Mercoledì 6 aprile, ore 20. Palazzina Liberty, Largo Marinai d’Italia
#dialogaMi, Storytelling della città, giovani esperienze della Milano multiculturale
La Cordata, cooperativa sociale che da venti anni offre accoglienza e proposte di integrazione a: turisti, studenti, lavoratori, famiglie, stranieri, minori, madri sole con bambini, persone con disabilità, è l’ organizzatrice dell’evento e spiega:
“Non saremo noi a raccontare, a farlo saranno i ragazzi accolti in questi anni nelle Case Saltatempo. Negli ultimi tre anni abbiamo lavorato, insieme ad altre organizzazioni e in partnership con Pronto Intervento – Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Milano, ad un progetto molto ampio “Emergenze sostenibili” con l’obiettivo di rispondere all’“emergenza” relativa all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati in forte crescita a Milano. Dal gestire l’emergenza siamo passati ad un modello d’integrazione.
Il progetto ha accolto complessivamente più di 500 minori (Cordata da sola più di un centinaio) e li ha accompagnati all’autonomia e all’integrazione sociale. Abbiamo lavorato sull’accoglienza diffusa, sul radicamento territoriale, sulla formazione, sul coinvolgimento delle persone, consapevoli che l’integrazione è un processo sociale che coinvolge necessariamente la comunità dei cittadini e degli abitanti di un quartiere e della nostra città. Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti. La maggior parte dei ragazzi ha trovato la propria strada e questo è l’importante. Un grande “grazie” a tutti gli operatori che a diverso titolo hanno collaborato affinché il progetto Case Saltatempo diventasse un luogo di opportunità reale di crescita e benessere per i “nostri” ragazzi.
L’integrazione però, non riguarda solo progetti di accoglienza delle persone migranti, anzi sappiamo bene che riguarda qualsiasi processo di inclusione sociale di persone e soggetti che vivono periodi più o meno lunghi, di fragilità personale e sociale. Lo sa bene Cordata che proprio su questo tema ha costruito la propria identità, la propria storia, la propria professionalità e quindi la propria offerta alla città.
Abbiamo sempre lavorato affinché i ghetti abitativi e sociali, lasciassero il posto alla creazione di comunità umane in relazione tra loro e coese. Continuiamo a credere che questa sia la strada giusta.
Ora siamo anche convinti che le nostre storie debbano essere raccontate e condivise. La serata del prossimo 6 Aprile è una di queste occasioni, ma ne seguiranno altre!