In Liberia, piccola regione dell’Africa occidentale. Wren Petersen (Charlize Theron, troppo bella anche nel disagio più totale per risultare credibile) dirige un’Ong medica fondata dal padre per la quale lavora il chirurgo spagnolo Miguel Leon (Javier Bardem). I due si incontrano e subito si innamorano ma la drammatica situazione locale nonché le implicazioni etiche del loro lavoro si mettono in mezzo rendendo la relazione parecchio problematica. Le intenzioni di Il tuo ultimo sguardo – aprire gli occhi degli occidentali su una questione africana molto nel cuore del regista e dell’attrice protagonista -, erano alte e degne di rispetto, peccato lo svolgimento infarcito di commenti fuori campo e così tanto patinato, sdolcinato, retorico, ricattatorio, melenso e superficiale e l’eccessiva esibizione della violenza le seppelliscano sotto una coltre di noia infinita, tra l’altro il film dura 130 minuti.
“Buone le intenzioni, pessimo il risultato”
Che il continente africano sia un grosso, grosso problema per l’Europa, ma soprattutto per i disgraziati che tentano di fuggire all’orrore della guerra, della miseria, della fame, è ormai un fatto acquisito. Proprio per questo quindi il cinema dovrebbe svolgere una funzione sociale e culturale nei confronti di questi temi drammatici. Invece Sean Penn, bravo attore e regista impegnato da sempre nelle missioni umanitarie verso coloro che soffrono, sbaglia clamorosamente il bersaglio dirigendo un film retorico, confuso, inutile e molto incline a mostrarci le sequenze terribili di amputazioni, di sangue, di morte che non aiutano a comprendere la realtà da raccontare. Per non parlare della storia d’amore tra i due medici strampalata quanto mai. La prossima volta perciò caro Sean pensa bene a quello che vuoi dire e dillo con serenità anche crudele, ma significativa. Altrimenti la tua buona volontà di uomo e artista smarrito di fronte alla tragedia africana non sarà di aiuto a nessuno….