Cinquanta sfumature di nero, regia di James Foley

di

neroAlla fine delle cinquanta sfumature di grigio Anastasia Steele aveva lasciato Christian Grey, causa le troppe sculacciate. A poche settimane di distanza, dopo aver ricevuto un mazzo di rose bianche per il nuovo lavoro e dopo averlo rivisto a una vernice accetta l’invito a cena solo per parlare e mangiare e in un battibaleno torna con lui: riecco Anastasia (sempre Dakota Johnson) e Christian (sempre Jamie Dornan), rieccoli di nuovo insieme, le Cinquanta sfumature di nero – secondo capitolo tratto dai libri pornosadici di E.L. James – dirette da James Foley possono iniziare. La coppia rinsaldata appare meno problematica e più romantica, i due vivono una vita piena di agi (lui continua ad accumulare ricchezza) tra balli con mascherine, bei vestiti, lingerie da urlo e gioielli da sballo e belle macchine con autista tuttofare – pazienza se un giorno non possono rientrare a casa per il palesarsi di una sfumatura, c’è una splendida barca a vela ormeggiata in porto ad aspettarli -, fanno sempre tanto sesso ma è sesso vanilla – vabbé, qualche gingillo erotico c’è ancora così come qualche morbida sculacciata, poca roba rispetto al passato -, del resto Ana ha preteso “niente regole, niente punizioni e niente segreti” e Mr.Grey si sta, zitto e buono. Ma questo tran tran rassicurante per non dire noioso è comunque minato da qualche incubo notturno e da una ex sottomessa di lui armata di rabbia e di pistola, dal capo di lei – troppo aitante ed esplicito, quindi subito rimosso dal suo posto – e poi nientedimeno che da Kim Basinger – nel ruolo di Elena Lincoln, che iniziò Christian alle pratiche sadomaso -, sfumature ridicole più che nere, inserite in un contesto rosato con dialoghi imbarazzanti e imbarazzati e situazioni di (in)volontaria comicità che suscitano irresistibili risate, diciamolo.

In preparazione le sfumature rosse.

 

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