Julien (Jérémie Elkaim) e Marguerite (Anais Demoustier) de Ravalet – figli del Signore de Tourlaville – sono fratello e sorella e si amano con tenerezza fin da bambini. I due piccoli nobili crescono e il sentimento si trasforma in una passione amorosa divorante e inaccettabile dalla società che li ripudia scandalizzata e che darà la caccia alla coppia fuggita in Inghilterra. Marguerite e Julien finiranno decapitati per incesto e adulterio nel 1630.
Valérie Donzelli (molto applaudita da noi qualche anno fa per il bellissimo La guerra è dichiarata) riprende tra le mani una sceneggiatura del 1971 per François Truffaut ispirata a una storia accaduta nel Seicento, la riscrive miscelando insieme epoche e tempi, carrozze ed elicotteri, musiche antiche a momenti di rock, per sottolineare che la vicenda degli amanti impossibili non conosce confini temporali e che anzi li annulla, e mette in scena un melodrammone raffinato e suggestivo, a (molti) tratti sfibrante e fastidioso, troppo declamato e con troppe citazioni che può anche coinvolgere.
“Quando il cinema non trasmette emozioni…”
Il grande regista russo Eisenstein inventò la teoria chiamata “il montaggio delle attrazioni” con la quale sanciva la caratteristica principe dell’arte cinematografica rispetto alla musica, al teatro, alla danza, ecc.
E’uno dei cardini del suo linguaggio filmico, che esprime la superiorità del nuovo mezzo di comunicazione capace di superare le limitazioni fisiche del teatro. Con il montaggio alternato di immagini lo spettatore è catturato dall’azione proposta sul grande schermo emozionandolo.
In “Sciopero” le sequenze degli operai caricati dalla polizia zarista e uccisi sono alternate a quelle cruenti dello squartamento al mattatorio di un povero bue….
Quindi se in un film mancano le emozioni vuol dire che qualcosa non funziona e il pubblico si annoia.
E’ quanto succede nella pellicola di Valérie Donzelli, la regista dell’ interessante “La guerra è dichiarata” come ci ricorda Ilaria. Nel cinema capita come nella vita di sbagliare registro.
Sarà per la prossima volta, cara Valérie….