Divorato. (Ulisse non c’è ed ho più tempo per me). Anche se letto in “canone inverso” rispetto al successivo Nel tempo di mezzo, mi ha scavato dentro una breccia di angoscia. E’ una saga tragica, una solenne Pastorale, nel senso più alto del termine. E’ la storia di due giovani innamorati, accomunati da un’infanzia negletta, che danno vita ad una stirpe in cui “la voce del sangue” impregna i rapporti tra vivi ed assenti in un dialogo incessante che si dipana lungo il rosario di tragedie che costella mezzo secolo delle loro vite. In questo contesto di fatalità biblica, strettamente connesso alla “piccola realtà” dei due sposi, l’autore inserisce eventi (a me ignoti) di due guerre mondiali, levando alto il grido dell’assurdità della violenza, privata e pubblica. Che dire di più? Se la gente comune usa mediamente 2000 vocaboli, Fois (vivaddio è un Italianista), ne usa 200000, con una fluidità e naturalezza che rendono le sue pagine tragiche e palpitanti come un quadro di Caravaggio. Il riflettere profondo sull’umana condizione e sull’ineluttabilità del destino, fanno da canovaccio ad una vicenda corale che rimanda alle saghe familiari dei grandi scrittori dell’Ottocento. Ho preferito Nel tempo di mezzo perchè per me è stato meno angosciante, più pregno di una sottile speranza che in Stirpe albeggia solo nelle ultime pagine, con la comparsa di Vincenzo Chironi, scaturigine del secondo atto. Attendo con ansia intellettuale il terzo atto del grande Marcello Fois.
Una bella sintesi,non c’e che dire. Complimenti. Ero sicuro dell’esito della lettura. Si,Fois ama le parole,dà loro il giusto peso e lo spazio che meritano.E le tragedie,che narrate in una sinossi frettolosa potrebbero apparire ‘eccessive’,scaturiscono in realtà da un imprescindibile destino a cui nessuno può sottrarsi. Come la bellezza o la felicità. Facce opposte di una medesima medaglia. Grazie!
Grazie lo dico a Lei! Ma mi spiega come mai bellezza e felicità cioè umane “pienezze”, possano essere facce opposte di una medesima medaglia? E se così, qual’è dunque la medaglia? Non sono gli opposti ad essere in contrapposizione?
Non mi sono spiegato. Ovviamente bellezza e felicità sono contrapposte alle tragedie, sempre imprescindibili come tutto ciò che percorre la vita. Buona ‘affollata solitudine’allora,come diceva Pessoa.
Forza Anna, sei tutti noi!Il tuo impegno è encomiabile! io, di queta stsgione, mi limito a “Topolino” o poco più…
Non ho mai capito la stagionalità e il genere delle letture. Lettura ‘da donne’,’da uomini’, ‘da spiaggia’…chi legge, legge sempre e senza grandi discrimini. Gli altri si nascondono dietro un dito. Come dire, soliti pretesti,ipocrisia di sempre.è piacevole comunque, ritrovarsi con i soliti due gatti due, sempre quelli, nello spazio Libri…