Per capire l’origine dei suoi perenni mal di pancia la giovane e bella Chloé (Marine Vacth) si ritrova sulla poltrona dello psicanalista Paul Meyer (Jérémie Renier). Giusto qualche seduta e il medico le confessa il suo amore, lei ricambia, la terapia va a farsi benedire, i due mettono casa insieme, la convivenza all’inizio pare funzionare, nonostante lui non sopporti il gatto di lei, lei sospetti che lui le nasconda qualcosa e l’inquilina della porta accanto sia un’inquietante impicciona… Ecco, di più non si può dire e forse ho scritto pure troppo su Doppio amore, il nuovo film di François Ozon, un thriller erotico tutto sul tema del doppio, ma non soltanto, pieno zeppo di citazioni, omaggi e rimandi a molto cinema nonché di sfumature, psicologie, eccessi, simboli, chiavi di lettura e significati dove peraltro è difficile raccapezzarsi tra verità e finzione. Il cervellotico gioco, architettato con classe, precisione, eleganza e buone dosi di compiacimento, può avvolgere e/o respingere, buonissima visione.