In un polveroso angolo interno di Sardegna – tra rodei, cavali e rocce, lontano da turismo e glamour – Tina, una donna borghese premurosa, protettiva e con una vita regolare, cresce Vittoria, una bambina di dieci anni che è però figlia di Angelica, donna disinvolta e scombinata, insomma l’opposto dell’altra. Quando Vittoria comprende di avere due madri, Tina e Angelica rompono il patto segreto che le tiene legate e iniziano a contendersi l’amore della bambina. A distanza di tre anni da Vergine giurata Laura Bispuri firma Figlia mia, un altro dramma al femminile – gli uomini sono pressoché irrilevanti – sui legami familiari e i confini della maternità che si risolverà nella nascita di una nuova forma di famiglia, con Vittoria destinata a fare da mamma alle due madri imperfette ma la vicenda è troppo schematica e l’eccesso di calcolo non riesce a coinvolgere e a riscaldare i cuori.