L’ictus del padre riunisce Eugenia, arrivata da Parigi, la città in cui aveva vissuto anche da adolescente per seguire il genitore, diplomatico ai tempi della dittatura di Videla, e la somigliantissima sorella Mia alla Quietud, fascinosa tenuta di famiglia nella campagna argentina. C’è anche l’incombente mamma Esmeralda, che senza farne mistero preferisce Eugenia, e ci sono alcuni amici di famiglia. Tutto sembra tranquillo ma è una tranquillità apparente, in realtà covano dissapori, bugie, rabbie, malesseri, tradimenti, rivalità… Pablo Trapero torna, dopo il notevole El clan del 2015, sulle vicende della sua Argentina attraverso un’intricata e molto fisica storia familiare raccontata con diversi registri, il regista conferma il suo talento anche se ha fatto di meglio, qui è come se a un certo punto smarrisse il senso della misura scivolando troppo nella telenovela.