Hanno sedici anni Alessandro e Pietro, e sono amici fraterni. Il primo lavora come garzone in un bar, l’altro ha frequentato una scuola per parrucchieri, ma al momento non ha lavoro. Sono due ragazzi uguali a tanti altri ma loro sono nati e vivono a Rione Traiano, quartiere alla periferia di Napoli dove la maggioranza dei coetanei imbocca brutte strade. I due erano amici di Davide Bifolco, ucciso nell’estate del 2014 da un carabiniere che lo aveva preso per un latitante. Un giorno a Rione Traiano è arrivato Agostino Ferrente, il quale ha affidato a Pietro e Alessandro uno smartphone da utilizzare, con lo schermo rivolto verso i loro volti, come in un selfie, per raccontare, e far raccontare, il quartiere, le loro vite, i sogni, le speranze, le ambizioni, la bella amicizia che li unisce, la tragedia di Davide. Dopo aver entusiasmato il pubblico all’ultima Berlinale uscirà nelle sale giovedì 30 maggio Selfie di Agostino Ferrente, un film su un’altra realtà di Gomorra che colpisce e rapisce il cuore, commuove, emoziona e resta addosso dopo la visione, cosa rara, il regista sarà a Milano venerdì 31 per incontrare il pubblico all’Anteo Palazzo del Cinema (ore 19.40 saluto prima della proiezione, ore 21.10 incontro con il pubblico, condurrà la giornalista di Radio Popolare Barbara Sorrentini) e al Cinema Beltrade (inizio film ore 21.30, incontro a seguire).