Marta Verna, dottoressa bravissima e coraggiosa, ha scritto Nessuno esca piangendo (Utet), un memoir, in cui intreccia le storie dei bambini ricoverati nel reparto pediatrico di oncologia all’ospedale San Gerardo di Monza con la sua straziante di non diventare madre, anche avendo provato la faticosa esperienza della fecondazione assistita. “Avevo paura di provare vergogna all’uscita del libro, invece ho pianto e smesso di preoccuparmi. Sono arrivate lettere meravigliose di mamme, bambini, donne che mi ringraziano di capire il loro dolore”. Marta però ancora soffre per la mancanza di figli. “Mi occupo degli altri ma continuo a pensarci; il mio desiderio genitoriale è appagato, mentre quello di procreare non lo è”, spiega. “Forse la maledetta felicità si dovrebbe smettere di cercarla ossessivamente mentre si vive” è la sua saggia riflessione. Così Marta forse la trova, facendo la volontaria per un progetto (di cui il responsabile scientifico è Ignazio Majolino) in cui affianca e forma medici di un ospedale del Kurdistan Iracheno per eseguire trapianti del midollo. Marta ha un pensiero di gratitudine nei confronti di tutte le associazioni di volontariato, come il centro Letizia Verga. “Un mondo che funziona e che rende possibili cure, farmaci, altrimenti inavvicinabili”. Anche Q.T. ringrazia lei che rende il mondo più bello e buono.