Sono tanti i film nelle sale da oggi, noi ne abbiamo visti soltanto alcuni, iniziamo la nostra consueta presentazione settimanale da Laggiù qualcuno mi ama, l’appassionato documentario su Massimo Troisi di Mario Martone, il quale col prezioso aiuto di Anna Pavignano, sceneggiatrice dei film di Troisi, e di molto materiale anche inedito – come appunti, registrazioni e diari – si avvicina all’uomo e all’artista raccontandone il genio e le tante sfumature e azzardando influenze e paragoni. Emozioni, ricordi, nostalgia. Abbiamo poi visto Romantiche, il debutto dietro la cinepresa di Pilar Fogliati che veste anche i panni delle protagoniste della commedia – quattro identità femminili 29enni, di diverse estrazioni sociali e diversamente fragili e insicure -: un’aspirante sceneggiatrice logorroica arrivata a Roma dalla Sicilia, un’aristocratica un po’ fuori del mondo, una ragazza di Guidonia molto semplice e una pariolina munita di tante certezze. I tempi comici ci sono, si sorride e si ride qua e là, Fogliati dimostra talento strizzando l’occhio al primo Verdone e giocando soprattutto con la voce e con la mimica facciale, un’opera prima fresca e garbata al netto delle imperfezioni. Nelle sale inoltre Mummie – A spasso nel tempo di Juan Jesus Garcia Galoche, The Whale di Darren Aronofsky, The Offering di Oliver Park e poi finalmente, è candidato agli Oscar, arriva sugli schermi cinematografici Argentina, 1985, l’avvincente film di Santiago Mitre ispirato al processo alla giunta militare argentina i cui protagonisti sono i due procuratori, interpretati da Ricardo Darín e Peter Lanzani, i quali pur minacciati indagarono su quanto avvenne nel loro paese sotto la dittatura di Videla. Prendete infine nota che da lunedì 27 febbraio a mercoledì 1 marzo uscirà Kill Me If You Can di Alex Infascelli, l’incredibile ma vera storia di Raffaele Minichiello, ventenne da Melito, reduce dal Vietnam che nel 1969 dirottò un Boing della TWA con destinazione Los Angeles, dirottamento terminato poi a Roma. Un racconto appassionante, serrato e pieno ritmo, ricco di materiale d’archivio e testimoniato dallo stesso Minichiello: imperdibile.