Miniera

di

Questa è la storia di un tesoro ritrovato, fatto di lettere vergate intingendo il pennino nel calamaio, che rievocano un mondo che non c’è più, scomparso per sempre sulle tastiere dei computer. Rosalba Mariani racconta, attraverso il carteggio della sua famiglia, quasi un secolo di storia, dal 1909 al 1997, sul cui sfondo appare l’andirivieni quotidiano di un p&ælig;sino sardo dai tratti quasi fiabeschi, Montevecchio, con la sua miniera di piombo argentifero. Ed è proprio attraverso le lettere che Rosalba eredita alla morte della sorella Silvia, che scopriamo tutto sulla miniera e sui suoi personaggi incredibili. Donne coraggiose, grandi amori, briganti, viaggi durante la seconda guerra mondiale, il boom economico, giungendo lettera, dopo lettera sino ai giorni nostri con una scoperta che ha dell’eccezionale: Rosalba Mariani è la madre di una conoscenza comune, di una donna amabile che fa parte della comunità dei Tranquilli. Chi sarà? A voi la sfida di scoprirlo, leggendo tutto d’un fiato questo avvincente romanzo familiare che vi conquisterà pagina dopo pagina, riscoprendo con nostalgia quanto sia affascinante e p&œlig;tica una lettera scritta a mano.

MINIERA
di Rosalba Mariani
De Carlo Delfino Editore, 188 pag.
 

17 pensieri su “Miniera

  1. manu52

    Ho percorso tutta la strada da Guspini a Piscinas nell’Iglesiente,passando attraverso i villaggi abbandonati e quello che resta di miniere,laverie,pozzi e villaggi. Spettrale e affascinante,con la natura che si sta riprendendo tutto, con le rovine che parlano ancora del dolore a noi forse incomprensibile che accompagnava il lavoro in miniera. I sopravvissuti di quelle generazioni ‘deportate’ in quelle località fino agli anni ’60,raccontano ancora a chi li vuole ascoltare, la sofferenza e la dignità di un popolo che nonostante le avversità,non si piega.

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  2. Red Fox

    Ho visitato alcune miniere nel nord Italia, parlando con i figli degli ex-minatori, tutte persone fiere del lavoro dei loro padri.

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  3. Anny ciaoooo!!!!

    Io penso sia la nostra beneamata LUDO che rivendica orgogliosamente la sua “sardità”. D’altronde se è dal frutto che si riconosce l’albero è vero anche il contrario. L’albero di Rosalba evidentemente ha fruttificato molto bene.

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  4. Giordana Talamona

    E’vero, è vero, l’ha detto prima Manu52… Le lettere contenute nel libro sono talvolta p&œlig;tiche, come questa di cui vi riporto uno stralcio. Il libro inizia con una storia d’amore, Attilio giovane medico, che lavorerà presso la Miniera, chiede la mano di Maria, “ragazza bellissima, grandi occhi neri, sguardo che non perdona, lunghi capelli color del grano maturo”. Lei scrive a lui. Siamo nel 1910, 4 febbraio. “Attilio carissimo, non ti so esprimere la gioia che provai quando ricevetti la tua cara e graditissima lettera, ricca dei dolci e cari sentimenti che rimarranno sempre impressi nel cuor mio e ti invio i più vivissimi e distinti ringraziamenti. Ed oggi anche io ti confesso il mio amore e ti giuro che è il primo e sarà per tutta la mia vita immenso e sincero e già che tu lo brami con grandissimo piacere, ti prometto che non avrò per te il minimo segreto. Tutti in casa accettarono la tua domanda con un vero piacere e non ti so nascondere la gioia che ne provò il mio cuore, quando vidi che tutti ti apprezzarono come meriti…”.

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  5. Anny ciaoooo!!!!

    Scusa Manu-ciao ma non volevo rivendicare alcun “diritto di primogenitura”. Lo so che tu arrivi sempre prima e più lontano. Non è assolutamente ironia ma una constatazione sacrosanta. Bacio smack!

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  6. rosalba

    Ciao sono io, Rosalba, donna di miniera. E’ vero. avete colto nel segno. Chiunque abbia vissuto, anche per poco, in un ambiente minerario ne resta segnato da un sigillo che gli servirà da strumento di misura, per tutta la vita. Quando ritrovo, in Sardegna o altrove, i mie amici d’infanzia mi accorgo che parlano più volentieri del passato che del presente. Mia nipote Barbara, anch’essa nativa e ora medico e madre di due bei figli, quando deve “ripulirsi” lo spirito torna a Montevecchio e cammina da sola nei boschi o verso le montagne, accompagnata dal canto delle janas e poi torna a casa, rinfrancata. E’ vero la miniera di Montevecchio è ancora magica. Grazie davvero della vostra amicizia. Rosalba

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  7. Anny ciaoooo!!!!

    Benvenuta Rosalba, mamma di Ludovica! Resti con noi per rinverdire questo “corner di lettori” che spesso langue. Sabato andrò a procurarmi il Suo libro che mi incuriosisce assai.

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  8. manu52

    Un paio di anni fa ascoltai una trasmissione radiofonica su radio tre basata sulle interviste delle donne che avevano lavorato nelle miniere. Erano donne anziane,ma non vecchissime. Raccontavano la vita di tutti i giorni all’interno della città mineraria,che doveva riprodurre perfettamente tutte le caratteristiche di una vera città,comprendendo asilo,scuola,ospedale. Era un racconto straziante,perchè narrava di ragazzi e ragazze che se ne andavano da casa a 15,16 anni per lavorare lontano mesi e mesi. Non si parlava di tornare a casa per il fine settimana, a stento era concesso per Natale. Una realtà straniante e lontana,solo a pochi decenni dai nostri tempi.

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  9. Giordana Talamona

    Che bella sorpresa Rosalba, stia con noi e ci racconti qualcosa su Montevecchio! Suo padre era il medico della miniera, cosa voleva dire in quella comunità essere la figlia di un personaggio così importante?

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  10. rosalba

    Cara Giordana, certo che sto con voi, ma il prossimo giovedì andrò in Sardegna per presentare il libro nei comuni di Arbus e Guspini, i comuni a cui la miniera faceva riferimento. Poi vi racconterò.Mi chiedi che cosa provavo ad essere la figlia del medico. In realtà io non provavo niente perchè venivo come settima figlia; la visibilità era tutta per le mie tre sorelle maggiori e i miei tre fratelli. Io ero solo una bambina che non sapeva mai dove stare e dunque stavo sola con la mia amica immaginaria Lucertolina, con Efisia la cuoca che mi amava al di sopra di ogni cosa o con i pochi amici che secondo il metro materno potevo frequentare, prima fra tutte Linalba.I miei ricordi minerari però vanno da zero a tredici anni. Poi lo scenario cambia e io vado a studiare a Cagliari, nel pieno boom degli anni ’50. baci a tutte Rosalba

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  11. gianfranco

    Rosalba ha fatto proprio un bel lavoro! Io sono stato a Montevecchio per più di 25 anni e ho respirato esattamente la stessa aria che si respira lasciandosi rapire dal suo libro. Leggendo ‘Miniera’ ho potuto risentire il profumo di quei posti e il ricordo di tante persone conosciute. Complimenti a Rosalba! Il suo stile mi piace molto.

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  12. ludovica amat

    ho avuto la fortuna di vedere Montevecchio ancora “abitata”, 40 anni fa mio zio Vincenzo, fratello di Rosalba, fu il medico del p&ælig;se dopo il nonno e lì visse con la sua bellissima famiglia. ho ricordi molto rarefatti, soprattutto di profumi (quello dei pini sopra tutto)e di luce, di particolari della casa. sono tornata un po’ per caso qualche anno fa e la sensazione di fronte alle case abbandonate è strana, non disperante, anzi. ho fatto da sola una passeggiata inrepicandomi su una specie di altura lì dietro casa, a cercare la nonna, poi in cima è venuto il vento a farmi una carezza. se siete da quelle parti non dimenticate di passarci

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  13. barby

    saluti a tutti,sono Barbara,nipote di Rosalba,cugina di Ludovica,nonche’ figlia di Vincenzo,colui che prese il posto di Attilio come medico di miniera,la vita era semplice,cadenzata da ritmi e doveri precisi in un paradiso profumato,avvolgente,denso di calore umano,ma anche di grandi silenzi,di sana solitudine,di alberi molto piu’ alti delle case,di strade libere,cosi’ricordo la mia infanzia in un posto che e’ ancora li’ che mi aspetta,sempre uguale,come se il tempo non passasse.
    Ora vorrei sapere da te Rosalba:che cercherai per prima cosa appena metterai piede a Montevecchio nei prossimi giorni?io le tarantole nere dentro le tane nell’argilla rossa in viale dei Pini!grazie per avermi ospitato

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  14. rosalba

    cara Barby,
    non ci penso neanche di andare a scovare le tarantole. Andrò subito a verificare se c’è ancora disponibilità di ” succiosa”, di pinoli e di quei fiori azzurri che si succhiano e hanno sapore di miele, naturalmente nel viale del giardino.

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  15. linalba

    mentre leggevo il tuo libro i miei ricordi si animavano;sentivo il profumo della natura e ne vedevo icolori.percepivo le caratteristiche dei personaggi e assaporevo l’intensità delle emozioni.ho rivissuto un perodo della mia storia giovanile con la sensibilità di un’anziana signora che ti dice grazie Rosalba,amica della mia infanzia, sempre presente tra i tesori racchiusi nel mio cuore. linalba

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