Ugo Vivone, fondatore di Officine Buone (www.officinebuone.it), associazione che porta la musica e il talento dei giovani all’interno degli ospedali
Qual è il suo quartiere?
Isola
Il quartiere ha una sua identità precisa? E qual è?
E’ un quartiere popolare, con un bel mercato del sabato mattina e tanti artisti che hanno riscattato l’immagine di “quartiere della mala” degli Anni 60.
Chi vi abita si riconosce in lui?
Sì molto, ci sono associazioni e nel periodo della trasformazione del quartiere (i nuovi grattacieli e l’eliminazione del bosco di Gioia) abbiamo vissuto un periodo di pacifica lotta e unione tra i cittadini.
Ha una storia, aneddoto, episodio interessante sul suo quartiere?
Quando sono arrivato a Milano, la mia prima abitazione era molto vicina al Frida di via Pollaiuolo. Lì si svolgeva ogni lunedì una serata di lettura in cui gli avventori potevano occupare una “sedia del lettore” e leggere per alcuni minuti ciò che sentivano. Senza scaletta e senza un copione, serate meravigliose in cui scoprire giovani artisti di talento. Da quelle serate ho iniziato la mia avventura tra gli artisti di Milano e le prime azioni di arte sociale che hanno portato anni dopo alla creazione di Officine Buone.
In questi ultimi anni il quartiere è cambiato molto?
Direi che è il quartiere che è cambiato di più a Milano negli ultimi dieci anni. La costruzione dei grattacieli ha generato un distacco ancora più forte tra l’identità popolare e la modernità. Nel quartiere i locali si moltiplicano, rendendolo sempre più “trendy”.
Quali sono i difetti del quartiere? (rumore, movida, traffico, carenza di mezzi, troppi negozi)
Sicuramente la difficoltà nel trovare parcheggio, dovuta anche alla conformazione geografica. Di recente vedo tra i difetti anche la minaccia di perdita di identità popolare, vista la trasformazione in luogo più trendy e turistico.
Quali sono le cose belle?
Ci sono bellissimi posti in cui ascoltare buona musica (Blue Note e Nordestcaffè in Via Borsieri), vie tranquille in cui passeggiare e un’atmosfera popolare che rende Milano piacevole e accogliente.
C’è un mercato e lei ci va?
Il mercato è al sabato mattina, ma per impegni lavorativi non ci vado da tanto tempo.
Il Comune di Milano, secondo lei, lavora bene per rendere migliore la città?
Direi di sì, mettendoci anche a confronto con altre città.
C’è qualcosa che consiglierebbe al Comune per migliorare il suo quartiere?
Di sicuro consiglierei di tutelare il quartiere e alcuni degli edifici più popolari, inoltre magari sarebbe possibile migliorare qualcosa nella viabilità.
Nel suo quartiere ci sono aree verdi e sono curate?
Non sono molte le aree verdi, in genere comunque la cura media è elevata.
Lei fai qualcosa per il tuo quartiere? O le piacerebbe farlo?
Sono fondatore di un’associazione che si chiama Officine Buone (www.officinebuone.it), che è nata ai tempi della frequentazione con gli artisti di Isola. Ci occupiamo di portare gli artisti negli ospedali, di donare il talento dei giovani alle cause sociali. A Milano c’è tanto talento e tanto sociale, il nostro compito è quello di metterli in relazione generando un circolo virtuoso.