Che cosa accade se un potente boss della mafia prima di morire nomina erede di attività e averi l’unico figlio, un ragazzo di trentacinque anni cresciuto in un orfanatrofio ingenuo e del tutto impreparato? Succede che Leone va formato – o meglio: trasformato – da Vito e Salvo, i due aiutanti di Don Ferdinando, se avete voglia di sapere come andate a vedere Quel bravo ragazzo di Enrico Lando dove un argomento tragico e inquietante come la mafia – sulla scia di altri titoli – viene messo in burla e preso in giro attraverso la leggerezza, l’ironia e la comicità.
La sceneggiatura è quello che è, cioè esile esile, ma si sorride e si ride spesso, Luigi Luciano in arte Herbert Ballerina se la cava, ma su tutti svettano Tony Sperandeo ed Enrico Lo Verso, i due scagnozzi del boss, e Ninni Bruschetta, l’avvocato.