Nel rugby, “il XV del presidente” è una squadra a inviti. Chi è convocato, per tradizione, fa una sola domanda: per quando?”
Un amico appassionato ha invitato quattordici persone e due musicisti a scrivere di rugby: tra queste persone invitate ci sono anche io. Ecco allora: Aa.vv., “Il XV del presidente”, edizioni A.Car., 2012.
Ho scritto una storia che parla di rugby e di sport, di adolescenza, di senso di appartenenza e di quello che succede a una madre quando si accorge che i figli crescono. Il brano si intitola “il quarto tempo”; ed è quello che succede dopo i tre tempi ufficiali.
E’ lo sguardo di una madre “ovale”…
Ma che bella sorpresa, Silviadelcuore! Ma sei tu, quella a destra? Lo sapevo che ti vestivi di bianco! Ma dicci, amavi già il rugby o te ne sei occupata per la prima volta? Dai, dai raccontaci tutto!
Silvia 6 tu@punto interrogativo che non esce dalla tastiera@ Bella e atletica, con lo sguardo incantato di chi sa guardare i sogni negli occhi…rimanendo ben piantata con i piedi per terra! Viso aperto come un prato di trifoglio, sorriso che nasce timido, ma vira subito verso la spontaneita! Se si, molto piacere di fare la tua conoscenza!
…ma cosa avete capito?! io sono quel giovanottone con stampato 15 sulla schiena, pantaloncini corti e calzettoni! Qull’altra a fianco deve essere una sua fan…non so, l’ho incontrata sul campo, quel giorno in cui tutto ha avuto inizio grazie a un annuncio nella bacheca del club che dava vita al “1
…ma cosa avete capito?! io sono quel giovanottone con stampato 15 sulla schiena, pantaloncini corti e calzettoni! Qull’altra a fianco deve essere una sua fan…non so, l’ho incontrata sul campo, quel giorno in cui tutto ha avuto inizio grazie a un annuncio nella bacheca del club che dava vita al “1
Beh, SilviaN.15, che spalle tornite! Ma dicci “Ciao, ma noi ci conosciamo già”, è l’incipit del tuo racconto?
@Giordana, hai ragione, la mia risposta è enigmatica per non dire incomprensibile…! l’incipit vero è proprio è questo: “IL QUARTO TEMPO: ovvero, ciò che rimane di noi. Testimonianza di una donna più affine al’acqua che alla terra e che ha deciso di mettersi in gioco. Costi quel che costi”. e’ una piccola storia di vita vissuta. Io di rugby non sapevo nulla, nemmeno com’era fatto un campo. Ma grazie al mio primogentito, appassionato giocatore tra i ragazzetti, ho scoperto questo mondo e molte altre cose; di me e di mio figlio, del rugby e delle persone. I riferimenti alla polvere che cito nel post si riferiscono a delle partitone tra adulti che hanno dato luogo a delle giornate memorabili fatte di polvere, placcaggi, corse e altro ancora. Scoprire che i prorpri figli crescono -e non solo di statura- è un’occasione “interessante” nella vita di un genitore. Cara Giordana, lesorprese non finiscono mai. Ma ora faccio io a te una domanda: come potevi immaginarti che io fossi di bianco vestita??
@Anny, grazie, nessuno mai mi aveva intercettata con così tanta chiarezza e p&œlig;sia!
Non so perchè, ma ti ho sempre immaginata vestita di bianco. Forse perchè nelle tue parole ho sempre percetito qualcosa di etereo e volatile, come una nuvoletta bianca. La tua storia è prorpio bella! Ma la partita è stata tra genitori? Quindi uomini e donne assieme?
…Sì Giordana, proprio così! Mi sono trovata invischiata in una partita unisex! e così, l’assunto che chi nasce quadro non muore tondo, si arricchisce di una nuova prospettiva: quella di una fase intermedia da ovali… Ma vuoi che ti racconti proprio tutto?!…
Evidente che se si inizia con una suggestione o uno stimolo,è poi inutile fingere di schermirsi e bamboleggiare se qualcuno chiede chiarimento o approfondimenti in proposito. Se si vuole mantenere il riserbo,si tace e non ci si espone. Le mezze misure sono sinonimo di ipocrisa,sempre.
Dai, dai son curiosa! Il rugby non lo conosco, ma da quel che ho visto in tv è uno sport “maschio-maschio”. Come si sopravvive a placcaggi e scontri fisici? Per sfogare lo stress quasi quasi…
Come si sopravvive?…mah! il mio sguardo ‘ovalizzato’ ha colto alcune sfumature del gioco, e solo alcune. Non sono in grado di raccontarti di questo sport le cui regole e dinamiche cambiano anche al cambiare dell’età di appartenenza. Una cosa molto bella è l’immenso pratone. La sua vastità mi ha colpito davvero molto. Poi ci sono i genitori, le maglie, questa palla “sbilenca” che ti porti sotto il braccio quando corri come un matto e che devi passare all’indietro e quei genitori disposti a tutto pur di agguantare la palla? Poi c’è il terzo tempo per smorzare gli umori e berci su, e il quarto per ritrovare se stessi. Poi, naturalmente, ci sono i giocatori “veri” quelli delle partitone contro gli All Blacks…
Ciao v. le mezze misure possono anche essere sinonimo di seduzione (rugbystica…)
Bella esperienza davvero! Brava Silvia!
…Sì, bella esperienza. Anzi, “bella storia”! Soprattutto scoprire di essere una “nuvoletta bianca”, eterea e volatile”!…roba da matti… Ciao Giordana, vero è che le sorprese non finiscono mai. …Ma che fatica!