Le bufale sono i prodotti della cultura dei media.
Chi non ha sentito parlare del mostro di Lochness che ciclicamente terrorizzava i lettori di tutto il mondo o del piovono asteroidi della CBS americana nel 1994 o dei cerchi nel grano o di Tognazzi capo delle brigate rosse a tutta pagina de Il Male? I più eclatanti: il ritrovamento delle teste di Modigliani (false) in un canale di Livorno riconosciute come vere da critici d’arte e fabbricate con il Black&Decker da tre giovani studenti universitari. Tutto ha origine dalla conservatrice del museo livornese che fa dragare al Comune i Fossi Medicei, perché una credenza vuole che Modigliani in un impeto d’ira nel nel 1909 avesse gettato le teste appena scolpite. Dopo un mese di scavi e nulla di ritrovato i tre giovani lavorano con il Black&Decker e scolpiscono le tre teste, poi abbandonate nei fossi e ritrovate con grande trionfalismi nel mese di luglio del 1984. Nel 1938, Orson Welles mentre interpretava l’adattamento radiofonico de La guerra dei mondi, dal romanzo di Wells, dichiara che i marziani sono atterrati e che gli Stati Uniti sono sotto attacco degli uomini verdi, creando panico e terrori negli ascoltatori. Molti altri casi da raccontare, ma voglio finire con il ricordo dello sceneggiato televisivo I figli di Medea di Vladimo Cajoli con Enrico Maria Salerno e Alida Valli. Uno sceneggiato congegnato benissimo tanto da ingannare tutti gli spettatori . L’inganno consiste nel chiedere aiuto agli spettatori per ricercare un bambino vittima di un rapimento da parte del padre mentre la madre in diretta sta recitando Medea. La diretta si interrompe e il padre in collegamento da un bar interagisce con la madre nello studio televisivo: motiva le sue ragioni lasciando credere che questa ulteriore finzione sia vera. Telefonate ai centralini Rai, persone colte da malore e un vero tumulto alla scoperta dell’inganno.
Ora, per approfondire queste beffe mediatiche, si consiglia il libro di Luca Damiani Le beffe mediatiche, pubblicato nel 2004 da Castelvecchi editore.