In cammino verso Santiago/4

di

Per scaramanzia mi organizzai in modo da giungere a Roncisvalle il 25 luglio, onomastico di San Giacomo (Tiago in Spagna), partii due giorni prima dall’Italia con un treno che avrei
cambiato a Nizza e che, viaggiando di notte, mi avrebbe portato a Bayonne, vicino all’Atlantico.
Da Bayonne un ultimo trenino mi avrebbe condotto fino al p&ælig;sino basco di St. Jean Pied de Port, ai piedi dei Pirenei, monti che avrei dovuto valicare il giorno successivo. Partii quindi il 23
luglio con l’emozione a fior di pelle che mi conferiva una persistente aria trasognata, non potevo credere di essere proprio io, lì, da sola, impegnata in un’impresa apparentemente
senza senso, non avendo particolari peccati da farmi perdonare o favori da chiedere (questo è quello che incessantemente mi chiedevano tutti quelli cui raccontavo del mio viaggio).

8 pensieri su “In cammino verso Santiago/4

  1. gian.z

    —dai non ci puoi raccontare il viaggio in 10 righe a puntata…:non puoi farlo sul tipo “storie di pancia”?, così..nemmeno centovetrine è così lungo. Hei io non campo tanto.diamoci una mossa.
    Ma sei tu nella fotina ? siiii? ma sei una bimba !!!!!

    Replica
  2. Giordana Talamona

    Ma per “valicare i Pirenei” intendi proprio letteralmente “valicare i Pirenei” a piedi??!!Però, che gamba la ragazza!Attendo con ansia di sentire il seguito!:)))

    Replica
  3. Anny ciaoooo!!!!

    Ehi Gianz, cosa intendi per “non campo tanto”? Ricordo il vostro dramma, ma vedi il bicchiere mezzo pieno e…centellina il contenuto molto lentamente. Bacio smack!

    Replica
  4. ludovica amat

    hahahaah gianz, ma questo racconto è stato generosamente ospitato in una casa che si chiama traquilla.it!della foto che dire, tutti noi se ci alziamo alle cinque di mattina abbiamo un’aria da bambini..

    Replica
  5. ludovica amat

    sì cara giordana, il valico si fa a piedi ed è stato uno dei pezzi più entusiasmanti del cammino. le gambe le abbiamo tutti, io andavo pianissimo e mi fermavo di continuo dicendo “mica ce la faccio, io”, poi magari dietro una curva appariva un altro pellegrino seduto su un sasso che inizalmente faceva finta di nulla e appena lo superavo arrancando mi urlava: ANIMOOOOOOOO. ho scoperto dopo che era una specie di scherzo tra pellegrini, che ti faceva trasalire ma anche ridere per un bel pezzo. tutti abbiamo avuto momenti felici e di disperazione. mi ricordo ora, che non ho messo nel diario, di un tizio della mia età, una specie di gigante che piangeva. mi ero fermata lì con lui, per vedere se voleva parlare o gli facesse piacere un po’ di compagnia. ero contenta perchè avevo smesso di piangere abbastanza subito, dopo un po’ gli avevo chiesto come mai avesse uno zaino così grande: apriti cielo, quello ricomincia a caragnare come un vitello (un uomo peggio di me non l’avevo mai incontrato, per il caragnare, intendo)tra i singhiozzi mi dice che si carica sempre troppo, bambini, lavoro, preoccupazioni, capisco poco ma che è un po’ come me, che per conquistare gli altri ha bisogno di fare cose che manco gli chiederebbero. a quel punto ho preso confidenza e gli chiedo se mi fa vedere cosa c’è nello zaino. glielo smonto come nel libro “lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” mettendo le cose in bell’ordine per terra, poi daccordo con lui faccio la disanima delle cose che non gli servono e riempiamo il sacco del sacco a pelo e due sacchetti che gli faccio giurare di mandare a casa dall’ufficio postale del primo p&ælig;se che incontreremo (pamplona). camminiamo assieme fino a pamplona e lui è contento perchè dice: mi sento più leggero!(non lo è materialmente, ma nella testa sì..)

    Replica
  6. man

    Eh sì, Ludo. Il mondo è bello perché è vario. La tua esperienza in questo viaggio è stata positiva, sia per le persone che hai incontrato che per il cammino in se’. Come lo è stato per me (anche se fatto in macchina). Continua, che mi piace.

    Replica
  7. ludovica amat

    cara manù, è stata esperienza e per questo io la consiglio. è stata a tratti durissima, sconfortante e a tratti leggera, felice, ogni tanto sublime. ma soprattutto esperienza, un modo sensato di impiegare il proprio, limitato, tempo, di metterlo a frutto. ognuno poi sceglie gli aggettivi che preferisce.domani un’altra tappa, ora buonanotte a tutti

    Replica
  8. Nontiscordardime

    ma se facessi Milano-Bari a piedi.. posso considerarlo ugualmente coinvolgente? Così risparmio sui biglietti.. e si può andare in trolley o consigli uno zaino e basta?

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *