Inutile girarci attorno: con i social media e i social network dobbiamo farci i conti. Diventa più un vezzo che una scelta quello di dichiararsi 'apocalittici' ovvero 'integrati' rispetto alle cose del web. Già, perché sempre più confondiamo il web con i social network ed aumentano i "soloni" ( i tuonisti, categoria sociale dalla quale stare alla larga) che tuonano contro l' ennesimo strumento diabolico, facendo di tutta l'erba un fascio e scambiando il mezzo per il messaggio.
Ma Marshall McLuhan é superato: la nuova comunicazione si fa in portabilità, mobilità e connettività e ha a che fare solo con le modalità, non con i contenuti. Niente di catastrofico, altrimenti avremmo dovuto distruggere il telefono ed ancor prima il telegrafo, no? Un avvertimento per i paurosi: non siamo che all'inizio.
Tutto questo e tanto altro in maniera ironica, scanzonata ma rigorosa nelle fonti, nel saggio di Marika Borrelli e Januaria Piromallo "Come pesci nella rete. Trappole, tentazioni e tentacoli del web" (Armando editore). Nevrosi da Facebook, ansia da Twitter, affanno. Se dentro, non ho pace e tutti sanno tutto di me. Se fuori, sono un povero escluso. E, invece, sembra che ci possa essere una eventuale terza via: ce la spiegano con ironia e sapienza due blogger di lungo corso che nei misteri dei social network si orientano perfettamente. Altro che pesci nella rete…
Buona lettura e buon divertimento.
bello! lo prenderò senz’altro.personalmente credo che la propria “visibilità” sui social si possa gestire e che, anzi, si mostri la parte che si vuole far vedere. non so fatico a vederla come assenza di privacy, mi pare più gestione oculata della propria visibilità personale (e lo dico da narcisita, parecchio attiva su facebook ). quello cui non riesco a fare l’abitudine è la gente (più giovane di me, va detto, quindi più abile) che mentre parliamo scrive, chatta, legge, cerca. ecco, quello, ancora, mi dà parecchio fastidio. come avere davanti una persona che ti parla senza togliersi gli occhiali da sole