mani e ci arrendiamo. Per Non sprecare abbiamo bisogno di riscoprire il piacere di cose semplici, come la leggerezza della sobrietà, per esempio, con la quale noi italiani in un recente passato abbiamo cavalcato l’onda lunga del boom economico, della crescita e dell’approdo al regno dei p&ælig;si ricchi. Oppure come l’arte della manutenzione, che significa innanzitutto riconoscere il valore delle cose, prima di eliminarle con l’alibi dell’usura del tempo che copre, attraverso una finta necessità, l’ingiustificata rincorsa all’inutile, al superfluo. Non sprecare è un antidoto, genuino e salutare, all’indifferenza. E chi non spreca ha una possibilità in più di cogliere l’occasione, partendo da piccoli gesti, di pensare in grande a un’umanità meno avvilente per le contraddizioni e gli squilibri che noi alimentiamo con il nostro stile di vita. Non sprecare può significare perfino la scoperta di una bussola per uscire sul serio dalla Grande Crisi, derubricandola dalle leggi della statistica e dell’economia e afferrandola come un’autentica opportunità di cambiamento. Non sprecare è un dittico che se, per un miracolo della ragionevolezza, riuscissimo a sfilare dalla penombra delle buone azioni di minoranze attive, potrebbe diventare presto, per tutti, una nuova scelta di libertà, dalla schiavitù del possesso esagerato e inutile, e di responsabilità di fronte a una gigantesca umanità di ultimi, abbandonati al loro destino, che non saranno mai primi su questa Terra. In fondo, basta veramente poco per non gettare un pezzo di pane in un cestino, anche se talvolta le decisioni più a portata di mano sono quelle che prendiamo meno in considerazione. Basta poco, ma può significare tanto.
Non posso che condividere e fermarmi a riflettere. Grazie
Basta cominciare, poi diventa una abitudine: bella.
Tutto giusto, ma tanto triste. Diciamoci la verità i tempi dello scialo li rimpiangeremo. Pulcina sta risparmiando le dita?
Dipende dai punti di vista, chi è stato sempre, obtorto collo o no formichina, in tempi di ristrettezze ha meno rimpianti. Senza dire che non è scialando che si passa dalla tristezza all’allegria, se non quella effimera che dura il tempo di…un acquisto. Per me questa può essere tristezza.
Anny è sempre intelligente, anche se però anche alle formichine piace comprare. Sono una formica che compra poco, ma quando può gode.
Caro Francesco, gli sciali non sono mai da rimpiangere, essendo sempre indice di scarsa intelligenza,qualsiasi sino le potenzialità finanziarie. Quanto al risparmio digitale, non si limita a pulcina e farne il computo è un inutile esercizio di ragioneria. Sono ormai più quelli che non ci sono di quelli che partecipano. A quando la chiusura definitiva dopo questa agonia senza fine? Non sarei favorevole all’accanimento terapeutico,personalmente.
Ma cosa posso risparmiare se è tutta la vita che risparmio ? non vorrei sembrare antipatica, ma non mi dispiace che inizino anche gli altri. Poi la penso come la Sotis risparmiare è un abitudine.