La settantenne Mahin, stanca della sua lunga vedovanza, decide che è arrivato il momento di ricominciare a vivere e di mettersi alla ricerca di un uomo, sfidando il regime del suo paese, l’Iran, che schiaccia i diritti femminili. L’incontro con un tassista suo coetaneo semplice e gentile – incontro favorito dalla donna – dà una svolta decisamente anomala per un film ambientato in quel paese: Faramarz e Mahin si ritrovano a casa di lei, iniziano a chiacchierare e a bere del buon vino rosso, lei intanto prepara una molto invitante torta all’arancia da gustare dopo, ascoltano musica, ballano, si seducono, si fanno la doccia insieme… Se fossimo altrove il lieto fine sarebbe quasi una certezza, ma siamo in Iran. È da oggi nelle sale Il mio giardino persiano di Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha (cui lo scorso febbraio fu vietato di andare alla Berlinale per accompagnarlo), un bellissimo film, intimo e struggente, che racconta l’incontro tra due solitudini e la possibilità di un amore tardivo, magnifici i due interpreti, Lily Farhadpour e Esmaeel Mehrabi, non perdetevelo e se vi è possibile scegliete la versione originale con sottotitoli.