Negli anni della Grande Depressione, a Londra. Michael Banks è cresciuto, come da tradizione di famiglia lavora alla Banca di Credito, Risparmio e Sicurtà della città, è vedovo e vive coi tre figlioletti, con la sorella nubile Jane e la domestica Ellen nell’abitazione di Viale dei Ciliegi 17, sulla quale incombe un mutuo. Già, un mutuo, da saldare entro cinque giorni altrimenti addio casa, ma dove sarà finito il certificato azionario che potrebbe salvarli dal pignoramento? Apriti cielo! il cielo si apre e col suo ombrello e la sua valigetta piena di magie scende Mary Poppins, la bambinaia più famosa del cinema. Nessun rifacimento, Il ritorno di Mary Poppins di Rob Marshall è un seguito del film con Julie Andrews del 1964, pellicola amatissima che ha fatto sognare generazioni intere di spettatori, e l’operazione, sulla carta una missione impossibile, un azzardo da far tremare i polsi, non sfigura, anzi, le musiche e le canzoni si ascoltano con piacere, le coreografie sono curate e cosi le scene animate, Emily Blunt se la cava egregiamente e funziona il resto del cast, a cominciare da Colin Firth nei panni del direttore cattivone e da Mery Streep in quelli di Topsy, la cugina bizzarra di Mary. Insomma, ben tornata Mary Poppins, e buon divertimento.